Critica Sociale - anno XXXIX - n. 19 - 1 ottobre 1947
368 CRI1'ICA SOCIALE ~. b) favorire al massimo sia la divisione e la spe• rializzazione del lavoro, sia l'iniziativa degli indi:,idui - e . dei gruppi ; . c) realizzare una pianificazione delle strutture, in un senso conveniente, specie nel campo della moneta, e del credito, dell'organizzazione dei mercati dei beni, dei c,a• pitali e del lavoro, dell'assicurazione co.ntro la diso_c~u– pazione, gli infortuni sul lavoro, le malattie e la .vecchiaia, dell'istruzione generale e professionale, dell'urbamsmo ecc.; d) permettere, in particolare, di procedere alla de– finizione dei prodotti e dei servizi, alla loro organizza– zione e all'omologazione delle loro qualità, al migliora– mento delle condizioni di lavoro, all'organizzazione col– lettiva di certe ricerche, alla diffusione dell'informazione economica e di centralizzare le tendenze monopolistiche quali esse siano, ecc.; , 4 - Una siffatta o(ganizzazione. economica è fondata sull'azione autonoma e libera degli individui .e delle im– prese nel quadro di un'economia di mercati associata a una pianificazione delle strutture. Tale organizzazione assicura un'equa ripartizione dei redditi e la soppressione di ogni reddito non corrispondente a un servizio presente o pas– salo reso alla collettività, e somma i vantaggi fondamen• tali di qn'economia di mercati a quelli di un'azione cp– sciente della collettività condotta secondo un piano inteso ,. realizzare un'economia più efficace e insieme più giusta,..~ 5 ~ La federazione economica così costituita deve poter favorire nel più breve tempo la libera circolazione delle merci, dei capitali e degli uomini indispensabili alla realizzazione di un alto livello di vita che i pro– ~ressi della tecnica permettono. 6 - La realizzazione di questi obbiettivi fo_ndamèn– tali non potrebbe essere immediata, a causa delle loca– lizzazioni e delle specializzazioni industriali attuali, dei differenti gradi di attrezzatura industriale, degli ineguali livelli di vita e dei distinti modi di organizzazione eco– nomica che caratterizzano la presente situazione dell'Europ~. 7 - Per sormontare questi ostacoli devono essere pre: viste delle misure di transizione. 8 - Codeste misure di transizione non possono es– sere effettivamente ed efficacemente poste ip. atto se g)i sforzi realizzati non tendono ver so una f ederazione ecolio• mica e politica insieme, perchè sareb.be assolutamente uto• pistico pensare che si potrebbe a rrivare a una vera unione federale europea soltanto per mezzo di tentativi di accordi economici reciproci tra gli Stati sovrani. 9 - La federazione economica necessita, in tutti i gradi, di un'organizzazione e una diffusione sistematica del- l'informazione. ' 10 - Tenuto conto degli obbiettivi sopra precisati, i poteri economici delegati all'autorità federale devono es– sere limitati, ma devono comprendere, senza pregiudizio delle competenze riservate agli organismi mondiali.: - il diritto di regolare le condizioni monetarie; - il diritto di legiferare in materia di commercio interno (cioè all'interno della _Federazione) ed estero; - il diritto di legiferare in materia di movimenti di capitali tanto all'interno che all'estero; - il diritto di prendere le. misure transitorie desti– nate ad· assicurare, appena possibile, la libera circolazione dei cittadini dell'Unione federale all'interno della Federa– zione; - ·il diritto di legiferare in materia di circolazione degli uomini quando questa comporta il passaggio dei li– miti territoriali della · Federazione (emigrazione e immi– grazione); il diritto di regolare le condizioni di produzione e di commercio degli armamenti e dell'energia atomica, nel quadro di accordi internazionali di portata mondiale; - il dil'itto di regolare le comunicazioni e .di fi.s~~re k~lli; . - il diritto di stabili~e le imposte necessarie al fun– zionamento dell'Unione federale e ail'esecuzione dei gran– di lavori d'interesse generale; ' - il diritto di trattare tutte le questioni economi– che relative ai gruppi associati d'oltre-mare che non pos- siedono statuii di Stati sovrani. • 11 - Ogni Stato fedento conserva tutti i diritti che uon ·sono· esplicitamente trasferiti all'autorità _federale e, in ogni caso, tutti i diritti il cui esercizio non. rischia df avere ·ripercussioni sugli altri Stati feoerati. 1 12 - Questi principi di organizzazione economica sono BibliotecaGino Bianco compatibili con le soluzioni collettive a condizione che queste non siano contrarie allo spirito e ai metodi del federalismo. Solo l'esperienza può decidere nel fatto quale delle due forme di proprietà, privata o collettiva, è, nello stato attuale dell'evoluzione politica ed economica dei po– poli, la più efficace in ogni settore. 13 - I vantaggi che la federazione economica dell'Eu– ropa renderebbe possibili sono immensi e permetterebbero, nello spa~io di alcuni anni, non soltanto di ricostruire le regioni devastate, ma anche di aumentare considerevolmen• te i livelli di vita delle popolazioni europee. 14 - L'estensioné del campo di applicazione dei prin• cipi sopra esposti a un territorio più vasto di quello della federazione europea è quanto mai auspicabile. Convinti tuttavia dell'urgente necessità della federazione economica dell'Europa e dei vantaggi immensi che essa rappresenterebbe sia per il miglioramento dei tenori di vita sia per l'instaurazione di · condizioni sociali più giu• ste, l'Unione Europea dei Federalisti fa appello a tutti gli Europei affinchè con la loro azione essi' affrettino l'isti– tuzione della Federazione dei differenti Stati dell'Europa: solo la Federazione può permetterle di sottrarsi all'annien• tamento o all'asservimento economico da oui è minacciata e di entrare in un periodo di prosperità che lascerà dietro di sè la prodigiosa sua ascesa del secolo decimonono. Esaminiamo -ora, brevemente, le dichiaraziond i,ese e le po,sd,z;ioni assunbe· al convegno del P.S.L.I. ,in tema d·i politica •internazionale, già note de), resto a chi· le ha ud.ife a Roma ·come a ,chi le ha lette sul– l'Umanità (14 e 16 set-tembre}, per concludere poi .su que!Je contemite nel Programma d'azio,roe e nella mo– zione definitiiva del convegno. Hanno .parlato della situazione d-nternazionale i compagni, Vassalli e Saragat, il p·r:imo sommari amen- 1.e, ma in modo significativo, nel suo :rapporto dtl.se– gretarfo del partito, il secondo diffusamente e d e sau- rientemente. · Qual'è la p0sizione di Vassal,li? Egli sa che i rap– ,porti liinternaziionali « ,co,ntano a1B <N sopra di og11i altro, pe.r,chè dal /•oro andamento dipend,e! lo s,catena– me,nto di unia terza guèirra ecc. »; egli sa che non c'è da iUudersi che « lu semplice esistellJZa di governi e di [orti partili sociaUsti in, Europa sia una gaMnzia contro l'eve,ntualità di un.a terza gu,erra » (,tesi che Saragat, come vedremo, ha svi-Iup,pato dopo di. lui più ampiamente); ina si 1Jimii-ta sostenere la boJi-Jà dell,e posizfon:i finora assunte . dal P.S.L.I. con « la nostra po/iti,ca d'asso.~uta in,d/pe-.uJe<nzadai duie bloc- chi~- . .Miipermetta Vassa!1i d,i domandargli qui che si– gnifica, oggi,, per noi e per 11 nostro ,paese, « una po– liti,ca di assoluta indipendenza dai bloccb.i ~- NeJle cond.iziond attuai~ e nella nostra si,tuazii-on,enon può essere (,e nciin c'è, mi pare, bisogno di dimostrarlo) che neutra/ i.tu ,assoluta. E' mai· p,ossibile? Anche Ja neutralità -svi izzera, •e i sociiaHsti svfazeri 1Jo sapno bene (vedasi nell'ultimo loro bolleWno del part-ito il programma per la .,riorganizzazione dell'eserc.ito). non esiste più. La neutraH,tà, dunque, no; per l'Ovest no; p,er l'Est, nemmeno, se non vogliamo lascfarci schia,cciare. Che fare allora? Vas.salii si ,],imita a dire che governi e forti par1lllti socialist,i, rappresentano « un èleme,nto di 11esistenza aMa pojitica dell'uMJ e dell'altro blocco> e garanti· ranno ,che « noti tutte k forze po·Ntiche dei singoli . Paesi finiscano ,con l'essere legate al c(!J!"ro de<//aguer– ra». Mi perdon: VassaUi,, ma si inetta d'acc0I'do ·con se stesso : prima ammette ,che dalla guerra governd, e partiti ,sociahsti saranno spazzati via, poi che es~,i r:esisteranno. · ' Qui. cade a .proposito, in senso genera.le (non per Vassalli, che è uno dei compagni che ha più appro– fondito, non da oggi, il problema) un'osservazione , di FaravelJ.i nel suo d'i.scorso al convegno stesso, e che mi .pare possa estendersi ,Jegit-tiro,amente anche alla qùestione Jnternazionale. « Una delle cause di. deboPezza .del movime111,toro;cialis,i'a ..:_ dke Farav.el– li - è stai() proprio l'i11J1deguatezza,delle di$cussio– ni teoriche ». Se è wro che la caµsa fondamentale da cui derivano almeno in parte ·J·e,nostre defioi,enzè è « fa ma.noonza. <t'upa linea pofitica chiara, sfou,ra, i-11:tranisigen·te ~. non è a;rbii•traria il,Iazione, fo credo.
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