Critica Sociale - anno XXXIX - n. 17 - 1 settembre 1947

CRITICA SOCIALE 321 sola . radi.cale soluz~one per la complessa questione ebraica, e_ ne.cessano che gli uomini ,politici trovino u~.a soluzione urgente al_problema palestinese. Tanto pm ~he,. come la solu7:J,one della questione ebraica conc1dera con la ·soluz10ne della crisi d:ella società a!t~ale, così _la soluzione del problema palestinese · s1 mquadra m qut;lla dei rapporti fra grandi po·_ tenze; la quale ult>Ima, in •defi,nitiva può condurre a due esiti: guerra o pace. ' · Ambi, Ebrei e Inglesi in Pal•eslina. La l ogica conclusione di quanto sfamo venuti di– ,c~ n.do. ci port~ ora a considerare quali sono le con– d_ 1 z!on.1a~tu!lh della Palestina e quali sono le ,pos– s1b1Ma d1 risolvere questo problema e qu-a,Jile dif- ficoltà che vi ostano. ' Come già abbiamo accennato, il fenomeno di im: migrazione ebraica in Pai'estina è iJ contrario del primriti_vo e _ormai lontano fen_omeno che ha por– tato gh Ebrei ad abbandonare 11 loro paese. ·Esso è stato accentuato da con-dizioni favorevoli createsi in ~alest_ina d_opo ·l_apri'?a guerra mondiale, per me– r'lto dJ partlcolan congiunture economiche e del duro lavoro compiuto dai pionieri Ebrei e dai loro figli ambientatisi orma[ ne! nuovo paese e neJ nuovo la~ voro, i quaH avevano rapidamente perduto la men– talità d~gl_i. Ebrei della diasp?ra. Questi ptonieri, avendo 1mz1ato, con la fondaz1 0ne di c ofonie agri– cole coHettive, organizzate coi princi.pi di ,un co– munismo primitivo, poterono o tte nere r isultatti dav– vero notevoli, recando anche un generale benessere a t1?,tto il pa•ese. Nuove città sorsero, furono .co– strmte strade e scuole. Questo fervore di opere non mancò. naturalmentè, di favorire anche una evolu– zio'he lenta_ ma costante degli Arabi, che si può ve– dere paragonando sia l'aumento di popolazione sia -l'aumento· del reddito individuale, sill. ·lo svil~ppo della produzione araba palestinese, con quelli degli Arabi di altri paesi (Egitto, Siria, Libano Irak). Soprattutto il capita1e, importato dagli 'Ebrei pe,r acqUistare le terre che aumentavano progressiva mente di prezzo, favorì lo svi.Juppo d-eU'industria araba e conseguentemel\te di una nuova borghesia araba (4). Contempor·aneamente 'si veriiva elevando i1 tenor. di vita di quella popolazione araba a con– tatto con' i nuovi imm~grati, ciò che è nell'interesse degli uni, e degli altri, ed è quindi un sufficiente motivo di avviciname<nto tra i fe././ahs arabi ed i contadini ebrei, e fra gli operai delle due nazioni. Ma, se questa comunanza di interessi ha trovato com– prens<ione da una parte e dall'altra, ben più forte è stato finora l'odio che si è venuto accrescendo e. che tan!e volte ha dato origine a conflitti sangui– nosi, così da far ritenere impossibile la realizza– zione di uno Stato comune arabo-ebraico. All'ori– gine di questo odio sono gli interessi delle classi medievali arabe. degli effe1idi, per i quali •l'immi– grazione ebraica significa la fine dei loro .privilegi feudali. OstiJdtà verso gli Ebrei si è avuta anche da .parte della borghesia araba, nuova e, vecc).lia. Que– sta, infatti, vede nella· borghesia ebraica .una temi– bile concorrente, tanto più che nelle industrie ebrai– che i •lavoratori hanno un trattamento assai migliore di quello dei loro compagni arabi. E' vero bensì che gJ,i interessi delle due borghesie, soprattutto ,per quanto riguarda importazione e sfruttamento di ma– terie prime e sviluppo dei mezzi di comunicazione, possono coll-imare, ma la concorrenza porterebbe fa– cilmei;ite ad un fenomeno simile a quello verifica– t9si per gli Ebrei nel resto de-! mondo, dato che at– tualmente la -Palestina va verso un regime capita• listico, e, malgrado le comunità ebraiche e Jo spi– rito social>ista di molti immigrati ebrei, è difficile pensare -che sia reaiJ-izzabile .uno Stato sociaHsta, sia per le ,condizioni arretrate de-Ila ,popolazione araba rispetto a quella ebraka, sia perchè l'industria è appena sul nascere. §ia per la situazione internazio– nale. Tutt'al più si potrebbe avere uno Stato di tipo sovietico. appendice o no della Russ:ia, che certo non trascura questa possibilità; ma ciò non farebbe che aggravare il dissidio arabo-ebraico, creando nuove e più favonite ,classi dirigenti e maggior mal– contento. (4) Si veda: S. SCHWEIZEIII J_u-ifs et Arabes en Palesi.ne; pubblicato in Svizzera nel 1946. · ibliotecaGino Bianco Bisogna però anche dire che l'odio fra i due po– poli è stato fomentato dalla ,politica dell'Inghilterra, c!'i~ non seppe o non volle portare elementi di pa– c!fl<;az1on_e J?el Pi!-ese, _e da_l!a_propaganda. e dagli a-mtI dati a1 capi naz10nahst1 arabi dai nazisti e dai fascis!tl, fin dall'epoca della guerra in Abissinia. Questo dichiarò già nel 1939 Noel Baker conte– stando ,che le restrizioni del Libro Bianco di Cham– berlain s1:1ll'immigrazione ebraica fossero necessarie per pàcificare gli arabi (5). ~a quel tempo, datano anche l'organizzazione e l'azione delle bande terroristiche ebraiche (Banda ~ter~ e soprattutto Trgun Zvai Leumi), -la cui azione e- evidentemente intesa alla creazione di uno Stato esclusivamente ebraico, in contrasto ,con Arabi' -e lngl~si. e con gli stessi Ebrei delle organ:izzazioni uffic1a!I, che le accusano di fascismo. In verità que– ste bande sono composte in gran .parte di giovani d:J-ll'acceso spirito nazionalistico, formatisi in mag– gioranza n~lla ste~sa Palestina, i quali hann.o ,impa– ralo la -lez10ne dei loro antichi avversari fascisti e S<?no' nauseati dello spirito di compromesso dei dirigenti del!' Agenzia Ebraica e de11a stessa Haganà, g!'uppo. di r-esistenza ufficiale_ Ma, a parte ogni con– s1deraz1on,e morale sullla loro azione, è da credere che essa sia destinata a non raggiungere alcun obiet– tivo. Infatti, non si vede qual-e Potenza _potrebbe oggi 's0stenerli ,con reale efficacia e pa-lesementt:, poichè, se può essere int•eresse d:i alcuni circoli interna- z~o_nali appoggiare la loro azione d{ sabotaggi-o. dif– f1culmente un governo straniero potrà favorire il loro troppo acceso nazionalismo. 'La Palestina n.e-/ - gio.co de,,i contrasti internazionn-li. In questo nostr.Q troppo sommario esame de·l pro– blema palestinese abbiamo già accennalo alla poli– tica inglese •nei suoi ,confronti. Rileviamo ora quali sono i punti principali di questa politica. In un primo tempo (l'epoca della dichiarazione Balfour), appoggio agli Ebrei. Appoggio, .però re– lati·vo, mirante C'ioè, contrariamente alle inten~ioni dello stesso Ba!four e dell'allora Primo Ministro Lloyd George,. a fare della Palestina, non già uno Stato ebraico_ indipendente, ma una Home nazionale per gl,i Ebrei spostati e perseguitati, sempre sotto il con– t~oJ-]o inglese. In .un secondo tempo_ e solo in par– ziale contrasto con la precedente politica, s'iniziò il periodo delle restrfaioni, mirante ad impedire che gli Ebrei uscissero dal limite di minoranza, ·acqui– stando una pro,pria forza economica e politica. Que– sta azione, contrastata allora dai' laburisti, culminò nel 1939, quando Chamberlain parve volersi a tutti i ,costi ingraziare il fascismo -europeo. In realtà, però, è probabile che questo non fosse altro che un pre·– testo. _Finalmente, ultima, la fase attuale. Contraria-✓ mente al previsto, il Governo laburista non si è spo- , stato dalla linea precedente. E qui può essere i·nte· ressante analizzare i motivi di questo comportamento. Dire che si- tratti di cieco conservatorismo della po– litica estera britannica sarebbe avventato e certa– mente falso. Tan'!o più che_ a parte quelle che pos– sono essere le opinioni personaU di Bevin, è evi– dente che una simile politica 'non può che essere fori~ra di guai maggior~. Pensiamo i-nvece che l'In– ghilterra, non potendo rinunciare al controllo sul– l'oleodotto di Mossul, spaventata dalla minaccia russa sul Medio Oriente, posta di fronte all'atteggiamento Jncerto degli Arabi e a quello ormai ostile de'i nuovi Ebrei palestinesi, si sia trovata chiusa in una stretta da cui avrebbe voluto e non ha saputo uscire. Si tratta, insomma, non tanto di cattiva volontà, quanto di impotenza causata anche, del resto, dal generale indebolimento della posizione internazionale dell'In– ghilterra di fronte al rafforzamento- del!' America e della Russia. Così la politica inglese ha mancato di audacia e ormai l'Inghilterra stessa ha perso molte del-le possibilità che aveva, dovendo pur cedere sul– l'autonomia della Palestina, di assicurarsi importanti vantaggi, -lasciando che la decisione di creare uno o due Stati .palestinesi sia presa dalle Nazioni Unite. Resta ora da considerare l'atteggiamento delle al– tre grandi potenze. Esso è apparso già sufficien- (15) Si vedano qu<>ste ed alltre dichiarazioni di uomini po– litici inglesi lahu.ri- sti nell'articolo di CHA.RLES ,v1LLIAMS, The record in Palestine, in The american Mercury, maggio 1947.

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