Critica Sociale - anno XXXIX - n. 18 - 16 settembre 1947

-- 146 CRITICA SOCIALE to di ogni indi,viduo e le competenze che esso vi ha, ma sono gli stessi rapporti sociali che, essendosi in– tensificati e complicati, non sopportano più le an· gustie della vecchia veste. E' innegabile che, nel determinarsi di questo nuo– vo mondo ,che vuol rispondere più razi-onalmente ai nuovi bisogni, la ·libertà degli individui P1;1Òcorrere il pericolo di vedersi- sopraffatta (ma è evidente che Croce ha davanti alla mente l'esperimento, russo sol· tanto. Perchè non badare anche a quell'altro grande esperimento socialista (l) che si sta aHuando in In– ghilterra e che non ha in sè nulla di libertidda? Ogni paese ha il suo popolo, i suoi problemi e il suo sociali– smo), .per-chè ogni trasformazione radicale dell'orga– nizzazione dei rapporti sodali può nascondere in sè, tra le infinite possibiiità che apre, anche il ,pericolo dii un attentato alla libertà. Sempre, quando una socie-là si esaurisce ed .un'al– tra prende il suo posto. c'è un tipo di libertà che muore. La libertà del feudatario è finita con l'avven– to della società -borghese, ma un'altra libertà più am• pia e più diffusa è sorta: quella del borghese. Uno storico il quale, vi.vendo durante quel trapasso, fosse rimasto altac-cato ai modi e alle forme della libertà del feudatario, ci avrebbe ·las,ciato pagine di un rim– pianto .non dissimile da quello che oggi. va provando (1) Rece_ntemente sullo stesso Corriere del"la Sera nel quale è comparso l'articolo del Croce un a'tro collaboratore, il Guerriero, ba cercato di dimostrare che anche in Inghilterra il socialismo si attua con vio·azione d~lla libe,xtà; ma riel suo pregiud:zio grettamente «borghese» (proprio nel senso cbe so!emmo un giorno dare a questa parola) il G. non si è reso conto che qur.ile ltimi-ta.7Jiooi di Ji.bertà che la po11tka labu– rista ha introdotto ne~la vita sociale dell'lnghilte:rra consistono soltanto in una• limitazione dell'arb·trio capitalistico per crii il profitto individuale viene ricercato e conseguito 1 senza ncs-– suna preoccupazione dell'interesse soc ·aie ed a scapito di esso, ma non incidono· menomam nte in quanto ri.g,uarda la vita spiritua·e ed ogni man festaz"ione di pensiero; e C!oè che men~ tre la politiça laburista tende ad aiutare l'avvento di un or– dine di cose che dia all'umanità '1a « libertà dal bisogno », non viola in nessun modo quell'altra -libertà, la libertà del pensifro e del"o spirito, che tra le libertà di or-gine borghese è la sola veramente degna di rispetto e di tutel,a. (No.a ,,di Critica Sociale). Benedetto Croce. l\la c'è .una preoccupazione ben più legittima, ed è quella di co.oro i quali temono che nel trapasso daila società borghese a1Ja società, socialista non 19 co11cnione « borghese » del'la libertà vada perduta, ma la libertà in assoluto. Preoccupazione legittima, perchè già si delinea un tipo di società che al socia– lismo pretende di ispirarsi e che irride alla libertà de'll'individuo. Ecco dove s'innes!a in ,concreto il pro– blema della 'libertà: non nei versa-re inutiH lacrime sul, sepolcro della ldbertà dell'individuo borghese, ma nell'ammettere la necessità -di un mondo nuovo (il mondo socialista, ,con le sue programmazioni e le sue p-ianificazioni) e nello stesso tempo nel -tendere con ogni sforzo affinchè -questo nuovo mondo non infili la strad~ che ,porta alla nullificazione dell'uomo, ben– sì sia messo a servizio del suo emanciparsi, del suo dilatarsi. Ammettere la necessità di nuove soluzio– ni e rimanerne fuori non è un restar fedeli alla li– bertà, ma è un'evasione da poeti o da fi,,oiofi. Per chiunque vog:ia fin d'ora combatteTe sotto la bandie– ~a della libertà c'è posto, se non si opponga caparbia– mente aJ. ciclo che si compie. ma si inserisca in' esso. C'è, sì, un socialismo (un cattivo socialismo) che mi– naccia la libertà. ma la hlbertà v-ien tutelata oppo– nendosi a quella minaccia, non oppon-èndosi al so– c,ialismo. Ci sono dei socialdsti che all'altare della J.ibertà hanno consumato il sacrificio più grande: quello di distaccarsi dai !oro compagn! -e di affrontare l'anate– 'rna fraterno pur di ri:me·ttere- in piedi un partito' che, .accanto alle rivendicazioni antiche del socialismo, ponesse e difendesse anche, -contro ogni degenera– :l'lione, i valori della libertà e della democrazia. Que– sti sono i veri ,credenti nella «Religione' della Li– bertà», non i CPoce, i quaLi, sbigottiti dinnanzi all'a– vanzare, non sempre ordinato, delle plebi che chie– don_o di poters·i « liberare » dal bisogno, dalla fame e dalla fatica dello schi"a,vo, vedono cadere in fran– tumi l'ot!-imismo idillico della propria filosofia '.in– dividualistica -e, seduti sull'orlo della strada - alla maniera di quegli ultimi romantici, di cui parlava or non è m:o-lt-oGiacomo Noventa, i qua 1 li, guardando la -luna, dicevano sospirando « oh, luna! » - escla– mano melanconici: « oh, Hbertà ! ». UGO'BER';t'O ALFASSIO GRIMAl,DI Materialismo dialetticoe socialismo I. FORTUNA DELL'AGGETTIVO NeHe ope-r_e dei due fondatori del socialdsmo mo– derno è frequente la locuzfone « matePialismo dia– lettico », che ,prova il « civettamento » dei due Mae– stri con l'hege 1 ismo; ma gli interpreti, .pur discu– tendo estesamente del material-ismo, «storico» (che, secondo le ammissioni specialmente dell'Engels, do– veva esser tenuto distinto dal· materialismo natura– listico alla Vogt), noh rivolsero specia-Ie attenzione all'aggettivo « dia 1 ettico », come seme fecondo di un nuovo indirizzo. Dopo l'ascensione di N. Lénin alle vette della fama universale i teorici àel comuni– smo, ,i-nvece, hanno messo in particolare rilievo l'ag– gettivo, che, se _nella letteratura marxista era un'e– co hegeliana, poco o ,poco bene spiegata. da Lénin sarebbe stato fina'.mente defini,to con precisione e sviluppato compiutamente così da superare ormai, · · _in accordo con Ja soi.enza, -le eterne antitesi fra ma– t~r_ialismo e ~piritua-Hsmo, .fra s,pirito e corpo, fra re– ligione -e ragione. Non crediamo che fosse necessa,pio- questo « sfor– zo » filosofico per accrescere la gloria dell'Uomo. E– gli è e resterà nella storia famoso come il ,più gran– de fra 1utti gii ordinatori di popoli, perchè, con una abj;,ità ed una volontà sovrumane, seppe dar disci– plina e legge ad un popo'.o di 160 milioni. sconvollo -e dilaniato, compiendo un'impresa titanica di fron– te a cui quella favolosa compiuta da Mosè - che pure. dando ordine ad un popolo di 2 milioni, i.m– .pressionò tanto la fantasia dei contem,poranei da . BibliotecaGino Bianco esser creduto in diretto contat!o con Dio - appare quas•i trascurabile. . Ma se è doverosa l'ammirazione per l'opera sto– rica c@mpiuta da .Lènin: non per qnesto si deve ac– cettare come testo di verità quel suo « Materiali– smo ed empirioçriticismo », ,che, pubblicato nel 1909, viss-e giustamente ig11orato nel campo fi.osofico, o fu ricordate, solo con brevi cenni sfavorevoli, fino a quando il settario ed uniiatera,Ie pensatore non diven– ne il grande statista. Boris Jakovenko (1)- scrive ç:he questo libro s'at– tiene al « credo materialistico· tradizionale e p!'im:i– tivo ..., con un dilettantismo ed una· superficialità straoi;dinaria »; a,l congresso filosofico polacco àel 1907, in cui fu fatta una relazione sulla filosofia rus– sa, nessuno ricordò il pensiero del Lénin ed ora il p-rof. Annibale Pastore (2), dell'Università di Tori, no, ne fa una serena e profonda analisi, giudican~ dolo scientificamente unfondato ,e superficiale e, nel- --Ja parte critica, fazioso -ed unilaterale; ciò che è cer– to dep,lorevole in un làbro di puro pensiero. Accenni al-l'uso della critka politica in question,i ideologiche si trova-no già negli scritti di Marx, ,ed Engels, ma son prudenti. applicazioni del metodo del materia•lismo stol"ico e hon vengono presentati come. critica- fondamenta1e. Quando si- trattò di confutare, per esempio, la dottrina del Proudhon o de] Diihring, l'argomentazione fu svoHa con analisi mèticolosa e sempre con metodo '.sci,eritifico. · L'esempio det Maestri fu seguito, con maggiore o (1) « Filosofi russi», ed. « La Voce», Firenze, 192,. p. 166. (2) « La filosofia di N. Lénin », Milano, Bolla, 194_6 •

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