Critica Sociale - anno XXXIX - n. 15-16 - 1-16 agosto 1947
272 CRITICA SOCIALE no posto nel rive,n?icai:è a s~ !I ~inistero degli _In– terni. che è jf solo 1,lcui domm!o sia dell_a stess_a i!Il:· portanza di quello del'la ,Pu,bbllca' Istruzione ai_ f~m della ,condotta tattica della propaganda democristia– na (e gli « esperimenti » di Scelba ins-egnano). Una .volta poi che essi s-i,siano as•sic~rnti ~l.Mini– stero, la loro azione si svolge su due direMnc1 fon· damentali e con comi.tanti. Da una- .parte: rafforza– menito del'la propaganda religiosa, ricorrendo, attra– verso pressioni •sui provve1itori ~ p~e~idi e dìréttori abi.Jme111tecondotte con circolari d1 ingenua appa· 11enza,a forme di velata obbligatorietà dell'inse-gna– mento religioso e di atti di -culto -totaHfari; e po– tenziamento ,della ·scuola ,privata che oggi, in Italia, è nella sua stragrande maggioranza co·nrf.essiona•le, con la conccs1Siol1ed•i,,parificazioni ed altri accorgi• menti .tecnici, quaH, ad. esempio, .certe ispezioni or– dinate ,per ,dar ragione ai ,reli,giosi e torto aLJe com– missioni es·lerne (1). Dall'altra: attuazi-one idi riforme •mi-ranti a r-affor· zare sempre più l'auto-rità ,de,]M;inistr'o, così da dar– gli quel l!)otere ,discrezionale che gli permetta di no· mi11are o destituire insegnanti e funzionari a secon– d'a·che siano o no graditi. (2) Si badi poi che ·akune 'di queste .riforme· sono di quelle destinate -a -durare, al– meno fino a quando il Mini.stero resti in mani ,de– mocristiane. Ed è certo- che i democristiani so•no ben " decisi a tenere il Mini-stero fin ,che sarà possibi,le e non pensano che potrebbero essere eliminati quan– do l'opinione pubblica sia stata avverti,ta -del loro gioco. E neanche temono che quesio -rafforzamen– to del!'autorità mfoisteriale possa in avvenire es• sere utile a possibili lo 1 ro successori di ben altre ten– denze e colori, anche se altreManto intramsigenhi .. Le ma11JO-vre di Gonèinlue· lle reSP'OllliSabWiità de,i par,t,i" ti laici. · Questa è stata, u·elle sue linee generali, l'azione svolta da Gonel'la in -raip,presentanza del suo partito e ,di ,quell'altra organizzazione assai più vec,chia e pe· sante che è la Chies,a caHQ)ica. Azione accelerata. e p:reci,pitata, ed è qui. éh!! il Ministro· si è fatto coglie– re in fallo, -per poter varare attraverso ,decr.eti legge le riforme più interessanti, prima -che, finito il pote· re legislativo de·! governo, questo fosse costretto a far approvare i -suoi progetti ,da un Parlamento. · 'Troppo lungo sarebbe qui enunforare tutte le ma– ·novre compiuJe durante il periodo del suo governo da,! rninis1iro Gon 1 ella. Molte, del ,re·sto, sono- state ,gi'à denunciate dai ·giornali ed in sede di Costituente. Qualche cosa, tuttavia, vale ·-Ia, pena -di !l!icordare. An– zitutto il suo modo -di agire nei confronti del Con– siglio Superiore. La questione sorse. a ,proposito de-i professori universHari nomina,fi dal fascismo per · chiara fama. Erano, questi, ben 41 e, secondo la legge, i'! Consiglio su.per-fore aveva,. aggregandosi nei stngoli .casi dei ,competenti, giudicato che uno so-Io era me– ritevole di essere confermato e che gli altri per con– servare '1a cattedra av•rnbbero dovuto fare .un regol"a– re concorso.· Il ministro, invece di bandi11e i concor– si, chiese· alle Facoltà (e neanche· a tutte: a Torino per un noto p•rofe-ssore ,di letteratura italiana non chiese .nulla) 1,e erano contente ,d-i quei, ,professori, che riconfermò senz.a tener conto del parere del Con· siglio. A1cuni membri ,di questo allora ·si dimisero, ma il riJ.,inistro si guardò belJ!e dal dimettersi an~ che lui e si affrettò a•d indire quelle elezioni ,che, se si, fossero effettuate, ,sa•rebbero state una burla alla democrazia. Il ministro, poi, -aippoggiandosi ad un princi.pio -schiettamente democratico, indisse le ele- (1) Si veda quel che è successo-·receute~cnte a Cremona ed è stato denunciato dal-l'Italia socialista del 26 luglio. (2) Per ora si tratta, come vedremo, delle nomine dei pro– f,essori universitari, che il ministro cerca· di dirigere. Per gli insegnanti elementari " meçn la co~a è più difficile, dato il numero maggiore, ma qualche accorgimento si fa presto a trovar! o, Del resto, le parificazioni concesse alle scuoLe pr!J-. vate sono certo un primo passo anche verso questo risultato- Biblioteca·Gino Bianco zioni anche per il Congjglio delle scuole meidhe ed e– lementall'i, che prima non esisteva. Senonchè. demo– crazia vuo'1e c he 1utt i gli interessati ,possano pre– sentare .Ja loro can.di ,datura, ka,cciare un foro pro– gramma, orient ane' l'o pinione degli. elettori.· E p,ro– prio questo •non piacev·a al ministro, per il quale era ne,cessario e ,sufficiente che ci fo•ssero, come c'era– no, le 1iste deiJJ'Azione ,caltoli,ca. !Non solo, ma, arbi– trariamente, egli volle ren.dene obbligatorio il voto, misura non molito ·democratica in sè, ma addirittura– a.ssurda ,dato che una -soJ,alista sarehbe stata presen· tata. ,E non insistiamo s,u quell'indagine ,circa l'at· leggiamento ,pòlitico ,cl!egli ·eventuali ,candJdati, già, de– nunciata daUa stamipa. · Analogo sistema, e questo non è stato ancora reso noto, vuo'le usare H minist,ro a .p,roposito ,del!a ri– forma da lui ,perfezionata dei concorsi per ·aattedre u– niversitarie. Secondo il ,sistema attualmente in vigo– re, i giudici delle commis-sioni sono nomina,ti dai professori delle vari,e Facoltà. Secondo i1 .progetto min-isteria,le, -che si ammanta di demoorazi-a, giudici dov,rebbero essere tutti gli ordinari ,de.Jla materia messa a -concorso. -I giudici, peirò, non potrebbero riu– nirsi collegialmente, ma verrebb,e,ro richiesti di un parere, ,che ·sarebbe vagliato dal Consi,glio superiore (quello ·stesso che a Gonella sa11ebbe fanto piaciuto che fosse sua creatura) attraverso un sistema di s·cru– tinio · le -cui modalità appaiono 1utt'altro ,che chiare. Tra l'altro, in caso -di parità, giudice ,sarebbe una r:ommissione nomina-la dal ministro stesso, il quale verrebbe ·ad essere così, in- ultima analisi,, arbitro della nomi,na; ciò che costituisce, -senza alcun dub- bio, l'aspiirazione finale dell'on. GonelJa. · E pot•rernmo continuar.e. Dalla 'J)retesa di finanzia– re a spese dello Stato le scuo.Je private ,a quelfa di far pagare ,a tutti ugualmente le tasse scolastiche, compres,e quelle universitarie. Anche qui, sotto l'a,p– parenza della democrazia si .ce.Jal'in.sidia. Se questo sarebbe giusto ,i,nfatti, in una società socialista, nel• la so-ci,età attuaoJe costituisce ima patente ingiusti-zia. Tanto più in quanto lo Sta,to, privo di q,u,egli 1ntroiti che. i, ,più abbienti potrebh_ero -da-rgli, non può pensa– re ad aiutare concretamente i meritevoli ,poveri, per 1 quali non basta -che -la tass,a sia minima, ma oc– corrono sostegni 'Più -sostanziali. Ma ora ,un'altra -cosa vogliamo diire. Ed è che i partilt.1 laici si -suno assunte grandi responsabilità non prevedendo e non ,combattendo <1 tempo, quan· . do era iPOssibile farlo, questa intromissione demo– cristiana nella scuola. Ricordiamo, infatti, come co– munisti! -e fusioniisti, malgrado a'intervento di alcuni nostri compagni decisi ~ ,comba-ltere in difesa della laici,tà della scuola, -ce-dettero facilmente alle pretese democ!'isHane sulla scuol a, prima di: sanzionare i-1 loro atteggiamen,to tatti.co opportunis,tko con il voto aU:Fartico,lo 7. Essi, ,come tante altre volte, non -com~ presero, o, peggio, subordi,narono aid un lor.o suc– cesso. itrnmediato ed a loro vaptagg1 personali (l'effi– mero ministero degli Es.f.eri di Nenni, ad ,esempi,o) il danno enorme -che arrecavano alla Nia,zuone ,inte• ra ed -al suo avvenire dem'lcratico. E quando, co– -m,e ora, si oppongono al governo nel futile tentati,vo di far risorge,re il Tripartito, altro n on f anno che cont1nuare lo stesso ,poco limp1do gi ,o.co . · Nè a queste res.ponsabia,ità, sono .sfug gi,ti i cosi.detti liberali, ÌI quali (salivo ,qualche intervento personale come quello di Bemedetto Croce in occasio ne delJla recente· di-scussione alla Costi,tuente) han.no mostrato chiaramente una volta di p-iù di non essel'e aH,ro ,che i, rappresenta;nti ,degli inte,re.ssi materi-alÌJ de1Je stes· se •categorie sodali che appoggiano la democrazia cristiana. Quanto aillla.loro ideologia, -che ha ,colille presupposto fondamentale il lakismo e la di.fesa d,el– la I.ibertà, ,e quindi •dell'in,dipendenzia. ,dell'insegna– mento, essa n-on è orniai più per la -maggioranza _dei lihera!li stessi se non un insieme di formule ·retor i– .che che ,posso·no servire ,d,i1 travestimento e atti.ra ,re qualche ingenuo. · La ,conclusi,one di questo discorso non può e-s· sere che una: difesa delJa libertà, ohe si i-dentifica, nella ,scuo.Ja, con la difesa della faicità. Bisogna irrupe· dire che i ra,pipresentanlti de'Ne chiese ,di ogni ,color,e possano ·dominare i settori delicatissimi della cul– turia e ,dell'edui;azi:one. · PIERO GALLARDO
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