Critica Sociale - anno XXXIX - n. 19 - 1 ottobre 1947

364 CRITICA SOCIALE Unico nazioin.ale) per l·e elezioni· alla Camera dei Depu– tati. Questo criterio regionale di elezione dei senatori rischia poi di travisare il carat.t,ere d-ella loro rappre– sentanza. Anche ! senatori Infatti rappresentano, non diversamente dai deputati (pure eletti da collegi ele•t– torali locai!), tutt.a la Nazione: e proprio l'Insistere su questa loro pretesa origine regionale può costituire l'in– siò.ia di far prevalere tn essi la difesa degli interessi loc ali ò.ella regione su quelli della nazione. Tutelato come ormai è l'Ente Regione dalla carta costituzionale, occorre quindi scartare o-gni soluzione che nei rappre– sentanti della nazione faccia inserire una particolari– stica (e forse talvolta sezionaUstlca o, addirittura, se– ~aratistlca) rappresentanza di un ·ente locale. un altro -criterio, sul quale, a ben considerare, non ai pu ò fare alc un affidamento, è quello della compe– tenza specifi.ca, della «tecnicità» dei rappresentanti. Configurare il S enato ,come un'assemblea di esperti con– tro la Camera assemblea di- politici è una di quelle il– lusioni che si debbono lasciare ai ragazzi. Ogni pro– blema di vasta portata si pone sempre in termini poli– tici e a risolv·erlo debbono essere •Chiamati uomini poli– tici. Non neghi·amo affatto che moltissimi problemi hanno anche un aspetto tecnico che non va sottov~;. lutato; e non :neghiamo affatto che, in democrazia, ·buo– ne leggi, anche tecnicamente rispondenti, non si pos- 11ono avere se non con un sussidio di organi tecnici. 1/Ia questo richiede la creazione, a fianco del Gov~rno ed a fianco del Parlamento, di" speciali Com,igli tecnici e. soprattutto, di quel Consiglio Economico Nazionale,, -rera Cenerentola della Cart,a costituzionale, che que-– sta ri nvia .ad una futura elaoorazione. L'esigenza mas:.. si.ma che deve assolvere il Senato è quella di uomini di una più provata esperienza, di una maggiore capacità. politica, ò.i una superiore· ponderatezza, senza preterr.a1 d·ere in essi una capacità «tecnica » che del resto sa– rebbe mal definiJ:>ileo irraggiungibile. Queste obbiezioni portano a scartare risolutamente un altro criterio, in -certo modo analogo, molto caro (sin– t.omaticamente caro) .ai democristiani e ehe, per for– tuna, è stato momentain.è.amente reietto il 23 settembFe, celato nelle pieghe di un subdolo o. d. g. dell'on. Pic– cioni: quello di un'origine corporativa del Senato, che dovrebbe includere rappresentanti dell e vari 'e ca.tego– rie economiche. A rendere impossibile u.na soluzione del genere non sono solo le difficoltà tecniche, pressoc– chè insuperabili, ò.i dare alle diverse ,cate.g·orie un'equa rappre.seintanza (commisurabiLe .a che? ,al}a forza nume– dea delle rispettive organizzazioni sindacali? alla po– tenza effettiva? all'importanza loro (valutabile. da chi?). nella vita del paese?), ma proprio un più fondamentale . principio che sta a base di una democrazia: e cioè ch•e,. ogni rappresentante della nazione deve rappresentare. l'interesse generale, l'interesse della ,collettività, e non quello particolaristico e sezionalistico della propria ca– tegoria: insomma l'interesse politico p'iù che non quello economico. . Il Senato ha quindi da essere, non diversamente dalla' Camera dei Deputati, una assemblea politica di rap– presentanti democratl-camente eletti dal popolo, rap-_ presentanti dell'intera Nazione. Essa ha da costituire un vaglio ed un co1111trollo delle dedsi:oni della Camera dei Deputati, in· un clima di m~gg!ore ponderazione e serenità; una seconda ·e più approfondita istanza che, soprattutto per il lavoro legislativo, ponga rimedio alle impro•vvisazioni, alle precipitazioni, ai colpi di •sorpres!f,_. ,alle mutevolezze di umori, o addirittura a ma11ovre par-,, lamentar!, a cui può essere esposta la Camexa dei De– putati. Si richiede qu!:ndi giustamente un requisito di maggiore e più qua'lificata capacità, di più varia e pro– ,eata esperienza, di maggiere maturità, di quello che non possiedano tri ·genere i ra:ppresentanti della Camera, <iel Deputati, più esposti ai mutevoli giochi deila for– ~una (quando si chiama talre) elettorale, o più legati ·alla sorte de.J loro partito, indipendentemente dal loro personale valore. Ma c'è anche un'altra esigenza che sempre più va fa- .BibliotecaGino Bianco cendosi strada. Naturalmente è infantile illusione pen– sare che in una moderna democrazia i senatori pos– sano operare a puro titolo personale, per intrinseca loro capacità, svincolati da partiti po.Jit!ci. E nemmeno è pensabi le che i senatori, per il solo fatto di essere tali. possa.no pre.tendere_di fronte -al partito di essere svin– co Lati dalla 1 sua disciplina e di agire in modo indipen– dente. Ma, di fronte ai guai di quella che Si suole chiamare «partitocrazia», è log ico che, sopr attutto per l'elezione senatoriale., -gli elettori pretenda.no una mag– giore libertà di scelta ed una più dire:tta conoscenza dei candidati di quanto non avvenga per le •élezl.oniper la Camera dei Deputati, per cui sono presentate, dai sin– goli partiti, liste precostituite, in cui l'e preferenze gio– cano solo ad un certo punto. Anche sotto questo rispet– to, si ·richiedono garanzie di maggiore capacità e di maggiore valore politico, che vanno soddisfatte. Parità di poteri o no? Ma, prima di prospettare 1'esoluzioni concrete, diffor– mi da quelle del progetto, che, a nostro avviso, potreb– bero soddlsfaTe queste esigenze, occorre affrontare un altro pro1:>1'ema che si pone come preli'm!mare e che si– nora, curiosamente, non è emerso dalla discussione. II Senato dovrà avere, o. meno, una completa parità di funzioni, e quindi di prerogative, con -la Camera dei Deputati? Nel pro.getto è prevalsa la tesi (democristiana) affer– mativa. Ma riteniamo sia questo un grave errore, atto a minorare la stessa efficienza della Seconda Camera. Non si è forse tenuto ,in sufficiente conto che una Camera moderna esplica in realtà due funzioni sostan– _zialmente diverse, e non difficilmente demarcabil!. Fon– damentale (e di più ·-antica tradizione) è la funzione le– gislativa che fa della Camera, ,anzi •del Parlamento, l'or– ·gano caratteristico (e, secondo 11 nostro progetto co– stituzionale, l'esclusivo organo, salvo l'ipotesi di delega– dei poteri) per l'esplicazione del potere legislativo. Ma la democrazia mod'erna è sempre più venuta estenden– do, a favore della Camera, ;un. .altro potere, un potere più squisitamente politico: Alla Camera spetta un'in– fluenza preminente sul Governo:, non solo essa lo con– trolla, ma lo sostiene o lo abbatte, lo forma (>Sino a· fa,r parlare da tah,1no .ò.i una specie di « elezione del gover– no») e lo ,conforma, in modo che esso sia rispondente all'equilibrio politico che Ìa Camera in qureJ mqmento rappresenta, con la propria responsabilità tallona e controlla la responsabilità del Governo. Ci pare fuor di dubbio che il Senato.debba avere com– pleta parificazione con la Camera dei Deputati per quanto riguard:a: il lavoro legislativo. Tutte le leggi (compJ,"esa quindi l'approvazione dei bilanci, che darà adito anche al Senato di svolgere UJI1a discussione poli– tica, e non -a vuoto) dovranno ottener-e l'approvazione di ·entrambe le Camere, salvo i particolari espedienti. già prospe:ttati nel progetto, per 11caso di conflitto. Ma riteniamo che qui debba arrestarsi la parità dei poteri. Attribuire al Senato l'esplicazione di quella fll!Il– zione pontica (i:istrettamente politica) sopra accenna– ta, ci sembra pericoloso sotto tutti gli aspetti·. SI te:qga del resto presente che si tratterebbe di una innovazl.o– ne: !J)er il vecchio Senato •di nomina regia vigeva .la pra:ssi costituziooa-re che « il S-enato non fa crisi>, ed è pri'ncipio orml!i generalmente invalso che nè un veto di sfi.ducia della Camera Alta basti da solo a rovesciare il governo, nè il nuovo governo d·ebba ottenere da eSBa. nel presentarsi, un voto di fiducia. Adottare ·un criterio diverso è espo:rsi a troppe incognite. Se realmente il Senato dovrà essere un'assemblea diversa dalla Camera dei Deputati, impostata quindi ad un proprio equilibrio politico, la vita, la stabilità e l'efficienza ·del ·,governo verrebbero a dipendere iii definitiva da un troppa la– bUe i'ncroc!o di equilibri. Il Governo dovrebbe tener conto contemporaneamente della volontà, delle e&igenee e cie~li umori di due diverse Camere; rottostare-:al·-IMo

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