Critica Sociale - anno XXXIX - n. 19 - 1 ottobre 1947
CRITICA SOCIALE 357 rotlli. viinco.Ji cari al J,oro cuore. Alle calunnie si so– no aggiunte, dove esse non bastavano, le violente minacce a carico di coloro ,che avessero disertai.o le file di altri partiti ,per entrare nelle nostre. In più stabilimenti 11 membri delle Commissioni Interne, composte dii op•erai aderenti al P.S.I. o al P.C.I., mi– n:tcciarono di promuover.! li licenziamento o di. im– pedire l'accetta1Ji.one di co<loro ,che fossero venuti con noi; -in a1l1t,ri, duoght si ricorse addirittura a mdr– nacciare l'uso di vù,olenze materia li-. A tutto questo stl, deve anche aggiunge.re che 1-a nostra scissione cadde in un mom ento in cu i1 la Jen-. ta dissoluzione e la ineffioienza del Partito d'Azione, la .incapacità del Partito Repubb!Jicano di, adeguarsi alla s ituazione nuo·va,. e sÒprat.tutto i grosso!·ani er-· ro.ri e le tortuose manovre de,i dirigenti dei cosidetti parti .ti di massa av-evano fa!to perdere ogni fiduc!ia neH'op era dei ·partittl., specialmente dei partiti di de– mocra:oia. IN'onostante tutti questi motivi contrari, il nostro partii.o si è andato .o,rganizzando in tutta Ita– lia e -lentamente, ma continuamente, acc0glli1e nuovi ,proseliti nelle sue file. Il nostro sforio di chiarire la situa1Jione ,comincia a produrre i suoi, effe,tti.. Ma vi sono molti a cui questo progresso lento non basta, per ragioni anche Jn parte fondate su una inoppu– gnabiJ,e reaH.à. L'ora del .socialismo, come noi l~al:i– biamo chiamata sin dai p.riimi numeri di questa no– stra rivista, .era pro.prio allo zenith dell'orizzonte po– liltico italiano quando noi iniziammo l'opera no– stra e raccomandammo a co,loro che avevano in ma– no le sorti del nostro partito che non la s•i.lasciasse scorrere infruttuosamente. La nostra invocazione non fu ascoltata nè allora nè po,i, sebbene noi l'abbiamo successivamente ,elevata più volte, a mano a mano che vedevamo declinare quell'ora verso i ce_rchiì più bassi dell'orizzonte. Essa n0n è ancora tramontata, ·ma non ha ,ptù quello splendo-re meridiano di due anni addietro. Se passa qualche al!l'o tempo ancora senza che la fa-z<iosaceeità di co:oro che hanrno ancora die– tro di sè dii più numeroso esercito dei seguaci dell'L dea socialista intenda tl.l dovere che 1e circostanze impongono, noi co,rriamo veramente U rischio che l'ora del socialismo tramonti ,e ,che dobbliiamo aspet– ·iare una nuova lunga pa,renlesi di ,r,egJ.me dittato– riale o di altra soffocazione deJla libertà e della de– mocrazia prima che essa torni a spuntare all'oppo– sta parte dell'orizzonte. SJl capisae quindi. perchè mo:ti nostri', compagni non .sap,piano contentarsi di ,un'adesione lenta alle nostre idee e sentano invece il bisogno che si costituisca a~ :più presto un eser– cito ca.pace di combattere e vincere la battaglia per H tiiionfo della• democrazia socialist~.. , . . , Era faciJ.e pensare che questa leg~llt1ma 1mpaz1,en– za potesse nell'animo, di alcuni suscitare o alimen– tare i1 pensi,ero di rico.stituire l'unità de11e forze so– cialiste col riiitorno _nel vecchio .partito. Anche la campagna per l'unità, .a• cui noi avevamo partedpato con sincera adesione, ,poteva aùutar.e il diffondersi di questo statÒ d'animo, di questa iiil.lusione, tanto più ,che molt,i compagni perfettamente c oncordi -con le nostre id·ee, ma rim~sti nel vecchio parttl.to per ossequio ad una unità formale, ins.iiste nt,emente ci invitano a tornare con -loro per aiutarli nella lotta che essii conducono per !'endere effettiva J'autonomù~ e Jo spirito d-emocratico d,el P.S.I., i cui d.iirigent1 hanno invece interesse e possibilità, dd, ma ntenerlo su1la falsa strada che gli hanno fatto segui.re fin qui. . . . Con molta sodd.iJsfazione abbiamo ,constatato che nessuno di quei pericoli. ehe ci erano parsi possi– bili si è mani.festato; non da sopravv,ivenza delle vecchie tendenZie non qualsiasi velle.iità di negare le ragioni che av,ev~no detern_i,inato !Il scissione. Certo al . Congresso si sono. man1fe~tat<e e hanno c:oz~at? tra loro va.rie correnti di pensiero; senza dubbio e ri– sultato come non s,iiano scòmparse (e del _resi~ no~ potevano e non dovevanò scompa~ire) le diversità d1 ibliotecaGino Bianco vistl.oni e di apprezzamenlà. su oerti problemi, che contrad.disb.i,nguono le due tendenze che ·erano con– fluit,e nel P.S.L.'r. Ma i-n modo assolutamente chi!lro è apparso che ogni spirito frazionistico è scomp-1no nella stragrande maggioranza dei componenti JI no– stro partito. Su] .problema dell'unità e sul modo di risolverlo fu asso:utamente unanime il pensi.ero di tutti i ,convenuti. Il co~zo di opposttl. pensieri è av– venuto unicamente sul pro,biema della ,partecipazio– ne al Governo; ma ciascuna delle due correnti prin– oipali che SÙ' sono scontrate su questo argomento ebbero per ,esponenti compagni che erano apparte– nuta a:I'una e a]'altra delle antiche frazioni: Fara– veUi e Vigorielli si sono trovati in .pieno accordo con Vassall.il e con Zagari e hanno dato ,la loro firma a una mozione redatta insieme con loro; dall'aìtra parte Battara fu il princ,ipale redattore, insieme con Cossu, dei, primo schema della mozione che, mutata nella forma e n·on nella sostanza, ebbe poi la firma di D'Aragona, di Schiavil, di Spalla e di altri dei ;più fidi amici d-elia nostra rivista. E io fui tra i più convinti1 nell'affermare che tra le due mozioni non c'•era nessun sostanziale divario e ,che la grande maggioranza del partito era concorde in un'op,inione rii'edia, equiilibrata ed equilibratrice, che escludeva ogni troppo facile acceftazione di ,inviti a collabo– rare nel Governo, esigeva di evitare ogni, i.J.lusione su una miracoltl.stica efficacia dell'opera dei nostri com– pagni cui avessimo consen-tito o dato incarico di en– trare .in un qualsiasi Ministero, ma non ùntendeva disconoscere l'op.portunità, i-1 dovere in ce.rti casi. di assum ere la responsabilità de1 potere, anche in con– di.zi ,oni dtl.fficiJ.i, soprattutto perchè evidentemente non possiamo lasciare che la faticosa opera di ri– èòstruzioQe, per cui dà tanta somma d,i lavoro e di sofferenze .iJ proletariato ital,iano, si compia sotto l'esclusivo ~nflusso di quelle forze reazionarie che miranò a restaurare nel nostro, Paese l'impero as~o– h,1.todel ca:pitalisrrio, puntellato dal crescente influs– so del Vat1cano nella po!it::ca dello Stato italiano. Que~ta .impressione di una sostanziale ampia con– cordia nella stragrande maggioranza dei convenuti, con esclusione d,i due poco numerose ali .estreme, di coUaborazionisti ad oltranza da una parte. di intransi– genti avversari d·i ogni partecipazione. al govern? d:ilì'altra,, si dci,ff\1segradualmente fora I convenuti, tanto che fu faciJissimo redigere la mozione unitaria alla quale dette voto favorevole una grandissima mag– gioranza d•e,i delegati; una mozione che <;à, segnala per chiarezza dii pensiero, che è -precisa e concreta nur tenendosi lontan_a d~ o&ni inco_nsulta ,rigidità!, per lasciane quella l11berta d1 attegg1ament1 ,che ,J.e circostanze, oggi difficilmente prevedibili,. pot_ranno consigliare ed imporr-e. I pochi di~senz1ent1, .pur mantenendo qualcuna delle mozioni che av,evano pre– sen,tate dichiararono di non esi.gere che fossero po– st.e ai ;,.oti, ma di maptenerle ·solo come rac,coman· ·da2J1one per Ja futura -Direzione del Partdto. Per quanto riguarda il modo in cui si svolsero le dLscussioni ne] Convegno, non vogliamo negare che ci furono momenti di ,irrequietezza •e alcuni vivaci contrasti di idee, che non uscirono però mai. dai limiti di un cordia,],e urto di pensiero. Il desù,derio di essere, di senti.rsi uniti p,revalse sempre su ogni pur legittima aspirazione a dichù.ararc con piena fran– ch~zza J.e proprie particolari v-edute sui ,problen_ii ?h~ si 1 'dibattevano. Molti furono i discorsi .e moltissimi gli ,iscritti a .parlare, alcuni dei quali furono forzatù a rinunciare, ne!.l'ul-tima gi.ornata dd Congresso, perchè non si rendesse impossibiJe · la co~clusi·one dei lavori. Ad un certo momento parve anzi ~he fos– -.e ~I.alo grave errore aver Ja~ciato· éhe tanta gente parla,sse •o chiedesse di parlare ,e ohe sa_re~b~ stato invece più opportuno fare che sin da prm011?10 fo5- sero scelti due o tre oratori di· ca,rteH-0, pei: •Ciascuna delle tendenze ,che si erano .palesate. E mvece fu
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