Critica Sociale - anno XXXIX - n. 15-16 - 1-16 agosto 1947

CRITICA SOCIALE 287 --------------------- produzione da parte ,dello Stato non ,comporta e non può comportare nè uno nè l'altro dei caratteri essen· ziali della proprietà capitalistica, ossia la riprodut· tività del capitale, indipendentemente dal lavoro o profit,to dell'indi•viduo proprietario, e la sua inidefini.ta trasmissibilità da individuo ad individuo p er via ere– ditaria. Con il termine « ,capitalismo di Stato » si de– signa in realtà un regime in cui lo Stato s'è appro– priato in tutto o in parte gl1 strumenti, di .produzione., per via di riscatto,legale, di espropriazione autorita· ria o di rivendica,' senza che tuttavia i rapporti del lavoratore salariato con lo Stato·pad-rone differiscano so,stanzialmente dai suoi rapporti con il padrone ca– pitalista. La proprietà individuale ed· il profitto indi· viduale ,del carpitali·sta sono eliminati in tutto o in pal'te, ma il lavoratore non è affatto emanci,pato: la legge del salario continua a gravare su di lui. Egli non ha fatto che cambiare di padrone, anche se, per ipotesi, lo Stato può dimostrarsi un padrone più be– nevolo e più equo. In questo senso, il regime sovie– t1co, quale lo caratterizza il Burnham, er il regime dei di-rigenti, quale egli Jo profetizza, ,sarebbero dei capitalismi di Stato. AI punto in cui sono giunto, in questa presentazio– ne, io posso azzardarmi, penso, a formulare un giudizio d'insieme sulla tesi fondamentale di James Burnham. Egli mira a dimosttare, con lo studio e con l'esempio, ,che è possibile distruggere il capitali– smo senza fondare il socialismo. Anche ritenendo fondate -le sue analisi· e le sue generalizzazioni, la conclusione che s.e Il!! può legittimamènte trarre mi sembra assai differente e, tutto ,considerato, meno o– riginale. Vorrei formularla così: è possibi,le dislrug" geire la propr.i!età privata ·.capiwlisnca s,enza avere di.siiutt.o il capitaNsmo. Il ca,pitalismo evidentemente non viene dis.trutto, se il mutamento rivoluzionario non ha avuto altro ef– fetto che di sostituire alla .proprietà privilegiata di un certo numero di individui la proprietà privilegia– ta di un grupp_o o di un certo nui:nero . df g_r_upp~. Una trasformazione dello stesso ordme si e g1a ,svi· luppata, per vi•a di evoluzione ,nel ~eno stess? del capitalismo senza alt ernarne es senzialmente 11 ca– rattere. La' proprietà capitalisti.ca individu~le è so– stituita da una propriet à -capitalis ti_ca collettiva. Qu~– sta proprietà collettiva, quali ne siano le forme 1n1- ziali, 4enderà a ,creare a proprio .profittq d~i yantag– gi analoghi a quelli ~el. plus-valo_re ,~ap1tallst1co· .e -~ garantirse ne la trasm issione ereditaria. La propneta -privata capitalisti.ca sarà scomparsa: d'accordo; e ciò senz a che il soc ialismo a,pparisca: pure d'accor– do· ma ciò •per la ragione che il. ,capitalismo non sa– rà 'stato integralmente distrutto. In termini più generali, il capit:3-lismo •non è in!e– gralmente -distrutto ~e ~a soppre_ss1one d~lla pr~pne– tà privata d~i mezzi _di produ~1~ne las-~za. sussistere l'iin.sieme dei -rapporti etcorwmwz e socra~z c?ie essa aveva generati: il salariato, le forme autori tane flell_a gestione padronale, l'iniquità fondamentale ~ella r1~ partizione delle ricchezze prodotte, la percezione d_e1 profitti, indipendenti d_aL-lavor~ o che vengono m indebita aggiunta alla rm:~un~rnz1one n?r.male del la– voro. Dirò anzi ,che il cap1.tahsmo non e m!egralll!en– te distrutto, se la soppressione. della p_ropr1età priva– ta .lascia sussistere i rapporti m~r~h eh~ ne sono sorti. cioè quella -gerarchia idi uomi_n! c~rnspo!1•dente alla presunta gerarchia delle cond1z!on1 e. dei -com– piti, che si traduce in una ineguaghanza m tutte le forme del comportamento umano. Tutti gli sforzi di descriz_ioD;e, di interpr~ta~ione ~ di previsione del Burnham ms1stono su casi o ipotesi che presentano appunto que~to .ca·ral!ere. Noi non siamo più in presenza del ca~t3:hs_mo _mt~grale, dat<_> che la proprietà privata cap1tahs~1ca e. d1str_utta o e supposta come distrutta. Ma la distruzione znteg1;al~ d~l ,capitalismo w:m è attuata, dato ,che un~ pr-opr1eta collettiva capitalistica è in via di formaz1o~e ~ ~he le ,conseguenze della propri_età priva~a. cap1~ahsbc~ le sopravvivono., Questo regime non e 1~ regime ca pitalistico propriamente detto, m3:, evidentemente; non è neppure il socialismo propriamente detto. E socialista nel senso che non vi sono ,più capitalisti indi,viduali; è ca•pitalistico nellisenso che un ,substrato di ,ca,pi1alismo continua a sussistere. Diverrebbe auto· maticamente socia.Jismo se .la di,struzioone del capita– lismo fosse portata a termine, se il res1duo ,capitalisti– co fosse totalmente eliminato, ·ed allora il socialismo a:pparirebbe qua;le i n real tà non ha mai cessa1o di es• sere: l'alternativa uni.ca del •capitalis)Ilo una vo.Jta abolito. · · Ragionando in questa maniera, vengo a concludere d1e i ,regimi dei dirigenti ,de] Burnham, lungi dal co– stituir_e il tipo definitivo verso il quale .si dirigono le socie"là umane, non rappresenterebbero, nel migliore dei casi ,che un « tipo intermedio», çhe una formu– la transitoria. che una tappa passeggera nel movi– mento verso il socialismo. Da paTte mia dubito assai che essi. sioinstallino durevolmente e, soprattutto, che si generalizzino. Ma, anche ammettendo che debba essere così, che cosa bisognerebbe cambiare al regi· me dei dirigenti ,perchè ,diventasse regime socialista? Quali correzioni, quali flessioni bisognerebbe fargli subire? ii so~l;lismo ·ammette senza la minima ,difficoHà nè reticenza che la condotta di una produzione pianifi– cata secondo la tecnica moderna esige una élite di « dirigenti ». Per,chè ci possiamo installare su un .ter– .reno sociali-sta, occorre, ed è. sufficiente, che il re– clutamento di questa élite di dirigenti sia sottratto ard ogni specie di favoritismo, di nepotismo o di esclu– sivismo, che le regole di trasmissione non siano fal– sificate, nè con la ereditarietà nè con la cooptazione: in una parola, che la selezione si compia, per ogni .posto e in ogni generazione, sulla base equitativa del merito •personale e dell'utilità so-ciale. Il socialismo, d'altra parte, checchè sembri talvol– ta pensarne il Burnham, noi;i ha mai reclamato una rèmunerazione uniforme per ,tutte le varietà e qua– lità di lavoro. Esso condannerebbe i prelevamenti privilegiati dei ,direttori nello ste·sso modo ,che con· danna il plus-valore capi-lalistico in quanto essi ver– rebbero ad aggiungersi, come un attributo di poten– za. alla remunerazione normale; ma egli intende ,per remunerazione normale qùella che ,corrisponde alla qua!itài del :1avoro, .a-1 §UO rendi.!Ilento, ,al ,suo valore collettivo. Per porci su di un lerreno ·socialista, oc– corre. ed è sufficiente che ,le differenze normali di ri– munerazione non siano ,così marcate da ledere la massa dei lavoratori e da compromettere sensibilmen– te una regola generale di eguaglianza q.elle condizio– ni, ne-I modo di ,vi,veré, nel ,costume. Il socialismo ammette senza difficoltà che la produ– zione richiede necessariamente una disciplina, e la produzione moderna più che. qualsiasi altra. Ma, per por-ci sul terreno socialista, occorre ed è sufficiente <:he questa ,disciplina non si fondi sull'obbedienza. gerarchica, ma sul co)1senso volontario, che ha esso stesso come condizione l'interessamento e l'affetto di ogni lavoratore aJropera comune, e la sua iniziazione a tutti i problemi della gestione, ciò ,che risponde, sotto altra forma, al senso profondo dell'eguaglianza. Se noi supponiamo come ·realizzati questi cambia· menti, i dirigenti non sono più che indivi,dui inca– ricati di un ufficio indispensabile e fondamentale, perchè ne erano degni e sin tanto che li si ritenga– no degni; e·ssi non costituiscono più, in nessun gra· ,do una. classe, una ,casta sociale. Il loro insieme. non possiede. n_è i _c!!rat\er~, nè la coesione, n_èla pen:!1a– nenza ne 1 priv1leg1 d1 una .classe. Il residuo cap1ta– listko' è stato eliminato. Noi siamo in regime ·socia· lista. , Avrei'potuto riassumere in una sola frase questo lungo discorso. Per trasformare il regime dei diri– genti. del Burnham in un ,egtme socialista, ,ciò che è necessario e sufficiente è di introdurvi la democrazia. Una volta distrutta la proprietà privata capitalisti-ca, il libero gioco della democrazia è necessario e. suf– ficiente per estirpare i residui del capitalismo, ,per im– pedire la costituzione ,di una proprietà ,capitalistica collettiva, per impedire ,la costituzione dei capi tee~ nici in classe privilegiata, per serbare alla massa dei lavoratori la sua parte ·legittima nel controllo e n_ella gestione degli strumenti di prod!,lzio!1e, .per ass1<?u– rare all'insieme del lavoro collettivo 11suo essenzia– le carattere di eguaglianza.

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