Critica Sociale - anno XXXIX - n. 15-16 - 1-16 agosto 1947
296 CRITICA SOCIALE sono· por.tate naturalmente a· salvaguardare gli aviti diritti conquistati in lotte di decenni nel campo della fissazione collettiva dei salari e delle condizioni di lavoro e anche ad ottenere per i loro soci miglioramenti nelle oondizioni attuali molto favorevoli agli operai. Il governo laborista non può fare una politica che urti contro questo stato di fatto e, come governo democratico, respin~e anch~ in linea di principio, un controllo coattivo degh operai e deve perciò tendere 8'()prattutto a rafforzare il senso di respon• sabilità delle Trade Unions verso la colle1tività. In ciò il Governo trova piena comprensione ·da parte degli organi centrali del movimento tradunionista. Ma la competenza in materia di salari non è del Congresso, ma delle singole Trade Unions, nelle quali, a loro volta, i di• rigenti sono su ciò in aperto contrasto di opinioni coi rappresentanti delle organizzazioni locali e di fabbrica, di idee più radicali e la cui influenza è enormemente cresciu– "ta èlopo la fine della guerra. Gli « scioperi selvaggi » a ripetizione ne SODOla più dannosa manifestazione, tanto che vien fatto ·di pensare all'amara ammonitrice parola di Kautsky: che « Ì'uhi~a riv.oluzione tedesca non è stata in fondo che una rivendicazione arrabbiata di salari ». Lo stesso recente congresso del Partito laburistà a Margate ha, su questo problema, lasciato jn sostanza le cose al punto di. prima. Le prossime settimane o i prossimi mesi, com- , menta il giornale, decideranno se una democrazia sociali– sta è ,in grado o meno_ di risolvere il problema della de– terminazione dei salari sopportabili dall'economia; pro– blema che in ultima istanza sta 1 tutto nella ~apacità di au– todisciplina delle Trade Unions, cioè dei loro capi e gre– gari, la· quale deve essere ancora messa alla prova. Le Trade Unions e la libertà. Le Tra<le Unions, ammaestrate dallo stesso esempio russo, direttamente sul testo non secondo le glosse del Laski, vanno e-ante .nel rinunciare incondizionatamente a quella « libertà negativa "' che hanno goduto finora ·•in regime capitalistico, in cambio della superiore « libertà positiva ll, propria, secondo il Laski, dell'economia piani– ficata: la libertà che trova il cittadino nel servire un gran– de fine da lui accettato per cui si · sente fine insiemè e strumento ; la libertà « di esplicare la propria attività nel modo più èonfacente alle proprie attitudini e ai propri gu,_sti ll, secondo C. Dami. Nella sua recente ap.ologia teo– rica dell'economia pianificata, il Dami (7) infatti afferma che alla superiorità incontrastata ·dell'economia collenivista su quella individualista nei riguardi del conseguimento deC fini economici essenziali da lui analiticamente consi– derati, si . accompagna una superiorità" del primo dei due sistemi anche nella sfera dei fini extra-economici, tra cui importantissimo quello del conseguimento di uri massimo di libertà, una superiorità che si verifica però « nna volta esistenti i presupposti politici » per questo conseguimento, dato che un sistema collettivista « può coesistere e-On. forme di governo democratico o col dominio di una ristretta oli– garchia .>i. In pratica in Russia mancano per o~a quei presupposti ' ed è significativo che ciò sia stato· messo in particolare rilievo nel suo rapporto della fine del 1945, già da· noi ricordato precedentemente, dalla delegazione dei metallur– gici inglesi, la quale riconosce espressamente l'importan– za delle funzioni esercitate . dalle orgànizzazioni operaie russe nel campo dello sport, dell'assistenza e dell'assicu– razione sociale e della ·cultura 'operaia, •che sono ora le funzioni di· gran lunga preminenti dei sindacati sovieti– ci anche secondo il « :(\fanuale per i conferenzieri ll, pubblicato dal Labour Party nel 1945. Ma il rapp_orto con– stata che assai limitata è l'attività loro .nel campo sinda, cale vero e proprio e, a commento della tesi clie in uno stato operaio alle unfoni operaie resterebbe poco da fare nel campo della. difesa specifica degli interessi del lavoro, nota: « Le funzioni e le attività delle· Trade Unions pos– sono differenziarsi, in certa misura, in uno Stato sociali'. sta da quelle che _sono in uno Stato •capitalista; ma, se– coni!o noi,. non . però fino al punto accettato, sembra, dai sindacati operai russi, - che, cioè,. gli interessi pr~nci– pali degli operai possano essere lasciati senza preo,ccupa- zioni nelle manl di un governo degli operai, il quale deve necessariamente, -e in ogni momento, avere a cuore gli interessi dei lavoratori. La nostra fede nella perfezione umana, e particolarmente -in quella dei governi, non ha ancora raggiunto· questa altezza vertiginosa » (-8). Sindacato e Stato in Russia. Siamo alquanto lontani dall'entusiasmo dei vecchi Webb, i quali, nel loro giudizio sulle organizzazioni operaie' rus– se, p·artivano dalla premessa che, pur, nei limiti propri di una economia pianificata, le ml!desime avessero parte es– senziale, sia nella determinazione del fondo salari· e nella .sua distribuzione tra le singole industrie e categorie, sia. nell'organizzazione di tutta l'auività economica del· paese e in quella delle singole imprese, così da far, sorgere quel, la « consapevolezza del consenso ii, che è necessaria ad ogni effettiva democrazia. In _par,ticolare modo essi esaltavano il consiglio di fabbri-ca investito di poteri e funzioni senza precedenti in qualsiasi altro paese e ,i cui membri in nessun altro luogo avevano tanta libertà e responsabilità come nell'U.R.S.S. I loro interpreti pm recenti sono anch'essi, come la delegazione metallurgica inglese, alquanto meno ottimisti di quanto non fossero i coniugi Webb nel 1932, agli inizi del nuovo orientamenfe staliniano, e confermano in so– stanza qùel che abbiamo già rilevato nei nostri precedenti articoli sull'evoluzione dei sindacati operai in Russia. Dei tre membri del « triangolo ll per la direzione collegiale tripartita delle imprese, il Consiglio ·di fabbrica, eclebrato daf Webb, è « un signor,e venuto al meno i>, come· il Dan– te tradotto in meneghino dal Porta, ed è sta,to progres• sivamente messo fuori dalla gestione e ridotto ad organo dello « Stato - --imprenditor~ ii per promuovere l'aumento senza limiti e ad ogni costo della _produzione, rafforzare ,Ia disciplina e tener quieti gli operai. .Anche un benevolo osservatore come Sir Mayn-ard deve ammettere apertamente che i sindacati operai non difen- , dono l'operaio russo contro il sopralavoro, vale a dire lo sfruttamento. Cosicchè egli riconosce b·ensì l'elemento positive/ che è alla base della J;.Oncezione· sindacale in ,un'economia. pianificata quale la russa: la co11siaerazione; cioè, dell'interesse della comunità ·nel ·suo complesso, la quale si avvantaggia dell'aumento _del prodotto del lavoro e non può arricchirsi senza di esso. Ma_, di· fronte al fatto . che l'organizzaz-ig.:ne operaia russa non difende il sing,olo contro lo sfruttamento, Sir Maynard rileva çhe occorre trovare qualche cosa che apra una via d'uscita agli errori contrari dei due sistemi sindacali, quello inglese e quello russo ; che ·conegga, cioè, il primo, ·col tener conto del bisogno della comunità di un aumenJo della produzione, e il secondo, col proteggere l'operaio contro lo siorzo ec• cessivo. Lo stesso Las'ki, dopo. gli osanna alle·« nuov,e vie» .del sindacalismo, è costretto alla fine a dichiarare che non intende affatto dire che l'esperimento russo abbia risolto in maniera re~Ìmente soddisfacente la questione, del •tradu– nionismo in una società pianificata. "Le conseguenze economiche e sociali della pianifica– ~ione sovietica non sarebbero percib decisive· per giudica– re della pianHi.cazione in geµerale in rapporti? alle libertà operaie. Sono però altamente istruHive per giudicare, non , in astratto ma in concretò, quel particolar tipo .di pianifi– cazione che è stato chiamato con vari ,nomi: dittatura to– talitari~ o economia di Stato totalitaria;, capitalismo di Stato, collettivismo burocratico; una nuova società a c}as• si e simil!. « Niente manca al socialismo in Russia sal– vo la democrazia dei produttori ii, nota P. Meyer in « Politi.es >l dell'aprile 1944. Ma l'introduzione di una si– mile democnzia in Russia, egli soggiunge, lungi dal si– gnificare un semplice rovesciamento « politico " della so– vrastruttura importerebbe insieme una · rivoluz_ione « so– ciale >l. E l'articolo di O. Rosenfeld nell'Umanità de( 13 luglio su « l'ineguaglianza sociale orga1,1izzata >l nella Rus– sia del 1947 è, al riguardo, particolarmente rivelatore. Ma di ciò ci occupevemo di proposito i-nun altro ar– ticolo .. FAUSTO PAGLIARI' (7) C. DAMI: Eoonomia collettiva ed' eccmo/ia indivtàiualt.ta. (8) Trade Unions in A., Worker.s's Stu:te. In « The Econo- Elnaudi Editore, 1947. , mi-st », 24 novembre 194'5. BibliotecaGinoBianco
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