Critica Sociale - anno XXXIX - n. 12 - 16 giugno 1947

CRITICA ·S.OCIALE 221 una comparsa di un Carnelutti, di un Porzio, di un De Nicola o di altro insigne avvocato. MenUe dunque l'ii1segnamento della parte teorica dei vari diritti deve essere lasciata agli attuali docenti, crediamo sia indispensabile creare in og'ni università· un'aula ,di Tribu– n'ale dove, sotto la guida dei migliori avvocati e dei più autorevoli magistrati del posto, per i quali .ciò dovrebbe essere ambito' onore, si svolgano cause civili c processi pe– nali, in cui gli studenti si alternino nellt pa•rti del giudice, del pubblico ministero, del. rappresentante la pa,rte civile, del -difensore dell'imputato, dell'avvocato ddl'attpre, di quello del convenuto, di quello del terzo intervenuto ecc ... , imparando così davvero il mestiere e so,prattutto ren,dendo possibile una selezione basata finalmente sulla capacità ad esercitare il difficile ministerio. Quanti ne abbiamo cono– sciuti laureatisi con llO e lode e rimasti come pulcini nel· la stoppa fo ,prima volta che il P·retore ha detto loro: la parola alla difesa! Ma poichè un simile corso universitario sarebbe senza duhbio fo-rte mente g ravoso da-I punto di vista fìnanz-iario, occorrerebbe stabili.re che gli studenti ,del Politecnico siano ammessi a sv olgere u na certa, sfo .pur limitata, attività nelle · ·Preture e nei Tribunali, sempre, beninteso, affiancati da ahTo avvocato o procuratore, ovvero in collaborazione con magistrati anziani. Tuttavia ciò non fa parte deli' organiz– 'zazione degli studi, e quindi non è il caso di diffondersi su tale argomentot· · Crediamo che le proposte fatte sb,pra ,porterebbero a due benefici di cui si sente grande bisogno: preparare giuristi davvero degni delle nostre tradizioni e ridurre notevolmente il numerQ degli avvocati e degli ... aspiranti magistràti, che oggi rappresentano una notevole quota di falliti e disere– dati. MASSIMO PUNZO Il sindacato e i partiti ( DisseI11ti(1JTlo ne-l modo più assoiPuto dal'f'opinione tspressa niello scritto che segue del ndstro col.labor:a– tore, che ,co,ns.i1deir~'amo· piuttosto uno sf,or:tJodi abilità d.ialettica (fondata, in più pzwti, su a{fe:rmazion,i filo– sofiche· arbit rarie) che rmn il' l'iflesso <Nuna visio– nte con ,cre.ta deil prob/~ema., Evide,ntementei, sulla 11:za segnata daM e argomentazioni svolte dal Faenza, si dovrebbe arrivare, ,o aMa p,lumNtà <k-i siml,acafi in corr,ispondeinza · dei dive,rsi pe.nsferi politfoi che la classe lavora/rie.e p·rofessa, o alla costituzione del par– Uto ull/~co, com'e in Uussia e: come si /.ende an·cne a. fa,:,e ,in a/t,ri p(JJes,ioi'zlent·ali. E' stato appunto St(J!Nn che nel Congresso• deii So•vie•t,del 1935, Ira affermato qÙe~ta, idientità fra part'ito · e' c:rasse, dich•iaromd? che, ,essendo ora un;ica la, classe in Russia, anche z/ par~it~ po/.itica diev·e:esseireunica. - Non c'è bisogno che ,cii' fermiamo· a studiiar.e rfa cap– :.iosità e .f'.(JJssurdifàdi una s,imire. affermazione. An– che dato che sia unica i1~Russia ~a classe sociale, è chforo che non è to1Vta per que 1 sto ogni varietà di opi– nioni in.torno al bene e al ,nale che la costituzione presente de-PloStaio e, de1lll<t so,éiet'à contiene, anl'eri– t,orme che si richiedono, al fine a cui que:st-ede,bibono tendere, ai mezzi per cu·i s,i può pe.rv, en,ire a talli fini; varietà di pensieri che costituisc ':mo a ppunto la p,r:e~ messa da cui disce,nde necessaJrza1mente la plu•r'(JJfzta delle correnti pd.lWche; cioè de,Épart,iti. 1 Per quanto riguarda 1Pa situazi,01rt;!!. itaT!ia_n';11 e. d!i altri paesi che sono press'a poco ll!eDPe con,dzzzom nostre è chiaro che, sei ,t'utl,i,cofora che <fiir,igon,o ,i,l movi– mento sindacale! .e malUssim:r di co1~ora·che e~ parte~ cipana hanno un pensi,e,ro into•r~o alle m~te uftzme cuz si deve riuòirgere •la trasfor,mazzone derl ordwa!J1ento po/.iN,co sodale, .essi pero si rendono, conto· che sul terreno sindocale è un'a:l!iollle,conlin.ge.nte qu~lla che si deve svolgere, ·pea:l?rovvede,,:e'.a nec~•s~ità imml!_– diiate per ottenere m.zgnwramentz zmmedzatz, _o per dz– f end~rsi da pericoli• 1 i.mme,cf.iati;e in quest'azione pos– sono essere concardi', ànche ne.Masce-lt<fdei mezzi da seguire persone e gruppi che, pur;e d,zssentono pro– ,forodadiente n~lla. -intui:fione ffol lontano avvmire, a_ cui deve e puo mirar.e ,zl movzme-nto della classe. ope– raia. Tutte queste ,c·ose sor'W di _così palmare euzqen– za ch(J_par quasi banale e mortzfiJcante doperle r_zpe– teire. No•i pe,rtanfo, pur c-0ns-entendo che zn ogn_z,la- ino l::3ranco voratore si deve cercare• di alimentare una coscien– za politica che Uri permetta di vedere, àccanto, ed o.Ztre alle finalità immediate del suo mov.imento di cfasse, .ze finadtà lontane a cui e~so deve mirare, sia– mo d'avviso c he il si ndacato unico sia una ne,cess,it.à per l'efficienza def.fe conquiste graduaCi della classe lauioratrice, ne .cessità da rispettare e· soddisfare co•n tutti gli sforzi possibi/.i; riteniamo quindi che, se an– che sono uomzni di parlifi quelli che dirigono /e or– ganizzazioni lsindacali, . -essi debbano assolutamente aste.nersi da ogni tentativo• di ,impol're al movimento sindacale le formule 'prelparafe ed imposte dal partito cui essi apparten,go·n.o; che I essi debbano pertanto cercare di aiutare che ne,r seno stqso dellei organ·iz– zazion,i sindacali, fuori di ogni formula preconcetta, · maturi, per l'insegnamento dei fat/ii, una chiara co– sci:enza di classe, che dia ,i-.ndirizzo e contenuto all'~ z-ione che ai s,indacati spetta di! svolgeire. Il richiamo che li Fae1I1Jza f c!I! « frusto concetto ,,, come eg,li lo chi/JJina, parte da una -interpretazion.e letterale· che ne discono-sce zln ,contenuto. Alla str·egua di tale in,. ferpret,azione no,I1J d(:/vrebbe •essere possibile il caso, pu.r tanto frequérite, che miri al •rovesciamento -del.la · so,c\ietà capitalis/.ica anche, chi socialmente n·o n; ap- partenga at prbletar.iato, e ,che parte.cip-ino con fer– ..vdr'e al!~e rivendi cazioni imm ediate, che sii propon-– gono sul terreno purament.ei sindacale, anche laoo– ratori che pu;r non hanno - ancora formuhto nella loro mente un programma dz' r'iuendicazionii remote, non sono 1 oioè guidati da u•IIJ pensieiro po<3itico.Vice– vel'sa · sono spesso ,costoro, ,c·he neilila lotta sindacale portano mag.giore impeto e in.sofferenza. Nonostante questo radicaf.e_ insuperab 'i,ne d issenso che ci dividle dal Faenza e nonostante il per.ic (Jfo che nov vediamo -ni,~ diffon:dersi di clilnvin zioni s ul ge- . ner,e di quelle· che· il nostr01 collaboratore propugna, noi pubb'-lich'iamo tuttavia .i,l, suo artico-lo, perchè ri– teniamo· nece·ssal'io che l'argomenf.o siia prospettato aMa attenzione• de:i nostri·compa,qni, afNnchè possano più ,consapev101lmem1te assumer.e al riguardo -il lo•1·0 at– teggiam,e,;ito, che noi auguriamo in tuUo co•nforme a quello che· ,i,~ 111ostro .Partito ha assunto ne1iconvegni pl'eparatori del Congresso della C.G.l.L. e •nel Con– gresso stesso. Sull'/JJl'gome 1 nto de:i rapporU fra partito e classe ab– biamo ·ricevùto anche uno scritto del .compagno Pre- ti, cbe daremo prossimamente. · LA CRITICA SOCIALE Ho ·constatato spesse volte che la .stampa del !)O– stro ,Partito ha riconfermato il principio secondo cui nel partito politico i lavoratori realizzano la solida– rietà dei loro ideali, mentre nel sindacato realizza– no quella del lorp interessi. Tale affermazione discen– de, secondo me, -da una impostazione del tutto erra– ta, niente affatto marxistica, •qel problema. Infatti, secondo l'oramai frusto concetto, è l'essere sociale che determina la coscienza e non viceversa; sono le condizioni materiali di vita ed i rapporti ,di produ– zione ·che infondono ai lavoratori la coscienza del loro stato e quindi la volontà del suo rovesciamen– to: gli interessi, in quanto risultato di condizioni ambientali e sociali, sono tutt'uno ·con gli ideali, ed il partito politico, che è l'organismo di lotta con iJ qua'le la classe lavoratrice provvede a liberarsi dall1! ,propria schiavitù materiale, che è, in seconda istan– z·a, anche morale, diventa nello stesso tempo la sal– vaguardia degli interessi ed il simbolo degli ideali. Come è possibile dunque operare una distinzione, sia pure infinitesimale, tra sindacato e partito? Un partito ·che si ,curi -di ideali, pr!;!scindendo ,da interessi, diventa una accademia di intellettuali; un sindacato che si curi di interessi materiali, di eleva– zione della classe oppressa (e non può fare tutto ciò senza . una ben precisa cognizione della dialettica della società e -del modo di produzione ad l;!Ssacor– rispondente) diventa, pèr ciò stesso, il partito po– litico. Che la distinzione tra sindacato e ,partito fatta nei termini ricordati all'inizio della scritto sia• una pu– ra e semplice operazione mentale è confermato dall~ pratica attività dei due organismi e dal ~odo d~ concepire tale attività. Si può dire, senza t_1m~re d1 essere smentiti, che ad un modo di concepire 1 pro– blemi sul terreno politico corrisponde un m~do ana– logo di concepire i problemi sul terreno smdacale.

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