Critica Sociale - anno XXXIX - n. 12 - 16 giugno 1947
CRITICA SOCIALE ritano, tale servizio poteva essere _in contr~sto con la loro co::cienza religiosa. Senonche, !'esercito perma– nente è il t:po di organizzazione m'litare che, se og· gi non assolve più 1a funzione ~e:J3: cop~rtura,. rap– presenta sempre un elemento d1 m1?àccia ~. _d1 po– tenza mi'itare. La Nazione armata mvece ç 11 tipo di organizzaz;one più caratte,rislicamente t!!fe.n~ivo, che permette, oggi, e di preparare la mo!Jutaz:one generale, e di predisporre anc_he le provv~denze oc~ correnti per l::i copertura, parllcolarmente m un pae– se come l'Italia odierna. che ha frontiere totalmente aperte e disarmate e pertanto vulnerabili in ogni di– rezione. La premessa, quantunque lunga, è ~tata indispen– sabile per comprendere il valore di quanto si propo– ne e che verrà esposto schematicamente. Proposta di un sistema di mobi:llazione, · La p,reparazione della mobilitazione, compito del Comando Supremo e del Ministero come organi ese· cutivi, l'uno tecnico e l'altro amministrativo, del Con– siglio Supremo della difesa, può ottener~i con la co– stituzione di Centri regionali e provinciali per la mo– bili)a,zione genera'e. Tali Centri, che· debbono avere a !arò disposizione; come organi esecutivi periferici, tutte le autorità statali e regionali delle rispettive circoscrizioni, provvedono al reclutamento e alla mo– bilitazione. Gli uffici di leva comunali, opportuna– mente modificati e alla cui direzione deve essere proposto un Commissario governativo, possibi!men– te scelto fra gli ufficiali in congedo, provvede alle o– .perazioni di leva nel Comune, predisponendo l'occor– rente per' il Centro provinciale o regionale, che as– sorbe perciò anche, le attuali funzioni dei Consigli di leva. , I Centri regionali e provinciali corrispondono. per 11amobilitazione, ad un determinato numero di re– parti delle varie armi e servizi e qu:ndi, complessi– vamente, a grandi unità. A ta'.e effetto detti Centri assumono le funzioni attua:mente di•simpegnate. dai depositi regg;mentali e, per quello che si riferisce al servizio di leva ed ai richiami, dai Distretti Se si fa il calcolo della spesa attuale per i Consigli di leva, i Distretti, i Depositi" reggimentali, gli Uffici di mobi– litazione delle grandi unità si deve convenire che, qu:i.Junque possa essere l'organico dei Centri di mo· bi!itazione proposti, la spesa sarà indubbiamente mi– nore dell'attuale. Quanto a'la copertura terrestre e all'infuori, ripe– to, degli indispemabili collegame,nti con la copertu– . ra marittima ed aerea, ritengo che 'i Centri di mo– . bilitazione dell'Alta Italia. e più speCÌ'a'mente de:Ja Va'le Padana, nella quale sono concentrate le prin– cipali nostre ricchezze industriaìi, disgraziatamente nella immediata vicinanza delJe f,rontiere, terrestri, debbano c.ostiluire nuclei di grandi unità di coper– tura, per la cui mobilitazione speciali provvidenze dovrebbero essere prese, in modo da assicurare la formazione solle<'ita, anche SE' graduale_. di una ar- mata di copertura. · Necessariamente queste note non possono diffon– dersi in troppi particolari, sia per la tirannia dello spazio, sia anche più, per la estrema rise,rvatezza dell'argomento. Esse sono tuttavia sufficienti per di– mostrare, specialmente ai tecnki, che non si vuole creare una organizzazione· fittizia ·e apparente, ma che si vuole costituire la base· sicura pe,r la difesa del Paese, quando essa divenga necessaria. Conclusione. Lo studio che Critica So,ciale mi ha consentito di pubblicare rappresenta, nel suo insieme, un progetto organico ·di 'ricostruzione ex novo delle Forze Ar– mate terrestri nel quadro delle gravi condizioni- geo– politiche del Paese, secondo la ferma vo:ontà del popolo Italian0 di essere pronto a difendere il sacro suolo del:a PMria, ma di non voler assolutamenfe ag– gredire nessuno, nè correre avventure belliche che non lo riguardano e non l'interessano. .' Sarebbe ingenuo supporre che un simile progetto n0n trovi fiere opposizioni e resistenze accanite. L'am– b_iente militare subisce, come ho già scritto,· più di Bibliot ca Gino Bianco ogni altro il peso della tradizione. Molti ufficiali, il) perfetta buona fede, penseranno eh~, con un· tipo di organizzazione come quella propugnala, si voglia distruggere la forza armata del Paese e rimpiange· ranno con nostalg'co attaccamento, del resto natura– le e ,rispettabilissimo, i gloriosi reggimenti che do– vranno cedere il posto ai Centri di addestramento e che dovranno risorgere so!amente neL'estrema ne– cessità della difesa nazionale. Posso ricordare a questi Colleghi che le istituzio– ni mi:itari, come tutte quelle umane, debbono, per vivere, knsformars'i, e che il retaggio di 'tm passato, che nessuno rinnega e che è caro a tutti, deve essere di sprone per potenz'are le nuove forme imposte daJla evoluz:one tecnica e daile necessità economiche e politiche del Paese, con un sentimento a:,tissimo di consapevole fierezza. Solamente per questa via i no· stri bravi Ufficiali potranno dimentica-re il recente dolorosissimo, passato. riso'levare il loro morale og– gi ancora abbattuto, adempiere in letizia alla loro fa– ticosa e vitale missione, guardare fidenti all'avvenke delJa Patria, che è l'avvenire di tutti i cittadini e, in modo part:colare, della classe lavoratrJce. Quanto a coloro che resisteranno per il timore di, perdere p 1 osizioni privilegiate, non credo sia il caso di: occuparsene, •perchè tal.i elementi dovranno con– vincersi che nella nuova organizzazione militare non può esservi posto per loro. Indubbiamente difficile sarà J.a trasformazione del· l'attuale ordinamento in quello della Nazione armata e la diffico·tà ineFente a tutti i periodi di transizio- · ne sarà maggiore in quanto l'odierno ·assetto dell'e– sercito permanente. è vacillante sotto tutti gli aspetti, sicchè, se fosse possibile, si dovrebl'ie addiri,ttura de– m'Òlire la' vecchia costruzione· per costruire la nuova su fondamenta differenti e sane. Poichè ciò non è praticamente possibile, ritengo che si dovrebbero prendere i se~uenti.provvedimenti di natura transi· toria e cioè: . . 1) per la unificazione spirituale e cultura degli_ uffi.ciali effettivi,, che costituisce l'elemen./o, bas.ilare e della maggiore fmportanza, ritengo che gli ufficiali che non hanno frequentato .l'Istituto Superfore di guer,ra dovrehheFo perfezionare !a. loro cultura mili· tare, e soprattutto generale, p11esso la facoltà universi,. 1 taria tnmtare che si dovrebbe immediatamente isti· tuire. . ' . · Sempre per ottenere la un-ificazione dei quadri per– manenti, si dovrebbero im111ediatàmente abolire tutti i priviQegi di carriera del corpo ò servizio di Stato Maggiore, e nei Cent-ri di addestramento, che doyreb– bero essere s'ubito costituiti secondo i' criteri espo– sti, dovrebbero es&ere immediatamente comandati, per )'inquadramento e la istruzione del contingente, gli attuali ufficiali dello Stato Maggiore. Sono certo che coloro che accogliessero con gioia una tale. destinazione e' assolvessero bene il gravoso e dell• cato compito ,che verrebb'-e loro affidato sarebbero senz'a:tro degni·ssimi ed ottimi• elementi da mal).– tenere in servizio. La selezione verrebbe cosi opera– ta, non con criteri politici o amministrativi sempre a)eato,ri e trÒppo spesso ingiusti, ma nel campo pra– tico, con un sistema -che si p0trebbe chiamar.e la leva dena buona volontà di ·rompere con il passato e di guardare so'amente l'avvenire. · Ai centri di mobilitazione dovrebbero invece esse- , re comandati prevalentemente gli ufficiali, non ap· partenenti allo Stato Maggiore, previo il concorso di perfezionamento di cui sopra si è fatto ceqno. Natu– ralmente la rotazione dai centri cl.i mobilitazione a quelli di addestramento e viceversa· dovrebbe fun– zionare non ap·pena instaurato definitivamente il nuo· vo ordinamento. 2) Per un ,ce:rto periodo dL tempo la ferma do– vrebbe essere di otto mesi, riducen·dosi mediante di– spensa l'aliquotà del contingente chiamatd. Con tale provvedimento· si avrebbe anche il mezzo di recluta· re il nucleo permanente di truppa_ che dovrebbe es• sere severamente selezionato. · Non ~redo neçessar,io dilungarmi ancora sull'ar– gomento .. La discussione è aperta. Tutti possono in– terloquiFe, crilicare correggere, perfezionare. Un tcr le· dovere incombe ag,N ufficiali effettivi,. perchè la verità non appartiene a nessuno e ci si può avvici- , nàrr ad essa solamente attraverso la libera discussiQ-
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