Critica Sociale - anno XXXIX - n. 13 - 1 luglio 1947

236 CRITICA SOCIALE La unificazione f derativa I europea I. - Gli elementi essenziali .del problema. In questo travagliato periodo che segue H. tragici! conflitto e non ancora annunzia la pace, da pll!l parti si è affacciata ed ,esaminata la possibilità di riunire i popoli europei in una forma federativa. Questa no– bile umana aspirazione ad una fratellanza, almeno continentale, che superi le frontierè convenzionali e unisca i popoli di· stirpi diverse in un'unica fami– glia intenta alle opere di pace •e non a preparare e consumare ricorrenti massacri, è apparsa· a mo-lti. direi. a troppi, utopistica. Sta il fatto che essa s,i è riaffacciata come una estrema speranza delle genti doloranti' •e anelanti alla pace in un periodo come l'attuale, torbido salto ogni asp-etto, e che molti, forse non a torto. hanno definito preparazione ad un nuovo -e più terribile conflitto fra opposti blocchi di popoli, che esprimo– no diffe,enti idealità e sono ugualmente in posses– so .·di -dovizia di mezzi ,di ,produzione, faci1me,nte oggi trasformabi-11 in mezzi d~ distruziorne.' L'idea tuttavia non è nuova, chè da secoli è stata perseguita or sotto il nome di Sacro Romano Im– pero, or sotto il segno di qualche grande capitano, ·come Napoleone. Più r-ecentemente l'ultimo conflit– ·to ha segnato un rinnovellato sanguinoso tentativo di unificazione, che avrebbe ·dovuto portare. la capi~ tale d'Europa a Berlino, In oggi ancora Churchil~ ha ripreso, più e ;iiù volte, il tema, non del tutto nuovo agli Inglesi, ·d1 una unione continentale, che potreb– be rappresentare, per il capo· dei ,conserv:ato·ri bri– tannici, l'estrema trinc-ea difensiva del capitalismo, Senonchè, due errori fondamenta,li sono stati fi– nora commessi èia cqloro che si sono occupati del problema. Uno, di ,portata s,torica,, è •stato q11ello,di immaginare ,la uniilà !'!Uropea come un qui,d realiz~ zabi!e da un princip.e o da una stirpe; con il che si è evidentemente confusa la -libertà di associazione dei ,popo.Jd· ,con -i1 servaggio, ·e. la fratel1anza umana ·con la schiavitù. L'altro errar.e è consistito e consi– ste tuttora p-er molti nel ritenere che i grandi eventi umani possano essere voluti o, ·peggio ancora, cr eati 'dagli uomini, senza che prima esistano o sia.no sta· te 'poste \e basi necessarie e sufficienti p-erchè tali eventi non so\o abbiano la possibilità di realizzarsi, ma siano anzi divenuti necessari e, ineluttabili per la forza irresistibHe della realtà positiva e concreta.· Tutto questo spiega il :Perchè perfino la Chiesa cattoJ.ica, che -dorrebbe essere la più vivac'e propu– gnàtrice di fraterne intese fra i popoli, non a.b bia . assunto atteggiamento favorevole nei confronti d.el problema di una possibile Federf).zione Europea. In proposito il Pop01lo, organo demòcristiano, ha pub– blicato due articoli- di fondo, il primo dei quali in– titolato 1 « L'Europa perduta», nel quale sostanzial– mente si nega' ogni possibilità pratica di una Fede– razione europea, mettendo in riJievo le ragioni_ del prudente ris-erbo della Chiesa in argomento e so– stenendo il carattere utopistico di ,progetti del ge– nere, ,specialmente· agli effetti di una pacificaz'ione umana. Lo scrittore si rifa agli illumfnisti e al di– ritto pubblico europeo, che. si sarebbe formato nel periodo compreso fra la pace di Westfalia e la Ri– voluzione franc,ese, per concludere c;he, anche eli– minando i focolai di •discordia che dividono l'Euro– pa_, la guerra, cacciata dal-la porta, rientrerebbe dal- la /finestra. . Io penso che il problema, _sia affatto div.erso per i socialisti. Dal punto ·di vista umano le frontiere sa– nò line-e convenzionali che corrispondono a deter– minati interessi di classi e categori.e sociali e che perciò non hanno logica ragion· d'essere se non in un regime -e·conomico come queJ.lo ,capitalisti,co, ba· sato sulla concorrenza e sullo sfruttamento d-ei pochi ,sui molti. Le guerre sono la esplosione· violentà e bestiale della concorrenza economica di aggregati umani, mandati a scannarsi sui campi di battaglia per l,e ~sigenz~ cre~te · in correlazione agli interessi dei ceti domrnantI. Consegu-entemente, qualunque assetto pòliticò che elimini le divisioni ar.tificiali e BibliotecaGino Bianco artificiose dei popoli dev-e essere auspicato, facili– tato e pers-eguito. Dal punto di vista pratico e, oserei dire, scientifi– co i socialisti· devono invec\l· esaminare se il grado . di -evoluzione d-el sistema di produzione e , d · scam– bio, che· condizio,na l'assetto sociale, e con-seguente– mente quello politico, permetta il raggruppamento •di popoli ,e di Nazioni e, meglio ancora, lo renda op– portuno o, addirittura, necessario. Si devono pertan– to esaminare. le possibilità di ,facilitare gradualmen– te quel1 1 e intese, soprattutto -di natur;i. economica, che, riune,n,do fra loro s,t,ati e gruppi ,ct,iStati, ,eJdminino le ragioni di contesa, di modo. che' la. guerra non possa scoppiare, non sol_o e non tanto per· ra~ioni etiche, ma anche, e soprattutto, perchè contr'astereb· be con gli inter,essri di ca-loro che d'avrebbero com– battersi, e uoci'dersi. Bisogna, insomma, favorire la formazione di condizioni ambie11ti per le quali tutti i combattenti potenziali abbiano la convinzione che la guerra fra due e serci.H equivale veramente al sui– cidio di un esei'cito' s o.lo. Giò premesso, si deve tener conto, particolarmen– te in Europa, di una situazione di fatto che i due ulti;rni conflitti hanno denunziata ,e che anèhe que-' sto travagliato dopo-guerra conferma all'evidenza. Jn tutto il mondo i prbgressf tecnici verifitatisj in mi– sura non, mai vista prima d'oggi, pan fosse _altro che pe,r _ la rapi 1 dità d.ell'a loro realizzazione hanno pro– fondamente mutati i ra,ppor-ti · fra gli elementi 'Co– stitutivi del processo di• produzione. Il capitale non ha p•iù ·la funz ione che av-eva -quarant'anni ,or sono, sia nel campo de.ll' industria. sia in quello dell'agri– coltura. Ne è de_rivata come· conseguenza ·una sem- . pre m aggior partecipazione. della classe lavoratrice n.el processo _·prndqttLvo. Questa è la precipua ragio– ne p er ]a quale le clas_si lavoratrici hanno -visto au- · .mèntàre la loro potenza anche .politica -e-partecipa– no in molti Paesi alla responsabilità del governo :della cosa pubbli,ca. Ancor .più che ne1 campo d•ella produzione sono visibili i segni della trasformazio· 'ne in .afta nel campo· dello scambio, perchè la rapi– dità e la facilità delle comunicazioni •e dei trasporti ha tal,pl ente· aumentata, la v-eJo,ciità,di scambio che ili merca.to n'ari solamente non può più essere 111aziona– le, m a ·a maJa -pena può considerarsi ancora conti- nental,e. · ' Mi sembra perciò che, dal punto di vista della si– tuazione attuale della produzione e dello scambio, si siano maturate tutte le condizioni per, le quali ap– pare desiderabile e utile ·itna unHìcazione continen– tale -euri!>pea.L'America praticàm_e,nte ne ha dato l'e– sempio coh la sua politica panamericana, che pur senza, .almeNo per or 11, 1 limita-re la sovranità noini– naJ.e dei singoli Stati, Ii ha _indotti ad adottare una concorde linea. politica, corrispondente alla idèntità dei -loro interessi e.conomici. In Europa la unifica– zio'ne appare ancora più necessaria, ,perchè urge la messa in comune· delle magre-risorse europeé di ma– terie prime e il coordinamento delle atti'vità, e ,pos– sibilità agricole con quelle industriati. Brevi cenni serviranno di conclusione a questo primo articolo ,e ,di introduzione ai successivi, nei quali cercher.ò di ·esaminare gli aspetti pratici e po· siti vi del problema. Da] punto di vista etnico, che. è il primo sùl quale si deve portare la propria atten– zione, tre sono !,e stirpi cl'le da secoli abt.tan_oH no– stro continente. Ho già scritto in altra sede che, grosso modo, il cèntno di gravità demografico di Eu: rapa tende a spostarsi verso oriente, al di là del 20° meridiano, sulla Ii'nea Varsavia-Belgrado, oltre la qua• i.e' intensa è la pressione demografica giàJ ogg,i e ancor più in.tensa può prevedersi nel prossimo av– v,enire. Le regioni meridfonali del continente hanno una eccedenza di. popolazione particolarmente fa– vorevole., perchè è più accentuata nelle età medie. Il· Centrò e il Nord -europeo possono considerarsi de– mograficamente stazionari, l'Occidente è in regresso. De1-le tre stirpi -che abitano .i.J no-stra ,continente, la slava· ammonta a circa 150 milioni di anime, la germanica supera gli 80 rhi-lioni, la Latina i 120 mi-

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