Critica Sociale - anno XXXIX - n. 14 - 16 luglio 1947
250 CRITICA SOCIALE • GLI Jll\/11\/lllSSI DELGRJll\lO L'articolo' di Ottorino Tassinari, da noi pubblicato. nel fascicolo del 16 giugno, ci ha _procurato la lettera d, un nostro abbonato che nella provincia di Arezzo attende con molta cura e i,;telligenza alla coltura dei suoi terreni. Per l'importanza del problema e perchè desideriamo d! cono– scere il pensiero anche di altri che _posso~•-oco~sider_arl~ da diversi punti di vista e con la considerazione di tutti eh svariati interessi che ad. esso si riconnettono, pubblichia– mo ben volontieri la lettera del nostro abbonato, anche se non siamo in tutti i punti d'accordo con lui. Riteniamo infatti che, in annate in cui può esserci tuttora la neces– sità di una notevole importaz,ione di cereali dall'estero, e il prezzo dei cereali importati può quindi esercitare un notevole influsso sulla determinazione dei prezzi· di tutta la quantità dei cereali che sono sul mercato, affidarsi per l'importazione alla libera iniziativa può rappresentare u11 pericolo. Non vediamo il motivo per cui questa importa• zione non possa essere fattar dal/o Stato, il quale ha mezzi migliori per valutare qual' è il deficit della produzione gra• naria à cui bisogna provvedere con l'importazione, e_può meglio regolare l'andamento dei prezzi· anche senza ricor– rere a ness'!,r•o di quegli artifici e di quei pesanti congegni burocratici 'r;'er cui da molti si guarda con sospetto alle iniziative dello · Stato. Premesso questo richiamiamo l'attenzione dei nostri let• tori su quanto ci scrive il nostro, collaboratore: Alla « CRITICA SOCIALE » MILANO L'articolo " Abolire gli ammassi del grano » contiene nu– merose verità, alle quali mi permetto aggiungere brevi osservazioni. Per po·.er giungere ad un'esatta valutazione del prol',le– ma granario occorre tener presenti i seguenti fatti: 1) l'ltaUa è sempre stato un paese importatore di grano · o di altri cereali; 2) la « battaglia del grano » ha dato. no_• tevoli resultati tecnici e produt:ivi, percbè era basata sulla convenienza economica della produzione e sopra una larga disponibili1à di mezzi di produzione (concimi, sementi · elette, macchine, ecc.); 3)· la necessità di grano è aumen- tata in Italia per l'aumento della popolazione, _per il mi– gliorato te,nore di ·vita e per la deficienza di altri cereali che pcima venivano largamente importati; 4) le estati 1945 e 1946, di quasi assoluta generale siccità, hanno falcidiato la produzione di granoturco, fagioli, patate. ecc., che en– trano con quantitativi non indifferenti° nell'alimentazione popolare, per cui, in mancanza di l]Uestc produzioni, il popolo ha dovuto necessariamente accaparrare sul meFcato nero la massima quantità di grano disponibile; 5) :gli agri– col:ori, oberati dalle tasse e da errate imposizioni, hanno cercato colture più reddilizie ed hanno ristretto la· coltiva– zione del frumento, anche p~rchè questa, senza l'ausilio dei concimi, diventava in alcuni casi la cenerentola dello colture. · Fissati questi concetti, occorre vedere come si possa, ·con una giusta convenienza per i produttori, ottenere che il popolo italiano abbia il pane necessario, stroncando al tempo stesso il vergognoso mercato nero. La risposta è fa, cile. Occorre innanzi tutto ·che il Governo fino da ora dichiari i11 modo assoluto che verrà abolito ogni vincolo di ammasso dei prodotti agrari a cominciare dal- 1° giugno 1948 e che in secondo luogo si faccia ogni sforz~ per aumentare, prima dell'autunno, la produzione dei CQncimi fosfatici e· azo'.ati. Se questo avvenisse, gli agricoltori cer, tamente riacquisterebbero fiducia nella produzione dei c_e• reali e ne aumenterebbero la coltivazione, perchè avreb, bero la certezza .che il .prezzò nazionale si equiHbrere!;,he col prezzo mondiale e perchè, con la disponibilità di con– cimi, ,potrebbero tornare a produzioni ecpnomicamente ·con– veniènti. Non voglio dire che ciò possa essere sufficiente a co prire ,e nostre necessità. Occorrerà, come è sempre oc, corso, completarle con l'importazione la quale, se fosse lasciata alla libera iniziativa, provvederebbe alla deficienza delle varie specie di cereali; ed i prezzi di ques'.i non sa– rebbero più di borsa nera, ma in diretto rapporto all.'of– ferta e alla richiesta mondiale. A questo punto -però occorre domandarsi s: è pr•sibile prevedere che nel 1948 sia anche all'estero ·abolita l'at– tuale bardatura vinoolistica e se da qui ad allora la dispo- BibliotecaGino Bianco nibilità dei mezzi di trasporto possa soddisfare alle gene• rali richieste. All'Italia occorre, per il normale vet'.ova– gliamento della popolazione e per le necessità zootecniche, un quantitativo di cereali superiore alla produzione nazio– nale, per cui ritengo che, se è possibile l'importazioue, , convenga senz'altro abolire gli ammassi, mentre, se questa non fosse prevedibile, il Governo sarebbe costretto al man• tenimento dell'ammasso, con gli enormi inconvenien:i ben noti, pur di poter dare a tutti una sia pur misera razione di pane di. pessima ·qualità. .Vi ho esposto molto· obiettjvamente le mie idee, pur dichiarandovi che, oome agricoltore, sono assolutamente contrario a qualsiasi forma di ammasso. Gradite distinti saluti. maf. Inflazione eipotech Un aspetto .non sufficientemente valutato deHa in– flazione riguarda· i suoi effe Ili sulla proprietà agri– cola indebitata. In conseguenza della, -famosa r,ìvalutazione d-ella lii;a - quota novanta - e per un processo storico che, specie nel Mezzogiorno, agha 'lentamente ma cosiantement<e, si può dire che, pochi anni prima del· lo sco ppio de:l'ultimo conflitto, rari fossero i fonrli rusti.cl su -cui non gravassero ipoteche. La p roprietà assente, in particolar modo, era co– stretta, per mantenere il tenor-e di vita fast.oso a cui i suoi rappresentanti erano adusati, a ricorrere al credito: vi ricorreva nelle forme più svariate, dal credito privato usura:o al credito bancario masche– rat•o da e.edito agrario di gestione o di miglioramen– to. Raramente 'le somme 'così avute erano impiegate sui ~ondi, o lo erano in minima parte; per la parte più arande finivano in donn<e e gioco. Durante l'ulti– ma parte clel ve ntennio, g~nerosi. dol:li de!·:o Stat'?, sotto il menti.to aspetto di premi d1 buona colti– vazione o di m'g li.oramento, alleggerirono, specie ai predi,!etti, o al.e famig'-ie nobil!ari ~he in un m_odo o nell'altro davano :ustro al reg..me, 11peso delle 1po– t,e,che ma sostanzia·mente. malgrado benefizi ed a– gevol~zioni, fa grande proprietà. fondiari~ e f(1:an .parte de!la merli a g~mevano s.?t _o 1;.peso_ dei de_b11l, ;e la rivalutazione, ab bass ando 11llvel.o del prezzi agri– coli, le spingevano a.la rovina. Solo il coìtiva!or~ ~ì_- •retto si difendeva con qualche successo: l,attiv1ta_ · persona'.e riusciva, mesco ando rendita e profitto, a -consentire un modesto margipe. . Sostanzialmente la propvietà fondiaria, aggravata dall-e imposte, dai contribut\ unificati, _dai contrib~– ti di mig:ioral}lento, dalle 1po 1 ,eche, d1J?end~va p1~ daro Stato e claJe Banche che dai ,propr1etar1, la cu.1 forza po]jt-ica ei,a annullata o moto ridotta anche se in apparenza, essi godess<ero di protezione e pre– stigio presso le gerarchie po:itiehe fasciste. La guerra ha mu•,ato radicalmente questa situazio– ne: gli alti prezzi deUe. derrate ~grico:e hanno do– vunque rafforzato le classi detentrici della terra e ~ costante sva·utazione della lira .ha permesso loro d1 affrancare pesi -ed ipoteche. Il _denaro, pr_eso a P,r~– stito dal:e Banche a. lunga scadenza (credito agrar:o di miaJi-orainento) è stato vraticamente annullato, realizz7rndosi così' un utile netto che supera ogni speculazione. anche la più redditiz-ia. Gli i,stit1;1fidi credito fondiario hanno praticamente, perduto I loro capitali ed in gerae11e tu'ti i cred.tori sl 501'10visti fro– dati, tranne i pochissimi che - ne\ tempi in cui era prevedibile un turbamento m0netar,o -- av~vano fat– to ricorso a. clauso.e sp,eciali di· ragguagllo. ·A ques!,o modo la proprietà fondiaria si è rimes– sa, un po' dappertutto, in seHa e p-iù in q~elle r,egio- . ni dove essendo prevalentemen!,e assenteista, aveva visto co~ lento processo, attraverso accensioni e ~m:– rogazioni ,di sempre nuove ipoteche, accr,escers1 11 peso debi.torio oltre i limiti de:'la. produtf~v\tà, sic· chè a stento si reggeva in una assidua e v1g1.~ l<?tta contro i cred,itori negli estenuanti proceclimentl d1 e– sproprfo. La congiuntura, perciò, portava alla proprietà a– gvaria, oltre aH'uti:le ingente degli aUi prezzi (neu-
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