Critica Sociale - anno XXXIX - n. 15-16 - 1-16 agosto 1947
3()2 CRITICA SOCIALE ,,; essa po'.rebbe anche rion d-lsintercssarsi de:Ja Lega Araba, del Medit~rraneo, del Marocco•, IQ ogni caso, però, questi paesi, pur essendo dl vecch: a civiJtà, sono 'n ritardo sul nostro s~iluppo mccc~nlco ed avranno qu·ndl ancora bisogno d.ll' Occ1dente: Il _qua e dovrà perc:ò ancora occupare un grande posto nel.a vita ~e-I co,n– tinente as:at co: non più, forse, nella forma anteriore che oon teneva sufficiente con:o de l'individual:tà politica dei po– poli, ma sol.o Ja forma d.lla associnz one. Non più il prc– tcttorato !ll.a il trattato •.. Forse l'età del 'Occidente in Asia. non è terminata come si sarebbe portati troppo facilm.nte a credere: essa camb!a so– lamente. Ma si tra:ta di un'altra Asia, ci dovrebbe essere anche un al)ro Occidente. p. ga. e g. p. Ciò che si stampa Riumanizzazione del lavoro. CoJ· titolo Problèmcs humai11s du mad1inisme tnaus.rtet (Fa.r)s, Gal!imard, 1946), Georges Friedmann ripresenta, so:to un a.tro angolo visuale-, il prob ema che già Henri Dè Man aveva discusso ne. ,suo l bro <..( La gioia nel lavoro:..: se la cultura modtrna si scorge nell'incontro de:l'att~vità operos~, dobbia:no proprio cacciar fuori eta ogni cu tura coloril che Sembrano destinati· so.tanto al lavoro~ specialmente la massa operaia? Il problema si è pres~ntato proprio come reaz· on~ n aueila che vien chiamata la nazional'.zzazione o l'organizza.::Jone .icien .. tlf ca del lavoro, che l'americano Frederic \Vinslow. 'l 'ay.or ha studiata e perfezionata. L'obbi<,tlivo che egli si propo– neva era di riuscire ad un au::nen~o nel rendimen!o ùt'lla pro~uz one, non solo perfezionando lt renùime.nto delle ·m~c- •· eh.o ... cosl da raddoppiarlo, ma « raziona:izzando » il lavoro umaflo con l'eliminare i movimenti inut li e le dispersioni di tempo, ciò che portav.a a.In disu!Qanizzanione del lavoro stesso. > A presc·ndere dall'aspetto economico e sociale d:J sistema eh~, costituendo, secondo il TaY~or, la migÙor via per at– tuare la prosperità, avrebbe annu lato le ragioni di discordia e ass curato il ben~'ssero agli operai e tol~o ogni ragion d'es- 1sere alla lo,t~a di classe· (donde l'opposizione de·i s ndacati operai che· neL'individualizzaz one dèll'operaio vedevano uno sfrm;nento per sp.zzare la base collettiva de!le rivendicazioni di· c asse), sta di° fallo che codesta razionaliczaz:one del la– voro por~a a un'accen:uazione, anzi ad una esasperazione della cond'zione di « disuman:tà > d.l proletariato denunciata dal Marx. « L'op.raio, egli scrisse, che per dodici ore tesse, fila, tornisce, trapana, costru: sce-, scava, spacca le pietre, le tra .. - \ . sporta, ecc., cons dera eg i fors~ questo tessere, f_ilare, tra- panare, tornire, costruire, scavare, spaccare pietre, ecc. pe-r dodici ore come manifestazione della sua v'.ta, come vita? AL contrario. La vita com ncia p.r lui dal mo{!lento in cui cessa questa attività, a tavola, al banco dell'osteria, a letto» (1). Ora ff Taylor è andato più in là, separando nel lavoro stesso il pens ero daJl 'ese-cuzione, ponendò 1 da un lato tut:a la preparazione teoric8_ e tecnica ·del lavoro parcellare e dal– l'altra gli operai che non hanno da far aMro che esegu:rlo, arrivandJ al punto da inter,rompere un operaio che g'i fa– ceva qual che domanda : « Non vi si domanda di pensare I Ci sono altri pagati p:r far questo~, La reazione a questa metodo ogia è stata provocata anche da questa osservazione: che, ha i" coe(ficenti di un maggior rendimen~ 0 del lavar-o, non ci sono soltanto dei fattori tec– nici, ma Elnche del fattori umani, ni:nte affatto trascurabili, Cosi, un'inch esta condotta fra iJ 1927 e il 1939 alla Western. Electrlé C. ha dimostrato· che nessuna modiflcaz'one ne:1e con– dizioni fis'che o f nanziarie del ,lavoro produce effetti prt– vedibili o calcolabili nei r·guardi de] rendimento, se non la si connette a~l'attrggiamento morale e sociale dell'operaio. La cast~· z one provoca la Jliffidenza. Possiamo quindi affe-rmarè che c'è sempre vantaggio a Interessare l'operaio al metodi di razi·onaUzzazion::!, a destarne la spootalleità e la r fless'onè. Perciò, mentre una parte del metodi <1trettamente. tecnici si (1) La cilazl-one è tol!a dal Jibrlt,!'ino _di . brani trascelti da Giu"ano Pischel: Carlo Marx, Pa</tne di fi.osof1a pol,1,ca '(Garzanti ed,), un'anto'ogia di" pagi_ne scefte di Mar~ che « -vuol e-ssere p~ù che un punto d arrivo, una pedana d1 par– tenza per u~ u!terior~ approfond mento» dell'ope_ra di Marx, « una traccia di (Juanto ad una persona di _normale cul– fura è oggi ·lndispensabìle conoscere di Marx >. Biblioteca Gino B_ianco contentavano di piegare l'operalo alla loro r!gorosa disci– plina, l'oFgan zzazione scLntifica del .BiVoro c:-,rca ades·so dJ conquistarlo con mezzi attint· alla ps'cologla collettiva. L'ob– bl<!ttivo a cui si tende è di far diventare l'cp,-aio pnrt~ In– tegrante deJ:'az enda Intesa com, una comun:tà, Chi si sente e-straneJ. al luogo del suo lavoro r mane più o meno estra– neo al suo stesso lavoro. Co:ne .... riuscirvi? Operando sul contorno umano. dell'opera!o, cioè sui suoi rapporti coi suo· compagni, col quadri, col dirigenti. IsplraÒdosl II un d.tto del Proudhon che li vero t rocin:o non consiste nell'.mparare un so o mestiere, ma pa– ~ecchi, « bisogna», scrive li Friedmann, che la plastlcllà pro– fess: onale risponda alla plast'cità tecn ca dei.'indust.-Ia. Bi– sogna che la pollva:ena del tirocinio risponda al po·it.c– nlc smo del laboratorio meccan!zzat 0 e continuamente r:tra– sfor:nato dal progresso». Vale a dire che si han da creare nuove forme di Istruzione professional.:, in cui si combl- ,,_ nino nozioni teoriche ed esercizio pra~:co. « Un t'.rociulo s·- mi e im,plica una nuova e piena conccz.one, dell'educazione, in cui si affermi, sup.rando le vtcchie uman tà, un uma– nismo che conc'.lii cultura e m~stier.e ». Insomma, chiosa Jeon Lacro x nel Monde, « perchè l'operalo torni atl Jmpnrnre la gio:,il del lavoro e trovi la felicità ne:l'azieilda, non bas!a che vi coop.ri, bisogna eh:? ,·i aderi•s~a npp euo ». Ma qui si ripresen:a il pròb:~ma cosi come abb:amo visto che l'aveva posto 1 ~arx: come può l'azienda moùernn, in• tesa quale indiv'.dua ità di organizzazione e dl tecnica, en– trare positivament.: nella cose enza operaia, se essa le è eco .. nom camente estranea e se ~ 'op .raio non può sen!:,r· a ohe ne– gativamente, c'.oè come un'enti~ t picamente capltalist ca? . Si pr.sentano cosi a'.curie di~coltà che ~ono estranee al a vita stessà della fabbrica e s' rif~rlscono alla consapevolecza di classe ed al a sol' darie·tà opera:a: iJ Friedmann prean– nuncia che se ne occui-,erà in un pross irro vo'ume intllo– lnto Saggio sulla ciui.tà tecnica. Marx, p.r conto suo, fin dal 1844, nel Milnoscrillo economico-filosofieo aveva ri"so-lto quel problema al fine del « ritorno dell'uo:no 'a se ste-sso >, dell'ascesa dalla d:sumanità all'umanità, cosi: « Il con1unismo c9me posit ,·a. eliminazione de!Ia propr!età pr,lv'àta, com.; auto:-straniazfonc spontanea dell'uo:no, ~ perciò come reale appropr:az'.one dell''essenza umana per l'uomo e per mezzo de.l'uomo, è pertanto comp·e-.o, consapevole rl .. torno de·ll'uomo a se stess-o, come uomo soc 1 ale, c·oè come UOlmo umano che avv ene en!ro l'intera ric ..hezza dello svi– luppo s n~-ra 1 avvenuto. Questo comunismo, come p.rfétto na– turalismo, è egua~e ad umanismo; come perLttJ umanismo è. egua e a naturalismo. Esso è la verace soluzione. deJI'an– tagonismQ tra uomo e na:ura e tra uomo e uomo, la vrr~ce soluzione del conflitto tra or!g!ne- ed <.ssenoo, tra estrania– zione e autoatt:vità, tra I bertà e· necessi:.à, tra individua e specie» (2). La d sumanizzazlone del lavoratore fu nel'a civiltà ~•pi– talistica attuata ~ accentuata per- Il ratto che, avendo l'lm– prcndl:ore per unico obb:ettivo la. fabbrica del prof tto, ogni fattor.; di essa, macchina e µomo, era considera!o sotto l'an– golo visuale de. la funzione che compJva; co:ne organo di qu.lla J:unzione, senza a~cuna consid.er.az :one J?er, l'essrre umano, come tale, che la eseguiva. E ·come per opera del- • l'imprend tore .itel pre•s:atore d·'opera si estrania l'uomo, cosl si era formata, e p.rmane, l'estraniazione del Iavor'Alore nel suo prodotto, la qua·e, secondo, il Marx, « s·gnifica non sol– tan:o che il suo lavoro diventa un oggetto ed acquista una e-s·stenza esteriore, ma anche che esso esiste .al di fuori di •1ui, ind!pendente, ed estraneo 8 lui, e diventa una forza a sè di fronte a Iui e la vita che egli ha dato ali 'oggetto gli si pone d' contro osti e ed estranea ... » (3). Or dunque, e-eco che ,Ja riumanizzaz'one del pro 1 etarlo si viene abbozzando e foggiando, nel ,tramonto del!a civiltà ca– pitai stica, nell'interno, per 'impu so e col ~~ncorso della !~C– n· ca, del'a sc:eoza e deJla psicologia, nel. esterno per 11n– tuiz one dc;.1 pensiero filosof· co marxista, « il quale-, secondo Luigi Dal Pane, si muove più. ne!la sfera idealJst·ca •che in quella d·el materialismo naturalistico», e dando « al mo– vi!Ilento soc· alist· co il fondamento di scienza e di ragione>, ha infuso la fiducia neL'id.a!c in modo cosi efficace, da esser « riusc'.to a far entrare il socia! smo ne~le sJmpaae ge– nerali e a farlo dlven~re un elemento deJ:a nostra atmo– sfera soci al-e ~ ( 4). Stlcus (2) Da'la c'tata Anto)ogia (p. 43). ~on oc"orre d"re che qui comunismo ha un valore pura:nen.e stJ-rrco per diffe,. -renziaTsl dalle concezioni al ora h1 voga del--S(!C11llsmo, uto– p·slico e che non si appaia affatto .al modo '!' cui s In– tende oggi di fronte al socia'ismo, mentre •. n.,.l.a concezione f nalisr ca marxiana, cc,! socialismo si Identifica. (3) ID, lbid., p. 114. 'I I' f (45 Luigi Dal Pane: Libri di politica: Rou~l., ne a r • . • vista e Fatti e leorle > (Giuffrè, Milano) II~ fas~1colo, P!'g, 74;
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