Critica Sociale - anno XXXIX - n. 15-16 - 1-16 agosto 1947
294 CRITICA SOCIALE Sindacati operai russi e tradunionismo In un precedente articolo sui sistemi incentivi in Russia (1), abbiamo accennato alla posizione assunta riguardo ai sindacati operai russi dai coniugi Webb, gli storici insi– gni del tradunionismo, nella loro opera sul << comunismo sovietico ». I Webb e il comunismo. L'evoluzione del loro pensiero, dalla « inevitabilità del graduali,mo » socialista, del socialismo che ha le sue radici ne!Ia democrazia politica, affermata ne « la decadenza del• la civiltà capitalistica » del 1923, all'entusiasmo per « la nuova civiltà » che si andava delineando in Russia, espres– so nella loro opera di dodici anni dopo, è certamente a tutta prima sorprendente. Ne11a sua biografia di Beatrice Webb, Margaret Cole (2) ricorda le pr,oteste della Webb nel 1921 contro l'affer– mazione del Price che l'organizzazione dello Stato sovie– tico avesse « qualcosa in comune coi fabiani inglesi >) e rammenta che essa, nel 1927, aveva chiamato la rivoluzio– ne russa « la più grande disgrazia nella storia del mo– vimento operaio». Ma già nell'opera della Webb su « la costituzione per la comunità socialista della Gran Bre– tagna », la Cole rileva alcune anticipazioni di ciò che do– ve'va verificarsi nell'Unione sovietica parecchi anni dopo, come, ad esempio, le osservazioni ivi ·fatte sull'organiz– zazione professionale f! sulla necessità per le Trade Unions di assumere funzioni affatto nuove in uno Stato sociali– sta, molto simili a quelle che avrebbero potuto essere espresse, sia pure in linguaggio alquanto diverso, dai di– rigenti delle organizzazioni operaie sovietiche. Solo dopo il ritorno di Bernardo Shaw dal suo viaggio in Russia nel 1931 e il suo entusiastico discorso alla scuola estiva fa. ~na, i Webb modificheranno radic11lmente il loro punto di vista riguardo alla Russia sovietica che fu poi da loro visitata nel maggio del 1932. Nella loro opera, pubblicata solo tro anni dopo, « in un certo senso, scrive la Cole, un enorme pamphlet di propaganda », il sistema sovietico viene considerato come l'attuazione del programma, che dozzine di « fabian tracts >) avevano raccomandato all'am- - mi~istrazione inglese_; quel tipo di -diritto per tutti i cit• tadmi, « il minimo nazionale di vita civile », da loro già da tempo preconizzato. Anch,e per B. Shaw, secondo ri– sulterebbe da un'intervista dello scorso anno nell'occa– sione del suo 90° compleanno, il ~ocialismo fabiano avreb– be in· Russia « un successo stupefacente », {nrse per l'ap• plicazionc costante fatta dai bo1scevichi del buon metodo pragmatico dell'« imparare sbagliando >), costi quel che co– sti, uno dei capisaldi della filosofia politica di Lenin'. Non che per i Webb tutt<l fosse accettabile in questo « paradiso fabiano >) e che nel libro manchino critiche anche sostanziali al regime; ma i tratti di- esso che essi maggiormente disapprovavano erano da loro considerati prodotti transitori delle difficoltà pratiche della rivoli.t– zi,one e della persistente ostilità delle vecchie dassi diri– g~nti . e dei loro accoliti in tutto il mondo, e perciò de– strnat, a scomparire in tempo debito. E a questa fede Beatrice Webb è rimasta costantemente attaccata fino alla fine come prova l'opuscolo da· lei scritto al principio del 1942, un ann9 prima della morte (3). I sindacati e l'organizzazione economica.· Tra le istituzioni a mezzo delle quali secondo i Webb la società sovietica si era messa, do~o qualche esperì'. mento iniziale, ad organizzare la sua vita sociale secondo i tip_i che erano stati og~etto dei loro maggiori studi •in Inghilterra - Tr~de. Umo1;1s, cooperative di produzion~, governo locale - 1 smdacall operai erano stati oggetto del (1) Nel fascicolo del 16 febbraio 1947, (2) M. COLE: Beatrice Web!;>, London, Longmans Green, 1946. (3) S. e B. W/f!BB: La verità sulla Ru.ssia sovietica, Roma, Editoriale Romana, 19"4. BibliotecaGino Bianco loro particolare studio, considerandoli es~i la pietra an.,.;o– lare dell'organizzazione industriale sovietica. I capitoli de– dicati nella loro opera al problema sindacale, abbiamo già precedentemente rilevato, hanno particolare importan– zà e presentano grande interesse, soprattutto nel momento presente, per l'esame che i Webb vi fanno del problema sindacale russo, comparato con quello dei paesi capitalistici, dal punto di vista generale dell'organizzazione della produ– zione in uno Stato s9cialista ·e della differenza che il pro– blema della distribuzione del reddito tra i vari fattori della pro'duzione assume in una società socialista rispetto a quella propria di una società capitalistica. Il problema dell'organizzazione della produzione in una società collettivista, rimasto a lungo la cenerentola nella letteratura socialista, come ha rilevato Arturo Labriola, venne trattato ampiamente e di proposito dal Kautsky nel 1922 ne « la r ivoluzione proletaria e il suo programma», svolgendo te.si già in parte accennate nel suo precedente notissimo comm ento al Programma di Erfurt. Nella pre• fazione all'edizione belga della sua opera ( 4), egli nota espressamente che i problemi concreti del socialismo pren– dono un aspetto sempre piÌ!. arduo e complesso a misura che li consideriamo più da vicir.o e che « le cose sono ben lon.tane dall'essere così se~plici come parecchi di noi ci immaginavamo ancora quattro anni fa >h Il libro di A. Labriola, « Al di là del capitalismo e del socialismo >), già da noi citato in un articolo precedente, si occupa pure . largamente dello stesso problema. Ci volle quasi un decennio, notano i Webb, per per– suadere i più decisi difensori òel tradunionismo che la sua funzione come « sl'rumento di rivolta » contro l'auto• torità del singolo imprenditore capitalista e come arma per estrarre dai suoi profitti il più alto possibile salario era finita insieme coll'imprenditore capitalista. Il problema era ora completamente mutato. ·Gli o·perai non erano più pe• cuniariamente interessati ai soli « profitti >) della singola impresa, ma all'ammontare totale prodotto dal lavoro con– g(unto, di tu.tti gli stabilimenti, e pertanto ciò che' l'orga• mzzaz10ne srndacale doveva proteggere era, non tanto il salario dell'òperaio nella singola industria, quanto i gua– dagni e le condizioni òi vita in generale, entro e fuori la fabbrica, di tutti gli operai dell'U.R.S.S. E' dal prodotto complessivo della totalità delle imprese, non da quello di ciascuna impresa, che 'dipende in ultima istanza la J>arte da dividere fra i produttori di ogni specie e grado. E' il prodotto globale di tutte le imprese che, dopo dedotte le quote per gli ammortamenti e i nuovi investimenti neces– sari all'estensione dell'industria nazionale e per sopperire ai << costi costanti >) della nazione, provvede, non solo ai << servizi- sociali >) estensivi e sempre in via di espansione, che costituiscono ciò che il! Russia vien detto la parte << socializzata » del salario, ma provvede anche al cc fondo salari » annuo_ complessivo vero e proprio, da ripartire tra- tutti i 'produttod del braccio e della mente, sotto forma di « salario personale >). Sindacati 53produzione. Il convincimento di ogni singolo individuo addetto, sotto qualunque titolo, alla produzione, che la quota di eia– ,senno del prodotto netto complessivo, non decurtata da rendita o profitto del privato capitalista, è. resa di fatto maggiore dall'aumento quantitativo o dal miglioramento qualitativo di quel prodotto, è appunto per i Webb alla base della politica sindacale sovietica, favorevole ad au• mentare la produttività del lavoro, mediante quei mezzi, quali il cottim<!,, il calcolo dei wsti e la emulazione tra fabbriche e maestranze, che possono dare il massimo ren– dimento col minimo costo ·e a premere anche continua• mente per l'adozione di sempre nuove invenzioni che ri– sparmiano mano d'opera, affinchè la macchi,,;a possa di– ventare sempre più.- lo schiavo dell'uomo. Anche Kautsky aveva, prima di loro, affermato• che il successo del socialism·o è legato all'aumento della pro• duttività del lavoro; ma la tesi dell'importanza primaria dei pr-0blemi della produzione in una economia colletti• vista trova ora nuova significativa conferma nel rapporto di Morrison al recente. congresso del Partito laborista .in• (4) K. KAuTsxv: La révolulion proletarienne et son progr~ me. Bruxelles, 1925. Su questo problema si veda l'interessante articolo di A, MINARD: La socialisation hier et aujord'hui, in < Revue des études cooperatives >, aprll&-giugno 1947..
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