Critica Sociale - anno XXXIX - n. 18 - 16 settembre 1947
CRITICA SOCIALE 339 d'insanabile contrasto,'-- le diverse questioni, anche quel,e apparentemente più lontane dal:a sfera d'in– teressi dei <.: Two Big >, concatenate 'l'una all'atJtra da comp;icatissime fila o avvinte da radici comuni. . Una valutazione obiettiva del passo dip .omatico ,russo è ,resa alquanto incerta dalla diffico.tà di, col– locarlo ne]la sua giusta prospettiva storica: in rap– porto a11la situazione impregnata di psicosi bellica creatasi nelle u;time settimane, .esso appare di una perfetta tempestività e il suo valore supera quello modestamente episo-dico che gli sarebbe spettato se ~a ratifica del Soviet Supremo fosse immediatamente seguita a quella delle altre ,potenze, precedendo gli odierni sviluppi della ,crisi, non segnandone il mo-' mento culminante. Una incompiuta e superficiale analisi del fatto e delle cincostanze che 110hanno preceduto e seguito facilmente ingenera nell'opinione ,pubbli"ca e nei Go– verni dei paesi exsatelliti del.a Germania un fonda– me ntale equiv oco: che cioè la ratifi-ca russa interes– si ,prinèipa.me· nte le questioni connesse ai loro trat– tati e ne -rapp resenti il necessario coronamento giuri– dLco per ]'entrata in vigore delle rispettive clausofe. Sii dimentica che, poche ore dopo L'annuncio della rati-fica russa, seguita ad alcune insensate dichiara– zioni di stile. squisitamente militare del Maresciallo Montgomery in una città francese, insistenti su,lla ne- . cessità -d'i aiutare il Governo di Atene anche a costo· di una guerra -con L'U.R.S.S., a Londra' si registrò un colloquio tra sir Stafford ·Cripps e l'ambasciatore Za– rubin, ,preludio ad una ripresa delle trattaUlve com– merciaili anglo-sovietiche, mentre si diffondeva negli ambienti militari americani la viva preoccupazione di dover ritirare da'1 territorio italiano gli ultimi con– tingenN di truppe, secondo quanto è previsto dal traitato, ,che fissa un termine di 90 giorni dalla sua entrata in V'igore per ill compimento dell'operazione. Positivamente, si può stabilire che sui diretti inte– ressati alJa ratifica, cioè i popo•li italiano, bulgaro, ungherese, romeno e finlandese, il passo del Cremli– no non av,rà che un'influenza mediata, di ·rimbalzo - perchè la botta era diretta a.trove. Una ripercus– sione V'ivace s'è avuta in Italia (gran daffare a Pa– lazzo Chigi per ll'ottimo conte Sf-or,za e i suoi fun– zionari!), perchè di tutti i ,cinque trattatli il nostro è quello che ha sus-citato maggiori contrasti, ed è sen– za dubbio i,l pilù importante nel ·quadro de] nuovo · equilibrio imperialistico europeo; ma ,per i governi d'Ungheria (dove ha favonito la campagna elettorale del Partito Comunista), di Bu:•garia, Romania e Fin– landia, la ratifica era un fatto ormai scontato. Di più essa non riveste, in questi paesi, che un'importanza minima agl'i effetti dell'esecuzione dei trattati. NeH'Oriente europeo, Mosca non ha pi_ù nulla-da temere: ,la quesli-one balcanica ha cessato di tor– mentare le cancellerie. (Non esisterebbe ,il bubbone greco se l'Occ!idente non si fosse messo in testa di impedirne il naturale incorporamento nell'orbita rus– sa: gli Americani hanno dimenticato gli avvertimen– ti del Li,ppmann che, portavoce uffici-oso del Dipar– timei:ito di Stato, ·non pecca certo di filo-sovietismo ..: Essi dovrebbero rendersi conto di certe elementari, verità - inaccettabili soltanto per au~entici interna– zionalisti -, rileggendosi un noto libro edito durante la guerra: V. S. War =4:ims). 91i ac~ordi di Bled_ han– no liquidato la vecchia ruggine es1stente tra gll Sla– vi, del sud. o almeno vi hanno gettata una soli,da co– ;pertura dip'1omatica, chiu_dend~ la ,cate~a che dalla ,regione carelica aJ.l'Adr.i~trco crr~onda di una ferrea cortina di sicurezza l'Unr·one Sovietica. Le trup,pe so– vi•etiche abbandonano una Bulgaria a cui 'il trattato ,concede forze militari rilevanti, in cui •l'opposizione ufficiale e quella semi-legale al regime di Dimitrov è stata schiacciata sotto una valanga di accuse, regolar– mente seguite da .dure condanne. In Ungheria e Ro– mania l'esercito sovietìco rimarrà per mantenere le linee di comunicazione con la zona sovietka d'occn– •pazione in Austria (contemplato dai dspettivi tratta– ti - parte IV), differendo il ,ritiro delle truJ?p_e so– vietiche da ,quei territori ai tre mesi success1v1 alla entrata in vigore del trattalo austriaco. Aìla Finlan-. dia che - unica tra le nazioni dell'orbita russa - gode d'i relativa autonomia ed è -retta secondo i pri~– cipi- della democrazia occidentale, le clauwle t~r_r1- toria:i del trattato si !imitano a ribadire le cond:z10- ni della pace di Mosca del 1.2 marzo 1940, aggrava- 81bho eca ljtnO ts1anco te dal•la cessione del territorio di Petsamo, ricco di nichel.io . Le truppe sovietiche, presenti iri numero trascurab i-Je ad Helsinki, sono stanziate nella peni– sola di Porkkala, a 13 km. data capitale, ceduta in affitto •cinquantennale, che, fattala sgomberare dai cittadin1 finnici, hanno trasformato in base navale di prim' ordi-ne già fin da.Jla ,cessazione delle o– stilità. Dal 1809 la Finlandia ha continuato, sa•lvo l'intervallo della Rivoluzione, ad essere esposta al pe- 1rico:o deHa russificazione. La resistenza a ,questo processo e il naturale attaccamento a•llo scandinavi– smo, resi più acuti dal ,conflitto, minacciano di tra– sformarsi in un principio dissolvente e di precipi– ta,re la crisi interna. Senza la Finlandia, una even– tuale unione pan-scandinava si :presenterebbe muti– lata ed economicamente e strategicamente assai de– bole. Se il •lavori-o sotterraneo delle forze disgrega– trici in seno alfa nazione finnica minasse l'equilibrio a cui questo popolo si aggrappa con silenziosa e disperata tenacia, si dovrebbe seriamente dubitare della sua stessa coesione ideale. E una sconfitta, sul terreno etico-politico, del b:•occo scandinavo segne– rebbe la fine di una grande possibi'1ità per l'Europa. A proposito de1 trattato italiano s'è detto e scritto molto. Poche ana•lisi obiettiv•e e una valanga di doz– zinale retorica. Gli sto,rici futuri resteranno sorpresi da tanto sciupio di parole, di fronte al quale non s'è ritratta neppure la ven-erat.a figura del'massimo 'pen– satore italiano ,contemporaneo. Eppure, fra lanto i– nutile ciarpame scorre un filo di sangue: ·l'esodo della ,popo1azi-one italiana da Pola e la pistolettata o– m,icida di Maria Pasqtiinelli contro il generale bri– tannico De Winton sono due piaghe aperte che, rias– sumendo nei mo!ivi della fuga e del del itto la nostra quotidiana ossessione, s'aggiungono a.le infinite altre che ricoprono di, macabri grumi e di m ateria putre– scente la tragka umanità del noslro tempo, il mon– do sconvolto dalla guerra, su cui già si vanno ad– densando i va·pori esplosivi e i segni premonitori di un nuovo gigantesco conf,]'itto. (E' ancora in nostro potere evitarli:J; ogni concezione fatalistica ce,a una dose di viltà: ma fino a quand·o ci baloocheremo con formule SUIIJerate e ci sforzeremo assurdamente di presentare certl ripensamenti. da museo come vive attualità? quando avrà termine la sconcertante gi– randola delle frasi gonfie e banali, dei luoghi comu– ni, delle iperboli sfiatate?). · Non dobb"iamo dimenticare che è in corso un'at– tività pre-revisianistica assai ,confortante, e nel qua– dro di questa - sebbene estranei alla lettera del t-tattato - rientrano i recenti accordi Lombardo– L.ovett, condotti abbastanza felicemente a termine dalla missione economica italiana negli S. U. Inol– tre, oggi, tutti 'i trattati imposti ai vinti sono « trat– lati di porcellana », nel senso che non solo la Jo– ro esecuzione procederà in modo del t utto irregola– ire in rapporto alle mutate ,condizioni de.la politica internazionale, che dettano via vi.a una ser ie di, so– stanziali modifiche (esempio classico di elasticità ri..– mané il d:iklat di Versai,lies), ma i trattati stessi - riguardo soprattutto alle riparamoni e, purtroppo, agli armamenti - sono destinali a rimanere ,lettera morta; e questo prova l'assurdità e l'inattualità dei sistemi della diplomazia tradizionale, nonchè la pratica ineseguibil'ità di certe sue cartacee imposi– zioni. Dopo la ratifica russa, è augurabile che l'attività di Palazzo Chigi divenga meno provvisoria, incerta e strisciante - atteggi.amenti a cui •la nostra diploma– zia (stanchissima, in ve,rità) fu spesso costretta da•l perdurare del reg'i~.e armistizia'..e - e adot.i una ~i~ nea di condotta p1u chiara e co erente, se •non pru moderna e originale. Ma ci ver.rà tolta finalment.e la palla aJ. piede delle condizi oni d'armistizio, che ci · siamo trascinata per un tempo enormemente lungo e ,per ragioni che non sono di mera rHorsi<!ne pe_l b~i– gvntagg'io internazional_e opera!o_ da•! regime _dr V1,t– todo Emanuele III e di l\Iussohn1? Sebbene sia stato firmato - fn data 3 settém.bre - l'accordo per l'e– va,-uazione delle truppe alleate dal territori-q meu:-o– pol tano e il passaggio delle zone occupate ali~ ~ru~ risdizione italiana, tuttavia sussistono forti motivi do dubbio circa la defin"itiva ,rinunzia americana al.Ja base di Livorno e fondate preoccupazioni per l'at– teggiamento che verrà assunto dal '!lostr~ Stato Mag– giore riguardo al nuov_o confine italo-Jugoslavo (e
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