Critica Sociale - anno XXXIX - n. 12 - 16 giugno 1947
CRITICA SOCIALE 207 anche dal pubblico disastro dell'inflazione, del cui _ pericolo sono infatti gli artefici maggiori, che non si può affidare o lasciare ad esse la gestione del pubblico int.eresse. · Sentono .d'altra parte che non si può neppure continuare a baloccarsi pericolosa~ mente con un doppio gioco, per cui si proclama di voler ricondurre a grado a grado la, vita' nazionale ,verso un livello di maggiore attività e floridezza e, al tempo stesso, di maggiore giustizia e, di più ef– fettiva e sicura libertà, e impedire poi, o con la inerzia e con una critica disgregatrice, che alla il– lusoria enunciazione dei propositi segua la rea_ltà di un'azione costruttiva. · Il proposito di questa azione il nostro Partito ha chiaramente espresso ·durante la trattative per la soluzione della crisi. Le sue proposte sono state l'un:ca espressione di un programma obiettivo, one– stamente definito, concreto. Oggi sono una inade– guata organizzazione della nostra attività economica e 10 spaventevole dis;ivanzo del bilancio stafale e. della bilancia commerciale i mali che ci travagliano. _A guarirci da essi deve dirigersi l'opera nostra, con un piano organico di cure in cui tutti i particolari ~. armonicarpcnte confluiscanO verso il fine che oc- corre raggiungere. Per .questo intento noi propo– nemmo e toì-niamç oggi à pròporre ul).a organica coordinaz:one dei Mi~isteri economici e finanziari, alla cui attività dovrebbero essere prescritti la mèta e il metodo. Su questo punto potrebbe e dovrebbe formarsi l'accordo delle forze i che siano -sincera– mente animate da un ideale socialista. Ma quando il P.S.I., che di q1,1este forze è quella che ha l'or– ganizzazione numericamente più forte, ·è gu=<lato da uomini che si mostrano animati da un così me– schino settarismo e ·grettezza e aridità come quelle di cui hanno dato prova a Zurigo, è sperabile che questo fascio di volontà e di attività socialiste si costituisca? Quelli che furono nostri compagni di partito e sono ancora nostri compagni di fede e sentono e apprezzano, pur dolendosi della nostra secessione, che in noi è più che in ogni altro lu– n1:nosa e ,ardente la fiamma del socialismo', lasce– ranno che, per l'incomprensione e il• malvolere di còloro che costituiscono l'apparato del loro partito, . si lasci passare questa che è forse l'ultima ora· per tentare di salvare l'immediato avvenire, o saprà la coscienza e la volontà loro destarsi per impédire che il tradimento si compia? U.G.:M:. Il problema dell'ntern,azionale ·socialista In margine di alla I Conferenza Zurigo Il valente èompagno Rodolfo Reventlow, del qua– le già abb:'amo pubblicato, ne-f fascicolo 15-16 dello - scorso anno, un interessante scritto su « Il marxism? in /spugna>, ci manda. ora questo interessUJ1te arti– colo ispirato da una sicura conoscenza che 'f Auto· re ha del movimento socia,ista ne~ val'i pae·si di Eu· ropa artlico:lo ,che ci è giunto troppo• tardi pe'r po– ter ;ssere pubblicato neÌlo scorso fasdcolo. La pub– b,icazione tardiva non toglie però nulla alf'interesse che esso susciterà certamente in tutti i nostri lettori, i qua(i vi troveramio decisivi elementi per un, giucli.– xio intorno alle deZ:berazion•i prese ne,/ recente Con– gresso di Zurigc, deDAequali parliamo, in altro arti· co.!o. LA CRITICA SOCIAl, 0 E Di{ficultà dì ric-ostitufre rinternazionale. Chi tra noi si ricorda della r!costituzion; dell'or· ganizzazione int~rnazion:;ile socialista dopo la• pti: ma guerra mondiale è -costretto ad ammettere ·che, a1 giorni nostri tale ricost:tuz:one è C?mpito più _arduo e difficile di allora. Dopo il 1918, si trattava d1 trac· ciare una linea fra le varie tendenze del socialismo tradizionale. C'erano i bolscevichi che aveva!lo ac· quistato grande ,prestigio fra le masse operaJ-e del– l'Europa per la loro opposizibne integrale _cont_rola «· guerra capitaJist~ ,, _e quello ,che allç,ra si. 1;h1a~a– va il « social-patr,,ottJsmo »; cerano i partiti socia· listi a tendenza rivoluzionaria, -che. furono polariz· zil.ti dall'austro-marxism0 nella cosidelta lnterr.azio– nal«• 2 e mezzo ed infine i partiti a tendenza r'for– mista che, malgrado la loro ad~sione. alla· di fc8a na· zionale dei loro rispettivi paesi, sentrron? lo _stesso bisogno di riprendere i contatti internaz1on::ill, a~– mettendo con ciò che, al di -sopra dell'amor patri-I), più o meno accentuato, l'appello finale di Marx e di En,,els ai proletari di tutti i paesi non aveva perdu· to di vigore nè di realtà nella vita pr?le!ar 1 :1.. • , ' Nel 1932 al congresso di Amburgo, 1 r1form1sh e la sinistra · del movimento socialista intern3:zionale si fusero nell'Internazionale· Socia.lista Operma. Nes· suno -di coloro che ebbel'\o l'occasione d'assistere ai suoi <:.<>nsessipotrà dire sinceramente che l'I.0.S. B1b1ioteca l:3 no ts1anco corrispose tra il 1932 e il 1939 ai compiti che mode– stamente si poteva esigere che essa, assolvesse. Ci fu· rand difetti d'organizzazione, difetti forse personali nella composizione dei suoi organismi e, soprattut· to, troppe riserve da parte di alcuni dei partiti ade· renti. Specie dopo l'avvento· successivo delle ditta· ture fasciste in Italia. in Austria, in Lettonia e in Germania, un abisso pareva dividere i delegati dei paesi senza partito legale e coloro che si credevano ben protetti dal regime democratico del loro paese. Gli uni non intesern gli altri, e quando, per lo slan· eia magnifico e spontaneo della classe operaia spa– gnuola, il colpo di Stato del generale Franco in lspa· gna si trasformò in quella guerra civile il cui tra– gico -esito ebbe le sue nefaste influenze sulla politi– ca europea in generale, l'fnternazionale socialista non seppe prendere il posto d'avanguardia del movimen· to operaio, che, secondo il nostro spirito, il suo do– vere le assegnava. ;Ma questa difet_tosa Internazionale Operaia Socia– lista era pure il riflesso' dei partiti che la compone· vano. E )'Internazionale Socialista di d-omani sarà ancora il riflesso dei J)artiti che la comporranno. Questo dopoguerra in Europa ·e nel mondo non è più pa_ragonab:le a quello che fu il dopoguerra del 1918. E se noi !locia1isti sinceri, marxisti, d:alettiei ma autonomi nel nostro pensiero e nei nostri meta-' di d'organizzazione operaia, vog'.iamo vedere risor-· gere un'Internazionale vigorosa, forte, capace di i– spirare tutti i partiti aderenti, dobbiam·o dapprima fare una breve analisi della situazi,one odierna del movimento operaio interna,zionale d'ispirazione so· cialista. , Il socialismo è risorto dappertutto, L<l'burìsmo inglese e so,ciatismo co-ntJn.entale. , E' confortante éonstatare la rinascita socialista do· po il terribile incubo delle pr:me vittorie nazi-fasci· ste dell'ultima guerra. La sconfitta del!' Asse e del suo alleato giapponese ha ristabilito in molti paes·i quel minimo di libertà politica -che permette alla classe operaia di costituirsi in organizzàzione di difesa eco· nomica e in partito politico. Il socialismo è risorto in Europa dappertutto. E fuoi;i d'Europa l'idea so· cialista ha preso radici in India, in Birmania, in In· donesia, nel Giappone e nell'America del Sud. In quest'ultimo continente è sorto, accanto ai -partiti
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=