Critica Sociale - anno XXXIX - n. 13 - 1 luglio 1947
234 CRITICA· SOCIALE CLASSI E -PARTITI Nel cappello r,remesso all'articolo del compa~no Faenza, pubblicato nel fascicolo del' 16 giugno, annu,11::iavamoche sull'argomento dei rapporti fra partito e classe avremmo pub– blicato uno scritto del compagno Preti, che diamo infatti qui sotto. Come appare da quanto 1tbbiamo riferito' a commento dell'articolo del Faenza, noi siamo fo,11,:lmncntalmente in pieiw accordo col compagno Preti. La c. s. 1. - Già nè!l'ormai lontano -Congresso di Firenze, Lelio Basso, in un non equivoco discorso, che era la logica risul– tante di tutta la sua prassi di uomo politico e di teorico del marxismo massimalista, aveva posto l'accento sulla asso– luta suborclinazione del ,partito alla classe. Ed ,è su queste basi che. egli continua ancora oggi a battersi: il suo rigido classisino operaistico ha una logica interna, e non è se non mettendo in discussione la sua concezione dei rapporti fra classe e partito che, a nostro parere, si può dimostrare l'in• sostenibilit~ della sua posizione politica. • Con questo si prescinde nel modo più assoluto dalla or·· mai vecchia polemica sul marxismo. A noi non interessr sapere infatti se il socialismo marxista sia quello di Saragat e quello di Basso sia leninismo, o se -invece sia marxismo quello di Basso e liberal-socialismo quello di Saragat. Tanto meno ci spaventa l'accusa di ,revisio,;ti&mo o di non mar• xismo, convinti come siamo che sarebbe tanto di •guadagnato p~r la causa socialista, se tutti si avesse il coraggio di essere più sinceri con noi stessi e di non curarci perciò soverchia• m~nte di dare l'etichetta del marxismo i1 nostre posizioni evidentemente moderne, irriducibili ormai al pensiero di Marx, nè di fingere -di credere a certi slogans, che rinne– ghiamo poi nella prassi quotidiana di partito. La concezione di Lelio Basso 2. - Secondo l'interpretazibne marxista di Lelio BasJo i soggetti della lotta politica ,ono esr·lusivamente le classi ;o. · spinte dai propri interes-si e sostanzialmente necessitate ;ella' l~ro azione, la quale di quegli stessi interessi è la risultante. S1 nega che ·il partito politico sia portatore di un'idea·pro– gra_mma a;_ente un ,prr,prio valore e non riducibile sen,za res1du1 ali mteresse d, classe. La lotta di idee e di prouram• mi fra i partiti è una lotta, tutt'affatto apparente, post~ che le lo•o bandiere ideali sono solo l'estrinseco riflesso di una assai ,iiù concreta realtà di diversa natura. La classe per– tan~o non rappresenta già un fonilamentale dato economico– sociale concor~ente alla formazione di quella sintesi politica c~e s~ concretizza nel partito, ma costituisce essa stessa la smtes1 suprema degli elementi politici. , Se i par!it~ altro non sono c)le puri e sempliei strumenti delle classi,_ m un panorama ,politico ideale ogni partito do– vrebb~ logicamente. costituire l'espressione, in termini di orga?1zzaz1one polit,1ca, di 'una particolare classe. :Coloro i quali appartengono a una medesima classe se 1·iescono ad a_degu~rs~ alla logie~ interna della società e' penetrano al di la delle sovrastrutture, non potrebbero e non dovrebbero avere se _n~n una medesima direttrice politica, posta la comu" ~anza ~1 1Meress1 che ~i unisce. In tale ipotesi, quando, come d, solito nella realta aceade, j partiti abbracciano masse che _provengono da varie classi e non assumono perciò uno specifico carattere classista, essi si pongono c1Jme elementi perturbatori della dinamica ideale delle classi. È per 'seguire una ideologia politica .che uomini i quali provengono da una medesima classe si orientano sovente verso distinti e magari contrappo_sti partiti. Tali ideologie perta~to;. m quant~ discordano da quel dato fondamentale che .e I 11:,~eressed1 classe, co-stituisconò dei veri' e propri tra,' 1 ?~enti e traggono origine dall'incomprensione dei reali term1m della politica. Il vern_ ~arxis_ta dovrebbe pertanto- prnpo1·si come mèta. ~ella cl11anficaz10ne politica che, facendo intendère la fun– z101:1e stru~enta)e dei ,partiti e la parte che vi hanno le ideo– logie, porti ogm classe ben ,definita ad organizzarsi e a rico• noscersi in un solo partito, o quanto meno a·d avvicinarsj il più possibile a questo ideale. . 3. - L~ storia. de~a nostra epoc'! è schematizzata, sempre m base a, canom d1 qu_est~ 1:'retesa ortodossia marxista, nel contrasto tra classe cap1tahst1ca e classe operaia che eosti– t~isco?o i due op,iosti ter~ini dell'antitesi sociaÌe. La ;;,ola· nzzazwne delle forze poht1che ai due estremi Iunui dal costituire un pericolo per la democrazia, rapp;esent~ una ,indispensabile e inevitabile chiari,ficazione nel processo poli- BibliotecaGino Bianco tico. E il rinnovamento sociale non potrà attuarsi alla fine se non attraverso la_ vittoria della classe o,peraia organizzata come tale a battaglia contro la classe capitalistica. È pèrciò che assume fondamentale impol'lanza il problema della unità della classe stessa. A1 quale proposito va notato~ che. una divisione della classe operaia in più partiti o è estrmseca nel senso chi, i partiti che la rappresentano si dividono, anche se non a seguito di un preordinato accordo le partì di un medesi~ gio,co (ed allora la divisione no~ è_ch_e-una comodità _tattica);_ o .è 'intrinMca, e qtiesto allora s1gmfica che la coscienza d1 classe è offuscata ila elementi contingenti, i quali i"?pediscQno aU_ac)asse stessa di ~endersi conto della sua funzione e con c10 della sua unità. Contro tale situazione bisogna assolutamente rea uire dato che la classe operaia, la quale già di per sè 11011 f: eh~ una minoranza e che pur è chiamata ad a'ssumersi da sola il compito del rinnova~ento dell'intera società, non può, se vuole veramente cogliere la decisiva vittoria, permettersi il lusso di marciare divisa (ta\.e lusso se lo può permettere solo la clas?e-borghese, finchè non siano poste in serio peri– colo le basi stesse del suo p'otere). È infatti inevitabile che l'org~ni~zazione d~ll_a ~lasse in _.partiti distinti crei quegli sqmhbn,, quelle fr1z1001, quelle mcomprensioni che frenano il suo impeto ~ivoluzi,onari~ e paralizzano la sua efficienza politica. ' Riconoscere incondfaionatamente una funzione autonoma a_i_tr~nc?ni divisi dellJI classe Òperaia sotto la specie di par– t1tl s1gmfica fare assurgere il particolare all'universale, dare un valore permanente a quello -che non è se non il momento di un proceS$O. *** .4. - Fino al ~iorno in cui la classe operaia unita ,sarà giunta al potere, e necessario che ogni partito che la rappre• senta agisca in funzione della unità della classe ad essa suhordinando costantemente la .propria azione poÌitica. Di qui nella concezione di Basso la necessità inderogabile di considerare il patto di unità di azione tra socialisti e c.omu– nisti, come la stessa ragion d'essere ·a"e! socialismo, e di at· tuarlo a qualunque costo, parténdo dal conceMo che ogni decisa cl'itica -dei m'etod,i e delle finalità immediate del mo• vimento comunista si risolve in un delitto di lesa-classe il\ quan~o fi-?is~e pe~ sacr,ifi~ar,e .la so_lidarietà classista 'agli pseudo 1deah d1 ,partito. L esigenza umtaria non si e;;trinseca pertanto in un programma attorno al .quale racco"liere le ,forze più yive e più coscienti del lavoro, ma nelia ferma volontà di riunire materialmente in un solo fascio tutti i lavoratori, trascurando il fatto dei loro possibili contrastanti ?rient~~enti ~ul ,piano politico. Non si pone dunque per li socialismo 1! ,problema d, rappresentare concretamente la classe (e ciò può fare ,un ,;crio partito che ili tutti i lavo– ratori interp~èti gli interessi, anche di quegli stessi •che lo combattono),· ma di inquadrare e di organizzare su un piano di. unità formale:la totalità ·delle masse operaie. . E ,spiegabile come contino fino a un certo punto secondo ~uesta te-si, anche le divergenze ideologiche e pr~gramma• llche eon la democrazia cristiana, quàndo esiste una comune base operaia. È appunto questa base sodale conmne che rende fruttuosa, raie eollaboraziop,e, mentre assai meno frut•• tuos~ ri!'sce neces;ariamente la collaborazione c9n partiti i quali, pur .avendo un prog,amma -di sinistra (ad es. P. R., P. d'A.), sono sprovvisti ili base operaia e non hanno quel sostanziale lievito di rinnovamento che è dato da una parti- , colare composizione sociale. . * * * _S. - Le classi, essendo, in quanto tali, le reali prota"o.· mste d~lla fotta politica, devono mantenere Ùltegra la pio– pna fis1on~mia. In particolare la classe operaia, suila quale pesa esclusivamente il compjto del rinnovamento spciale. deve guardarsi dai ceti medi, che possono. 1ninacciare attraverso l'assidu'ia oollaborazione che si atbua in seno aÌ medesimo partito, d'-inquinare la coscienza classista del proletario, in– vece :di da~e. un ~ontributu fattivo alla lotta anticapilti,stica. I cetl medi infatti, anche se proletarizzati economicamente, con_ser".an_o .. sem):lre una mentalità individualjstica, e perciò ant1sociahst1ca, che u·ova la sua origine nelle condizioni di vita e di lavoro. · Co_nciò i ce_ti medi non vengono respinti dai partiti pro– letari, ma considerati come una retroguardia del movimento: massa di manovra che- conviene attrarre onde non diventi preda altrui, ma nella quale non si può ripone concreta fiducia. *** 6. - Se il partito deve identificarsi con la classe, se esso altro non ha ,da essere che la classe stessa, organizzata uni·
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