Critica Sociale - anno XXXIX - n. 15-16 - 1-16 agosto 1947
-------~--- __ _.::C::'.::'R:.:'.:.IT~ICA SOCIALE 299 FATTI E çOMMENTl della stampa italiana ed - estera· Dallamaniera subdolallamaniera forte. L'alteggiamento intransigentemente negativo e addirittura pressochè sabotatore (spinto, di fronte ad un'Europa ansiosa di superare c~ncretamente il proprio frazionamento, sino alla paradossale difesa delle sovranità nazionali del~e economie ch_i~se, del liberismo ad oltranza, de!le ri;arazioni cstorci– tric1J assunto da Molotoff a Par gi non ba fallo che rendere clamorosa una « volontà di rottura» da parte russa, che già da tempo andava manifestandosi con crescente asPre-zza .. Come non bastassero le viceude politiche dell'Ungh:r a, della Ro– mania'. . della Bulgaria - palesanti l'insofferenza per ogni oppos1z one costituita e nostalgie dttatoriali del « partito uni– co 1> -, a~tri episodi, forse m.:no notati, stanno a dimostrare come la « politica di potenza» che isp ra l'U .R.S.S. sin qui subdolamente svolta sotto la parvenza della co.Jaborazione di forze apparentemente indipendenti e so:to l'ins~gna della « de– mocrazia progress 'va» tenda ormai a mostrarsi senza più veli e fa?cia anzi j volutam~te senti~e la durezza del suo peso. Si manifesta una « man1era forte» che per più versi non ha nulla da inv·diare allo stile dip'omatico del nazismo. Il pri– mo ep sodio è la revoca dell'adesione cecoslovacca alla con– ferenza di Parigi •SUl piano Marshall., Rimasti in m·noranza nel ministero, i comun sti cecoslovacchi seppero rifarsi im– mediatamen!e. Il linguaggio dei d:rigenti sov·etici ai mini .. stri cecoslovacchi in vi S• ta: a Mosca dev'essere stato brusco e inequivoco: sceglie,re tra la ·revoca dell'adesione e la rottura dell'amicizia e de'.l'appogg·o dell'U.R.S.S. •Che. :vi sia state una forzata capitolazione di fronte al «diktat» russo lo si può spLgare. Il consigl o dei ministri cecoslovacco tornò, con una maggioranza a denti stre1ti, su le proprie decisioni. Ma la R-ussia non s'accontentò: des derosa non più di ottenere, ma di qvvilire, ·mpose che la decisione fosse presa all'una– nimità. E il consiglio dei m,in·stri, riconvocato a distanza di poche or~, dovette soggiace.re all'ordine. Secondo episod·o: a gran maggioranza la popolazione di Be'l' ino, chi8.mata dopo tanlo greve dittatura ad esprimere la propria volontà, elegge a sindaco della città un provato social-democratico. l\la le au– torità d'occupazione russe pongono il «veto» che irr·dc al voto liberamènte esR.resso. Non solo: ma lo motivano con de:Ie accuse di co.Jlaborazionismo , dimostl'ate poi infondate ed assurde, ma sufficienti a gettit'ro fango su di un uomo di sinistra che mai s'era pieg'ato .alla tirannia. Terzo episodio: l'arresto in Polonia (sotto lo stereotipato pre'!esto di rapporti con socialisti em grati all'est~ro) di 38 socia~isti, più o me– no in vista, i,e,rchè in realtà ribelli alla po itica del parno, tra fusionista e succube alla volon~à soviet ca. A questa « maniera forte» c<>rrìsponde, •nella portica inter– na, accanto ad una ormai aperta ostilità nei confronti dei partiti e movi!llenti « piccol~contadini », una espi· cita presa di pos!zione contro ogni t ..ndenza socialista autonoma. _Nei giorni della Conferenza di Zurigo, la « Prauda » iniziava un s·stematico at!acco contro le «destre» dei partiti socialisti. Laskj, Bevin, Blum, Renner ven·vano qualificati con gli -stessi ben noti termini con cui nel 1921 erano pr:sentati uo– mini 1queli Tnrati, Mac Donald, Keutsky. E si faceva eppeilo ai soc. alisti «illuminati» di espellere la «de-stra» socialista, per stabilire un fronte unico con i co:nunisli e gli aJtri par titi di sinistra. « Se g'i el..menti fusionisti 1> - si dichiarava testualmente - <i: non insorgono contro i loro capi per creare questa nuova situazione, mancano di coi-aggio ed hanno paura di causare sciss oni nel loro partito». Ancora più aggressivo è il, tono della rivista « Tempi nuovi» destinata all'estero. Ramadier ed i soc alisti francesi avrebbero tradito In volontà degli e·etlori estromettendo i comunisti dal governo, p.erchè si ·sarebb:.-o impegnati, nelle elez·oni di novembre 1946, a mantenere jn vita il tripartito. ì laburisti avrebbero conse– gn to la vittoria « promettendo agli eetlori di stabilire rela– zioni di amicizia con l'Unione Sovietica», ma violando poi l'impegno. E via di qu.sto tono, Le esigenze e le tendenze dei vari partiti socialisti aV'~utonomia vepgono qualificate come « politica tradizionale di divisione del movimento ope– raio praticata dai soci&ldemocratici d' destr.l! ». La quale non può essere, naturalmente, eh.:: « po itica socialdemocratica rea– z·onaria ~ 9 e scissionista 1nve~erata ». e: I socialisti democratici di destra» - sostiene recentemente la rivista sov ·etica - « conducono un'azione di sabotnggio contro l'unità d'az: on~ della classe · ope-raia nei diversi paesi, e su scala ·nternaziona 1 e ,sot~o il pretes!o di una Jofta per il movimento dell'c au!onomia ~ dei part:tl socialisti •.• Ma oggi, 1b toteca \,j o 01ancò l'un·tà d'azione della classe operaia in ogni paese e sul piano internazionale non è più una parola d'ordine, ma un movi– mento effettivo, vasto e potente, che distrugge barriere ed ost~co_li .. I .p·ani e le mene dell'ala rcazion"ria dei dirigenti sociahsti s1 urlano alla resistenza non solo di un certo nu– mero di pa~titi nel loro insieme, come per esempio nei paesi dol!'Est e del Sud-Est dell'Europa o in Italia, ma anche alla resistenza della massa del membri di quei perfti i cui ct1pi formano l'ala destra della socialdf.!Ilocrazia 7>. Questo tono polemico contro il soc·a!ismo autonomo e .de– mocr~tico, elevato talora a ,« nemico numrro uno » 1 è ribadito dal g 1 udiz o· dato da S. Ivanov sulla rivista « Tempi nuovi> ~ul P. S. I., riportato da « L'Italia socialista~ d.l 18 luglio. « Il P.S.I. » - non esita a scrivere •l'autore sov·e1ico - e non avrebbe potuto rafforzarsi se non nella misura in cui, ri– spondendo elio stato d'animo d.ella classe operaia ed alle e~ genz_e d:Ila situazione, esso avesse eliminato gli elementi riform_ 1 stt di destra e avesse spinto in avanti come dirigenti, u?m n1 che non temevano di marciare col parlito d 'avanguar– dia della classe operaia, il partito comunista, sulla strada del– la lotta per la rinascita del paese :o. « Il P .S.I. considera il PartitO Co-mun sta come il suo aJieato naturale nelle fabbriche nei comuni, nei municipi, in parlamento». Si sottolinea poi co~~, specie nel g udizio sui paesi. dell'Europa Orientale, « la opm1one predominante nel P.S.I. · sul problema della demo– crazia differisce dalla concezione borghcse--JiberaJe vo1g~re de– gli altri· partiti socia! •sti dell'Eurppa occidentale :o. Natural– mente si plaude calorosamente alla dire,ttiva di Nenni che il P.S.I. « debba marciare insieme col Part to Co.!llunista alla testa del blocco delle organizzazioni democratiche e non già 'oscillare come gruppo interme-dio, fra il campo della reazione e qu~llo della democrazia. Partendo da questo principio Nenni e l'Avanti/ banno cr ticato diverse volle la tattica centriste del partito socialista francese». E benchè, a mo' di monito, non si manchi di rileva,re che anche nel P.S.I, esistono degli ondeggiamenti « p~rchè è noto che vi sono non solo militanti che cedono di fronte alle esortazioni e promesse dei capi de– strorsi dei p~rtlti socialrlemocratici dell'Europa occidentale, ma anche dei gruppi più o meno importanti che perseguono un'azione di sabotaggio e di scissione, agendo nello spirito dell'opportunismo reazionar o», non manca l'elogio finale, giac– chè « l'attegg'amento dei socialisti italiani rspetto all'Unione Sovietica s; distingue anch' ..sso da'.la linea antisovietica dei dirigenti •reazionari della magg· or parte degli altri partiti so– cialist democratici dell'Europa occidentale». P:auso e lusinghe quindi per i succubi dell'iniziafva co– munista; bando ai «reazionari» autonomisti: i quali, tutta– via, per non « tradire la causa della classe operaia :,,, dovreb– bero poi senz'altto aderire al fronte deJJe sinistre, soUo eg:– da comunista, come, con eccessiva ingenuità, si lascia sfug– g· re la « Pravda >. LaChiesa nellaUnione Sov;etica. Sn questo argmnento, che è certo dei più nt'li per illumi– nare su:Ia a•ttuale -situazione interna in Russia e che è ricco di addent~llati poi tici, ci dà informaziopi sufficientemente precise il giornale svizzero Volksrecht del 3 luglio, riportando una corrispondenza da Stoccolma. Recentemente, scrive il giornale, iJ p,residium del Consiglio sup·remo d~lla Unione Sovietica ba insignito il patriarca di Mosca e della Russia, A!exij, dell'ord'ne della ba.ndie.ra rossa, che è il più alto riconoscimento dello Stato comunista. Nel– l'ukase del consiglio superiore si dice che l'ord·n,e concesso va a riconoscimento « degli eminenti serv'gi del patriarca nella organ:zzazione del Iayoro patriottico nell'u:tima fase della grande guerra~ (Evidentemente iJ clero ha incitato gli ope– rai a dare tutto senza chiedere nul~a). E il presidente del presidium stesso, Schwernik, accolse il patriarca con e-strema cordial tà e gli augurò « nuovi successi nella sua attività di– rotta 111rafforzamento de'.Ja pa•rtia ». Il patriarca dichiarò t&– stualmen-te nel suo discorso dì risp.osta che egli eO i suoi sacerdoti avrebbero con raddoppiato zelo dedicato tutte le loro forze, anche in tempo di pace, all'ade!Dpimento del loro dovere patriott co, e avrebb:ro ben ripagato la fiducia loro . dimostrata dal loro capo e dal loro governo. Successivamente inv ,tò i suoi confratelli della chi::sa greco-ortodossa a dare ulteriori prove del loro patriottismo e del loro spirito di cooperazione alla ricostruz one, per rendersi meglio degni del– la « alta fiducia del nostro capo~. In quest'atto solenne, continua Volksrecht, si manifestò chia– ramente un fenomeno po'itico di grande impo,rtanza: la ri– costruzione della chiesa ortodossa ed il suo riconoscimento da parte del governo, il quale la impiega al serv·zio dei suoi fini politici. Qu:sto fenomeno e.bbe iniz: 0 durante la seconda
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