Critica Sociale - anno XXXIX - n. 13 - 1 luglio 1947
CRITICA SOCIALE 231 !ioni, senza contar,e gli Scandinavi, i )Magiari e i Greci che, mentre costituiscono_ dal punto di vista demo_grafico, entità trascurabili, portano nella fami– gli europea il contributo della ]oFO storia e .,della lo– rp cultura, che · ha indubbiamente un immenso.· valor,e. Dal punto di vista della economia agricola si può dire che fOri-en-te europeo e, in un ceTto senso le re~ioni medit1;rranee hanno una so,v'.rapopolazion~ a– gri cola la cm eccedenza, in oggi specialmente da noi, ceTca lo sbocco nella emigrazione oltr,e Oceano, ma che potrebbe essere utilizzata nelle zone indu– stria]~ europee; ciò che già è avv-enuto in larga mi– sura 1n Russia, in conseguenza del processo di in– d~s~rializzazione che ha caratterizzato il regime so- vietico. ' , L'Europa centrale e l'occidentale so"no caraUeriz– zate da un equilibrio fra la attività industriale e quel– l1a agri,cola, la zona mariittima setteintrionale mostra una prevalenza di att-ività a caratter.e industriale. Quant o alla distribuzione delle attività indust.riali, esiste.va nel continente un nu-cleo relativamente limi– tato di g randi industrie, oggi i;i crisi pet effetto del– la occu,pazione della Germania da parte dei vincito– ri, e una Jar.ga diffusa zona -di' media, industri'a e· di artig~anato; mentre la dntura periferica è quasi e– sclusivamente agricola, all'infuori di quellà orienta– le, che si è andata iridustri_afo:zando, come sopra det– to e come del resto si poteva preve·dere anche all'in– fuori ,della Russia, specialmente per la Polonia. Sulla base di que-sti elementi di fatto, che do,vran· no essere meglio chiariti -e sviluppati in successivi articoli, si può e si d-eve, dal punto di vista sociali– sta, studiare la .realizzazione di una unificazione eu– ropea. Essa deve esser-e. graduale, deve tender-e alla creazione· di rapporti sempre più intimi, prevalente-– mente di natura_ economica, fra popoli, affini per stirpe -e perciò per origine, per lingua e cultura ,e bisognevoli di reciproco• comp"!emenito :delle rispet– Hve economie ,per ,imtegrare e nii.g'lliorare· il pro– cesso di produzione e alimentare e sviluppare il mercato dJ scambio. In questo senso la ascesa a:J po– tere, in vari Paesi europ-ei, dei partiti rappresentan– ti gli in,teressi della classe Javo•ratrice può dar •bene a sperare, tanto più se sarà possibile ricostruire una nuova Internaziona'l,e, che dovrà avere funzioni· so– stanzialmente diverse dalle precedenti, perchè suo compito precipuo diverrà quello di fiancheggiare e coordinare l'azione di governo dei vari partiti so- cialisti nei ·singoli Stati. · . In sostanza, con i piedi ben piantati su questa travagliata terra, con la mente freddamente e rigi· damente guidata dalla esperienza storica, secondo la .:i;iiùortodo'ssa, anche se non rigidamente schema– tica, ,interpretazione marxista, ma con lo spirito vol– to a quella unità umana che trascende ,è nobilita la materia; i lavoratori europei, mem(\lri dell'insegna– mento che la loro emancipazione deve· essere opera di 1orn stessi e che la -debolezza! è ifl1 risuITtato· delle · loro divisionii, ,d-ebbono unire i loro sforzi perchè, ,con una Federazione di $tirpi e di genti vo1te ad opere di pace, il nostro continente possa conservare e va- - ·Jorizzare, oltre alla sue risorse, anche la p_ropria ca– ratteristica di depositario di una eredità di lavoro accumu'.ata nei secoli e di una materia prima in– tellettuale che, non a torto, è stata definita incalco– labile serbatoio di conoscenze, di esperienze e di energia creatrice. II. - Gli elementi demografici. Secondo il Reithinger, autore del libro « L'aspetto economico dell'Europa», -cultore di economia a base statistica, della cui opera mi valgo in questo. breve studio, la ascesa e il decadimento dei popoll sono conseguenze di forze la cui intensità, e direzione so– no calcolabili e delle quali conseguentemente è pos– sibHe prevedere gli e ffe,tti. Questa affermazion•e metodologi.ca è di p_rincip10 deve trovare il conse nso di chiunq ue abbia come guida per la interpretazione e lo studio dei fatti sto– rici ; dello sviluppo della- società umana, la realtà posHiva dei fatti, concreti, dalla quale ~i pos~ono derivare l·e leggi che governano la trasformazione ca l:J1t10ts1anco continua in atto. Da questo .punto di vista è indiscu– tibile la importanza· de'! .problema demografico. In sostanza, come ho già accennato nel precedente ar– ticolo, la pressione demografica in Europa si mani- - festa soprattutto nella direzione Est-Ovest e Sud– Nord. Concomitante è il fatto che le popolazioni meridionali e orientali hanno una eccedenza di uo– mini nelle età medie, ciò che significa che sono re– lativa1:1ente più giovani degli altri popoli europei. . Il citato autore nota che la diversità delle tensio– ni biologiche e delle ,pressioni di concentrazione de– mografica suac~ennate trovano riscontro non solo nei çliversi gradi -di i'ndustria1izzazione e di ,concen– trazJone, ur.bana, ma anche neM'abbassamento del fitto de1ldenaro e ne'], ria,Jzo id-ei salari, rilevabi'li quando ci s·i sposta dall'Est verso l'Ovest o dal Sud verso il Nord. In senso contrario la disponibilità dell'eco– nomia in capitali' e il Jivello medio del'la vita si ab– bassa e, dove la ricchezza di beni materiali dimi– nuisce, si aumenta proporzionalmente la riserva di lavoro umano. In sostanza, anche senza le suddette giuste considerazioni dell'economista statistico tede– sco, non vi è dubbio che le condizioni di vita socia– le ed economica d_ell'Oriente ,e del Sud europeo so– no completamente dive.rse da quelle dell'Occidente e del Nord. Naturalmente la situazione orientale si è di molto modificata per.'opera della industrializ– zazione condotta, con la energia che tutti conosco– no, dal Governo sovietico. Tale fatto ha una importanza che trascende di molto i· confini della Russia europea tanto più che non vi è dubbio sulla costituzione in atto di una vera e propria federazione slava, che giunge ormai fino al Meàiterraneo. Questo fatto non ha solamen-· te un a importanza politica, ma ha un valore econo- · mi.cq di primo ordipe. Le regioni Sud-orientali eu– ropee, e particolarmente la, ,penisola balcanica, sono prevalentemente agricole. La ]oro popolazione è in aumento, ha un tenore di vita piuttosto basso, ma la situazione geografica della penisola balcanica ha sempre formato oggetto di cupidigia per lo sbocco dei prodotti industriali d·ell'Europa centrale, e se ne è avuta la riprova nei numerosi trattali di clea· riilig stipulati a suo tempo dal famoso Dr. CJodius per la Germania, che erano riusciti a soppiantare l'Inghilterra sul mercato balcanico, In oggi quella regione !Mediterranea è sotto il diretto controllo del– la Russiia e, se i ,dirigenti sovielki riterranno, (come è molto probabile) di doverla, almeno in parte, in– dustrializzare, tutto l'equilibrio del Mediterraneo sa· rà, dal ,punto di .vista economico, ·sovvertito, e a'-e– conomia europea, presa nel suo insieme, muterà so– stanzialmente fisionomia. La pressione demografica sud-orientale verrà ad essere attenuata, perchè una parte della sovrapopolazione agricola verrà assorbi– ta dalle industrie. Si avrà in tale modo una situazio– ne in un ce rto senso analoga a quella che si stava già verifioap.do in Pol,onia, ,prima dello scoppio dell'ul– tima guerra . Dal punto di vista deiuografico, come ho già scrit– to ,il centro Europa è stazionario, mentre l'Ovest· è in decrescenz_a e, si .potrebbe :l.ggiunger-e, anche in senescenza. L'Italia ha invece uno sviluppo demografico indub– biame.nte favorevole, che la fa entrare nel novero del– le nazioni meridionali a popolazione crescente. Una sua maggiore industrializzazione non appare possi– bI!e, perchè troppo forte è la mancanza, non tanto di capitali, quanto di materie prime. Essa ha per– ciò una disponibilità di riserva di lavoro imponente, il cui apporto non può essere sottovalutato. agli ef– fetti dell'assetto economico dell'Europa occidentale. Vi è in questo fatto una coincidenza di indub– bio valore. Se è vero, infatti, che i rapporti fra i popoli sòno regolati soprattutto dai_ loro_ recipro<:i interessi, è altrettanto vero che molti altri element!, · all'infuori di quello economico, contribuiscono a creare, mantenere e sviluppare le relazioni fra i va· ri popoli. Tra questi fattori, principali sono quelli dell'affinità, di stirpé, di lingua, di religione. :E!_ ver~ che, ,come avviene tra uomini, qe liti e i ma'.mtesi si hanno -soprattutto in famiglia, ma non è men ve– ro ,che, quando si eJdminino i contrasti di _int_eressi, la intesa è pi,ù facile e più -duratura se fattori d1 natu– ·ra etnica e spir.;,tuale inte·rvenga'llo in suo favore. Io perrso perciò che i paesi latini dovrebbero es-
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