Critica Sociale - anno XXXIX - n. 13 - 1 luglio 1947

232 CRITICA SOCIALE Il Oon~resso di ne-~~io Emilia Il C<>ngressodella Cooperazi<>ne/.enuto pochi giorni ad– dietro a Reggio Emilia e c1,iusosi anch'esso, come quello sindacale di Firenze, con una larga prevalenza dei comu– nisti, a:vrà conseguenze diverse secondo il mod'-0 con cui i vincitori usemmw della lor'b vittoria. Se essi tenteranno di asservire la cooperazione agli i,iteressi del loro p(JJJ'tito 0 non riusciranno ad I evitare che si rom.pa q-uell'unità di sforzi e di consensi di cui le Cooperative hanno bisogn-0 per vivere e prosperare, l,a co()perazione correrà se.rio peri– colo di sfasciarsi in molti luoghi, con conseguen,ze che pot.rebbero anche durare per parecchi anni. Ma, nonostun,te che in altri episodi del movimento operaio noi abbiamo dovuto cor~tawre come i comunisti difficilmente riescono ad ispirarsi a superiori considerazioni degli interessi dell,a clas– se ta-voratrice, vogliamo tuttavia sperare che la constata· zione dei gravi danni che la cooperazio11,eha subiti per O]>('fl'a del fascismo saprà suggerire mm Sl1ggia e respo"'5abile con· dotta ai coa,,ei-atori comunisti a cui il Coi,gresso di Reggio hd affidato le sorti dell,a cooperazione; i quali sentano l'ob– bligo di portare nell'adempimento del mandato lo stesso spirito che vi hanno portato uomini come Antonio Ver– gnanini, ed Emilio Canevari. I , ' Pubblicheremo volontieri gli scrit,ti che sull'argomento volessero inviarci i compagni esperti di questa materia. Og– gi diamo questi primi commefiti e considerazioni che, a n-0stra richiesta, ci lu: m(IJlldatol'amico Riguzzi, il cui libro e, La Cooperazione operaia />, scritto in collaborazione oo{ Porcari e pubblicato dalla Casa Edit.rice La Fiaccola di Mi lano, è veramente un'opera classica sull'argomento. LA CRITICA SOCIALE Dopo la guerra del 1914--1918 si ·ebbe verso la coopera– zione un afflusso improvviso di soci, che si è ripetuto '1n proporzioni n1ag~iori in questi due ultimi anni. Oggi, eome allora, i lavoratori sono corsi ad i';criversi àlle cooperative nell'illusione di ,procurarsi a buon mercato i generi con– tingentati, o per trovare una conveniente occupazione nei lavori pubblici. Dopo l'altra guerra, la coo.perazione avev.a però dei quadri e una esperienza che si erano· maturati nel decennio ,precedente oon lento processo fisiologico, in una atmosfera di libertà. L'ultima guèrra 1nvece è stata preceduta da venti anni di fascismo, il quale non solo aveV'll mat,erialmente distrutto gran parte di que;ti ist.itu~i -: e fu 11 mmor male -, ma aveva anche d1strullo 1 quadn e. quel p,,ocess'o di educazione llpi ·cooperatori che si andava formando sotto la guida di uomini di alta levatura morale, ap.partel)enti ai più diversi partiti politici, che• avevano fede nella cooperazione. Fra gli stessi lavoralori si era avuta, nei sindacati e nella cooperazione, la selezione dei migliori e ne crnno sorti ,ottim'i dirigenti per queste imprese Nel 1921, cioè prima delle dev~stazioni fasciste avevamo in Italia, secondo i dati del Minis~ero della Prévidenza So– ciale, 2~.198 coo·pèrativ·e legalmente ,costituite, delle quali 8.481 d, consumo, 7.464 di produzione e lavoro, 1.534 di credito e 3,719 diverse; ma po,ichè queste cifre 1:011 com– prendevano le coop.erative esistenti di ·fatto ma non le~a– lizzate, che erano molte, il numero complessivo li fac:va ascendere· a 25.0'00 circa. Le ultime statistiche della Dire- . zione Generale della Cooperaziope, pubblicate dal dott. Al– berto Basevi in un b,reve ~unto storico, tracciate a. g,:andi ci·· fre, denunciano la forza numerica della coope1'azione at– tuale in ,circa 20.000 coopera.tive, di cui 6.000 di consumo, 5.500 di produzione e lavoro, 3.000 ag;icole,'• 1.500 edilizie. e 1.000 di trasporto. Di questo imp,onente movimento la Lega Nazionale ~elle Cooperative raccoglie la maggior parte con 12.000 coope- · rative e oltre tre milioni di soci. Quando si pensi che· nel 1921 i soçi delle cooperative aderenti alla Lega erano circa due milioni e si tenga conto delle distruzioni fasciste, non è ,chi non veda il grande affiusso che si è avuto in questi ultimi due anni. I pochi superstiti della vecchia coopera· zi<lne guardano oggi con apprensione questo impetuoso tor· 'rente di improvvt~ali cooperatori. 'i3ibliotecaGino Bianco Ad accrescere le difficoltà d.ei dirigenti della Lèga ha concorso l'atteggiamento dei vari govemi che si sono snc• ceduti al potere dopo la liberazione, i quali, pur non essendo contrnri al movimento coo.perativo lo hanno però ignorato, o quasi. Uno dei maggiori problemi che assillano le cooperative è, ogg'i come ieri, quello dei finanziamen– ti. Nell'altro dopoguerra l';l;stituto Nazionale di Credito per la Cooperazione, ·istituto statale, - trasformato dal fasci•' smo nell'attuale Banca del Lavoro - av~va elevato il pro– prio capitale da 7 milioni e mezzo a 350, milioni per an,– dare 'in aiuto a queste imprese che avevano da affrontare quegli stessi problemi che oggi si presen'tuno moltiplicati Vi è stato un momento. in cui gli emissari della Banca an– davano essi ad offrire il denaro alle Cooperative per sti– molarne il lavoro· e le i'!iziative, ma specialriiente per prov– vedere alla soluzione del problema, anche allora grave, del, la disoccupazione, che fu in gran parte risolto dalla coope• razione e dall'Opera Nazionale dei Combattenti. Le Coo– perative attuali hanno atteso invano il risarcimento dei danni arrecati dal fasc1sino, i cui beni vennero incamerati dallo Stato. II recente congresso di Reggio Emilia non solo non ha chi~sto la ricostituzione della Banca della coope– razione che il fascismo di-stmsse, ma si contenterebbe· oggi di ottqnere almeno la costituzione, p,resso la Banca del Lavoro, ,d,i una sezione di credito per la cooperazione. Non minori d'ifficoltà ha incontrato la 'Lega per l'a~segnazione dei lavori pubblici, delle terre mcolte, di macchine agri· cole, di fertilizzanti, dei generi ·dell'UNRRA, per il ritorno alla cooperazione dei Consorzi agrari, per l'applicazione di ragionevoli facilitazioni nell'applicazione dell'I.G.E., tutti problemi che la Lega Nazionale ·delle Coo.perative, sospinta dalle proprie associate, ha costantemente sollecitati, assieme a molti altri, come prova il suo organo ufficiale « La Coo perazione Italiana »,· che essa diffonde settimanalmente ai pro-pri associati. In queste ,condizi-0pi, :e con mezzi sempre inadeguati, si è svolta l'opera dei dirigenti in questa prima fase •di recln– tamento ,dell'esercito d·ei cpo,per~tori, fase che appare ancora in atto quando si consideri che, mentre nel Congresso di Roma dei primi di settembre 1945 le federazioni provinciaH aderenti erano soltanto 32, al 30 aprile 1937 1 esse erano salite a 70, e si ,deve ancora aggiungere l'a'desione delle molte provincie mancanti all'appello. L'unità e il frazionament.o. I Una ,delle maggiori aspirazioni dei congressisti di Reggi? Emilia era costituita dall'unità coo.perativa. Il fatto che si er.a raggiunta l'unità dei lavor_atori nel campo 6indacale, aveva lasciato adito alla speranza· e creata la fiducia che la stessa unità' si .potesse raggiungere nel campo della coope– razione; ma il ministro Fanfani della D. C., che presenziò .l'apertura del congresso e vi pronunciÌ) uno dei discorsi inaugurali facendo .ai· coopera1iori grandi pr.drnesse, dimen– ticò ·di parlare ..proprio di questo argomento che più inte– ressava i co~gressisti inquieti. Ho indicato la cooperazione• cattolica, perchè, puÌ· essendo di molto·• inferiore a quella aderente alla Lega, dispone però di forze notevoli. Fin dal 1919 essa ·aveva già una propria Centrale nella « Coi;,fede– razione Italiana de1le Cooperative» e· nel 192.1 contava 3.200 Cooper.ative di consumo, 2.550 di produzione e lavoro; ma la sua maggiore forza e~a costituita dalle 2.200 casse rurali ohe le .permisero la costituzione d.i un ,proprio istituto di credito, la ccBanca ,del Lavoro e della Cooperazione )), con sede a Milano, che ~volge 1Jna notevole attività. La D. C. aderì all'unità sind~'rale perchè mil)oranza troppo •debole 1n quel campo; non, aderisce all'unità co.o.perativa perohè mi• 'noranza molto , forte. Le Coop~rative cattoliche non sono però le •sole a straniarsi dal movimenlo generale della coo– pera~i,one della Lega Nazionale; ne sono assenti le Coope– rative aderenti al .pa~tito' Hberale, la Provvida dei ferrovie– ri e una quantità di altre Cooperative d'i consumo fra im– p1egati statali ,o privati, che di solito ricevono alcuni pic– coli benefici dallo Stato o da amministrazioni statali. Un eccessivo frazi@namento .si deve pure lamentate nelle C-Oo– per.ative di lavoro; risulta, per ese/Ilpio,' che a Roma,. dove già esistono 361 Cooperative ammissibili ai pubblici ap.palti, si trovano in 'istruttoria presso la prefettura oltre mille do• mande di nuove iscri:oioni nel Registro prefettizio. La de– bolezza di queste Cooperative è facilmente accertabile dallo scarso numero dei soci e dal piìr scars.o capitale versato, ciò che non esclude la ,pretesa per parte ,di esse .alla asse·

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