Critica Sociale - anno XXXIX - n. 15-16 - 1-16 agosto 1947
288 CRITICA SOCIAL'E Se la mia previsione ,è-opposta a quella del Burn– ham è, i•n -fondo, perchè io formulo un_ pronosti,co interamente di-verso da quello che eglI formulava nel 19-40 sull'avvenire del!a ,demo,crazia o-e-Jmondo. Io creido che l'istinto democratico, che il bisogno de– mo,cralico che si confonde per tanti aspetti con le esi<>enze della coscienza personale, è us-cito dagli as– salti i,nfertigli dalle potenze e dalle ideo'ogie totalita– rie con un intenso rinnovo di vitalità. Cre,do ,che l'i· spirazione democratica del socialismo, come pure la sua ispirazione internazionale, sono del tutto all'u– nissono con le « voci in Ieri ori» dell'umanesimo mo– derno. Credo quindi che, una volta eliminata la pro– prietà privata del ca.pitalismo - come termine ,di quel processo di cui il Burnham ammette e proclama la necessità -, sia sul piano so,cialista che si tra– sferiscono le società. Credo che le società dei « diri– genti », che potrebbero emergere da un periodo ,di transizione e di confusione. si dirigerebbero più o meno rapidamente verso il socialismo,, per effetto di una specie di legge d i attrazione democratica. Forse in quella stessa Russia sovieti.ca che il Burnham con– sidera come il moidell o anticipat o dei regimi dei di– rigenti, questa traslazione e già cominciata a nost,ra insaputa. Si può comprendere quanta materia per riflessioni tro-vi in questo libro il lettore interessato ai ,proble– mi sociali. L'immaginazione intellettuale del Bur· nham è così ricca, il suo giudizio è così originale che il diàlogo che s'impegna con lui sembra inesau– ribile. Da parte mia, gli esprimo la più incera grati– tudine, pokhè mi ha obbligato a rifare la prova scrupolosa di un certo numero d'i,dee •con le quali vi– vevo in tanta e in così lunga familiarità che esse non _si ,prospettavano più per me sotto l'aspetto critico. Dopo questa pro-va, e malgrado degli urti spesso as– sai rudi, io- non mi sento affatto scosso nella adesio– ne che io davo -loro. An21i mi -sento fo-r.tifkato ,e r~schiarato in una di quel!e che mi sono più care, e ,cioè •che la tra-sformazione rivO'!u_zionaria del ,regi,me ,di proprietà ,e di produzione non è un fine in sè, ma il mezzo necessario e la ,condizione indispensabHe della liberazione ,delJa. ,personalità umana, ,che è in– vece un .fine in se stessa ed il fine ultimo del socia– lismo. Vi ho trovate altresì delle ragioni nuove e possenti per giustificare l'interesse ca,pital:e che il so· cialrismo attuale porta a problemi quaJ.i il reclu– tamento delle élites, la trasformazione dell'educa– zione pubblica in un sistema di selezione e di educa– zione sociale, la partedpazione operaia al1a gestione dei servizi ,collettivi e -delle imprese socializzate l'ar– monizzazione •di questa gestione con i bi-sogni.d'insie-· me dell'economia. Pago quindi un debito di gratitudi– ne raccomandandone la lettura a tutti coloro- che questo libro ,può istruir-e - com'Presi coloro che po· -trà talvolta i.rritare. LÉON BLUM Col titolo LA SITUAZIONE ECONOMICA DELL'ITALIA E IL P.S.L.I. abbiamo pubblicato l'applauditissimo discorso te– nuto il giorno 11 ·maggio dal compagno RO– BERTO TREMELLONI al Teatro Lirico di Mi– lano. Nessuno deve mancare di conoscere il pen– siero del nostro Partito sul problema economico finanziario - in questo momento in cui esso pro– blema incombe pauroso sulla vita del nostro Paese. Ogni copia L. 30; pèr chi ne chieda 5 copie o .,iù, L. 24. Biblioteca Gino Bianco MARX e dueinterpreti tedeschi (K_urt Schumacher e K~rl Renner) 11 primo di costoro è Kurt Schmnacher, leader della socialdemocrazia germanica. Riportiamo alcuni passi essenziali del suo discorso commemorativo, in occa– sione ciel ripristino della_casa natale di Marx a Tre– viri. Carlo Marx vive i,ri. ogni tedesco che a·bbia inte– ·ressi poJ,itici: vive in lui come tradizione. come Jeg– gen~a, com-e f:u!.to della contropropaganda, come im– magme semp!J.ficata della conoscenza, a seconda del– le ca,pacità ricettive d'ogni singolo; talvolta raramen– te, vive davvero come l'uomo delì'op-era che egli ha rea•lmente creata ... Che -cosa no-n s'è tirato in ballo ·~ontr<:>Marx? ~ora:l,ità_ ,re!J,gio-ne,filosofia, un ,po' tutti' 1 rami della scienza. Ma i suoi avversari hanno com– battuto solo contro un Marx quale essi stessi s'erano creato su misura, e di rado, e solo frammentariamen– te, contro l'uomo quale realmente fu. Di un Màrx profondamente antidogmatico si tentò di fare un dottrinario C<:Jstruttore di dogmi; si è -eia· borato u,n nuovo ,catech1-smo s-otto l'egida di• un pen– satore ch'era co-ntro ogni forma di catechizzazione. Carlo Marx é un critico che arriva sino a'll'ultima conseguenza. Ciò significa che egli, è antidogmatico (ma non già uno scettico) e eh-e -non si perde mai nell'indeterminato o neJ. trascendente. Egli cerca di mettere in evi,de•n,zala logica dell-e cose di dare una ·analisi delle -forze del suo tem•po e dei' -tempi av,v,e– nire, di studiare I-eforme di sviluppo: del capita'lismo. In dò egli non fa mai violeHza suHe cose ma ri– ·cer,ca i.uvece quaH tendenze queste po-rtin~ in sè stesse. Dell.e sue armi si è fattà anche troppo ostentaZione e .s•ban,di,eramento in •scheITIJ.aglie, anche se a ,por– tarle non si era affatto legittimati. Si chiamarono e si chiamano imarxì,sti anche coloro· che nulla hanno ca– pito del pensiero di Marx, anch-e co'loro che non hanJ"\O inteso che con il mutare delle situazioni mu– tano J.e stesse ,possibilità di soluzione e che non si d~nno conte,rrup·o ranee ed identkhe soluzioni per• g,ra– di ,di svilrupvo ,d 'iver-s.ie per ,fenomeni. diversi. Si è letto Marx facend o d'ognj erba fascio, dimenticando che vi sono diversi stadi delìa sua dottrina e varia-– zioni determinate da!Ja diversità déll'oggelto dei suoi stud1. La po'litica tedesca, la rivoluzione francese, l'economia inglese sono per lui cose sostanzialmente diverse. E' indubbiamente un gran peccato che Marx non ci abbia J.asciato una compi-eta dottrina dello Stato e· delle società e che su questo .punto il marxi– smo ,si, s-ia sviLup1Imto so'lo frammentariamente. Monopolizzare il ma·rxismo e farne una specie di religione di Stato è la morte de1lo spirito in base al quale Marx ha vissuto e compiuto le sue ricerche. In tal guisa, la sdenza viene degradata a mera ;propa– ganda. _Abbi.amo visto che si può, con relativa faci– !Jtà, ridurre uno stuolo di d otti specialisti -e un im– ponente appa-l'ato. scientiìfì.éo dello Stato nel sempli– ce strumento di un apparato propagandistico. Per questo noi vediamo il metodo dfalettico deg-ei:1erare i,n.artifici o in mezzo per il perseguimento pratico di una ,politica di potenza. Con questi metodi si è abu– sato del materialismo dialettico e spesso viene spac· -ciato per marxismo ciò che fu del tutto estraneo a Ca·rlo Marx ed al suo spirito, come ad es. un'adora– zione della violenza bruta, di cui invece non -esiste alcun presupposto nella concezione marxista. Marx vive soprattutto come metodo. Non già i ri– sultati delle sue rketche son·o decisivi, ma il modo con cui egli è giunto a questi risultati:. Questo è il Marx veramente vivo: quegli, che, in ogni nuova si– tuazione, intraprende nuove ric-e-rche e procura nuo– V;i risultati... Avversari o pappagalli dimenticano qua– si sempre che Carlo Marx ha analizzato un certo de– terminato periodo del capi.talismo e deHa -economia
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=