Critica Sociale - anno XXXIX - n. 13 - 1 luglio 1947
CRITICA SOCIALE 233 gnazione di decine o centinaia di milioni di lavori. La cooperazione, il cui fine economico è quello di raccogliere in fascio solidale forze che la reciproca concorrenza indeho• - lirebhe, si trovel'à, ancora di fronte non solu i privati, ma queste società cooperative, dando ai ·cooperatori esteri la sensazione, che' risponde a verità, della scarsa maturità del movimento italiano. La Lega stabilì subito su basi prq.vincùili il proprio mo– vimento organizzativo, e -ciò risponde alla esperienza fatta . in questo campo, raccoma1{d~do a questi suoi organi peri– ferici di evitare il moltiplicar_,i di aziende negli stessi Co· munì; ma in molte piccole frazioni la piccoli) cooperativa è anche il centro politico dei lavoratori del luogo: questi lavoratori delle lontane frazioni rurali trovano che la loro cooperativa, amministrata da uomini che conosoono e che godono -della loro fiducia, è una loro creazione che a d essi appartiene, non tanto per il .piccolo sacrificio della qt.ol.li bor.iale, ma assai di più' -perchè in essa vi è un po' di loro stessi e della loro anima. Quando si inizierà il lavoro di disciplinamento organizzativo ·delle cooperative occorrerà guardare· a questo problema con molta attenzione, perchè le e-sigenze della concentrazione oommerciale non sacrifichino queste aspirazioni, sia .pure campanilistiche, alle quali sono tenacemente attaccati i lavoratori di questi. -piccoli borghi distanti dai centri urbani. L'indirizzo politico. La coopt\razione operaia fu in gran parte emanazione dei sindacati cli mestiere. Mentre il sindacato provvedeva alla lotta per l'aumento dei salari, la diminuzione degli orari e il miglioral"\lento delle condizioni generali dei lavoratori, esso si presentò ai socialisti come lo strumento più efficace per risolvere in .pieno il problema sociale;' eliminando gli imprenditori privati, si sarebbe impos8essato dei mezzi di produzione, i quali sarebbero divental:i proprietà dello Stato, che li avrebbe affidati- in gestione alle società coope• rative. Questo programma orgoglioso era stato anche il so• gnò dei pionieri di Rochdale, quando aprirono nel 1844 il primo spaccio di consumo. Anch'essi si proponevano di rea• lizzare un beneficio economico aprendo magazzeni, oostruen– do case di abitazione, acquistando o affittando terreni da hivorare, ma nella loro prima mozione dichiaravano anche « che non appena sia possibile, la soèietà procederà all'or– ganizzazione delle forze della produzione, della distribu• zione, dell'educazione e del proprio governo o in altri termini, essa stabilirà una colonia indigena nella quale gli interessi saranno uni.ti e comuni ». ' Era quindi un lìne politico che si pro.ponevano o, se vo– lete, ideologico, e fu decisivo -per l'avvetiire della coope– razione perchè fornì ad essa l'elemento spirit~ale che diede alla ruota il movimento. · La Lega Nazionale delle Coo-perative rimase fino al 1920 in intimi rapporti c-01 Partito Socialista, i c ui u omini mag– ·giori la dirigevano, ma rimase indipendente d.al partito po• litico. Dibattiti dottrinali non si ebbero al Congresso di Reggio Emilia su questo tema, tanto più che era assente la D. C., la quale, pur contestando queste finalità sociali o socialiste della cooperazione, non seppe ~ai definire un suo programma finalistico. Al Congresso di Treviso del 1921 la D. C. si limitò ad auspicare « un nuovo regime economi– co da sostituirsi, 'secondo i principi cristiani, all'attuale capitalismo individualista», rinunciando con ciò a preci– sare una qualsiasi formulazione teorica per il proprio mo· vimento cooperativo Neppure i comùnisti hanno affacciato alcun dissen~o ideo– logico; nella loro blanda o.pposizione fatta più aWon. Ca– nevari( il quale fra i due 'congress.i era passato al P.S.L.I. ed -era perciò dimissionario) che al Consiglio, riuscirono a dimo.strare che vi è U.'.l metodo diverso da quello praticato dalla cooperazione di tutto il mondo e dalla Lega, ragion per cui la relazione morale e finanziaria del Consiglio di Amministrazione ha ottenuto l'approvazione dai oongres– sisti in un unico ordine del giorno votato all'unanimità. 11 dissenso si è avuto fuori della magnifica sala- del tea– tro comunale di Reggio E.milia, poichè fu attivissimo il lavoro di corridoio •fra i div~rsi partiti che si contendevano la preponderanza nel Consiglio direttivo, il cui epilogo fu il « cambio della Guardia » col passaggio della presidenza della "Lega d_al partito socialista al partito eom1_1Dista. B1blroteca l:iino Bianco A questo proposito si sono manifestate, nel congresso e fuori, molte apprensioni che mi sembrano esagerate. La coo• ,perazione è retta da leggi economiche e morali che non si possono impunemente' violare. È istiluto prettamente de– mocratico nella sua costituzione, nella sua organizzazione, nell'esercizio della sua missione ed è e resta un movimento economico e politico indipendente dai parliti, apartitico co· me .si usa dire oggi, al qual~ i partiti politic'i daranno l'ap– porto dei loro uomin~ migliori; un movimento libero e autonomo r,he chiederà allo Stato soltanto quello che lo Stato ha sempre concesso alle conco-rrenti categorie indu– striali e commerciali, Proporzionalmente alle proprie forze, .chiederà il credito, l'assegnazione dei lavori pubblici, le terre incolte o male coltivate, i generi contingentati, l'isti– tuzione di una Università libera della Cooperazione, il con• oorso nelle opere di educazione dei lavoratori, come già è contemplato nella Carta costituzionale della Repubblica, e chiederà soprattutto la vigilanza dello Stato sulle proprie gestiom p·er rimanere insospet~abile come la moglie di Ce– sare. Padri e Figli. Il dissenso maggiore che s1 e manifestato in questo Con– gresso, se di dissenso ,può parlarsi, fu t,ra .padri e figli. Ri– cordàte il bel -romanzo di Turghenieff? È l'eterna vicenda della vita! Questi nostri figli sono spesso impetuosi e violenti nei loro a.tteggiamenti verbali. Nati sotto clima fascista, cioè ·senza il beneficio di una educazione e di una esperienza che si possono acquistare soltanto in regime di libertà, essi credono oggi di saperne di più dei loro padri, i quali a loro volta sono scontenti di questo atteggiamento e nutrono spesso risentimenti, non sempre ragionevoli, verso questi fi. glioli che sono all'a b c della loro esperienza. Ma possiamo far loro uria eo\.pa? Bi-sogna farsi daccapo, d'accordo. L'a– _zione quotidiana nel campo della cooperazione dalla quale questi giovani saranno attra-tti e sedotti e dove troveranno · momenti di grandi soddisfazioni spirituali, conferid loro quella stessa esperienza che oggi disdegnano e respingono nei loro padri. Ad ogni buon conto le discussioni e gli ar· gomenti portati a questo congresso di Reggio Emilia sono gli stessi che .i vecchi coo.peratori trattarono trent'anni or sono; ma l'esperienza che v~ramente serve agli uomini è soltanto quella che ciascuna fa da se stesso nello studio e nel lavoro quotidiano e con i pr.opri errori. Auguriamoci che questi giovani portino nelle Cooperative che andrannq ad amministrare la stessa fede e la stessa passione che vi portarono i loro padr,i, i quali faranno ot• tima cosa, 'nell'interesse ·dei figli e della cooperazione, a vigilarne l'azione per evitare almeno quegli errori che noi commette_mmo trent'anni or sono, quando la cooperazione era eOsa .nuova e ,senza una propria esperienza, per evitare altresì che questi giovani perdano la fede in un movimento · tanto importante, destinato ad elevare il sentimento e la dignità della vita umana. BIAGIO RIGUZZI E' uscito, presso l'Editore Garzanti, il volume: CARLO MARX PAGINE DI FILOSOFIA POLITICA ,a cura e con prefazione di: GIULIANO PISCHEL I nostri abbonati possono averlo con il 10 % di sconto (L. 315 -invece di 350). Si prega di inviare sollecitamente le ordinazioni. Leggete e diffondete il quotidiano del P. S. L. I. L'UMANITA'- che esce ora in due 1 edizioni: per l'Italia Setten– trionale e per }'Italia Centro Meridionale l •
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