Critica Sociale - anno XXXIX - n. 20 - 16 ottobre 1947

CRITICA SOCIALE 379 bole ma economicamente forte, che tende a - farli gravitare verso le direttive della politica americana e c'è una forte maggioranza che si sforza di man– tenerli alieni da ogni vincolo con gli opposti blocchi, si è ora apertam.ente costituita una forza che ha contratto l'impegno di combattere l'imperialismo a– mericano raccogliendosi intorno ad altro blocco, che ha per ispiratrice e per centro la Russia bolscevica. Essa proclama di servire la pace, ma non può illu– dersi che nessun pesce abbocchi a quest'amo. Si viene così a rendere più tesi gli antagonismi, oltrechè fra blocco e blocco, anche nell'interno di ciascun Paese, dato specialmente che non si può cert@ pre– tendere e sperare che, sotto l'intimazione bolscevica. le Nazioni. europee rinuncino ai rifornimenti, cioè alla speranza di risorgere è di vivere. Domani sareb– bero i comunisti stessi i primi a farsi interpreti del malcontento popolare e a fomentarlo, occorrendo, se i Governi francese e italiano non riuscissero ad ottenere tutto quello che in questo -momento pare lecito sperare. Per giunta, il tentativo di screditare le forze so– cialiste, non certò quelle di Nenni e di Lizzadri, ma quelle del socialismo autonomo e democratico, si– gnifica cercar di paralizzare le sole forze che og– gi siano capaci (e Basso e gli altri deI suo seguito, che hanno cervello in zucca, lo sanno bene) di porsi fra i due blocchi come forza tampone che eviti l'ur– to e salvi la pace. L'accusa di tradimento non può toccar Saragat nè tocca noi, che non mai come in quest'ora ci sentiamo solidali con lui. Che all'accusa mossaci paia acquetarsi Nenni, che già la udì un giorno, da quelle -stesse bocche, rivolta anche a lui stesso, è cosa che testimonia della sua sensil.11tità morale, pari soltanto al suo acume politico. Che essa ci venga anche da Thorez, che nel 1939, allo scop– pio della guerra, corse nella German:a di Hitler a cercarvi protezione per cospirare impunemente con– tro la democrazia (sia. pur zoppicante, sia pure bor• ghese, ma democrazia) della sua Nazione è cosa che ci onora. Che per diffamarci ci si dipinga oggi come servi delle mire guerraiole e imperialistiche ameri– cane contro la democrazia di cui' son modello la Bulgaria di Dimitroff, la Jugoslavia di Tito e la Rumenia dove il partito socialista subisce senza pos– sibilità di resistenza l'imposizione di scomparire en– tro le fauci del partito comunista,. è cosa che non può suscitare altro cli.e ris_?. Ma il male è_che il veleno di una propaganda di– retta a togliere ogni autonomia ai cervelli e a di– sporli a credere a tutte- le fan~o?ie pi~ assi:r: de e più turpi ha così pervaso lo spmto degli uo_mm1 semplici, che sono il più gran numero, che gh ef– fetti appaiono visibili e paurosi. Coloro che urlano Matteo Matteotti e gli scagliano contro pietre e tentano di colpirlo con più gravi violenze lo fanno con la convinizione che egli sia traditore, giacchè credono alle parole di perversi pastori, che vicever– sa hanno piena consapevolezza della propria men: zogna. E così, mentre si acuisc; il confli_ttd_tra 1 blocchi si acuiscono anche nell mterno d1 ciascun Paese quei disaccordi che indeboliscono_ la capacità di conquista e di resistenza del proletariato. Qu~sta è vera frattura delle forze della classe lavoratrice, questo è vero tradimento, non quello che viene im– putato a noi. Quale. potesse essere l'atteggiamento del P·S._I. di fronte alle deliberazioni di Belgrado-Varsavia BibliotecaGi'floBianco noi non abbiamo mai dubitato. Alla voce di interni dissensi, su questo punto, fra i due massimi esponenti di quel partito non abbiamo creduto mai. La parola di Basso nel suo discorso del 12 corrente a Firenze elimina ogni dubbio. Il P.S.I. appare più che mai una tollerata appendice del P.C.I., fin che questo non riterrà più conveniente una risoluta azione per ingoiarlo. Evidentemente no~ ha alcun valore la ri– serva che nel documento di Belgrado c'è qualche particolare giudizio che il P.S.I. non si sente éli ac– cogliere integralmente. Anche in seno al P.C. que– sta dichiarazione di limitato dissenso potrebbe con– cepirsi ed essere forse tollerata, anche se espressa pubblicamente. L'importante è che, col dichiarare che nulla è mutato nei rapporti fra i due partiti, si collauda un atteggiamento da cui deriva un indi– rizzo in tutte le forme di azione; l'importante è che del risultante orientamento non solo di politica e– stera, ma di politica anche interna. si accetta la cor– responsabilità in una situazione internazionale che tale orientamento rende sempre più gravida di pe– ricoli, la si accetta anche nella eventuale partecipa– zione al governo, che continua a costituire la supre– ma aspirazione dei due partiti di Estrema Sinistra. Da questa minacciosa situazione deve esser raf– forzata la consapevolezza del nostro dovere. L'ha dichiarato, fra i primi, il segretario del nostro Par– tito. Ha fatto subito eco la voce di quella parte del socialismo europeo ·che è ancora libero di essere au– tentico socialismo e di far sentire la propria voce. Dobbiamo stringere le nostre file, accrescere le no– stre forze, moltiplicare l<J.nostra attività, fare una stretta coalizione di tutti coloro che non vogliono asservirsi a nessun imperialismo, perchè vogliono difendere la pace e la civiltà e avviare verso le mete socialiste le forze democratiche proletarie del– l'Europa e del mondo. Internazionale socialista come strumento della formazione degli Stati Uniti d'Eu– ropa: _ecco il compito urgente dei partiti socialisti europei. U. G. M. E' morto Modigliani La morte di Modig'Jiani, avvenuta a Roma il 5 ot– lobre è un lutto di tutti i socia:isti, lutto più stretto uella 'famiglia di « Critica Socia·e », ,cui egli, uno tra ;i discepoli prediletti di Filippo· Turati, fu sempre vi– cmo col pensiero e .col- cuore. Diamo qui 1e parole .:he a ricordo di Uui disse il nostro direttore alla Ra-• uio di Milano. Giuseppe Emicrnue•;eIModi.gliani (il ,nostro Menè, come noi tutbi lo chl'amavamo, familiari ed amiczì era sta:o -tra i primi esuli a tornare in patria, ne/ 1944, dopo fu f:berazione dell'ItaUa •centrare. Egli si /JfO· poll:_!!_Va di rz'pre'nde,re qui F.a!lotta per la democrazia e per il sociali,smo, che· anclve all'estero aveva con– dotto co•n fede icostante, senza riposo. Ma il sop1·av– venlre di una malattia che gli ,logorò grad11a!me'11/ele forze, gli impedì; dopo breve, tempo d(Jlfsuo ritorno, di dl11l'ealla causa !del .suo partito quell'attività che e.gli si riprometteva e che sarebb'e stata cosi benefica. Alla causa socialista :egli aveva cominciato a dare fi.n da 55 anni fa ,Pa sua passio-ne fervida ed 0;1e1•osa, quainao era s-tudente di ,teg,qe a Pii.sa. La carrie'ra fo– rerrsé g~i prometteva un bri-tlante avveni.re , aryomen– fatore serrato è s-ottile ·,qual era e dotato d i una e/o-

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