Critica Sociale - anno XXXIX - n. 15-16 - 1-16 agosto 1947

- , CRITICA SOCIALE 283 ra ed alle sue, funzioni, essa è soltaHto -uno strumen– to nelle mani dei veri dir,igenti. Essa è organizzata ,e!}m,euna ,g~rarchia e ,subordinata al potere sup~ r'.ore. ~ssa r1ceve ma non può, dare ordini. Ogni fun– z10nar10, c?me Trot~ky f!iustamenfe osserva, « può essere, sacrificato d_a1 .suoi superiori neHa scala ge– rar,ch1èa, per qualsiasi ,fatto di cui costoro non sia– no soddisfatti». E sono essi i nuovi padroni della produzione, i sostituti__ dei capitalisti? Stalin ha mes– so fuori questo mito. quando durante le ultime epu- . razioni, colipì, fra ,gli, altri<, Iiiigliaia di dirigenti in– dustri~li. Non è la bu_rocrazia che governa, ma è Stalin c.he dà ordini alla buro,crazia sovietica. Lenin e Trotzky, con uno scelto grup•po di seguaci che non furono mai capaci ,di prendere decisioni iF1dipendenti com'e partito, ma rimasero µno strumento nelle· mani dei ·lead,ers (lo stesso si è verificato con i partiti fascista e nazista); si impadroniTono -del potere ,q,uando iJ vecchio ll.pparato dello Stato stava rovinandcr. Essi cambiarono l'apparato dello Sfato seguendo le loro esigenze di dirigenti, eliminando la democrazia e sta– bilendo la propria dittatura, che nella loro ideologia, ma non certo nella ,pratjcà, era identificata ,con la « dittatura del proletariato ». Così essi crearono i1 primo Stato totalitario, di cui inventarono anche il nome. Stalin si fece avanti. da,ndosi da fare, elimi– nando i suoi rivali per mezzo dell'appa.rato statale e stabilendo una illimitata dittatura· personale. Questa è la realtà, che non potrebbe essere oscura– ta· dalla spiegazione della pretesa dominazione di una burocrazia ,che è, di fatto, subòrdip.ata al governo nella _stessa misura in cui lo è il resto del popolo. E ciò è vero, anche se qualche modesta -briciola della tavola dei padroni ,può essere spartita fra gli uomi,ni della burocrazia, senza, ·benìnteso. alcuna garanzia, che altre bricole abbiano a venire, e; ·per giunta, a prezzo ,di un ,costante ,peric9lo l})er ile loro stesse vi– te. Questa parte materiale non costituis,ce una porzio– ne importante del prodotto sociale. Tuttavia, •l'effetto psìcologico di ogni differenziazione ,può essete assai considerevole. Importanti ,conseguenze economiche derivano da questo fatto. Soggio·garé l'economia alle pr_oprie in– tenzioni fa parte dell'essenza stessa di uno Stato to– talitario. eeconomia è privata delle sue stesse leg– gi e diventa un'economia controllata. Una volta che questo controllo viene effettuato, esso trasforma l'e– conomia di mercato irt un'economia di consumo. Il carattere e Ja •portata dei bisogni sono a.~1'oradetermi– nati dallo Stato. Le economie italiana e tedesca (1) mostrano l'evidenza del fatto •che il sistema del con– trollo, una volta iniziato in u·no Stato totalitario, si estende rapidamente e tende· ad abbracci'l,lre tutt_o', come è stato in Russia fin ,da'1l'i,nizio. Malgrado le grandi ,differenze nei loro punti di partenza, i si– stemi e,conomici degli Stati totalitari tendono ad av– vi,cinarsi ,strettamente l'uno all'altFo. Anclie in Ger– mania lo Stato, lpttando per mantenere ed accresce– re il suo potere, determina il car~ttere della produ– zione ed accumulazione. I -prezzi perdono la 101:0 funzione regolatrice e diventano semplici mezzi di distribuzione. L'economia, e con essa gli esponenti dell'atHvità economì,ca sono più o. meno soggetti, al– lo Stato diventando·' suoi subordinati: L'economia perde il ',primato di cui godev::\ nella società borghe– se. Questo non si•gnifica ,tuttavia,. -che _i cir;coU econ.o– mici non abbiano una grande mfluenza sul potere in Germania come in Russia. Ma la loro influenza è condizionata. ha dei limiti é no~ è decisivl!, _sugl~in– dirizzi ,fondamentali della polit1,ca. La ,pohhca e at– tualmente determinata dalla i;>iccola cerchia di ,co– ,loro che sono al potere. Sono i loro interessi, le loro idee e tutto quanto occorre per mantenere, sfrutta– re e rafforzare il loro potere ciè che determina la po- (1) Scrivendo ,nel 1940, Hllf,erdi:.,g si riferisce naturalmente alle economie nazista in Germania e fasci sta In Ital :a, In quel 1empo (La C, s.~. Bibl10 0vo u·no Bianco litica c_he essi impongono come legge alla eiconomia subordmata. Questa è la ragione per ,cui il fattore soggettivo, l'imprevedibile, irrazionale carattere del– lo svi:uppo politico ha acquistato molta importanza per gli uomini politici. Il fedele crede solo nel paradiso e nell'inferno -co– me forze determinanti; il marxista settario crede s_oltanto nell'esiste_nza del ca,pitalislllo e del sòcia– ll~mo e delle ,classi: borghesia e proletariato. Il mar– xista settar!o non può, afferrare l'idea che il potere stata]~ oggi, avendo · ottenuta l'indipendenza, stia ,cornp1ehdo enormi :sforzi, secondo le sue proprie leggi, per soggiogare le forze sociali -e costringerle a s~rvire ai suoi fini, per un periodo breve o lungo d1 tempo. Quindi, nè il sistema russo nè .Ùn sistema totali– tario in generale è determinato dalle caratteristiche dell'economia. Al contrario, è l'economia· che è de– terminata dalla ,politi.ca del potere domina,nte ed as– soggettata alle intenzioni ed ai propositi di questo potere. Il potere ,totalitario vive dell'èconomia ma non per l'economia, o almeno per le classi che ·,Jomi– ·nano J'e-conomia. come è il caso degli Stati 'borghesi, s~bbene (come o~ni studioso ,di politica estera può dimostrare) questi possano occasionalmente ,perse– guire gli stessi scopi. Un'analogia con lo Stato totalitario ,può essere tro– vata nel i;>eriodo del vecchio ImperÒ'romano, nel re– gime dei Pretoriani e dei loro imperatori. Certo, ,da i.in punto di vista. socialdemocratico, l'e– conomia botscevica può_ difficilmente essere ,detta so– dalisfa, poichè per noi il socialismo è indissolubil– mente legato alla democrazia. Secondo il nostro con– cetto, socializzazione dei mezzi di produzione impli– ca liberazione dell'economia dal dominio di una clas– ·se. e sua conversione a favore deI!a società nel suo comp!esso, una so-cietà, che si autogoverni democra- 1 ticamente. Noi non abbiamo mai immaginato che la forma ,politi.ca -di questa « ecoF1omia ,diretta » che do– ve.va sostituire la pl'oduzione capitalisti.ca -con 1 un libero mercato sarebbe diventata un illimitato asso– lutismo. La cori,e!azione fra le basi economiche e la stru:ttura politi-ca ap-pariva a noi una sola, e ben ,de– finita: ,cioè che la società socialista avrebbe instau– rato il massimo di democrazia. Anche quelli tra noi i quali credevano che la stretta applicazione di un potere centralizzato sarebbe stata necessaria o ine– vitabile per il periodo di transizione, considerava– no' questo periodo soltanto temporaneo e destinato ad aver fine dopo la ,Soppressione del!e classi ,ca– pitalistiche. Insieme alla scomparsa ,delle classi, an– che il governo di classe doveva sparire, quel go– ,verno di classe che noi consi,deravamo come l'unica forma ·possibile. di governo politico. « Lo Stato .sta scomparendo ... », pensavamo appunto, ,come conse– guenza della fine del dominio di classe. Ma la. storia, questo « meglio di tutti i marxisti» ci ha insegn.ato diversame,nte. Essa ci ha• insegnato che « l'amministrazione ,di cose». contrariamente at- 41evrevisioni di Engels, può dhventare una illimitata • « amministrazione di persone » ,e quindi portare non solo a;~•emanci_paìione -dello Stato dall'economia, ma anC'he aJ.l'assoggettamento dell'economia allo Stato. ' Una volta -assoggettata allo Stato, l'economia as– sicura il ,perpetuarsi di questa forma di governo. Il fatto che un simile· risultato· derivi da un'uni:ca situa– zione originariamente causata dalla guerra non esclu– de,una anadié marxista, ma. modifica alquanto la no– stra trop-po semplice e schematica -concezione della correlazione fra. economia e Stato e fra economia é politica, ,che si sviluppò in un periodo completa· mente diverso. L'avvento ,dello Stato come potere in– dipendente complica assai la ,caratterizzazione eco– nomi-ca .di una società. in cui uomini politici (cioè lo Stato) hanno una !})arte deiterminante e decisi'Va. Per questa ragi_one, la controversia- se l'ec!)nomia sovietica sia « capitalista » o « socialista » sembra a me piuttosto insulsa. Essa non è nè l'una nè l'altra. Essa raippresenta una eioonomia to/al,itaria di Stato, cioè un sistema al quale le economie della Germa– ·nia nazista ,e del!'Italia fascista si son venute sempre più avvicinando. RUDOLF HILFERDING

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