Critica Sociale - anno XXXIX - n. 15-16 - 1-16 agosto 1947
276 CRITICA SOCIALE Proporzionale st~bilitàdi governo Nel parlamentarismo si so,no manifestale nenl'altro d-0poguerra -e torroano oggi a man:ifestars,i due esi– genze contradUlonie: il rispl!ltto della rapp11esentanza proporzionale ~ la sla~11Nt,à deJ. governo. La prima ~– sigenza, pure r1speic,ch1ando p1u esattamente la confi– gurazione e la dinamica delle forze pol'itiche, ha co– me ,conseguenza il frazionamento di queste forze. E ciò si river/Jera immediatamente suUa diffico•Uà. di costituire governi efficienti e stabili, proprio men, tre una deMe necessità di una po,!ilica .costrnltiva del– la <kmocraziia è di essere attuala da governti q. lungo, o almeno a sufficiente, respiro, non intralciali e non mutali coI116inuamente dal reiterars-i di ,cl'isi governa– tive. Da ciò (e poichè il problema de.l/a stabilità di governo non, si risolve eslrÌ'n secamente, come fa i1l nostro progetto ,costituzioncr.fe , rendendo arduo, o ad– dJiritturn improb o, il voto di s fiducia, che ,l'esperien– za dimostra avere una parie dei/ tutto seco_ndaria ne,l– le· crisi di governo), la ricerca di sistemi o di espe– dienti che cerchino di porre nime,dio a questa con– tradUtoria esperienza dei/ parlamentarismo moderno. Nel n. 10 di quest'anno della nostra 1,ivista, Lodovi– co 1'a.rgelti affrontava un aspetta di ques.to proble– ma, e cioè la scei/ta di!iTs-isbema elett orale. V ogliamo offrire un ul/teriore co•nlributo al problema pubbli– cando un articolo. prospettante in modo autorevole una ·sua si,ngolare soluzione, degna di essiere medita– la, di quelila eminente personalità del/a soaialdemo– cmzia che fu Federico Adl/er, apparso in Der Kampf del 1924. La lunga esperienza par>/ame·ntare de,/l'au– tore sin da aUo·ra gli cons~ntiua di affron,lare, su di un piano ge11Jera/e,un problema che sia tornando di atl1iaDit,à. Sappiamo benissimo che, .nel deliberare sul– la pròssima legge eilettorale ,la Costituente, per suo innato conservatorismo, non oserà dis.costarsi dalle linee fondamentali de,l/a precedente le,qge elettomle. Ma con ciò il problema non verrà che rimandato. Mentre U pro•ssimo· Parlame·nto .ne sconterà ve-rosimil– me1nle le conseguen,ze, la discussion·e e la ricerca di so:uzioni 1,esteranno aperte. · LA c. s. Come tutti i principii, quelJo del parlamei;itarismo democratico incontra gravi difficoltà neHa sua pra– tica realizzazione. Per questo noi lo vediamo oggi presentare una moJteplicità di aspetti sempre ,cre– scente. A'l1l'asso!uto primato della rappresentanza proporzionale, espressione rigorosa di un'elementa– re giustizia, si con·tra.ppone un'aJtra necessità: i'l Par– lamento deve essere organo, capace d-i prendere de– ci~i~ni, in modo da garantire u,n'ineccepibile am– m1mstrazione deJla •cosa pubblica, ammirnistraz•ione che non è possibile se non .per mezzo di un gover– no 1:he disponga di una certa libertà d'azione. L'a-pplicaz-ione rigorosa del principio proporziona– Jistico assicura l'esatta rappresentanza di tutte le .cor– renti in ,cui si suddivi de ili corpo elettorale. Ma la stessa moJte-plicità dei parti.ti che siedono in Parla– mento rende difficile la costi tuzione di una maggio– ranza. Queste difficoltà hanno condotto da un lato alla ,creazione di forme di governo che non ,hanno altra gi.ustificazione all'infuori della ne-cessità che ha imposto loro vita, e d'altro lato a, modif.icazi-0ni delUa lfgge elettorale che sono un ·vero e proprio insulto, non _sol1tanto ai principi della rappresentanza pro– porz1onal~, ma aUa democrazia senz'altro. Per sfuggi.re al:J,ane,cessità dì formare coaJ.ìzioni contro natura? t ~nto ·più artificiose in quanto conglo-· ban,> una v3r_1etaed._un gran numero'di partiti, si è fatto ri_co'.so . 111 molti casi, in questi ultimi tempi, a goverm. d1 mmoranza. Se un governo,di minoranza ha la tnegl10 ,11 un governo di coalizione per la sua uni– tà ,che aumenta le sue possibilità d'azione immedi.a– ta, esso re5ta p~r<lamentarment~ assai più debole, in parag,me, po1ch e la sua sorte d1.pende soprattutto dai partiti che r.on sono al governo. Un goyerno di coalizione, per il semplice fatto che la sua azione deve essere la risultante delle volontà dei partiti. rappresentati nel suo ~mbito, si preclude di per sè -ogni iniziativa ed ogni politica di vasto respiro nella rearrizzazione di .piani d:i -governo. A BibliotecaGino Bianco fartiori questo è il caso anche di un governo dì mino– ranza, ,costretto a fare dichiarazioni forzatamente in– colori di fronte ad una opposizione che .esso sa tro· varni in una sospensiva infida, ma che non attende. che il momento propizio per.. V'ìbrargli il co'lpo fatale. L'amministrazione delJo Stato postula ,)'esistenza di un governo capace di agire. E ciò non è ,possibile se non con •l'appoggio di. mfa maggior.anza par'la· mentare che non sia imbrigliata nella sua azione. I,l dtl,ri.tto elettorale crea iù Parlamento ,come una istituzione in un certo modo passiva: ed è certo la ra.presentanza proporz-ionale -che garantisce ,la statica ideale della macchina parlamentare. Ma i1 secondo problema da intavolarsi- è la dinamfca di questo mec– canismo. Questa dinamica, aveva nelJ'antico Pa!'la– mento inglese l'esemp•io di un fu·nzionamento idea•le. Era un Parlamento molto capace di agire :e che po– teva -esserlo, poiichè i•J « sistema dei due partiti » - conservato con tutti gli espedienti ,immaginabili: in– terd-izione .dei ballottaggi, ecc. - venne sempre am– mfrato e mantenuto. Le parti erano .perfettamente distribui•te: l'ammi– nistrazione assegnata al governò, H contro1J10 aJl'op- posizione. . . La rappresentanza proporzionale favorisce la mol– ·l•ipl:i caz-ione dei .partiti, mentre soltanto il sistema 1 dei due pa-r-titi garantisce l'esistenza di un Parlamen– to •capa,ce ,di agi,re. Il problema !!i•pone quindi nel modo seguente: esiste ·un mezzo d•i un.i-re •i -pregi dei due metodi, di consentire dì ,conservare fa .rappre– sentanza proporzionale. rendendo possibile Ua costi– tuz•ione di maggioranze parlamentari dota,te di una .piena libertà d'azione? 1'emitativ,i ed e,splf'rienze-: Dobbiamo, prima da tut-to, menzionare un tent:J.· ,tivo interessante in questo senso, poichè è ad esso che, in ultima istanza, si riallaiccia i•) sistema musso– liniano. Le vecchie leggi ele-ltorali ammin-istrative italiane ,contenevano già; per i Comuni, questa clau– sola: iJ, vo,to ha luogo sulla base dello scrutinio ,di 'lista, ma il pa-rtito più forte consegue i. due terzi dei mandati; un terzo è riservato al partito ch,e risulta secondo per •importanza; tutti gli altri sono esclusi dalla rappresentanza. Questo !,istema assicura J'esi– stenza, nel Consiglio Comunale, .di una maggioranza capace di governare, pokhè il partito più forte di– spone dei due terzi dei voti. In tal guisa si è rista· bilito il ststema ,dei -due pantiti, mettendo fuori causa tutti i piccoli partiti per ,)a legisla.tµra amministra– tiva in ·corso. Questo sistema, a prima vista grotte– sco, s-i fonda tuttavia su di un'idea assai giusta: e cioè eh~ deve- sussistere una amminisrta:i,ione in gra– do ·dì· agire,· ra,.p.presentata dalla maggioranza, e che d,eve essere eser,dtato un cOJ!trol-lo. còmpito che spet- ta al!a minoranza. · - E' inuti,Jc diffondersi sugl:ì i,nconvenienti che i,J ri– gore ,li una legge fondata su questo principio appor– ta aJla vita politica: vi sono interi partiti che non possono in alcun modo farsi sentire negli organismi rappresen·tat1vi e sii vedono ,éostretti a conc'ludere in precedenza dei compromessi elettorali per poteré almeno figurare in quaJ.che modo suJla lista ,che ot– terrà un terzo dei s:eggL MussoJ.ini che, neBa sua rjforma elettoralle (1), si è ria:Jlacciato a questa antica norma dei Comuni i-talia– ni, ha voluto evitare ,di essere colpito da quesit'ulti– mo inconveniente. Infatti, se egl,i riserva, come faceva fa legge comunale, i due terzi dei seggi parJamentar1 'al partito governativo, per ,l'altro terzo_ istituisce una riforma che è il non plus ultra della rnod.;rnità: vi isntl'oduce cioè la rappresentanza pro– porzionai e più rigorosa, ma sO'lo per· i partiti di O])– posizione. E' innegabile •che Mussolini intendeva con– giungere al danno anche l'irrisione. Tutte le soluzioni più o meno imparentate con J'i- (1-) Allude alla rif'orma élettorale del 1923, che attribuiva, come « premio alla magg10,ranz11 >, i due terzi dei seggi al par– tito o blocco che avesse cònsegu'to li maggior numero di voti.·
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