Critica Sociale - anno XXXIX - n. 15-16 - 1-16 agosto 1947
CRITICA SOCIALE 2% glese ~i Margate, sull'azione del Partito ;er una maggior produz,o,:ie, n_el. q~ale egli afferma esser compito premi– nente_ ~e, soc1a~st1 e tradunionisti di preoccuparsi che la capac1~a. produttiva del paese sia messa nel miglior modo a ser-;z10 del bene comune della nazione, dichiarando es– sere I aumento dell'attrezzatura tecnica l'obiettivo genera– le al quale è ne_cessario tendere. La vasJa campagna di propaganda orgamzzata dal Partito e dalle Trade Unions n_el J'.!aes~ a sostegno di questo .nuovo orientamento non è nusc1ta fmora ad ottenere risultati appr~zabili ·nelle masse operaie. Y ero è. che se Atene ·piange, Sparta non ride e anche m Russia, ·secondo la « Neue Zurcher Zeitung » ~e! 10 luglio, si lamenta attualmente nella stampa sovie– tica 1~ scarso ~nt~siasmo .di tutte le categorie del personale per l opera d, ncostruz10ne nell'industria e qell'agricol– tura e pare che lo stesso apparato del Partito, che ha ri– p~eso dopoguerra il suo illimitato impero, non riesca a ~ncere, colle sue organizzazioni locali e regionali l'in• differenza degli operai, più •di quanto non Io ·p;ssa i] Partito laborista colla sua· propaganda a base di pacifica persuasione. E' stata questa anche l'arma di cui Lenin e Trot~ki si so_n serviti in principio, quando gli operai era?o 1 padrom d~lle fabbriche e il governo rivoluzio– nano non aveva ancora saldo in pugno il ccmanganello » de_lla sua ~.P.U., il moltiplicatore di marca nazionale ap– plicato all altoparlante americano. Sindacati russi e Trade Unions. Dalla diversa posizione dell'operaio _nell'economia indi– vidualistica e· nell'economia pianificata sovietica, deriva– va, secondo i Webb, la differenza della politica e della strut~ra stessa dell',organizzazione sindacale inglese e amencana da quella ~ussa, per la quale anche il contratto collettivo cambia di carattere e di portata dato che le con– dizioni base non sono più d1;termiuate dai singoli stabili– menti e località in cui un'industria è esercitata nè nazio– ?almen_te dai rappresentanti delle due parti p;r ciascuna– mdustna soltantò, ma in conformità del ccpiano genera– le» _dell'industria e dell'assegnazione specifica ai va,ri sco– pi dell'intiero prodotto dell'industria nazionale. Queste ideo dei Webb sulla diversa funzione dei sin– dacati in Russia e in Inghilterra sono state riprese un decennio dopo nelle opere di H. J. Laski, entusiasta con– dizionatamente, e da Sir J. lYiaynard; opera questa di on cauto storico benevolo, inestimabile secondo M. Cole e certamente uno dei più profondi studi sull'esperimento rosso (5). La differenza sostanziale tra i due ~indacalismi deriva, secondo essi, dalla natura diversa di un'economia indi– vidualistica, in cui il prontto del capitalista è l'incen: tivo principale della produzione ,e di un'economia piani– ficata per il comune profitto. Il tradunionismo inglese è inconsciamente permeato di individualismo capitalistico, dal quale è stato condizionato, e la sua politica è la con– seguenza di un'economia di scarsità, coli'« armata operaia di riserva » che vi è implicita, ed è fondata sul concetto che le condizioni degli operai di un ramo d'industria pos– sono essere legittimamente stabilite in base alla loro forza contrattuale, senza curarsi delle condizioni raggiunte dagli operai delle altre industrie. L'organizzazione perciò si preoccupa quasi esclusivamente di salvaguardare il suo po– sto all'operaio e di assicurargli il massimo beneficio dal suo lavoro, arma ultima lo sciopero. La strategia delle Tr:ide Unions è perciò ancora, per· ragioni storiche, fis– sata dalle forze che, in un'economia non pianificata, divi– donò.. i lavoratori gli uni dagli altri, non da ciò che li unisce, e il latente individualismo della struttura tradunio– nista nelle democrazie capitalistiche si riflette anche nella tenacia colla quale le unità costituenti difendono la loro sovranità individuale nel movimento. Kautsky ha rilevato appunto i pericoli che, nella fase transitoria dal capitalismo al socialismo, derivaqo dalla preponderanza degli interessi particolari. Raramente l'organi~zazione operaia inglese si è interes– sata perciò dell'efficienza dell'industria in cui lavora - salvo nei periodi dello sforzo bellico - e se vitale ·è stata (5) H. J. LAsKI: Reflexions on• the revolution of our time. London, Allen and Unwin 1946, Sia JoHN M'-'YNARD: The Russian peasant and other •tudie~ London, Gollanez, 1943. Bibfiotèca_ G•inoBianco l'_i~po~tanza oociale delle Trade Unions per i loro asso– cia11, 1 vantaggi conseguiti da ogni singola categoria non so~o proporzionati nè all'importanza sociale nè alle pre– taz,om smgole di una data Trade Union. Il sistema eco– nomico capitalistico rende il contratto collettivo di lavoro imperativo; ma l'interesse della comunità nel risultato del - medesimo è indiretto anzichè diretto. , In una economia pianificata, quale quella russa il mo– v~mento sindacale è fondato invece sul concetto d;lla mas– sima produttività e l'organizzazione, che esiste per pro– te_ggere gli interessi operai, non può non essere diretta– ~ente _e pr?f~ndamente interessata al massimo di produ– zi?ne, .!l ~lll ~vello determina la rimunerazione degli ope– ra~.. C10 •~p_hca necessariamente anche l'interesse per la m1ghor eff1c1enza tecnica e amministrativa dell'industria e per la salvaguardia di quelle condizioni di igiene e si– curezza industriale dalle quali dipende la salute dell'ope- raio come forza di lavoro. · -Per il Laski, perciò, ccprobabilmente la teoria - russa delle funzioni sindacali ha maggior possibilità di esser va– lida in una democrazia pianificata che non le teorie sorte dall'esperienza inglesè o americana >). Il metodo della con– trattazione collettiva in un'economia pianificata avrà per– ciò per risultato un contenuto della libertà dell'operaio nell'industria diverso da quello· implièito nelle consue– tudini del tradunionis~o capitalista, « ed è mia opinione, egli soggiunge, che il metodo s'avvicinerà assai più al modello ·russo di quanto non siano disposti a imma "in are i capi dei sindacati operai in Inghilterra e in Ame;ica ». Trade Unions e governo laborista. Questo processo al' tradunionismo in nome del sociali– smo acquista ora speciale interesse di fronte alle difficol– tà che il Governo laborista inco.ntra nell'attuazione del suo programma economico e nella soluzione del problema di. una politica generale dei salari e della. connessa distri– buzione delle forze di lavoro tra le singole industrie, come si rileva -da recenti acticoli della Neue Zurcher Zeitung, degni di attenta meditazione ( 6). L'operaio si rende conto delle presenti difficoltà dello Stato e non sfrutta tutta la sua posizione favorevole, nel mercato di lavoro; è per le statizzazioni; ma non ba an– cora 1a piena consapevolezza che la sua posizione di fron– te allo Stato è diventata problema decisivo e preminente in un senso nuovo ed inatteso. Anche nelle stesse indu– strie nazionalizzate, egli non si sente ancora comproprie– tario della sua azienda e aspira ad una parte maggiore nelle direzioni regionali. Questo stato d'animo esaurisce l'effetto sperato delle socializzazioni, percbè l'operaio non dimostra tutto l'interesse scontato in precedenza dai pia– nificatori. Egli resta fermo al suo punto di vista che il suo soopo principale è il miglioramento della sua situa– zione; vede la ccsua >) particolare posizione; , non si ren– de- conto della nuova forma sociale che è sorta e sulla quale egli esercita una così decisiva influenza. Attlee è convinto che un giorno l'operaio finirà per ~endersene conto. Anche qui Kautsky aveva già osservato che i van– taggi del proletariato nella socializzazione, reali e note– voli, si producono in un campo ché non è l'aumento im– mediat,o dei salari e che la organizzazione democratica della fabbrica deve avere la precedenza su quello. Oggi però dall'operaio J10n si ottiene un maggior lavoro senza speciali incentivi e, colla attuale penuria dei beni di con– sumo, _lo stesso cottimo perde parte del suo potere forma– tiv,o e incentivo. Per quanto animato da un nuovo spi– rito verso lo Stato-imprenditore, gli fa difetto ancora un'adeguata Cl etica » professionale, che· zoppica ancora dietro alle condizioni materiali. Una politica dei salari, quale quella preconizzata dal go– verno, che impedisca le tendenze inflazioniste col blocco dei salari e, subordinando all'aumento della produzione l'aumento dei medesimi, lasci, nello stesso tempo, aper– ta la strada al miglioramento delle paghe nelle industrie che hanno deficienza di mano d'opera, una tale politica .incontra diffiooltà ad essere applicata in nna ccdemocra– zia socialista », nella quale le Trade Unions costituiscono la spina dorsule del partito dominante. Le Trade tJnions (6) Si vedano specialmente l'articolo del 3 Iugt;o su < L'o– peraio e Io Stato», quello delt'8 luglio su < La politica dei ìia– lari » e l'articolo del 16 luglio sulle miniere di carbone.
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