Critica Sociale - anno XXXIX - n. 19 - 1 ottobre 1947
I CRITICA SOCIALE 361 eost~ire Ùl!-à eco1rnmrl,a effkiea.te per ii foluro a.0 i dobb1a~o, m un ~odo o in. un altro, diminu1re ,i eonsum1 che i:ion siano realmente necessari @ comun•· que, :provocl.M·no oorie diversion,i, del,J.e risdrs·e ,esi– ste1:1h . dal loro hnp!ego in 'benj capi.tali, o in espo,r– ~z1~n~ d_ie possano esser.e scambiate coH importa- lllom .md1spensabi!IL · _ A:llo stato attuale d,eJ.~e~@s,e,non si può non con– d1v1<!,erequesta PUI?-·tocli vista e no_n •riconoscere ,che, per 11 moment<!>, b1s,ogna che 4,a Iahertà di scelta di eoloro <;he_hainno dana.ro da spendere si,a severa-· · mente Iu~1tat~. ~enza dubbio, i consumatori sono del hdt@ hben d1 soegliere fra le menci che ,sono at· tuaJmente ,poste ,sul me,rcato, ma gli uomin,i, d'affari D!)n d~bb@no a~ere •che una Ubertà molto, ridotta ., di de<;::de~e quah me,rcii mettere sul mercato, ed an– cer pIU ridotta devie esseFe J,a foro libertà di deci– _dere quali materiie prime adoperare, qualdi nuove macchme comprar.e e quali fabbriche costruir.e - ed anche, in deflni,tiva, q1m1e man@ d'opeTa ,impiegare. Deve, essere cosi ,per.chè: . a)'. ci_ dev_ono essere ,severi contraili sul11eimpor-· taz1.em, ,SI.ad1 macch'.inari e di mateirie prime, ·s,i,a d,i, manufatta; b) neH'impi:ego deJ!le mate:riie prime, cleglù, .im– p~ant~. dei terreni ,per fabbriche •così ,limitati, e nel– .1'1mp1ego·cfelJa ma110 d'opera, si deve d,nsistere ,per d:1re 1à pri1or,i;tà ai bisogni più essenziali, sia a lunga 111a a bi;eve scaclenza; . ,ci n<!n .C:è ne-s~m1a ragione per supperre. che .J.a ~berta ~IL a~o·rne, sia pe,r .i. consumatoiri, si.a ,p·er gli !JllPrend1toiri, sarebbe usata, neHa• situaz1on.e attuale In IJ?,<?do~a contribuiv~ alla ripre'sa e alla auspicat~ sta1b1,J.1.zzaz10ne de!,ta da,roccata ,economi.a brHa1mi,ca. T~tte. I_e co1:1si~1erazi@niche àbbiamo fatto pongo– no m rl'liiev@1! b11sogno di: un.a maggiore e aon dri,u– na m:in~l'e ,pian.ificazi 1 0,ne.. Può essere molto impor– tante, e 10 lo ,creclo, semphficare ,e riclurre dii numero i contro~i.i a~tua,Jmenite in vigore; ma Io ·scopo di 41Ue~ta <Nduz1,one · non <il;eveessere quello di ahl:en– tarll, ma di far'hl funziona1rn meglrrl()e con minori ritardi e perdite. Un ,cont1:-.olliosev.ero è sempli,ce– me~te indisp.ensabi!e in un.a situazione come la no– stra~ in cu11norl s.tiamo tentando di fare più di· quan- 1~ ci_,per~ettano .J,enostve risorse produttive, e quin.-– di c1 t!"ov1amo ,a,lil affrontare scarsità dii @gni,genere ne1'le risorse, non soHanl•o, clelle .i.mporlazionà ma al- l'IÌ·IÌterno deJ, nostro paese. ' Se ci si ,ch1ede perchè siamo scarsi dÌI mano d'o– pera e di ogni altra risorsa noi :rispondiamo semp.J-i– eemente che si.amo ,costretti a provvedere a[ consu– mo corrente e ~gltl, dinvestimenttÌ no,rmali ,e, ne!Jro stesso tempo, a, ,riparare alle gravi mancanze di nuo– vi •investimenti e alla svalutazione dei: ca;pitaJ,i. inve– stiti durant,e l'a guerra, a ·ri,pararre ii, danni ma:teri.a'1•i cl)ie .Ja guerra ha causafo e aà attuare un vasto pro– gramma d.i riassestamento industriale con ,lo scopo di ammodernare le nostre .industriie. la nostra agri– coltura e ,i no-stri servizi pubbhci (quali l'elettrki– tà ed i trasp·o,rti) .. E' •evidente che noi non ,possiàm@ fare in una vol1a tuHe queste cose ,chie pur vorremmo fare, e che, (P•erconseguenza, ,J-evarie ri.chièste di ma– no d'opera. d'i matenie prime e d•i impianhl sono •ri- 11pettivamente in conc@rrenza. Così stando le cose, è ovvio ,che -la questione del:J.a produttività è d,i: ,importanza vitale. Per ,i,Jmomento la produttività è ridotta dal· fati-o, che n0~ dobbi1amo servirci in vaste ,proporzi<!>ni di impianti vecchi, lo– gori o disusatii,; che 'il combustibi,J.e e le materie, pri~ Ille e, in molt~ casi, la mano d'opera qualificata scar-– seggiano. Di f,ronte a tutte quie-ste diffièo:tà, :la mag• li,or parte deHe i,ndustrLe brutannkhe ha fatto, se· condo me, uno sf.o,rzo notevole e un -lavoro ,profii.cuo. La produttwità è aHa se si tien,e cento degli osta– ec;>.11 :presenti; ma non è alta quanto basta pe1,chè noi possiamo man-!en,ei,e il nostro tenore di v-ita ·i,n • questo dopo guerra -e perchè possiamo •affermarci:. Non potrà ,essere così fii,nchè non avremo convenien– lemente riorganizzate e riattrezzate ,l,e nostre Ìlndu· strie. Ma queste ,ip.dustrie non possiamo certo riat– trezzarle senia dedicare ancora per var,i anni una par– .I~ maggi.ore d·el normal,e ,della nostra mano d'-o,pera e delle nostre risorse alla produzione dii benj capi- ibliotecaGi'noBianco· f.,, l~l: anz-khè a que!IJ,a di benli. da •consumo e di ser- vJzi. 1 " Ou_indi n.<?n è affatto UI]. male che mo,1te de!1e no· str,e mdustne che producono beni di consumo siano a' _corto, di mano d'·o-p~Ta e. dl1 materie prime, purchè • m,mo d o.pi.era e materie pn.me che esse non possono o~tenere _s1.an@adoperate per aumentare la produ– ~10ne del necessari beni ,capita:hi.. Sarebbe un maLe i,nvece s~ la 1:11anod'9pera fosse lasciata ozi.osa e se ~e mater1ey·nme _vemsser<? spi:ecate: Ma bisogna no– tare che, -lil pratica, la situawone e complicata da•! fatio che '1-eindustrie produttrici di beni dii consu– mo producono non soltanto per il mercato inte·rno ma anc~•e ~er ]'espor-fazione, ,e qutlndi noi dobbiam~ s~orza~c1 d1 aumentare la foro capacità di. es.porta– z10ne 1n _modo c~e 1;sse contribuiscano al pagamen– to de~le 1mportazwm neoessani,e. Però, se queste in- 1'\,ustr,~edebbono. essere incorJ1ggiate ad assorbd.ve – i;µagg1,ore IJ!ano d'opera. bisogna fare in modo •che questo avvenga oggi. so.prattutto ,p~rchè possano au– mentare 1e esp!)rtaz1om .e non perchè venga pro– ~otta !-lna ma~g1or quanlltà di beni di consumo per [,}god1meato mterno. , ' Ip -s~ che quest@ è _un_principio ostico, tanto più (l)~tico 11:nq_uanto molti d1 coloro che adesso Io. p,re– ducano (e ~ndudo me stess.o) poco hanno fatto per preparave 11 popolo ad accettarlo. Oiò fu dovuto al fatto che quasi nessuno ,previde che la situazi,one ~conomica deHa Gran Bretagna nel dopo-guerra s2· rebbe stata diffìciJ•issinia Io tuttavia posso di,re i,n inia difes•a ,che ,prevddi non ,poche delle difficoltà nel ln~o ,libro Bflitain ln the Post-war Wor,1d, ,che fu pub– bhca:to nerl 1942; m.a ,suscitai tante critiche col• mio pr_eteso. •~essimismo che ,noin contrl,nuad a esporr,~ .Ja mia opli!HOHJe con tutta 1 energia ,con cui avrei dovu· to fa:r!o. Molta g,ente fiao al 1945 conti,nuò a ,cr,ede· c-e che, dopo un breve periodo di dissesto nelf,im– _mediiato dopo-gue.rra, la Gran Ere-lagna avrebbe po· tuto, sotto la guci,da di un buon governo, ragg ,i.un– g!!re un _tien~re di vita più sicuro e piJÙ elevato . di quell@ d1 prima de1 1939. In un lungo periodo di tlempo io sono sicuro che oiò avverrà, ma per H ma– mento è semplicemente 11mpossibi,le. E Io v,edremo éOn ,evrldenza ancor maggiore quando ,i prestiti ame– r.kani e canadesi sa-ranno ,esaimi.ti. L'unka condi– z~one a!:I.a qua11e,possiamo sperare drl,raggiungere la prosperità è un grande aumento della nostra totale •El{fici:enzaprodutt1va, aumento che non potremo ot– ~enere. senz:i- de~ica'.re, ,per alcuni anni ancora, agli mveshment1 capltah queHe risorse che vorremmo piuttosto d 1 edi1care a soddisfare le ri-chiieste del ,con– sumo. Io non dic·0 ,che giri i,nvestimenf,i, di capitale siano un;a panacea capace d.i fare.i otteaere da sola tutto qµanto ci abbisogna. G1i investimenti stessi saranno !i:nefficaci senza una migliore organizzazione indu· slrJ.ale, senza una migliore tecnica nella dj•rezione de1'1edndustrte e senza migliori rapporti industiiiali e più decisi sforzi dli! parte dei liav•orato·ri. Sono •co-Ii– v-into che quello che il governo sia facendo .pier·tra· sfeiii.re aicune i-ndustrLe e servizi alfa proprietà pub– blica .e per promuov,i!ne la riorganizzazione delle al· tre sotto sva,riate forme di controllo ,pubblico cost-i– tuisce una sana politica che aiuterà a ,creare le cond•i.. zioni necessaree per una maggiore produttività. Ma il governo non può raggiungere· da solo i risultati che si ,prefigge se non sarà coadiuvato dai dirigenti industrli,a– Ii e dai lavoratori ,e se questi non sapranno migliorare 11 rapp·o,rti tra di ·loro. Son.o questrl i prooliemi vitali ai quali finora si è prestata troppo poca attenzione. Sono problemi fondamentàli, perchè la còsa p,iù ne– oossari-a oggi è risparmiare Iavoro per metterlo in grado di affirontare l'immenso numero d,i, fatiche,· l'una in contrasto con l'altra, che ))Ùchiedeno· d,i esse. re compJ,ute; e, naturalmen-te, i1 solo modo di ri– spm·miare lavoro è queJ•lo di me!tel.'e in grado eia• scun lavoratore di produrre d,i più, di far sì che ogni Iav,orafore voglia produrre di più. compren– den,do ,ohe non abbiamo altro mezzo per superare le nostne difficoltà, .per non dove·r più fa:r cod,e, andar ,i;n giro con le tessere e vivere ,come se fossimo -an– cora in gperrà molto tempo dopo aver ciieduto di esseiie· •ritorna'ti, a un tranquillo periodo di pace . G. D. H. COLE
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