Critica Sociale - anno XXXIX - n. 19 - 1 ottobre 1947

CRITICA SOCIALE 355 ~-------------------'--- Uri nuovo errore è stato ;i,nche la dim-O'Sltra2io111e del 20 settembre, che in itealtà si è svolta in fornia paei:6.ca e .civile, ma che era stata preannunziata é(!_nparrole_che agli animi timor.a:ti la il'écero appa– rire come un prodromo di rivoluzione. È apparse a molti che dal preannunzio aU'esecuzione il tono• si facesse· più calmo in seguito alle misure prese dal governo. Si co:ntrihuisoè così a generare l'hnpressio– ne che le for~ dì" sinistra vogliono apparire, ma non si sentono e non sonò forti; si torn;a così a sca– tenaire, come nel 1920-22, tutte_ le fo,rze che sono pronte a speculare soprra 'tlutti gli errorii, \e debo– lezze, )e pa'fil·e pel/ raggiungerre i loro fini rea .do– nari. Nel caso particolarre poi era evidente, come ha dichiat·ato il nianifesto pubblicato dalla Dire– zione del nostro pairtito, che una dimo5-trazione di piazza non poteva esser niezzo dliea:ce per la so– luziOllle di quei piroMemi dei quaù:i si denunciav.i la gravità e che _d'altra parte il popolo seinte dolo– rosanie'll'te,,senza bisogno che la sen,sazione e l'insof– :feirenza gli siano suscitate dai diisc-O'rsidi comizi. Il popolo vuole non che si denunci !il male, ma che _ gli si offrano i rimedi. Occorre perciò all'inerzia del governQ o aH'adozione di mezzi inefficaci o alla snà supina acquiesoenza ad intere'SBi particclari con– trapporre l'in.dicazione di, altre vie da seguire, di provvedimenti -da prendere, ricercati e indicati non con intenti a·gitatori inU:tili e da!llllosi, ma con 5en;;o di respons.ahilità e con visione concreta della ri– spondenza dei mezzi -ai fini. Ocoot'Te evitare ogni atteggiamento per il quale chi ne ha· interesse possa far credere agli sphiti semplici che le forze di si– nistra non haruno alt!J'o iflllteillto-che di mantenere in subbuglio la vita del Paese. Appunto per gÌi errori commessi si è p0tuto lasciar r.adieare l'impressione che anche quegli scioperi che 1a Confederazione dd Lavoi'o non voleva e ohe ha anzi in qualche caso sconsigliato e cercato di impedire siano in– vece stati .fatti per SUO focitamento, contro la VO• lor,ttà degli interessati. Ora tutto que.sto genera nel Paese uno stato d'animo che non è Oe'l'to :favore– vole al1a càusa :per la quale noi comb.3ttiarno. *** Tut'to ciò dà colore anche alla · ba.ttaglia che è stata testè sferrata nel Parlaanento. È pienamente legittima e ,sacrosan~ la lotta contro il governo ·De G?speri, alla qualie noi pure p.aa :tecipiamo con 'tutto 1~anim13. Son.o numerose e gravi le sue colpe. Esso è diventa~o da una parte una- succw.·saJe del Vati– cano, le· cui mire politiche Gonella e lo stesS'o De Gasperri rappresentano e interpretano oon molta fe. deità; dall'ahra mancipio di turte le torbi:de aspi– razioni del :feudalismo agrario e -degli altri_ ceti più opachi e retrivi. Esso subjsce l'influsso degli ingordi appet~ti dei gruppi plutocratici e parassit.ari, e non tanto a mezzo dei Ministri liberali, che per la loro itl-di-scussa iu:tegrita personale non meritano di es– s_ere sospettati strumento del capitalismo, quanto d;i alcuni· deglì stessi Ministri ,democratici cristiani. Per giunta, per svincolarsi da ogni sudditanza verso le forze di sinistra e per ottenere in ricambio l'a1)· poggio de.Ile forze ,di destr~, il_ g?ve:rno h~ chia; mato a farne parte dne econom~~, · che, s·ono :fra 1 più gep.uini rappresentanti ,delle tendenze liberist~– che. Noi risolutamente .affermiamo che una poli– tica liberistica deve o:rmai.riterni:rsi superata,• {o<rse per '"sempre, in uno stadio di svilruppo in cui la li– hèrra iniziativà privata. ha orm.a,i esaurito il suo uf. ibliotecaG1hoBianco ficio propulsore e, moss1;t da UJ1!ll egoistica finalità, genera invece quasi sempre azioni nocive al pub– blico berne; e anche più fermamente ri>t.eniamo che non possa Cti>nsiderarsi aidatta ad una condizione di emerge:nza (come 'si dice), quale è l'attuale, una poli. 1 tfoa che non sottoponga ad una severa disciplina le azi.oni economriche dirette a provvedere a neces– sit.à imperiose e indilazionabili, per le quali non è possibile ammettere l'eventualità di errori che non potrrebbero poi esser corretti tempestivamente. Per giunta la politica economica propugnata da Einauid'i e Dd Vecchio è in contrasto oon quelle direttive che la stessa democrazia cristiana aveva riconosciute necessarie e aveva cominciato a pra– ticll-I'e nel governo tripartito e continua in parte ad al;tflllareanche or.a. Con quesia oontemporanea ap– plicazione di un sistema di: libertà e <li controllo, di liberismo e -Q.iintervenzionismo, s,i è create un indirizzo economico che accumula i danni deWuno e 1d'e}l'altro sistema. Aderendo al programma enun– ci~to da Marshall e partecipando alla formulazione detl piano che prende nome da lui, evidentemente l'Italia dovevà formulare un piano d'i .attività <la sv,?lgere in casa sua; e questo come è · possibile da p~rte di un governo che affida a due campioni del liherismo la direziione della sua politica eoonomica? ,Ma si deve ric0noscere che "la colpa della disa– s'brosa situazione, per quella pa.rte che è dovuta nt>n alla sola gravità delle circostanze e d'elle dif– .qcoJtà contro cui si deve combattere, ma alla in– sufficienza e agli erro-ri degli uomini, non è ristrett~ a questi ultimi me..si di governo, ma risale anche a\,periodo anteriore. Anche so'tto il tripartito i prez– zi hanno continuato ad .aumentare e i livelli dd salàri si sono inutilmente affannati a rincorrerli per mettersi alla pari con essi; anche alllòra il me:r– ca~o nero lia dilagato in misura sempre più farga e più acuta, e l'inefficienza d:ell'apparato :fiscale non ha permesso allo Sta,to di ti,ovare nel gettito· deUe in:iposte il mezzo ·per evita'l·e lID continuo e troppo mpido aumento della circolazione cartacea, la qua– le inevitabihne111te •doveva crescere in questi ultimi mesi. In considernzi'One di ques•ti fatti noi, se pos– siamo .a,derire senza riserve alla campagna contro il Ministero De Gasperi, non possiamo associarci ad un'azione che miri a rimettere. in pieni un go– verno fonua.to da u.na coali-zio111e di parrtiti che as– somigli anche lontanamenite a quelli che ci. hanno deliziato per olt1·.eun .anno e mezzo. - Non si può coucephe l'eserçizi,o del potere come una condizione di pr~minenza a cui i partiti ab– biaùo diritto -di pai·tecipa1·e in pToporzione delle forze_ di cui dispongono nel Parlamento o nel Pae– s·e; e non si può neppur dire che un governo deve rispecchiare lo stato del Paese e interpretare le co~'renti più :fm·ti di interessi e ,d'i pensiero che in esso esisrton-0.Un governo ha un oompi'l:o da eseguire e Iia bisogno di esser quindi costituito da uomini che all'.esecuzion'c di questo compito partecipino con univocità di intenti. Non è logico dire clie, se la -democi·azia cristiana non può essere èsclus:a dal governo per lle fo1·ze di cui e.ssa dispone iri Parla– mento, socialisti e comunisti dal canto loro non p,ossono parimenti esserrne esclusi per le forze .li cui dispongono nel Paese. Occorn:e vedere·. se tra essi è possibile una çollaborazione fattiva. La prima necessità è quindi quella ,di intendersi stil program– ma, come ha giustamente insistito Riccardo Lom, bardi in un ottimo .articolo su L'Italia Socialista del

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