Critica Sociale - anno XXXIX - n. 17 - 1 settembre 1947
308 CRITICA SOCIALE Tuttavia, esplicitamente o meno, iI convegno si aggii-erà attorno ad un problema ,che va diventando sempre più il problema capitale, non solo _per il P.S.L.I., ma per ogni partito socialista: os~ia il pro– hlema de 0 1l'autonomia socialista. Bisogna dire subito che ,il modo -con cui verrà sentito, impostato e ri· solto questo problema, servirà\ come indispensabile premessa per affrontare costruttivamente -e con se– rielàJ quella esigenza de!ia unificazione socialista-. vi– vacemente sentita alla « bas-e », che. d-irettamente o di scorcio, costituirà certamente uno dei temi del convegno romano. E 'chiaro che l'unificazione so· cialista ha - e non da parte del solo P.S.L.1. - com.e condiz-ione e come fulcro l'affermazione della autonoma funzione e della autonoma posizione di un .partito socialista. Ma è ·altrettanto chiaro che questa indispensabile autonomia rischia di diventare una formula puramente verbale ed ineffi,eiente, se ci si limita a proclamarla a_strattamente, formalisti– camente, per po-i svuotarla, con gli atti concreti e quotidiani, di ogni' contenuto. O addirittura (,se è vero che Basso .viene meditando di accettare l'au– tonomia come insegna, con un « tattico » révif'ement) rischia di djventare una subdola manovra per scal· zare, con la suggestione dell'uso, comune di una, pa• rola, ògni distinzione delle •positive ,posizioni da noi tenute, e di fars-i rionte, in de'finitiva, di mtovi _equi– voci e .cli ulteriori minorazioni. Il più effica-c-e ap– porto che noi po,ssiamo e dobbiamo· dare alla unifi– cazione socialista - s-e questa ha da essere con– trassegnata col sugg~llo della più asso!uta chiarezza e sincerità - sarà proprio il determinare i con– creti termini e le esplicite condizioni di qu-esto ·con– cel.to di ::iutonomia. Esso va co,1ìsiderato da due• punti di vista. C'è, anzitutto, un aspetto c-J;ie si _potrebbe d-ire statico: E, a sua volta, e,ss,o s,i sdoppi.a. Sta da- un lato la persuasione -che comunismo (almeno come si è at– tuato nella Russia, sovietica) è socialismo sono realtà diverse: e pè1, assetto sociale (e~endo ,incompati– bile col socialismo l'autocrazia totalitaria, il capita– lismo di Stato, l'elefantiasi burocratica e, dispoti~a . della Russia sovietica ed .inconci.liabile con lo' spi– ritç> social-ista il suo espansionismo militarista ,e im– perialista) .e per -regime politico (essend@ agli ìln-' tipodi dei socialismo la soffocatrice disciJY!ina to– talitaria di un ordine liberticida e l'abdicativo gre· garismo de1le masse inquadrate), e sop'rat 1 utto ,per valori ideolog,ici. e spirituali (al sociaiismo appart.e– nendo quei valori di iibertà, cli democratica auto– ileterminazione e di sviluppo della pci'sonal,ità, re– .pressi nel regime sovietico). Da ciò consegue la per suasione che Ja. conquista di una società so.cialista (la quale non p:uò avere per metro, quello storpiato ·e particolarissimo, ma tutt•aftro che fatale e inelut– tabile, della Russ-ia sovietica) e 'le trasformaziÒBi po– litiche, sociali, economich'e in funzione di questo obbiettivo non possono .e non debbono (se vogliono vedere salva la !oro essenza sodal<ista) essere ,che il. risultato di un'azione socialista ,condotta da un con· sa.p evole partito socialista, persuaso ,di sè e fiducioso d.el proprio compito. Con ciò i! concetto di autono– mia sgombra il terreno «;!alle· formule e dalle rj– serve mentali care al' fusionismo, siano esse l'auto– nomia intesa come autonomia meramente organiz· zativa di Nenni, i « due corpi ed un'anima sola,>> di Basso, la distinzione tra P.C. e, P.S ... come un mero· fatto storico, così innaturale da essere superato con un· processo di rimarginazione, od altre ciel genere-. · DaH'altro )alo sta il problema della posizione che iJ P.S.L.l. (0, comunque, un 'partito socialista, unificato) deve assumere nello scliieramento politico italiano. Bisogna francamente constatare eh-e il pericolo, que– sta volta, non sta a destra.• Lasciando ai· crratuiti e· inviper-i~i calunniatori il sogÌlare vcl!eità cti"'iwstre c_ollabor_az1o_n1 con le destre e con la borghesia 'ita– liana, riteniamo, ed auspichiamo, che il' convegno di Roma prenderà chiar-rssima posizione nei con– fronti della Democrazia Cristiana, denunciando quel– l'accaparramento delle leve di ,comando quell'ero– sione degli ù.stitnti e dei metodi della democrazia, quelle con·nivenze -con il mondo industriale e .finan• ziario della borghesia· che si contrabbandano sotto l'equivoco del « centrismo,» e della « democrazia» della D. C., Nom temiamo affatto ced,ime-nti, confu– sionismi e mani 1 e collaborazionisti.che per questo Biblioteca, .GinoBianco verso. Più spinosi, e più ,incresciosi (per il rischio di essere fraintesi · dalle masse lavoratrici) sono i rapporti a sinistra. -ed in particolare col P. C. Con -l'abituale tatti,ca comunista impegnata a corrodere e disgregare i partiti socialisti e a screditare, sabo, tare o impedire ogni i·niziafiva ,social<ista il :ve,cchio adagio « pas d'enne,mi à gauche » è div~ntato - e non certo pe,r ·colpa nostr~ - menzognero. L'esi– stenza stessa di un partito so,òialisla richiede di tràc– ciare dei limiti ben pre'Cisi n ei ,co nfronti del par– tito comunista. Non basta ,più di.re : nessun « patto d'unità d'_a~ione » che •inevitabi lmente significa,' più per lo sp1r1to -che per la lettera, abdicazione socia– lista. Non basta più nemmeno dire: nessuna ade• srlone a « blocchi del popolo»,· a « fronti popolari », o a, tulle quelle pseudo-coalizioni di sinistra ,che s-ervono al P. C. p-er soggiogare altre forze alla sua improba collaborazione, per accodarle alla sua mu– tevole iniziativa, per impedire ad esse ogni i,ndi– peridente 1JSplicazione. E. non basta nemmeno rifiu– tare tutte quelle, altre multiformi iniziative, di or,i– gine comunista, dirette a precostituire di fatto l'im• postazione dei·« blocchi del popolo». Bisogna ormai affermare, ad espeirienza fatta, che· 1a tanto vantata iniziativa comunista, un po' per le necessità (anche agli effetti internazionali) d-el P.C.I. rii ,chiudersd in una c:a.uta ed opportunistica difensiva, un po' per le necessità del P.C.l. di non rompere con nessuno, un po' per la subord>inazione di ogni passo ad una scaltrita ma !'>emissiva «tattica», non coì,noide ·più ·con la possibilità d'-iniziativa delle sdnistre italiane nè con gli interessi della classe lavoralrice. Anzi, que&to predominid comunista ,che tutto tende a con- . trassegn(lre col suo suggello. e tutto a paralizzare in fun~done ·della sua «tattica», sta provocando o mi– naccia- di provocar-e, di fronte ad un paese che non ,più si lascia incantare, quell'<isolamento del prole– tariato, che è stato 'cansa della sua sconfitta ne,] 1922. La sorte delle sinistre itaiiane va sempre più .netta· mente pro.filandosi nella ne,cessità di una com_pag-ine socia-lista, non solo sostanz·iafmente e ps 1 i.cologi,ca– mente indipendente dal P. C., ma capace di co·n– durre una propria iniziiativa di sinistra, ·senza chie– dere a quello, il beneplacito o sottostare al suo non, benevolo ,controllo. ' Ma, c'è poi un altro, un dinamico aspetto della, riaffermata autonomia. Non basta nè proclamare nè riconquistare !a propria autonomia. Occorre concre· tare, •in maniera a lutti evidente, che cosa s'intende farne, o-ssia come si intende esplicare l'azione poli– tica nell'ambito cli una piena indi.pendenza. J1 pro– blema, pnrlroppo, non è cosi semplice da porsi come alterna~iva tra il rimanere all;i opposizione oppure acced~re a! governo. Cdnsiste nel determinare quale opposizione s'intende condurre (a che.fini, ,con quali obbiettivi, coa che. -mezzi), o q1,iali ben precise con· cl 1 izfoni c·0r.3entirebbero (e anche qni a , qual fine, entro quali limiti, .in vista d, qual.ii ,preci~i impegni) una everntuale 1wstra coliabora zione al governo. Con– creta're qu-esta, '.J)os·izione è uno dei non ultimi scopi del' convegno di Roma. Quando s; ~;ono j:Jre.cisate le vie maestre da battere e si ha la coscienza di per- . correrle 0 di non discostarsene, un partito, anche se giovane, anche se ai1cora in formazione, ha ac· quis•ito la prerogativa della· chiarezza e quella. della coerenza. E non sono do!i disprezzabili in un paese che già sospetta di essere menato per i I naso dai partiti. IHfatti, se p_uò essere un guaio l'essere coin– volti (,cosa tanto più facile quando ci si trova tutti all'opposizione)" ·in una ,posizfor1e in cui non èi si riesce a di.stinguere dagli altri, aµcor peggio è; ,per la smania di distinguerni, vol&r sottilizzare e dire « ni » dove. gli altri dicorno «no» e trovare una par– ticolare sfumatura distintiva di rosso, quaNdo tutti ',:nfilano ·il herrettb, rosso. Quando si hanno chiara– mente in vista i ·propri obbiettivi, si son o dichia– rati i prOpN metodi, rese note le proJ! )r.ie direttive, momentanei accos'tamenti, a,ccordi ed allea :nze non sono più fomite di equivoci, ma situazioni normali nel gio,co politico. . Il lavoro non mancherà quindi per i compagni · éonven.u}i a Roma. E auguriamo lo sa,ppiano espli– ca-re con senso dii responsabilità, con avvedutezza, èon fiducia. Sappiano, che tutto il P.S.L.I., anche nelle più periferiche s.ezioni, ii sta a g~aF<;fare. Ed anche - come demo.crazia vuole .- a g1ud•1care. VERID!CUS
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