Critica Sociale - anno XXXIX - n. 14 - 16 luglio 1947

248 CRITICA SOCIALE A del proposito piano Marshall H fallimento della ,conferenza ,economica di Pa– rigi, le reazioni suscitate nell'opinione pubblica mon– diale e le conseguenze che da esso possono prove– nire per il futuro dell'Europa ci porgono- l'occasio· ne di a'.cune considerazioni su!le possibilità, effetti– ve di una tale iniziativa e sul modo in cui es~a si· è presentata neJl'azione dei governi delle grandi po- tenze, ' Innanzi tutto, esiste veramente un p-iano Marsha'l, nel senso cioè di una iniziativa intesa a sollevare e– conomicamente un'Europa dissestata? O rientra esso unicamente neJ:a schermaglia diplomatica cui assi- . stiamo dalla fine delle ostilità, nel tentativo recipro– ,co delle Grandi Potenze di scaricare 1 l'una sull'al!,ra il fallimento di una pace partico armente riehiesta dagli Stati minori sacrificati dalia guerra? La proposta cooperazione economica europea rap– presenta in realtà un aLineamento de]e grandi di– p'.omazie verso quegli idéali di collaborazione super– naziona e a cui sembrano oggi tendere le leggi s-10· ,riche dell'umanit-à, oppure a lla base di essa stanno deteriori motivi di politi.ca continge nte? Un bre– ve riesame deg:i avvenimenti non è in.ut- ile a que– sto proposito. Causa prossima del cosiddetto piano Marshall è stato un discorso pronunciato i•l 5 giugno all'Uni– vers-ità di Harvard dal Segretario di Stato america- · no: un dis,corso abbastanza innocente e privo di un particolare significato politico, nel quale pote va, al massimo, ravvisarsi un tentativo di addoJ. c.re talune inflessioni troppo dure de'.la dottrina Truman. L'op– posizione tra Orien~e e Occidente - così nettamen– te sottolinea'.a da Truman - era abi:mente lasciata in· secondo piano, mentre veniva avanzata in termini -generali - e amichevol.i. - :la necessità, di inviar.e soc,corsi all'Europa e di creare un accordo prelimi~ nare fra g:i Stati. europei mllo sfruU.amento di tali soccorsi. Il discorso non sembrava affatto andasse al di là delle dichiarazioni accademiche p:ù volte ripetute da rappresentanti ufficiali americani Ma i,l fatto nuovo si verific:ava verso 'la metà di ·giugno con la notizia, presso.chè cont.emporanea da parte francese e· inglese, che dei pPimi ,contatti erano stati– presi con il governo deg:i Stati Un:ti allo scopo di portare su un piano più concreto le proposte del segretario di Sta•,o americano: e dopo un breve ab– boccamento a Parigi, sv·o1tosi il 17 e il 18 giugno, Bevin-e Bidault proponevano al ministro deg i Este· ri sovietico U'l incontro a breviss'ma scadenza, per definire insieme un piano di collaborazione econo– mica europea. A questo punto, era almeno fondalo i1 sospetto ,che in tutto ,questo movimento dip.omatico' esistes~e 9ua'_cosa di preordinatò· da parte anglosassone e che 11 piano Marshall andasse riso'.vendosi in una abile mossa d)plom~tica avente ,]o scopo preciso di son– d~re_ ]e mte_nz10ni della Russia e di porla, in caso d1 rifiuto. d1 fronte a chiare responsabilità. Ad ogn'i modo, anche se questo pensiero vi era stato la Rus– sia parava subito, e briilantemen!e, il- colpo ~on .]'ac– cettare_ la proposta di una conferenza tripartita. Ma 4'altegg1amento sovietico, straordinariamente conci– liante nel periodo preparatorio, si irrigidiva davanti al tavol~ della' c,o!1ferenza. A Parigi l'incontro si ri– solveva 1n U1! fa,l!mento completo. La Russia respin– geva succ~ssivament_e le proposte britannkhe e un pro~e~tq d1 .compromesso. francese: su questi «no» sov1ehc1 .la . conferenza s1 arenava definitivamente. . 9uesti i tatti,. Q1;1anto a_ll'at'.eggiamento dei rispet– tivr go_verm, e 'l1m1tandoo1 all'esarrie aella posizione · ,russa e di q-ueJ:a am~r\cana, è innegabile che l'URSS, dopo avere, come si e detto, parato il primo co'po C01! l'acce_t!are l'invito. a_ Parigi, non ha saputo resistere poi a lun~o e ~1 ~1a acco'lato il' peso forma– le, ma grav-e, spec1_enei riguardi dell'opinione mon– dial_e, del faHimento de:Ja conferenza. Essa appare oggi - anche fatta la tara del ma'vol,ere interessato di buona parte dell'opinione pubb:ica europea - la responsabi!e ·dell'insuccesso. E la stessa argomen– .fazione opposta da Molotov alla proposta anglo-fran- BibliotecaGinoBianco cese - ,che cioè -il piano di collaborazione int!reu– r-opea è 1-esivo del.e sovranità nazionali dei piccoli Stati - è contraria, sia a quel principio storico sui nuovi rapporti di interdipendenza fra gli Stati cui a~cennammo più sopra, _sia al presupposto, imp.i– oL!o,nel'la stessa accettazione delle proposte ang'.o– francesi, di una inevitabi:e limitazione di taluni po· teri nazionali nei riguardi del proge 1 .tato organismo econoi:nicp inter.europeo. Ed è anche dubbio, per le rag,:om suesposte, quale sia per essere il vanlao-– g)o ,che Ja Russia potrài trarre da questo suo atteg– g1ament,o. Il fatto stesso. che pressochè para]elamen– te :J'Unione Sovietica abbia procedu1o a un nu,ovo g:ro di v:te nel controllo dei paesi del blocco orien• tale potrebbe indi,care èhe la Russia ha compiuto un nuovo e grave passo su'.la pericolosa china del– l'isolamento. . D'altra parte non si può apertamente approvare l'atteggiamento degli Stati Unili. Anche ove si vo– giia superare il sospetto di una ma,chfave·Jica prepa– razione di una trappola ai danni della Russia, r:ma– ne il fatt.9 - e non pare che ciò sia stato sufficiente– mente so'.tolineato finora - che in tutto lo svo!gi– mento delle trattative gli Stati Uniti non abbiano vo– luto abbandonare l'innegabi:e vantagg o dip'omatico da essi otlenuto con iJ gettare avanL una propo~ta di così eoceziona'le importanza e con H riservarsi poi, non partecipando -materialmente alla conferenza la condizione cti giudice ul imo del a si ,uaziom. ~d è probabile che qu-esto atteggiamento rigirlo ·degli Sta– ti Unili, che ha posto l'Unione Sovietica in una si– tuazione di iniziale inferiorità, abbia contribuito non poco allo sviluppo deg'.,i. avvenimenti. Il discorso pronunciato il 4, •luglio, dopo il fallimento della con– ferenza, da Truman, alcune sfumature del quale han– no una particolare tonalità aggressiva, può confer– mare questo giudizio su di una certa mancanza di elast,icità da parte degli organi ufficia:i americani. Ad ogn,i modo. al di fuori di tali considerazioni, resta il fatto del fal!imento de,J:a conferenza d'i Pa– rigi e iJ fatto deH',iniziativa franco ing'.ese; ad essa . suocessiva, per una nuova conferenza economica eu· ropea. E' troppo presto ancora per dire quali pòs- · sano -essere i futuri svi.uppi di questa nuova iniziati– va e se essa assumerà e~,cJusiva funzione anglo-sas– sone o se, in extr-emi:,, si potranno agganciare ad essa anche i paesi dell'Europa orienta e. Al momen– to non mancano sintomi dell'una e dell'allrà possi.– bi!Hà. E se i primi preva'gono, le notizie di un e– ventua'le interv-ento di rappresentanti cecos'.ovacchi e polacchi aprono interessanti prospettive per il. fu– turo. Rimane da chiarire se tali rappresentanti del bJo,cco orientale qualora partecipassero al' a confe– renza lo farebbero come os~·ervatorori o, peggio, come oppositori pregiudizial.i., oppure se essi possano rap· presentare l'avanguard.i.a di una futura partecipaziol)e di tutto il blocco orientale (1). Nell'un cà5o o ne:l'al· tro. ci pare tuttavia che ciò non muterebhe di molto la posizione di disagio in cui si trova atlua·mente la Russia: e ,che una sua accettazione ritardata porte• rebbe ,con sè, come conseguenza necessaria, il rico– noscimento di :un errore e l 'accettazione di talune premesse fondamentaii de.le proposte occidentali. Ma 'la « open dip:omacy » dei nostri giorni permette difficilmente simfli mutamenti radicali di posizione. Un punto rimane da esaminare. di parti.co.Jare in– teresse per noi: quel'o della partecipazione de!J'I– talia al'.a recente iniziativa anglo-francese. Come è noto, il Governo ita·Jia-no si è affrettato a inviare la pro_pria adesioné. E' lecito avanzare il dubbio se ta– le accettazione non sia stata troppo affreltata e se, in un momento internazionale co,ì d-elicato, non ci– si sia troppo scopertamente allineati a fianco degJi, alleati occidenta!i. In particolare, per quanto ci ri- \ guarda, le voci sulla mancata ratifica del trattato di p.icc da parte dell'URSS e l'avvicinamento che su alcuni organi di stampa si è voluto fare tra un tale d,~lo di fatto e l'adesione dell'Ita'ia alla riveduta edizione del pjano Marshall, potrebbero convalidare questa tesi-. LlJ. disc,ussione sulla ratifica del tratta· (1) Questa ipotesi, avanzata dal nostro collaboratore prima che fosse comunicato il rifiuto dei Paesi in questione di par– . teciparJ alla conferenza, è venuta or::nai a cadere; anzi l'in– tervento drastico de l'U.R.S.S. su ta~uni di essi (Ceeoslovac– chia) rende più recisa la volontà russa di rottura.

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=