Critica Sociale - anno XXXIX - n. 18 - 16 settembre 1947

S44 CRITICA SOCIALE ,cuni e la fortuna di a,ltri, che rendon_o. iml)rod_uttivi da un momento ail'altro ,inte:i C?stosi !mp1anll, c_he trasformano l'attività economica m un immenso gio– co d'azzardo, nel quale, natura.mente, non rnan~a_no ii, bari. IJ piano predisposto annuller~bbe_ questi_ i_n– convenienti: diverrebbe, ad esempio, imp_oss1bile che si .impiantino attrezzatu1:e. ~he per U!l improv– viso nuovo indirizzo dell'altlv1ta ~conom1ca gover– nativa non fossero più in grado di produrre econo– rnkarnenle e quindi di restare sul mercato, con. la conseguenza di_ dover e_ssere_vo,itea_d ~!tre produz10- ni e con inev1tablle distruzione di ricchezza. Come si è detto ,tutto quanto sopra non entra nel merito del piano, ma si Jirnita_ a ribadire ]'utilità di un piano qua:unque esso sia ,e sollo un solo aspetto che,' forse, non è ·nemmeno il più tirnpor– tante. Si è detto da taluni che è inattuale ed assurdo par:are di piani .Con:ie sia ina_ttu~le n<:rn. lo capisco. poichè è appunto nei momenti d1 maggiore difficol– tà che occorre fare bene ,i conti prjrna di avv:mlu– rarsi ad impiegare le nostre scarse risorse in im– prese che potrebbero poi dimostrarsi improduttive o •peggio, controproducenti. Che sia assurdo forse n~n ,lo credono neppure coloro che l'hanno detto, se ora trovano tanto naturale e logico un « piano Mar– shall » ( magari un « piano Mololoff »). Ed è ap,punto l'esistenza del piano MarshaU, al quale l'Italia, al pari degli altri Stat·i democratici del– l'Europa occidentale, ha dato la sua adesione, ,che aggiunge nuova forza e nuova attualità a,la nostra tesi. Anzitutto ciò dimostra che ,]'esigenza di un pia– no di ricostruzione economica è .pienamente sentita anche nel campo internazionale ed anche da parte di que!Je nazioni che sono maggiormente portate verso un'organizzazione economica liberista come gli Stati Uniti. (Già abbiamo visto, però, che pianifica- 7lione non è necessariamente vincolismo). Ma anche a parte questa considerazione, è evidente che hon si può essere pianHicatori ne1 campo internazionale e liberisti ad oltranza nel campo interno. E' d'aitra .parte risaputo che .j] piano Marshall presuppone esplicitamente l'esistenza di piani nazionali. Lo pre– suppone in tutte ,le fasi di forrnu:azione del piano: tinventario delle risorse, sfruttamento e potepziarnen– to de,le stesse, piano deg,i scambi internazfonali, e così via, fino a giungere alla determinazione degli a-iuli necessari ad ogni singola nazio·ne. Così stando le cose, un piano economico nazio· · nale dovrà pur essere varato ed è quindi logico che i1 nostro Partito riproponga la questione ed insista - perchè il piano economi-co dei pross:irni anni abbia un'intonazion.e sociaJista, cioè un':intonazione con– creta, che prevede un'equa ripartizione deg.1i.inevita– bili gravi oneri della ricostruzione e della r:i,prc~a economica. Sarebbe infatti grave jattura per le classi lavoratrici che, per l'attuazione tin lta-Iia del piano Marsha!J, venisse impostato e -seguito un piano eco– nomico ispirato da,.Ja nostra destra economica, pia– no economico che finirebbe fatalmente per t.rasfor· marsi in uria ,colossa:e speculazione dei sol.iti massi– mi capitalisti nostrani. Sempre restando nel campo inerente ai •legami .fra il piano naziona,e ed i.l piano Marshal !., mi pare c he a favore di un piano economico ad •intonazio.ne so– dalista militi una ragione fondamental e. Come è _~v– vio, gli Stati Uniti si riserveranno di prender-e visio– ne de,le conc:usioni .della Conferenza di Parigi e di esaminare i rnod·i nei quali i vari Paesi conta,no di uti,izzare gli aiuti americani. Non ere-do che ,J' Ame– I'Ca, pur essendo indubbiamente in gra·n parte con .. servatrice, ,possa credere di avere interesse dli veder attuata in Italia una politica e·conomica, diciamo così, di destra. Gli Stati Uni.ti intendono aiutare g1i euro– ,pei. non certamente per fare della beneficenza, ma unicamente perchè sono consapevoli <;I.ella so,idarietà econo·mica esistente tra i vari paesi. Per fare ti loro interessi essi hanno bisogno di un'Europa prospera che possa acquistare i 'prodotti delle Joro industPie. A g,uesto essj tendono; e sanno benissmo che, per quanto riguarda l'Italia, condizioni di tal genere non potranno avverarsi appoggiandosi aLa destra econo– mica poichè ciò porterebbe a, turbamenti tanto pro– fondi da compromettere que!la pace socia,Je ·senza la quale ogni ordinata prod1nione !?d -ogni prosperità non è nemmeno pènsabile. Condiz-ioni di pace socia- BibliotecaGino.Bianco L'Anticristo che è inCroce Benedetto Croce ci ha parlato recentemente, sul Corrieu, dell'Anticristo negatore dei valori e degli ideali che sta in agguato dentro ciascuno di noi, co– me una tendenza sempre presente deli'anirna nostra; e il terna gli ha dato l'occasione per -tessere uno dei suoi consueti ri.carni attorno al motivo che da lunghi anni gU è .più caro: quello del]a libertà. La quale è per Croce « individualizzarnento degli ideali », nel senso che questi diventano concretezza storica solo quando calano dalla sfera dell'astratto per farsi car· ne degli individui, e pertanto è Anticristo tutto ciò che, a ragione o a torto, gli sembra che minacci di • invadere l'orto sacro dell'individuo. A ragione, perchè innegabi;mente son monito preoccupante tutti quei segni di asservimen-to delle umane persone che oggi iJ mondo presenta e che Cro– ce senza « alcun diletto·» elenca; ma diciamo anche a torto, perchè Croce •crede di poter mettere tra quei segni « l'effettiva sparizione •dell'umano e generoso affetto che fu nell'origine del socialismo per le sorti delle classi proietarie, e del sincero .proposito di re– dimerle, sostituiti ora da un cupo bisogno di odio e di distruzione, e di conquista e libidine della poten· za per la potenza ». Anche per l' Anti.crìsto, ,come per gli ideali, c'è una «individualizzazione». Croce si è dimenticato di par· lard dell'Anticristo •tutto particolare che vive in lui: o forse non può parlarcene, perchè · è difficile che ·l'uomo sappia veder chiara la Hnea ,che divide dentro l'anima sua l'angelo dal demo.Rio. L'Anticristo del– l'individuo Croce sta nell'addormentarsi della sua coscienza critica, nell'obnubilarsi del suo occhio in– tellettuale, per cui resta pr,igioniero di una fi,losofia che egli costruì molti anni or. sono, e che andava be– ne .allora, quando il regno de!r-individuo non era an– ,cora stato -to-ccato dai grandi cataclismi Ghe lo han– no sovvertito, e di cui ri.pete le formule senza curarsi di rinnovarle secondo quanto gli dovrebbe dettare l'esperienza storica. Addormentamento ed obnubila– mento che, si badi, non vog'.iono dire diminuita ca· pacità d'intendere -chè anzi a Croce va la nostra ammirazione proprio per la lucidi-là con cui sa anco· ra compiere una grande mole di lavoro -, bensi vo– gliono significare incapacità di percep'Ìre ciò che di nuoy_o s·i fa avanti sotto la cappa del sole, e di di– stinguere in esso il bene e il male, condannando, sì, il secondo, ma valorizzando il primo e facendolo entrare nel quadro delia sua sistemazione filosofica, anche a costo di modifi,care i contorni e le linee· in– terne di questo. E' questa la ragione per cui gli artico,Ji che Croce scrive in questi anni sono dilettos-i e- deludenti ad un tempo: dilettosi per la facile spontaneità con cui ci aiutano a chiarire motivi che sono in noi e ,che non sempre, con 1e sole nostre forze, sapremmo li· berare da un certo invo.lucro di oscurità; ma tutta– via deludenti pe!'chè ,!asciano -inesp:orate certe no– stre ,esigenze assai profonde, ,che son poi le esigen– ze dei tempi nuovi, e le sorvolano. L'insoddisfazione che i suoi articoli bsciano non è dovuta al fatto che le conclus·ioni a cui giunge .possano essere contrarie alle nostre e al nostro modo di pensare, bensì al fatto che certi moti-vi che affiorano nel nostro pen– siero e sembrano strettamente legati ai terni che 1111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111n1111111111111111111111111111111111111i1 1~ sono invece perfettamente conciliabili con un pia: · no socialista anzi - direi - solo con esso: qumd,1 non so'o no; credo che gli Stati Uniti possano s~l– levar1- eccezioni a questo riguardo, ma al contrario pen~o che è appunto un -indirizzo simile queJlo _ch'e essi au~picano, dato il loro interesse ad un?- pacifica ed orù:uata r;1,;·esa della nostra economia. . t:nica condizione è che il piano proposto abbi_a concrete possi~i.J.ità ~i atJuazio~e. e eh~. v_enga d!· scusso e forrnu.ato nef suoi termm1 defimt1vi nel ID;l– nor tc,mpo possibile. Già si è perso troppo tempo m vani, s1tiiti e disordinati tentat~vi di riavy'!are ~a nostra economia senza alcun ordine .prestabllito, v1· vendo belll!.mente alla giornata-. CARLO PAGLIERO

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=