Critica Sociale - anno XXXIX - n. 18 - 16 settembre 1947
CRITICA $C)CrALE 351 per del berato proposito uµa forza democraticli e socialista qnal'è e ha dimostrato di esseTe H movimento comunista ». Dopo di che quanti ausp cano di v<dere U P. S. I. diven- 1•are una forza veramente autonome.; cap.ace di impostare su di sè !;unità social'sta; non vengano a d!.rci che Togliatti non ba parlato cbia.ro I Rapporti P.S. I•• P.d'A. Il 1 settembre v<niva pu:bbl cato Io ,5cambio di lettere tra il P.d.A. ed i-I P.S.I., con le quali il p,rimo, dichiat'andosi convinto della 1 nea ,di piena autonomia (malgrado il patto d'un-ità d'azione I) del P.S.I., lo proclamava il più quali– ficato a çost·tuire la baS'.! per J.'.auspicata unificlizione socia– lista. Ai documenti, opera della corrente che tiusol i.naspetta_ tamente a p.reva 1 lere ne]ll,a DÙ'l(zionle . def P .d.A., venne op– posto da parte del P.S.L.I. un categorico /in de non rec~voir ed essi suscitarono aspr.e ,reazioni i.in campo azionista. Tre gli 11J,tri, Ernesto Rossj, una delle pjù emi-nenti fàgure del P.d.A. dichiarò che a dare le dim',ssioni da un partito che si CODduceva 11d,una eosl sbrigativa <d :ngloriosa Hquidazioore lo tratteneva soltanto la voloDllà di dar ,battagUa, assieme alla minoranza,. in seno e.Ha Direzione, convocata per f:.ne mese, con la speranza di una sçonfessione élei negozjatori. Tra i commenti a 1 lilo scambio di lettere, cosi sterile per 1l'un'tà so– dafista, quello •più sigruf'cativ-0 lo abbiamo trovato nel, •set- 15:manale Comumità. A proposto della p,ossibile fus'o,re tra i due....-partiti, i.I --comment:atore osserv,a·: « Gli azioni-sti usano un'altra .espress: one ,per dire la stessa cosa: ipairlano cioè di « unificazione socialista » alla qual,e ÌIIlvitano anche « ,le al.tre correnti soci,al: ste » ; sicché, quanQ.o saraJino morti come par– tito, diranno ,sempr-e non di es~ere « entrati nel P .S.I. » ma di avere unificato j.J socialismo. Chi si contenta gode». Con_ statate le ambigui¼ del documento, avallando il giudizjo di Garosci ohe ,lo paragonava a « e.erti documenti ecolesi-astici », continua: « Cosi H P.d.A. pare ,stia per iCOnclud,ere la sua brevissima esi.st -enza, non priva di glor>ie e, al princi1pio, cosi ricca di s,pemnze. Non -si ,può dire neppure che i suoi necro– fori stiano ·per fargli una degna sepoltura: già il tono poco sincero degli aocordi suona peggio di un f.ranco r·conosei– mento del propr .o fal'limento politico. Ma veramente strana e quasi paradossa1e la scelta del P.S.I. come di un'urna per contenere .Je ,proprie ceneri: scelta che irappresent.a !,'incontro di due debo!ezze (di « rispettabilità demoorat·ca ~ nel P.S.I. e di forza elettorale nel P .d.A.). Francamente, sarebbe ,parsa più probabile una fusione con H P.S.L,l. (anche se a questo forse <icar~amente ,proficua) o addirittura co~ P .C. Ci sembr-a che un motivo della ,scelta (oltre alla carenza 'di quad·ri cul- •turalmente preparatli. nel P.S.I., che apre ru superstiti azioni– ste - ufficialità senza· esercito - possibilità di agire poH– ticamente con ben maggiore efficacia che n<>I passato) possa essere la ~neoccupazione, ,sem,pre viv.a negli ·azionist', di non cader.e nel mod.eratism-0, ·senza peraltro sentir soppressa, neMa di,9eipl·na comuni,sta, ogni velleità demiurgka ». Letteratura e Socialismo. Il leader deJl'eslstenzjaJiSllllo francese, Jean Pani Sartre, a conclusione di un suo Iungo stud ·o Qu'esLee que la litterature? apparso su,1,la riivi-sta esi·stenzi:alista Les bem,ps mo.dernes, seri- ◄ ve: « Nulla ci garanUsce che la letteratura sia immortale. La sua prospettiva, oggi, .Ja sua unica prospettiva, è la prospet– tiva deU'Europa, d~I socialismo, della democrazia, della ,pace. B'sogna attuarla; se non lo ·sapremo, noi altri ,scrittori, tanto peggio per noL Mà. ,tanto l!eggio anche per :Ja società. Come ho dimostrato, per mezizo d~lla 1etteraturà· la col)ettività passa alla riHes-sione ed aLia med ·azione; acquisisce una ...cos-cl.enza infelice, una Ìlnlllagi,ne senza .equilibrio ili sè stessa, che essa cerca senza tregua di modif. care e di mjgliorare. Ma, dopo tutto, l'arte di scrivere non è protetta da immutabili decreti della Provvidenza: è queHa che gli uomini la fanno. Essi ,la scelgono nello scegI·ersi. Se essa dovesse Hsolver~i In pura propaganda o in puro divertimento, la soc'~tà ricadrebbe n<!l– l'animal.!tà dell'immediato, <>Ssia nella vita senza memoria degli imenotteri e dei gasteropodi. Certo: tutto questo non ha una imporlan:fa assoluta. li_ mondo può benissimo fare a meno della letteratura. Ma esso può ancor m~gllo fare a meno dell'uomo». p. ga e g. p. BibliotecaGino Bianco Ciò che si stamp~ i MAuar: Con ~·a libertà e per la libertà; Soç. Editrice Tor no, 1947. Questo titolo, di. per sè significa~ .vo, di un libro scritto dal Coma:ndantef « Mauri » ( al secolo il Maggfore d '· S. )(. Enrko Marl ni), che narra Ja sanguinosa epop,ea (nessun'al– tra parola è più appropriata) dei partigiani neJ,le Langhe Piemontesi della provinocia gran.de, la gloriosa Cuneo ~ pos– s~nte e pazùente »· Non è facile scrivere un libro che ero n9-logicamente narra imprese di aspra guerra senza quart·e~ disgraziatamente combattu'tla anche fra Italiani, senza cadere nç.JI.a -retorica o tedia,re i.I ,Jettore, particolarmente in un mo– ~ento in cui, a giusta •ragione, tutti sono stanchi di sent· r p~rlare di combattiment', dj morte, di torture, perchè tutta vpm~nità, nel suo stesso travaglio di quest,a gacei che Jton vziene mai, esprime il suo OITore per i .ri-correnti massacri, per ~e. inutili stragi. 'Enrico Mart·m ha evitato il pericolo ed ha scritto un libro che tutti indistintamente gli Italiani, dl qualsiasi fede polit ca; dovrebbero leggere e meditare. Uomo di coltura ed in-telligenza maggiore di quella che Jasda trasparire; sol– dato nell'anima, ma neJ -senso più nob.Ie del termine; egli m11neggfa la penna da maestro e, con pochi ap-propriati toc– chi, fotografa una situazione -trag.ca ; ci presenta i suoi eroici I>E;tsonaggi, tutti passati, con lui, neltla storria di questa lotta combattuta v~ramente per la libertà. Una nota, sopra tutte le altre, mi piace di rilevar~ che si ritrova costante in tutte •le pagine del libro: la nota di una umanità profonda, innata. Con lui parlano tutii i, suoi uomini"; quelJi ancora vi-vi e quelli morti nella foga del com– ~ttimento o sotto le raffiche dei plotoni di esecuzione; ed anche queJ.li che, portati 1D.elcampo avverso da fanatismo o il!Jusione, credevano di combattere per questa nostra Itar a. L'µomo coi suoi di.fetti e con le sue qualità; con le sue m/ser ..e e con •le sue subUmHà, balza vivo dalle pagine di ~esto libro; quelft'uomo che oggi anela, nel profondo di sè stesso, a redimersi daNa barbarie che cova -come il peg– giç>r~ dei nemici in ciascuno di noi; ad ,ascendere nella ,luce di: una ,paee feconda di lavoro che noi socia.isti, non· da oggi, sogniamo e ci sforziamo, ahimè con quanta fatic•a, di realizzare· nel mondo. i - l.EoNARDO G.tTro ROISSARD BEVERÌDGB W.: Du tr<Wail pouir tous dans wne so·ciétè libre (Ful,I Employement in a Free Society). Paris, ed, Domat– Montchrestien, 1945, pp. 453; 400, fr. Nori consigliamo ai nostri codinissimi sedicen1a. liberlstl I~. ·lettura dj questa traduzione francese della famosa opera di I Sir W-lliam Bev-erid-ge, costituente una prosecuzione del fa_ moso « piano », acco!to ,nel• Libro Bianco, per la sic:;:urez:za sociale, sul terreno della sicurezza deLl'occupazione. Le tesi di questo liberal·e, che mira à ,risolvere il fenomeno, ormai cron:co neH'ordine capitalistico, della disoccupazione in modo da evitare ogni deviazione totalitaria ed anzi conservando gli stessi presupposti del.J'ordine presente, apparirebbero ai .. ),oro occhi (ed ai loro 1 interessi, paghi del quieto vivere e del godimento de~ loro esclusivistici privi1legi) cosi sostanzial– mente ereticali, cos.i pericolosamente 'sovversive, da costituire senz'altro un colpo neHO st!omaco. [II n-emico da combattere è Ja disoccupaz·.one, H cui feno– meno viene qui analizzato in tutte le .sue cause, aspetti e andamenti. E J'obbiett :vo da raggiungere è 1 la piena oocupa– zion-e intesa come riduzione della d.isoç.cupaIDone a brevi pe– r.iodi d'aUesa, dando all'interessato la ce.rtezza d-i essere rias– sunto nella iSUa antica occupazione o di essere richiesto in una nuova ·occupazion-e çoniacente alile sue attitudin!. Con pratico empirismo questo obbiettivo -si concreta ~el r'durre ad un liveHo medio del 3 % la percentuale che tra Je due guerre è osci'llata fa Inghilterra tra il Hl ed. il 22 '%• Scopo ultimo, ·rovesciare Ja situazion-e tradizionale attuale, depres. si va delle condiz: oni delle cl-assi llavoratri,ci, e determinare una situazione dove vi sia,no più impiegh: vacanti · che la– voratori- Si vuol comhatt-ere ia di-soç.cupaz'one non solo con ia consapevolezza della cancrena psicologica e morale, oltre che economiça, determ.inata dalla mancanza di Javoro, ma anche considerando la p'-ena occupazsi.on -e come un mèzzo ,per accrescere il con-sumo e per aumentare il soddisfa-cimento dei bisogni: •in altre parole come un mezzo per ragg·.ungere un più elevato '1ivelio di vita. In tempi normaE, la djsoccupazlone deriva ·da tre fonti: dalla deficienza cronica o periodica del!a domanda tot«le del
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