Critica Sociale - anno XXXIX - n. 14 - 16 luglio 1947

CRITICA SOCIALE 253 Assicurazioni sociali e - . prezzi L'ar!icolo di Giovanni Gorini' e, Salviamo la lira », pub– blicato su queste colonne I)el numero del 16 giugno scorso, ha una nota originale. Trattando della s\abilizzazione mo– netaria e dei .mezzi per raggiungerla, il compagno Gorini accenna ad alcune relazioni tra assicurazioni sociali e prez– zi, e suggerisce provvedimenti che dovrebbero far servire le assicurazioni a contenere e non - come attualmente av– verrebbe, secondo Gqrini - a far aumentare i prezzi. Le assicurazioni sociali italiane sono un vecchio e vasto edificio, costruito da parecchi governi. Nessuno ha avut!> un piano, ma ciascuno vi ha lascia'.,() un proprio segno, che si è aggiunto a quelli del passato, senza nulla cancellare nè abbattere. Tutti hanno voluto dare al lavoratore qual– che cosa, ma nessuno si è mai nemmeno proposto di dar– gli quanto gli conse!)tisse di 'vivere. Sicchè, guardando oggi questo edificio, l'insieme appare imponente; la fac– ciata è barocca, ma non le manca una certa maestà. Os– servandolo però più da vicino, o entrandovi, si vede ihe dietro · quella facciata., _quando non c'è il vuo:o, alcune parti trascurate minacciano di crollare, altre sono anguste, .. altre eccessivamente lussuose. Possiamo tranquillamente af– fermare che nessuno pensa oggi· in Italia che tale edificio possa rimanere così ç_om'è:. costa troppo e serve poco. L'accordo però, naturalmente, finisce qui, e gli subentrano i più disparati proge'.ti e un ar.ruffato incrociarsi di recri– minazioni appena si tratta di stabilire se - e come e quan– do - esso debba essere J,olto di mezzo, o semplicemente ritoccato, o demolito. e poi ricostruito. A nostro avviso, l'attuale ordinamento delle assicurazioni sociali deve essere disfatto e ricos:ruito in base all'espe– rienza fatta finora e alle aspirazioni delle classi lavoratrici nel nuovo clima politico europeo. Ma bisogna seguire un piano organico. E formare tale piano è un'impresa ardua, che dev'essere affrontata da uomini seriamente preparati e di forti- propositi. Una ricostruzione purchessia o una se– rie di rabberciamenti non possono che aggravare i mali attuali. Ciò posto, torniamo alle osservazioni di Gorini. Egli di- , ce: la scala mobile dei salari è un veicolo d'inflazione. Poichè non po·ssiamo, sic et simpliciter, abolirla, cerchia– mo un correttivo. Questo potrebbe essere la scala mobile inversa dei contributi assicurativi. - Eh,. no! diciamo noi, adagio. Sarebbe· troppo bello e facile. Indubbiamente, ogni aumento di salari provoca un aumento di prezzi, ma ciò è dovuto, oltre che a un motivo economico, a un più potente motivo psicologico. Escludiamo, per ragioni ovv~e, che una pari e concomitante spin'.a psicologica potrebbe contenere il rialzo dei prezzi, se all'aumento dei salari cor– rispondesse una riduzione sui contributi di assicurazioni sociali. Eppoi, ammettiamo pure che la scala mobile ia– versa dei contributi assicurativi possa raggiungere lo scopo indicato da Gorini, ma ba egli considerato dove, col sus– seguirsi degli scatti della predetta scala mobile inversa, si andrebbe a finire? I cont·ibuti assicura:ivi, con le loro integrazioni, sono stati stabiliti calcola'ndo la misura delle relative prestazioni. Se le prestazioni rimangono fisse e i contributi gradualmente scendono, dopo un tempo rela~i– vamente breve sarebbero esauriti i fÒndi da cui le presta– zioni sono at'.inte. Questo della scala mobile inversa dei contributi assicurativi è uno di quei rabberciamenti, di cui abbiamo fatto cenno dianzi, che, anche nell'ipotesi fortu– nata che riuscissero a eliminare un guaio, ne creerebbero j)i maggiori. - Non altrettanto· può dirsi della progressiva· nazionalizza– zione dei contributi assicurativi, che Gorini propone. Se abbiamo ben capito, egli vorrebbe sosti:uire all'attuale base finanziaria delle assicurazioni sociali, che è costituita da un sistema di contributi, una sola o più imposte. Rite– niamo che tale sistema possa portare un alleggerimento delle spese di amministrazione, ma non può essere intro• dotto senza che tu'.to l'edificio venga demolito e ricostruito dalle fondamenta, Quindi la necessità di quel tale piano 1 di cui abbiamo già discorso, e soprattutto della volonta politica di prepararlo e della forza di attuarlo. L'articolo di Gorini contiene considerazioni suggestiv sull'onere costitui'.o dalle assicurazioni sociali per l'econo• 'mia nazionale. Ma poichè esse. sono basate su dati neces– sariamente inesatti per mancanza di fonti statistiche uffi– ciali, e possono indurre a conclusioni pessimistiche, ci cot- BibliotecaGino Bianco re l'obbligo di rettificare, sia pure rimanendo nell'appros– simazione, i dati esposti da Gorini. Possiamo accettare che il numero degli assicurati si aggiri oggi sui 4 milioni. Pos– siamo anche acce'.tare la quota di evasioni, da lui calco– lata, del 33%, ma dobbiamo rettificare la somma di Li– re 90.000 all'anno che i datori di lavoro (sempre secondo Gorini) pagherebbero per ogni assicurato. Considerato che la misura percentuale dei contributi di assicurazioni so– ciali, in relazione al massimale dei salari, non supera il 40%, la somma che i datori di lavoro pagherebbero per ciasc_un assicurato si aggira sulle 40.000 lire l'anno. Se a ciò aggiungiamo che non tutti i 4 milioni di lavoratori assicurati percepiscono il salado massimo e non tutti la– vorano per tutto l'anno, sarà facile dedurre che la somma calcolata da Gorini, a cui ·ammonterebbe la spesa annua della protezione sociale in Italia (duecentoquaranta miliàr• ·diJ deve essere molto ridotta. A quanto? Da alcuni anni non si pubblicano dati uffi– ciali, ma possiamo assicurare, in base a quelli ufficiosi che circolano, che" i contributi di assicurazioni sociali incas– sati dai vari Enti dal 1945 non hanno superato complessi– vamente i settanta miliardi all'anno. Che le spese amministrative degli enti di assicurazioni sociali debbano e possano esséi:e ridotte, è una verità che sottoscriviamo. Ma anche qui non si potrà far molto e non si sarà prima stabilito quali forme assicurative sa– r~nno mantenute e quah dovranno essere soppresse, e, per quelle che rimarranno, come dovranno essere riordinati i servizi. Siamo insomma daccapo: la necessi:à di un piano generale di riforma. · Prima di concludere, non possiamo 110n fare un cenno agli sviamenti impressi agli scopi e all'indirizzo delle 88• sicurazioni sociali, negli ultimi dieci anni, dalla politica dei vari governi che si sono succeduti. Al massimo Ente che le gestisce sono state accollate le gestioni di provvidenze (indennità agli impiegati l!,,rivati richiamati, integrazioni, guadagni agli operai dell'industria, premio della Repub– blica, indennità caro-pane) introdot'.e p_er far fronte· ad esi– genze della ·guerra e del dopo guerra, che non hanno nulla da vedere con le assicurazioni sociali, ma che pur ne aggravano considerevolmente il costo e, fortemente defi– citarie come sono, costituiscono un allarmante pericolo per la resistenza finanziaria dell'Istituto che le gestisce. La Cassa d'integrazione dei salari, col suo deficit che supe– rava i tre miliardi al 31 dicembre 1946, è davvero una ven'l aper'.a nel corpo dell'economia nazionale. Come si -potrebbe rimediarvi, anche per gli effetti studiati da Go– rini di contenere l'inflazione, ci riserviamo di esaminarlo in ulla prossima occasione. 'GREGORIO SALINARI Natura e funzione storica delLaburismo inglese (co•nt11nuazion~ e fine) Bisogna t·ener presente, poi, che, essendosi, du· rante il conflitto, il protettorato inglese esteso ad altre regioni, nuovi problemi sono sorti; sotto questo rispetto sono da considerarsi la crisi iraniana, aven– te la sua prima origine nell'occupazione dell'Iran– dell'agosto 1941 da parte di truppe inglesi e sovie– tiche, e che scoppiò apertamente con :a rivo·ta del– l'Azerbaigian del 16 novembre 1945, e la crisi indo– nesiana che portò all'intervento armato britannico, non potendo l'Olanda far fronte da so:a alla guerra dichiaratale dal governo nazionale indonesiano il 13 ottobre dello stesso 1945. In genere, t.u·tavia, alle occupazioni militari il Go– vern'o laburista preferisce una emancipazione delle colonie: così esso si è impegnato a tra_sferire ali.e Nazioni Unite H control'.o sulle ex colome germani• che che erano amministrate dalla Gran Bretagna e ha .cercato e cerca tuttora di riso:,ere il problema del Sudan in s-enso favorevole al!'E,<!i:to: ha:trasfor– malo i possedimenti della Malesia in Federaz1_one ma– ;.ese ed ha aumen a•o l'autonomia della Birmama, di Ceylon, della Rodesia del Sud. • La polit: ca estera laburista è caratterizzata dalJe seguenti -direttiv·e:

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