Critica Sociale - anno XXXIX - n. 19 - 1 ottobre 1947

372 CRITICA SOCIALE Materialismo dialettico e socialismo (ConNnuazia11e dal nrume1·0 prec.) IV. MATERIALISMO DIALETTICO E SCIENZA SOCIALE Le diftìcoltà incontrate nel campo della niitura, cu1 ii Navill-e si -riferisoe come a fonte di prove indis~utibili, s'accr-escono se esaminiamo il materia– J.i·smodi-a-1,ettico applicato alla vita sodale, che è quel– la che più interessa l'uomo. 1,1materialismo puramente naturalistico non è lutto per l'Engels; esso è « base all'edificio del sapere umano, ma non è l'edificio stesso. Poichè noi non viviamo so·lo nella natura, ma anche nella ·società umana, la quale ha pure la sua evoluzi.one storica e la sua scienza, non meno della natura ». Ma es– sa « si dimostra in un punto sostanzialmente diversa da quella della natura», ove, « fino a che non pren– diamo in consi-derazione la reazione dell'uomo ·sul'la natura, . vi. sono agenti, ciechi, inconsapevoli », e ove « ,nulla accade •con fine consapevolmente volu– to». « Nella storia della soci,età, al contrario, quelF che operano sono eviçlentemente dotati d-i consape– volezza, uomini op•eranti con rifless-ione e passione, cooperanti a scopi determinati: niente avviene •sen– za intenzione consapevole, senza un fine voluto» (29). Ciò non ostante, la storia è dominata « da in– time leggi ge_nerali » e solo di rado i fini proposti sono raggiunti; ma, qualunque sia il risultato, son sempre « gli uomini che fanno la loro storia, cop volontà mossa da riflessione e ·passione, ma senza a·ccorgersi. che i motivi della volontà sono da ricer– carsi in forze o cause storiche che sd trasformano in motivi nelle teste degli uomini» (30). Siccome questa causa deve, in ultima àstanza. tro– varsi nel « sostrato economico », ecco che la frase più adatta, in contrapposizione al'ideaiJismo, è sem– brata quella di « materia'Iismo (dialettico) storico ». Ma il siderossilo resta," perchè, se nel éampo fisico era fuori posto l'aggettivo «dialettico», qui è 'fuori posto addi,i,ittura iJ sostantivo. E' difatti fondamen– tall)lente assurdo parlar-e di « materialismo » in un mondo di uomini, i quali agiscono per dei fin:i, sono condotti - bene o male - daiJla ragfone, o sia pure anche daJ lor() egoismo, ma sempre proponendosi u·n fine (31). Anche se è legittima la •reazione all'·idealismo me– tafisi,co, che voleva adattare la sto,r1a a schemi ar– bH_rarl e af corso deN'Idea (ragion per cui si-doveva chiamare ideismo· e non i-d,ea!ùsmo, non avendo nes– sun riguardo per l'ideale; ciò che è ben diverso!); tuttavia, entrati nel campo della volontà, siam0 di f.ron·te a fatti nuovi, intenzionali, e non si può eli– mmare l'elemento «pensiero» che è -essenzia.Je. Pur ammettendo che gli ideali· sorgano dal-le condi– zioni socia\"i, come dice ti! Marx, non si può negare la loro efficienza sul corso degli avvenimenti e di quei rarpporti che formano l'ambiente in cui agisce d'uomo. - L'Engels scrive: « Non bisogna più ,escogita,re nessi nella mente, bensì scoprirli nei fatti. Per la filosofia, caccia1a• dalla natura e dalla sto-ria riman 1 e sol'o i11regno ~el pensiero puro, in quanto 'rimane ancor~ la dottr1i:i,a d~Ue leggi deJ pensiero .pensante, la logica e la d1aletl'lca » {32). . Pot~à qnesta ammissioll'e esser d-e·plorata dal Na– v1lle! 11 quale ne vede ila gravità, ma tale è la con– cllus1one engels1ana, che porta così la dialettica nel suo vero campo (mente umana) e lasciando intatto J,l pensiero còn le sue Ieggi, ipso· facto ci avvert.e che, _anche se 1e cause o re cond.izioni de'iJ'aaire u!Dano sono _nel ~ materill;·l,e stori-co », questo m'àte– rzale non puo essere onnmamente determinante e es~e_ndo_sto~ico, ci_oè compo_sto di rapporti ecdno'. m1c1, dJ faU1 umam e non d1 cose non è nemmeno da dirsi ... materiale. ' · (29) ENGBLS: L. Fuerbach, p. 31. (30) Ibid-em, p. 31. (31) Vedi: MmmoLro,,Marerialismo storico, cii. cap . .-9• e 10-. (32) L. Feurba,ch, . . p. 39, Anlildiihring, p. 20. ' BibliotecaGino Bianco La dialettica, come « scienza dellie leggi generaili d_el moto e dell'evoi~zione della natura, della socie– ta umana ,e del pens·1ero » (33), è opera deila mente e le ,leggi della soci-e'là non sono leggi storiche tra'. scen_denti- l'.uomo o travolgen-t.i l'uomo come festuca passiva, po1chè da Marx « ,l'uomo viene riconosciuto come sostanza e base di tutti i rapporti umani. La storia non fa nulla. essa non possiede alcun e'norme potere, essa non combatte alcuna lotta. E' invece l'uo– mo, J'uomo ,effettivo e viV'ente, ,che fa tutto, che pos- siede e combatte » (34). , Ecco allora che jJ materialismo storico di cui par– ùa_M_arx (3_5)di-venta un « filo condu1tore », non per el!lmmare 11 fattore uomo, o per « adattarlo ai pro– pri comodi», ma per spioegarne 'l'azione socia.e, per v_ede:rqu~li. sono i _contrasti economici 1 1,e trasforma– zioni so,c1ali da cui l'uomo trae quelle ideologie che 1poi nella vita gli servono di guida, pur essendo l'e– spressione della consapevolezza ch'egli ha dei con– •trasti tra cui vive. In altre paro 1 Je: se giustamente si elimina l'uomo astratto che non esiste in nessun luogo, ma si •rivolge l'attenzione all'uomo concreto [,l quale già secondo Kant, intesse la sua storia me·'. dian le la sua « insocievole socievolezza», se l'uomo subisce tl'ambiente, ma anche 1o forma e lo modi– fica, per queH'influenza r,eciproca che Ma,rx chiamò appunto « umwalunide Praxis » (36}; se i rapporti economid, la lotta di classe, le forze sociali son pro– cessi. umani, espressione dell'attività pratica piutto– sto « condizionanti » (bedingende) anzi che bruti « mater-iali determinanti » (bestimme nde) la volon– tà ~mana, non si può e non si deve p.iù , per evitare ogni equivoco, ,parlare di « materia;ismo », ma piut– tosto di pragmatismo storico », come proponemmo fin dal 1926, in a,ccordo con Je conclusioni de\ .Mon- dolfo (37). . L'uomo proll:ltarizzalo, dice il Marx, vive disu– manamente e perciò- acquista « la coscie nza teoret:ca > di questa disumanità e, sp'Ìllto·« da.un bisogno asso– luto », si ribella a questa sua comp'ieta « autoestra– niazione » (Selbste,ntfremdung), loita per la sua libe– razione, che di,venta inve-ce liberazione di tutti per– chè, se, eliminando la- proprietà privata si h; e: la comp 1 leta emancipazione di tutti i sentimenti umani e di tutte J,efacm·là umane » (38), non si ott.iene solo la Hberazione d'una c;asse, ma la libe-razione da'! re· gime di classe, cioè la liberazione dell'uomo: tanto del bo,rghese che vien liberato dalla sua mi-seria mo– rale, dada sua schiavitù all'egoismo; quanto del pro– letario, che vien liberato da 1 Jla sua miseria materia– •le. dailla sua schiavitù al bisogno. Si passa dal la– voro-merce al lavoro libero; dal'I'a necessità a,l,J-a li- bertà! Ecco iJ. socialismo!· (39). - In queste oss•ervazioni marxiste, che s'innalzano a valore universale, si può rilevare quale sia itl vero bisogno dell'uomo. Il Marx insiste in più luoghi rn questa antitesi « disumanizzazione-umanizzazione> (40) e conclude dicendo che « il comunismo ... come reale a,ppropriazione deil'essenza umana per l'uomo e per mezzo dell'uomo, è... consapevole. completo ri– torno dell'uomo a ·se stesso come uomo sociale, come uomo umano», è « uguale, ad umanesimo» (41). .L'uomo, i-I quale si distingue dalle bestie perchè, mediante la ragione, è passato - come avverte Kant - dalla tutela della natura aUa libertà, poi, per le condizioni economiche, per causa « dell'ineguaglian– za fra gli uomini, costretti per la maggior parte a curarsi deHe necessi,tà. della vita. quasi meccanica- (33) « Antilfiihl'ing ~. p. 120. (34) C. lliax: Pagvme di filo,sv,fia politica, Milano, Gar- zanti, 1947, p. 41, (35) Ibid., p. 8•0, 1Segg. (36) Ib d., IP• 58. (37,) ENGELS: Sulla /Jattioa soctalista, ed. Monglni, 1903, PP• 3, 4, 'o; A. Pooo1: Socialismo e cu,~. Torino, ed. Gobetti, 1926. (38) MAnx: Pagine d>i filosofia politica, p. 115. (39) V. in R. llf_!),NDOLFO, Sulle orme di C. Marx, ~O!l"a, 1Nl\ il bel capitolo che è a p. 157 segg. - · (40) llfA/tx: Pagine di fil, poi.; pp-. 109 sesg., 114 segg. (4;1<)MARI<: lbid., IP• 1~7 segg.

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