Critica Sociale - anno XXXIX - n. 14 - 16 luglio 1947
CR!TICA SOCIALI! 24T Crisetta - . . azionista Svoltosi sotto l'ambiziosa insegna di « rinnovamen– to del socialismo », if congresso romano de·!l'apri:-e scorso del Partito d'Azione. aveva abbastanza netta~ mente precisa:o le dire!.tive da seguire. Era stata anzitutto affermata l'esigenza e l'urgen– za di una posiz:one di socialismo autonomo e de– mocratico, rivolto, con spirito realizzatore, ad affron– tare i concreti problemi de la vita italiana .con una costruttiva po it:ca di. sinistra. A dire i_l vero, non •erano mancate a tal r:guardo indeterminatezze in– te:lettualisliche ed ambigui~à politiche sul modo di intendere e di effettuare questa proclamata autono· m:a. Quanto ai r,ealisLci problemi da impostare e da risolvere, ancora una volta, salvo le debite eccezi0- ni., aveva dominato l'astrattistico « mito della con– cretezza », accompagnato da urna orgog iosa firlucia nella ,capacità costru•.tiva diei propri dirigenti. Ma, so– stanzialment-e, la posizione assunta veniva a porsi sul– lo stesso terreno del P.S.L.I. Logico quindi che si fossero in pre-cedenza svolti, col:oqui e trattative per una _intima coI:aborazione, o addirittura per una uni– ficazione dei due parlitL'Non abbiamo birngno di ri– petere che avremmo visto con grande simpatia que– sta cooperazione in at•,o·: e non già so·tanto per il g:orioso, anche s-e recente, passato del P.d,A., ma an· ,che per la fiducia che noi pure abbiamo in alcuni dei _suoi migliori uomini. Senonchè all'affermazione di questa posizione ven– ne ad assoc:ar.A, durante il Congresso, una se.conda direttiva, che riusci anzi preminente: queLa tenden · te ad operare la unificazione de:Je forze del .sociali– smo italiano. Sotto questo aspetto, ii Congresso ve– n iva a p orsi su di un terreno. sostanzia mente affine. a que.lo ·di Ignazio SLone, che infatti si ebbe dal Con· g resso u n'accoglienza ca· orosiss'ma. Appunto per me– glio con· aerarsi a questo compito di unificazione il Parti',o avrebbe ric onfermato per intanto una pro– pria autonoma linea po.il.i.ca : conseguentemente, rap– porti e trat ative co n il P.S.L. I. vennero a. tenuati. Nel– l'assumere questa posizione c'era indubbiamente una • sopravvalutazione della propria forza d'attrazione, della vas ità d'irrad:azione della propria eco, della ca– pacità di incidere rea meQte e d•i smuovere, e da una parte e dal''altra, larghi strati d'opinione socialista. Ma a'.:a buona volontà, comunque, non si fa il pro– •cesso. • Il gua'o era invece che il Congresso aveva bensì entusiastLcamente prospettato questa specie di « mi– to unitario». di cui il P.d.A. si faceva ormai pa'adino (persino la nobile testata del.'« Italia libera» fu mu– tala in « Ita:ia socialista»), ma poco o. nulla si era preoccupato di precisare come, in che limiti, con qua e metodo e con quali in:ziative questa operazione avrebbe dovu o essere esplicata, _affidandosi intera– mente a; 1 a Direzione. Bisogna anche aggiungere .che in realtà il Congresso esprimeva correnti. diwrse: c'erano coloro che credevano che il principio unita– rio avrebbe rappresentalo realment-e i-I crogiuolo per bruc:are tutte .e -scorie del passato e scodella~e un « nuovo » soc:alismo; c'erano coloro che sentivano vivamente Ja logica e l'urgenza delle istanze a~to– nomistiche e democratiche espr,esse da 1 P S.L.I. smo a giungere ad auspkare una sollecit.a fusio·ne; c'era– no i fmoro•;i di una rottura col P.C.I., che aveva e– spresso, in un d'scorso di Secchia, chiari ammoni– menti· c'erano infine non pochi che inclinavano al P.S.J.,' un po' per innato « sinistrismo». un po' per– <:hè, non avendo compiuto nell'interno del P.~.I.U.P. -Ja nostra amara esperienza, poco avevano cap1t~ del– la nos!ra scis,'one, e soprattugo oerchè credu!J alle subdo\e e reiterate insinuazioni di Basso che I~ « mas· sa operai a» (verso cui mo·ti sentivano _una (ntelkt– tualisti.ca sugge 0 t'one) stesse compatta d,etro 11P.S.I. e avesse in to·o la~ciate deserte le, tre del P.S.L.I_., di partito la propria unità ·di élite, e nel subordr- Su di ~n punto però il Congresso fu concorde: nEl mantenere ad ogni costo la propria compattez:i;a B1blloteca.Gmo Bianco - doi partito, la propria unitài di élite, e nel subordi– narsi .utti in blocco ali-e decisioni del"a maggioran· za della direz:one. La cosa era giu:.tificabile in un partito piccolo, ma d.i. fervida coesione sentimentale, che già una voltà aveva subilo il dramma di una scis– sione. Ma sembra che proprio questo attegg'amento gli sia stato fatale. Non vogliamo qui diffonderci sul:'opera tentata daU-a Direzione dopo il congresso. Vi furono conati senza successo, iniziative rimaste in sordina, fras!ornam-en ti G e trattative della « pic– co!a ·intesa» in sede ,di cri.si di governo), ed anche inerzie. Forse troppo i :Jusa s ul/ascendente di una postulazione più intellettualistica che poiit:ca, la Di· J\ezione non voJ:·e accingersi a scendere sul terreno, si sa quanto ingrato, di una vera e propria med:azio– ne (parola e realtà che nei P.d.A., andatosene La Mal– fa, ha suscitato sempre un sacrosanto orrore). O for– se l'impresa apparve improba. A taluni cominciavano anch~ ad aprirsi gli occhi. sulle possibilità di smuo– vere 11 P.S.I., -come un tutto compatto, Basso impe– rante.· E mentre Basso rintronava .costoro non solo con fulminanti anatemi nei confronti della po.itica del P.S.L.I. e col proc.amar,e che il P. S. I. si sareb– be fatto « an:matore e promotore di uno schieramen– to solidale di sinistra», persfoo il candido Francesco Fancello s'accorgeva -che sug:i effettivi in 1 ,enti di « autonomi,a socialista » di Basso si dovevano ele– vare troppi sospetti. Con questi precedenti, si •giunse al co'po di scena del 30 giugno. La direzione poneva infatti' in mino· ranza i maggiori esponenti e lo stesso segretario, ap– provando un ordine del giorno Calogero, sostenuto da Lussu, Cianca, Schiavetti. ed a:tri, in cui, pur solle– citando i con·atti con tu,tte· le forze socia:iste auto· nome, « accoglieva in partico·are il recente invito del P.S.I. di iniziare ,converrnzioni in proposito». La decisione costò le dimissioni di alcune em'nenti per– sonalità,, quali Foa, Va:iani, Garosci, Codignola, e so– prattutto la sostituzione nella segreteria del facondo ed -irruente Cianca al quadrato Lombardi, provocan· -do talune vivaci reazioni alla periferia. Qua:i fossero la ;lealtà e g:i intenti dell'altro con– traente lo si vide subito, sbandierando i g· ornali fu– sionisti come cosa già avvenuta la fàgoci!azione de– gli ·azionisti e, assieme con loro, dei demo aburisti. Gli· stessi vincenti (safro il tripudiante Lussu) ass-e– riscono ora che si è equivocato: che non si tratta affatto di fusione in atto o imminente, ma (il term'ne è loro) di una semplice «apertura» col P.S.I., come era già avvenu'o col P.S.L.I. ·Da parte nostra riten:a– mo che il P.S.I., e in particolare Basrn, siano così desiderosi di conc:udere, non foss'a'.tro che per pre– stigio, da fare le p'ù -insperate concessioni, e di ogni genere, sì che non sarebbe facile tornare indietro nemmeno a negoziatori più ,cauti e meno sugge~t:ona– ti. Dei resto non c'è da nascondersi che la men'a· lità degli esponenti della magg'oranza corrisponde perfettàmente - con qualche vezzo intellettualistico in più - ed anche nelle valutazioni po'.itiche (b'oc- . chi del popolo, patto d'unità d'azione con i comuni– sti, solidarietà ad ogni costo deìle sinistre) ,con_quel– la dei dirigenti del P.S.I., nel· quale perciò si tro– verebbero come a casa loro mentre, altrettanto fran– camente, si troverebbero a disagio nel P.S.L.I. Non c'è nulla di più assurdo e di più inat 1 .uale che. concepire l'unità _ socialista <;OJ?eun3: ri~ppiccicatur~ dei due tron.com del soc1.a]lsmo 1tahano, magari smozzican do un p o' di teste più spinte dà una parte e dall'altra. E temiamo che non più in là vada la con– cezione della unità socialista di costoro, intesa so– prattutto ali-e prospettive elettorali. Verrà messo tutto a tacere con un « niente di fat– to »? Si dirà che «conversazioni > non son_o «_trat– tative» e si re~terà al tentennante punto cl,1 prima? O concludendo positivamente, quella coesione s-en– tiinentale ché nel P.d.A. è così viva trascinerà ~utti dal.'a:tra parte? O invece g!i esponenti del'a. mmo– ranza bat"uta, che di coraggio non hanno mar man– calo sapranno trarre sino in fondo le conseguenz1:, con,'tatando che quando si è sostanz'almente « di– versi >, ad una apparen~e unità è preferibile ,che eia• scuno prenda la propna strada? . . . Agli azionisti spetta il trarsi dall'in:ipasse m -CUJ s1 sono cacciati. Ci aug_uriamo lo sappiano fare senza generare nuovi equivoci. · Pm.
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