Critica Sociale - anno XXXIX - n. 18 - 16 settembre 1947
CRITICA SOCIALE 333 di ,partito?). E', poi, comunque, veroSlimile che il Con– vegno ,assillato da più urgenti dibattiti e decisioni, poco tempo potrà dedicare ad una discussione ap– profondita e costruttiva di un argomento che ,pur si avrebbe torto di considerare come ,la cenerentola. Si limiti il Convegno a• prendere aHo deLla presen– tazione del programma e a d•ifferire una discussio– ne ex i.nformata conscientia ed una approvazione uf– ficiale al prossimo Congresso del Partito (e, fran– camente, per un Partito che difetta ancora di una carta programmatica da presentare al· Paese questa d,ecisione. ad onta del suo democratico aspetto, ci sembrere-bbe un errore), o,ppure lo adotti come o– rientamento provvisorio, pur riservando alle discus– sioni del futuro Congresso ogni potere di modifica, di emendamento e, magari, di sostituzione (.come ci pare più utile e coraggioso, per potere rispondere con le carte alla mano a quanti ci chiedono chi sia– mo e che cosa vogliamo), una cosa è certa: e cioè che i1 programma sarà, conforme alla natura demo– cratica del P.S.L.J., sottoposto all'esame. alla critica ed aUe -proposte della « base » del partito, in modo che sarà essa ·non solo a pronunciare ·iJ suo giudizi-o, ma a dare anche una definitiva formulazione e san– zione al programma. Per meg'io orientare. discussioni presenti e future ci pare invece opportuno s,piegane e motivai:-e alcun-i criteri metodologici che hanno presieduto alla f.or– mulazfone di questa carta programmatica. Ad essa (e specie alla « ddchiarazione dei. princi– pii ») si è vo!uto dare una portata politica e non già teorica ed ideologica. Richiamato il programma del Congresso di Genova del 1892, non già per verbale ossequio ad una tradizione ch'è ben viva i-n noi. ma come continuità di sp-irito e di intenti finalistici, si è evitato di- diffondersi in una impostaz,ione dottri– nale (come avveniva, ad es. ne] programma di Er– furt della social-democrazia tedesca), che avrebbe poi del resto d1iesto• una messa a .punto degli s.valup:pi e dei problemi ulteriori. Dopo un secolo di esperien• za socialista e più di mezzo secolo di preoise im– postazioni programmatiche, che hanno reso consa– pevoli- tutti -e la classe lavoratric-e so.prattutto ~ de!la funzione, dell'azione e delle finalità del sociali– smo -entro la società attuale, nei suoi specifici tratti, una premessa dottrinale che ciò esplicasse (e che, per non apparire superficiale e deficiente, sarebbe stata di necessità non breve) arppariva ultronea an– che risp-etto al grado di coscienza ,e di maturità del Partito. Premeva assai più dar.e - come .si è cer· cato di fare - la caratteristica fisionomia polit11ca del P.S.L.I. e di quella sua democraticità e dii quel– ila sua autonomia ideale di azione, che haµno co– stituito il presupposfo della scissione .. Per quanto riguarda il « ,programma d'azione >, una esigenza si poneva come .inderogabile: contem– perare un'esposizione abbastanza .esauriente con una assoluta esigenza di brevità. Crediamo pacifico che un programma d,i partito non possa essere un volu– me. Tra:asciando ciò che può formare oggetto di soggettiva opinabilità {è ovvio che ci sa1oà chi lo troverà troppo lungo e chi troppo breve, chi troppo espositiv·o e ,chi tro_ppo itnpegnafivo, chi troppo e– lencativo di problemi e chi troprpo rigidamente sche– matico; e che, soprattutto, ciascuno, com'è ovvio, e come non poteva non essere, non troverà sufficien- ,temente ,esauriente la trattazione d,i quel'.o specifico problema che più gli sta a cuore o che meglio cono– sce), è chiaro che un programma del genere ~on p_uò indicare che i -problemi che riteniamo premmenh e gli obbiettivi di massima. Sarà cura del « _Cen_trope~ il Piano Socialista », una volta adottato 11 piano d1 massima ch'è costituito da questo programma, rac– cogliere dai -compagni volonterosi, vagliare e com– rpletare il materiale, e affidare poi a co_mmiss~?ni e a re:atori quanto occorre per ,la trattazione plU ap– profondita, più arti~olata, più concreta dei singoli problemi prospettati. In altre parole: quest_o :pro– gramma costituisce una ind·icazione di massm;1a e_d un piano di lavoro che, na.turalmente, occorrera sv1- luPJ)are e su] quale occorrerà mettersi a lavorare. ibtioeca Gino Bianco Nulla di p,iù assurdo che considerarlo una pagina chiusa. Il « programma d'azione » sin dal]a sua prima ri– ga è improntato ad una s,pecifica esigenza: essere un programma che s'appunta ai rproblemi attuali, con– tingenti, ai prob!emi d'emergenza. Ne,lla situazione attuale tratteggiare i problemi e le soluzioni di un domani socialista più diffusamente di quanto non si sia fatto, avrebbe di necessità assunto un carat– tere o demagogico o utopistico. Proprio per un'·im– manente :visuale marxista occorreva invece affrontare e puntare tutta la pro,pria attenzione - ch'è poi la forza politica del Part,ito - su quei prob'emi imme– diati che dei problemi a rpiù lunga scadenza o ad– dirittura dei problemi finali del socialismo costitui– scono una premessa. Perdere le posizioni di questi o)Jbi_ettiv,i prossimi della battaglia per il socialismo significa perdere le posizioni di partenza per gli obbiettivi ulteriiori. Naturalmente occorreva istituire un rap,porto funzionale, come direbbero -i tecnici, tra ques,ti problemi prossimi e cont•ingenti, i pro- 9Iem1 delù'ora presente (ma di un'ora che d'altra parte non poteva e doveva essere troppo puntualiz– zata in una situazione mome·ntanea) e i problemi fi– nal,~ de•! socialismo, e far .sì, soprattutto, che ques,ti siano sempre presenti come fini che devono di ne– necessità improntare di sè anche i metodi. Se ciò è esatto {e spetterà ai com,pagni pronunoiarsi), occor– reva affrontare anche una critica che probabilmen· -t.e sarà fatta, o in sede politica, o in sede dottrina– ria. a questo programma: quella di eccessivo prag– matismo ,e di minimalismo .. · Qualcuno dei ,nostri compagni, sembra, avrebbe preferito altra cosa: e cioè che jl P.S.L.I avesse trac– ciato, magar: come base ad una intesa più vasta, un programma di governo· di immediata attuazione. Non condiv,idiamo questa tesi. A ,parte l'ingenuità di un simi<le assunto· (tra il resto uno dei temi del Conve– g,no è proprio una decisione a proposito di parteci– .•pazione al ,governo), un programma di governo, se v.uol essere r,ealistico, non può essere che la risul– fa.nte degli impegni -e de i consensi d elle forze che dànno vita alla ,coalizione governati.va, deve rispec– cl;liare una situazione p·i ù ,puntualizzat a nelle circo– stanze effettive del momento, deve limitarsi ai soli problemi che la coalizione ritiene di ,potere e dove– •re utilmente affrontare. Ed è invece chiaro che qui o·ccorreva qualche cosa d•i.più, di meno contingente e di meno ,possibilistico. II ,che non toglie natural– mente che da un rprogramma di partito si possa ri– cavare un programma di governo. Prciiprio l'aderenza a,i,prob'emi dell'ora ,presente e dehla situazione presente, intesa tuttavia come un processo della durata di qualche anno, speriamo possa salvare questo programma da quell'astraHo programmismo, più o meno utopistico, non calzante con le reali ,pOsSsibiHtà, non ,corretto da effet!Ive forze politiche in atto, che durante il periodo im– mediafamente precedente e ,ìmmedia!amente poste– riore alla liberazfone ha fatto' stendere a tanta eme– rita e bravissima gente. per iniziativa _persona,le o per incarico di partiti, tanti piani, progetti, schemi, ordinamenti, costituzioni, e magari anche progetti di legge: roba tutta che era destinata a restare sul– la carta. Ma qu,i,·il discorso dovrebbe prendere altra piega e specificare cioè che un programma serve co– me punto di converg-enza dei consensi, come espli– cazione di una volontà comune, ,come direttiva di massima di un'azione da esplicare, ma che poi, nel– l'azione concreta, opera tutto il g·ioco delle condi– zioni storiche concrete, deI:e azioni e deUe reazioni· degli altri, delle possibilità che si manifestano sul mutevole scacchiere della politica. E soprattutto un •programma dev'essere -il mezzo ,per acquisire. attra– verso la persuasione, la consapevolezza e la reali– stica aderenza, la forza per attuare proprio :il pro– gramma, senza deviazioni, senza compromessi e sen– za cedimenti. Ciò chiarito, la parola e Ja parola più gradiita - è ai compagni. GIULIANO PISCHEL
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