Critica Sociale - anno XXXIX - n. 20 - 16 ottobre 1947

386 CRITICA SOCIALE re,primere la sua preferenz.a circa l'interesse ch'essa volta a voHa tutela tutelando:o, nel caso concreto, senza odio nè amor;, Donde egl-i ,può ricavare il sen– timento della legge in sè, astratta_ il quale è capace di neutralizzare gli _effetti della sua personale con– cezione politica e sinan.che di distruggerne l'esistenza -s.tessa come chi ha pratica dell'ambiente giudiziario vedé ~ffetti vamente ,in molti casi. Si tratta, non d'un velario ideoJo.-rico ·innalzato per spiritualizzare la di– fesa di intere~si di classe, ma d'un sentimento rea– le del quale tutta la magislratura, e non solo alcuni suoi componenti, deve sapersi meritare i1 riconosci.– mento da parte del popolo. La formazione di esso è però resa particolarmen– te aiffi,cile nell'attuale momento storico, essendo con– trastala dall'attività dell'apparecchio tutorio. Il quale svolge un'azione di ingerenza nelì'applicazione del– la legge, ad ·incominciare dagli inadeguati serviLi e mezzi materiali fornitile sino all'intervento più o me– no velato nel!a stessa decisione. giudiziaria, specie quanto al pn;imovimento ed. alla conservazione del– l'azione penale. E qui si può considerare quasi ine– vitabi-!e la •conseguenza che il giud1;,ce viene di,retta– mente od indirettamente costretto ad operare non ,col /ienti mento della legge in sè, secondo tutte le. esig~ n.ze ch'essa-porta, ma .con quello, talvolta di •re– pugnanza talvolta di compiacimento (secondo le sue preferenze}, verso una direttiva in fondo politica, imposta, sia pure indirettamente, da:l'alto. la quale '1o trascina ad ubbidire ad esigenze talora nobili e ra– gionevoli, comunque sempre pe~ò extràgiuridiche e sinanche addirittura antigiuridiche. In una situazio– ne di questo genere la magistratura viene ad ap,pa– rfre ,come uno strumento di governo, e diviene mol– to d·ifficile l'indagare se essa così appaia per colpa propria o di altri; si aprono le vie dei sospetti •e del– le presunzioni più o meno fondate circa un'ispirazio– ne politica della sua condotta (sia questa conforme a quella governatLva o s-ia, per via di contrasto, diver·· sa od opposta); l'ordine. giudiziario viene discusso politicamente: si finisce così ,}'ler rinforzare I.e ra– gioni accampate dai partiti per consérvare l'appa– recchio tutorio nel timore che i magistrati, una volta restituiti alla loro completa. indipendenza, ne fac– ciano un uso parziale, ispirato a motivi estranei alla legge. . Malgrado ciò, è consiglio troppo, facile e troppo -co– modo quello della distruzione immediata dell'appa- · recchio. Essa non ,porterebbe senz'altro alla crea– zione ex abrupto del sentimento della -legge, ma ri– muoverebbe solo una diffi.coltà altrimenti so,rmonta– bile del suo meccanismo psicologicq di formazione. Ad ogni modo essa non sarà mai effettuata da partiti diffid,enti; ed allora· bisogna fare di necessità virtù. Consig.ici mig:iore è invece quello del ,compimento per forza spontanea, ma:grado l'apparecchio·, ne,la mental-ità della maggioranza più qualificata, del sen· timento ·della legge in sè, astratta dal -suo contenuto politico. e del'.a dimostrazione probante di esso a tutto lo schieramento politico. Questa è· ·l'unica via per arrivare ad eliminare l'avvilente sospe-lto -d'una destra po)itica che asservisca l'ordine giudiziario con– tro la sinistra, _o viceversa. Là fiducia ,po:itica è co– me il ,coraggio di Don Abbondio: nessuno se la può dare da SOJO. E se venisse concessa da un J)'artito · e non da un altro, da Giannini e non da Tog.iatti, sà– ,rebbe Ia fiducia di uno che aggraverebbe la sfiducia dell'altro. Essa deve essere la più genE;rale possibile; bisogna darla e non attenderla con l•e braccia p iegate. L'attività dell'apparecchio tutorio frappa.ne osta– . coli che pci.ssono essere sormontati da u n'azione col– ·lettiva. Azioni iso:ate sarebbero vane: a volta a vo'.– ta illusioni sfumanti al ,contatto con la realtà, o scatti mal_ trattenuti di temperamenti individuali -tr'oppo li– beri per rassegnarsi facilmente, o premeditate volon– tà di. dimettersi dalla carriera sullo .scudo d'una fa– cile notorietà, o, peggio, veli d'un conformismo so– sta,nvi,ale pavoneggiantesi con le p·enne di qualche formale ribelliqne; ,comunque azioni sempre noci– ve, offrendo· una prova di più della ,impotenza di fronte al potere centrale. La resistenza ad un appa– recchio saggiamente orgànizzato non può avere suc– cesso se non sia anch'essa saggiamente or:ganizza'ta in modo collettivo ed impegnativo, giorno per giorno. Ma purtroppo sino ad oggi la magistratur;1 non ha fatto nien1e del genere, anzi ha fatto di peggio, ag- BibliotecaGino Bianco giungendo equivoci e sa.spetti a quelli già gravanti su di essa. Ad esempio, alcuni suoi componenti si sono troppo compiaciuti delle lodi troppo interessatamen– te prodigate dai qua:unquisti, fra cui è andato a sci· vo:are l'ex presidente Venditti, ,e d'altra parte han– no reagito eccessivamente alle rampogne delle sini– stre per provvedimenti giudiziari per i quali potevasi e dovevasi chiarire in quale misura derivassero dalla legge ed in quale da un sospettato odio od amo11e. CQntinuando di questo passo, si è arrivati al punto di vedere confuso iJ mancato in.chino alla Repub• blica da parte del_ procuratore gel}erale deila Cassa– zione con un sospettato disprezzo <l'i tutto l'ordine giudiziario, !ad.dove era necessario chiarire a tempo e. occorrendo, dividere le responsabilità. E 'si è ar· rivali a scioperare per scopi confusi ed equivoci, on- , deggianti tra quel:o di forzare la mano alla Costituen– te, laddove era necessario prima averne la fiducia, e quello di avere un aumento preferenziale di salario, ·laddove era necessario prima meritarselo. E non si è così tenuto conto della verità trovata da Faust sul passo ,estremo della vita: che la libertà (cioè !'indi.– pendenza) se la possono meritare solo coloro che de– vGno guadagnarsela in una lotta ·giorno per gi,orno; . donde si sarebbe tratt0 il miglior consiglio di saper– sela conquistare con. le proprie for,ie 1 all'occorrenza collettivamente organizzate, in ·luog6• di invocarla da chi ha paura d) ,concederla o di pTetender:a con una sterile vociferazione appoggiata a vane minacce. Se altri consigliano diversamente Ja magistratura, a mio modesto avvis,o 'la ,consigliano male. DOMENICO TESTA Malattie della scuola La crisi degli studi Tlfoppi professo,rd e ,troppi anndfabeti. Il recente am'pio dibattito alla Costituente sulla scuola, pur con la vastiss-ima..e prolungata ripercussi'.me eh.e ha avuto su tutta, la stampa, è ben lungi dall'avere, a mio pa– rere, impostato esaurienteinen{e ed in modo abbastanza or– ganico i problemi più vitali i:lell'ordinameroto degli studi in Italia. Voglio perciò qui tentare un inquadramento, sia pure sommario, di tali problemi, e dopo aver 1ilewto al· cuni _degli elementi' nega.tivi più impor tanti, m a spesso non abbastanza valutati, avanzerò proposte costrutti.ve che con– sid~rò costi,tuire un insieme o,rganico e che perciò non ammettono ·soluzioni parziali, pena l'inefficienza di ogni sforzo. Innanzitutto, in ogni settore, è sentita la, roecessità di una radicale moralizzazione. Subito dopo, balza agli, occhi un fenomeno quasi inspiegabile: da una patte ·una pletora e– strema di diplomati e di laureati, non àssorbibili in alcun ·modo dal paese i.n maniera adeguata: ai loro titoli acca– demici, e malgraclo ciò. le università rigurgitanti,. come non mai, di iscritti e di aspiranti; dal! al tra la piaga "dell analfa– betismo, ve,cchia già per l'Ltalia, riacutizzatasi oltre il cro– nico 20 per cento, è giunta a superare il 40 ~ pare anche, secondo le ultime statistiché, il 47 per cento, sì da dare a.I paese un ben triste primato non solo i~ Europa ma fra tutte le nazioni deg,ne di chiamarsi civili:. .. In accordo con ciò, il preoccupante e sconsolante risul– tato di una recentissima indagine 1s,ullaopinione pubblici che ,i,ndicherebbe che apP.ena il ·02% di tutta la popola– zione si interessa ai problemi della ·scuola. Si faccia di tutto per scuotere ques•to indifferentismo! Consideri ognu– no, non per gretto nazionalismo ma per realistica v,alutazio– ne ,di interessi legittimi, che l'Italia, impossibilitata a com– petete coi colossi del militarismo (fortunatamente!), delle materie prime, delle grandi industrie, ha un solo campo in cui •potersi, aHermare, a lei aperte- tradizionalmente, ed è quel)o della cultura. Te-rzo punto, l'inflazione dei titoli scientifici: non basta essere diplomati. o laureati, perchè il titolo di dottore ,si è svilito: bisogna divenire specialista; no~ basta neanche questo, tutti voglio.no_divenire profe~ son. _ Mesi fa, fo un congrésso sulla scuol31 a Bologna, un fr toLare di quell'università informava con tono desolato, che i docenti erano più vicini a goo che a 800: una folla. Uo tecnico americano della scuola c'.lnstata .che non ha mai vi,. st0 taati professori come in lt~lia., mentre ne~li U.S.A. i loro migliori scienziati, se non insegnano all'umversità, noa

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