Critica Sociale - anno XXXIX - n. 15-16 - 1-16 agosto 1947

300 CRITICA SOCIALE guerra mondiale, quando il governo di Mosca, volendo moh;~ litare tutte le forze a difesa del paese, pensò di avvalersi della chiesa, che poteva ottimam~ute servire a sostenere le masse contad·ne ancora profondan1ente religiose, mentre il ricono– scimento di questa era anche un ottimo mezzo di propaganda, specia!mente di fronte al·l'lnghilterra ed all'America. Per que..: sti motiv 1 il governo ,sovietico dimentic? di essere ateo, ,e il 4 settembre 1943 riconobbe formalmente la Chiesa ortodossa. Ora vi sono in' Russia 20.000 comunità 1 1 cligiose con circa 30.000 pret', dieci scuole •t•eo-logiche e seminari, e a Mosca una Accademia di teologia (recentemente ne venne apcirta una anche a Leningrado). Sono .riso.rti 90 monasteri, maschili 0 femmin 'Ii. La Chies_a greco o:r,todossa si divide in 89 eparchle (arciv,escov9idi) e_d .è amministrata a Mosca dal santo sinodo· che è formato da tre ll:\elnbri permanenti (i met-ropoli-tan'i · di Leningrado, di l{iew e di I{rutitz) e dè. tre vie-scovi che si alternano. Al culmine dell'organizzazione sta il 'patr'arca « di Mosca e di tutta la Russia ». Il patriarcato pub):>lica uno sp·ecia'e giornale. Esso è .-edat– to ,suHa ~ecch ·a linea conservatrice della Chiesa ortodossa e conduce una attiva p1:opaganda religiosa. Le autorità ·sovie– tiche appoggiano in pieno l'attiv'tà dei preti: ITTumerosisSÌJ:I!e chiese nazionalizzate vengono rCstituite ai ,comuni e rinnovate; alcuni conventi che erano st8.ti t,rasformnti in musei aut,ire– liglosi .vengono riprisfnaH. Non si sente più parla~e del me– v'm.eqto, un tempo assai attivo, dei « senza dio», e la Chiesa ricev.e sussidi dallo Stato. Tuttavia •la Chiesa ortodossa è r'gorosamente subo,rdinata al controllo dello Stato. Nel Con~ig°io dei ministri sors~ fin dal 1943 uno specia,le « consglio per gli affari della Chiesa ovtodossa » .çd il p.atriarcai di Mosea deve averne il benestare per le sue nomine, e per .le misure importanti che eglL folten– da adottare. La Chiesa, ,cosi!, esplica· le funzioni di uno spe– c'a·le organo ecclesiastico dello Stato, Essa quindi considera come suo compito sostenere e p,ropagandare tutte le misure del governo, sia all'interno del paese Sia all'e:st<ro. Il patriar– ca Alexij ed altri capi della chiesa hanno anzi fatto viaggi all'estero per ricostituire il collegamento con le ch'ese orto- dosse degli altri paes'. - E' i1Dt.eressante ora confrolltare queste notizie cori , I.ei affer– mazioni contenute in un articolo del Giovan~ bolscevtco, gio.r- · na!,e ufficiale d,ella Lega dei. giovani comuµ'sti, riprodotto. dal– -l'Eco de.I' mondo di maggio, Il giornal" eomunis.ta Tisponde alla lettera di un me:i:p.bro deila Lega. Esso dice, fra J'altro, che il partito comuni-sta « insistette sulla necessità di sepa-, rare la Chiesa dallo Stato -e la scuola dalla Chiesa » che « ,la - Chiesa uon ll'·ccve alcun sussidio da.Jlo Stato» e che « non e– siste una religione di Sta-to nell'U.R.S.S. e tutte Je religioni sono considerate pari di diritto». Il partito, però, cO-ntinua il giornale, non può essere indifferente verso l'atteggiamento religioso assunto dai suoi membri ». E, il giornal,e cfta Lenin (« Il partito considera la religione "come una questioµc pr·vat~ nei riguardi dello Stato ma non n::-i propri riguar– di ... ») e Stalin (« Il partito non·, può essere neutrale verso la religione; esso svo.Ige propaganda, antireligiosa contro tutte le superstiz·oni religios:-, dato che esso favo-risce Ja scienza e ·,le superstizioni religiose sono contrarie alla sci•enza, ogni relig· oue essendo in certo qual m.od- o una contraddizio.ne della scieIDza »). - E l'articolo conclude che ·quei me.mh: ri della Lega d-ei gio– vani comunist; che sono ,religiosi e si richiamano aila libertà di religione sancita dalla _C_ostituz'one hanno torto, poichè la Lega raccogl e la parte ·più progressiva ., eosci,mte della gio– ventù sovietica. Quindi •Se un suo membro « orede in Dio e va in chiesa, egli v ene' a mancaPe ai suoi doveri ,cioè egli non si è libe-rato dalle superstizioni relig·ose e non è diven– tato una persona pi:nam.ente cosciente>~. E' lecito r·cavare da· que~ta contradizione, cosi palese che neppure la più gesuitica delle casistiche potrebbe ,risolverla, una conch,1.sione? Anzitutto è <:vdente che tra i due, Stato e Ch'esa, vi è incompatibilità. Ora lo Stato intende servirsi, nb.n pot~ndo ·,eliminarla, .della Ch·esa ai suoi fini. E la Chie_ sa, tolti elementi c!J.e funzionano da quinte colonne e, che mol– to probabilIÌl.~te non mancano neppure neU'organizzazione ' dello Stato, .si sforza di sopTavvivere, fino a quando l'imbor– gh-esim.ento i,n atto dell'Unione Sovietica le 'darà nuova ragione di essere ed -anche nuov~ funzione socia,le ,c·oè non una mis– sione di rcdeinz·ione religiosa ma un compito di ,conservazione. In sostanza ,questo cOnflitto, mascherato appena dal col1lpro– m,esso, che pC.r noi ricorda gli atteggiamenti successivamente cont•radittori del fasci,smo e della Chiesa cattolica nei loro ral)porti, mostra ehe in realtà l'interferenza di poteri sostan– zialmente diversi ied entrambi i.incapaci di elim ·narsi genera -· una situaz· one di attesa e m'Rgari di ll'eciproco aiuto e sfrut– tamento. Come poi ·noi crediamo Che 8.ndrà a fin:Lr.e, 10 ab– biamo già d<Afo, Biblioteca Gino Bianco Commenti allaConferenza di Zurigo. ' Lou·s. LBVY in « La revu.e socialiste. del lugilo, dedica un sucèi.nto commento alla conf.erenza internazionale di Zurigo. ·Sorvol&ndo sul problema italiano ( « una proposta francese tendente ad ammettere il partito di Saragat come osservatore non fu accettata. E non poteva esserlo po ,chè Pietro Nenni vi si opponeva .•. »), li eompagno ,francese si sofferma invece sul– la mancata ammissione de11a social-democrnzia tedesca e sul– la delusione da qu;sta provata. L'ainmlss'onQ noil fu appro– vata che a maggioranza semplice, mentre occorreva la mag .. gioranza qualificata <lei due terzi. « Non c'è bisogno di in– sistere sul fatto che, eccettuata la Palestina, tutti i voti osliJi sono quelli ·dei compagni dei Paesi orientai'. Ma si è rima– sti sorpresi dell'atteggiamento dell'Italia, la quale si- è aste– nuta. Dopo tutto, il suo popolo ha; sopportato_il f11sc'smo ancora più a lungo del popolo tedesco, Questo voto apparve ancor più sorprendente per il fatto che Pietro Nenni, partito alla vigilia dello scruUnio, aveva manifestato l'intenzione di votare a !avore della ammissione. Ma Basso, che lo sostitui– va, dichiarò che non si ,sentiva suffic entemènte, lllumi~ato per potersi pronunciare. Non voglio :far dei commenti; ma allTi 'ndubbiamente commenteranno il fatto, ed in ispecie i socialisti del pa,rtito cii Saragàt ~- Dopo di che, non c'è bisogno di aggiungere altro. ' Vedi amo, invece i commenti ·del ·giornale socialista svizzero ·voU,srecht .il quale nel nuinero del 25 giugno scrive: « Si dice c:µe Nenni fosse personalmente per l'ammissione dei tedeschi, m·a •nella delegazione fu messo in minoranza da Basso una f'gura piuttosto discusSa, che esercita attuai.mente un~ in .. fluenza decisiv11 nel partilo di Nenni. Ma polchè Nenni fa tutto guello. che Basso vuole, egli ne porta anche la respon- sabilità». · Un altro commento !nteressante ~Ila Conferenza· di Zurigo è quello di François Bondy pubblicato dalla rivista mensll• lapuris,ta Socialist Commentary. di lugl'o. In Italia, scrive il Bondy, le. forze sociaHste si sono divise in due gruppi: uno ii tendenza· orientale, <:omunlsta, e l'altro con preferenze occ dentali, europee. A Zurigo il gruppo orien .. •·tale, ehe g· à precedent~mente,· neUa votazione per l'ammissio– .-ne della Ger,m,ania, si era astenuto, e stato ufficialmente ,con– fermato come' il solo qualif'cato per il riconoscimento. La sua delega2ione, con Nenni e soprattutto con il fllo~comunista Bas– so, nascose alla Conferenza, fino alla seduta decisiva, un te• legramma sped ·to dai deputati dei due 0 partiti socialisti (tra i. quali Tremelloni e Pertini) i quali richiamavano la' Con– ferenza alla opportunità di fare dei passi per .ristabilire l'u– nità socialista in -Italia. Questo solo fatto sottolinea la ~on– clusione clie l'inqualif ·cabHe appoggio dato a Nenni contro Saragat è una decisione. ingiusta. Invece di ascolta·re i due partiti in sessione plenaria e di conside:raire le conseguenze politiche del conflitto, solo una consider.azione formale venne ·. tenuta in conto. Nextni aveva, senza dubbio, un grande van– taggio •SUI' terreno formaile, e :fìece impressione sui delegati ri-– levand0 le conseguenze neglli altiri Paesi se la scissione fosse c·omunque incoragg'ata.J, ' Il paradossovietico. Cosi intitola Gérard Horst un suo art· colo (Servir, 10 luglio) in cui, constatato che « la divisione dell'Europa in due bloc– cht è praticamente cosa avvenuta» e che la responsab.Jità di ciò spetta innegabilmf:n'tie alla Rus•sia », egli ana1izza le cau– se dell'atteggiamento soviet'co, il quale « obbedisce ad una lo– gica rig~n-osa », e ne trae interessan.tr de_duzioni. Lo' Horst ribadisce il concettq ormai acquisito, e già illu– strato sulla •no,st-ra riv!sta (si veda tra l'altro! l'articolo di Fritz Sternberg da ,noi pubblicato) che l'attuale regime russo è determ·na_fo dal• fatto cho in quel paese si è. tentato di rea– lizzare il sociaJirsmo mentre mancavano le precònd'izioni del socialism.o stesso,- che sono l'industr'alizzazione e· la prole– tarizzazi~ne, per cui gli sforzi della Russia si ,sono dovuti indh.1izzare all'aumento della produz:one ed alla sicurezza na– zionale, ciò che ha favorito 'u rafforza;si de~l& dittatura ed ' il decrnare della eultura al punto da smentire il marxismo. Cosi . si è vista ·la « patria dei lavoratori sacrificare -succes– sivamente per la sua sicprezza :qazionale i· proletariati cinese, tedesco e indocinese». D( più, nonostante gli sforzi già fatti e quelli che -si stanno facendo, è' facile prevederç che 1é co~– dizioni di inferiòrità della Russia dureranno anche nei pros– sim.i •tre~t'a7:1ni, almeno nei coµfronti dell'Amer.ica. In queste condizioni vien fàtto di chiedersi, osserva l'A., p~rchè l'U.R:.S.S, ha fatto ~amr, li p'ano Marshall, che dava

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