Critica Sociale - anno XXXIX - n. 12 - 16 giugno 1947

CRITICA SOCIALE 215 in nessun modo ad evitare l'inflazione: infatti, nelle attuali condizioni politiche ,ed eeonomirhe, così in Italia come in Francia, non ci si può fare illusioni su una Tigida e per– manente tregua salariale, che per necessità inevitabili dovrà subir~ quakhe derog.i, mentre d'altra parte occorre drast.i– camente contenere i, prezzi in considerazione del grave pas· ,ivo della bilanèia dei pagamenti; 3) la mancatà riduzione .delle spese- non' illdis,pensabili . negli esercizi dei dicasteTi militari e degli Enti .parastatali, tra i quali in prima linea gli Istituti di assiC'urazione sociale, efuggiti finora a-0 ogni critica documentata, pcrchè i bilanci non sono stati più resi di .pubblica rag1~ne dal 1942. Calcolando, con criterio prudenziale, 4 milioni di assi– curati ad una media ili circa L. 9ll.OOO all'anno di contri– buti ciascuno, e dedotta _una quota d'i evasioni del 33%, il costo della protezione sociale si aggirerebbe su 240 mi– liardi all'anno, pari a .circa. il 10%' del reddito nazionale, cioè di poco inferiore all'introito fiscale ·ordinario del'lo Stato. Se tali cifre corrispondono al .véro, come è presu– mibile, e come potrà -d'altronde esser controllato sulla pub– blicazione, chi! ci auguriamo .prossima, della gestione com· missariale di due anni, il con'tribuente ilalia~o verrebbe a pagare indirettamente all'annQ 'per assistenze varie e pen– sioni ad un miìione al massimo· di lavoratori assistiti .Ìo stesso tri-buto che paga per il mante~imento di tutti i servizi civili statali ( 68 miliardi) e del relativo personale, che con i pensionati ammonta a circa 1.600:000 persone (168 mi• liardi). Il vigente sistema ·di assicuraziQne sociale dà per– tanto u11 rendimento pTesumibile, facendo un paragone di larga rnàssima, a semplice titolo di rifer.imento, di circa il 60% (L. l.000.000-1.600.000/ di, una equivalente organiz– z,azione nazionalizzata, ed inoltre, invece d.i con~ribuir.e ad eliminare la -disoc-cupazione, devolvendo parte degli introiti a corsi di istrùzione professionale, sovvenzioni per lavori pubblici, e simili, contribuisce, cqme sopra si è detto, mer• c_èla scala mobile, ad aumenta·re i prezzi, con conseguente declino della lira eil aumento di disoccupazione. Non sem• bra quindi tr~ppo ,app_ropriato l'ap-pellat~vo di... previdenza , sociale alla istituzione vigente, che ha molte car-atteristiche di imprevidenza. "' È stato ,proposto dall'ultimi} Gover.no di comprimere le spese degli esercizi statali con riduzione del 5 % del perso– nale, e si è qui inve!Ìe dimostrato che le spese di alcuni esercizi parastatali, 'sono di. gran lunga più èompdmibili; si voleva rercare la pagliuzza nellJo,cchio e non si è visto il trave. E per ca-criare via il trave dall'occhio della Na· zione occorre anzitutto molto coraggio, che non mostrano· finora di .avere i nostri governanti catapultati dalle piatta– forme delle chiuse liste elettorali' di parlito, che non pos• 1ono definirsi altro che partitocratiche anzichè democratiche, dato che i1 popolo non vi ha quasi affatto contribuito. È forse questa la diagnosi del male di incapacità gover– nativa che ci <Jffiigge, la cui sindrome è apparsa evidente nel funzionamento del .Tripartito?- È tempo che il pòpolo si desti, senza piy elmo di Scipio, ma eon la ferma volontà di agire a fondo e subit.o, ed esiga al più presto, con nuove elezioni, i suoi rappresentanti al potere, che soli. potranno attuare la democrazia rivoluzionaria. Il dilemma di oggi non permette altra scelta: blocco dei prezzi o inflazione, democrazia rfooluzionaria o dittatura. GIOVANNI GoRINI \ Col titolp LA . SITUAZIONE ECONOMlC.A DELL'ITALIA E IL P.S.L.I .. abbiamo-pubblic~to l'applauditissimo discorso te– nuto il giorno i1.1 maggio dal compa;gno RO– BERTO TRÈMELLONI al Teatro Lirico di Mi– lano. Nessuno deve/mancare dì conoscere il pen– siero del nostro Partito sul problema economico finanziario in questo mome·tito in cui esso pro– blema incombe pauroso sulla vita del nostro Paese. Ogni copia L. 30; per chi ne chieda 5 copie o più, L. 24. ' 81b ec .3ino Bianco ammassi Abolire gli del grano L'articolo che segue c'era stato mandato già da alcune settimane, ma noi ne abbiamo sospeso la pubblicazione, perchè speravamo proprio di veder avanzata da un momen• to al~'altro, da pa;rte degli Enti · responsabili, qualche ra• gionevole proposta i11ctornoal modo di assicurare al Pae• se l'approvvigionamento del pane, visto che il sistema sin qui usato ha fatto così cattiva prova. Ma proposte di qual– che rilievo non sappiamo che siano · venute fuori, salvo quella che si attribuisce al ministro Segni di stabilire una determinata quota di grano che ciascun proprietario e col– tivatore deve conferire all'ammasso in proporzione dell'area e della fertilità del terreno, lasciandosi loro ÙI quota ulte• riore del prodotto, con facoltà di venderla sul mercato li– bero, a .quel prezzo che· po·tranno conseguire. La propo• sta tende a sfruttare, anche nel vantaggio comune, l'inte• resse cl,e avranno proprietari e coltivatori ad accrescere al massim;, pos~ibile la produzione granaria, mettendo così sul mercaio una maggior quantità di prodoito, la quaÙ! dovrebbe servire come freno ad eccessivi aume111idel. prez– zo anche §Yl ef mercato libero. Essa avrebbe anche il van• taggio di rffiurre notevotmente, se non sopprime,-p in modo definitivo,, la sconcezza del mercato nero e dei profitti che esso assicura a cqloro che non hanno scrupoli nel trarre vantaggio dai bisogni anche della gente che per la sua mi• seria dovr-ebbe esser trattata con senso di umanità. •La proposta che il nostro collabOTatore avanza è in evi– dente contr·asto con le direttive che sono state seguite sin qui e che il nostro Partito e gli altri partiti del proleta– riato hanno, più che ogni altro, ritenuto necessarie· nell'in• teresse delle classi meno abbienti. Aggiungiamo che della bontà della proposta e delle possibilità,..di trarne i risul– tati che il nostro collaboratOTe ottimistioamente prevede noi siamo tutt'1#tro che persuasi. In modo particolare poi non possiàmo associarci alla proposta di affidare il consegui– mento dei risultati sperati anche, tra gli altri mezzi, a quel " reciproeo controllo cittadino ", come il nostro collabora• tpre lo chiama, che è un reciproco spionaggio, i cui ec· cessi è facile prevedere, con effetti che, anche dal punto di vis·ta moraÙ!, rappresenterebbero un inconveniente gra– vissimo. No7Jostante questo, ospitiamo l'articolo sulle nostre co– lonne, perchè, nel momento più difficiÙ!, che corrisponde al periodo di saldatura tlrà il vecchio e il nuovo prodotto, è bene che l'attenzione dei competenti e di. quanti sentono la gravità del problema sia tratto a 1·icercare le possibilità dellq_sua soluzione, affinchè possa venir fuori qualche idea nuova ed opportuna prima del momento· in cui, alla vigilia cuille semine, dovrà essere. stabilito quaÙ! sia il miglior modo, per incoraggiare i produttori ad accrescere la prp– duzione e garantire così al Paese il più fondamentale dei suoi alimenti. LA CRITICA SocIALE Non ostante che di anno in anrio la situazione alimentare peggiori e la produzione dei cereali sia in continua dimi– nuzione e si vada sempre più verso. Firrep,arabile, nessuno, per tema di impopolarità, ha il coraggio d'i affermare ch!l, • date le attuali condizioni dell'economia del Paese, il grave problema non si· risolve se non con l'abolizione del regi– me vincolistico. Per. dovere di onestà, per il bene del ·no•· stro Paese, noi socialisti -dobbiamo prospettare il pro· blema nella sua sincera impostazione, sfidando le dema– gogiche critiche degli avversari. E' certo provàto che la produzione dei cereali, con l'at• tuale regime di vincolQ, è in continua diminuzione e che,. l'approvvigionamento deve farsi mercè una forte impor• tazione dall'estero, nè è dato sperare che si possa, con si• sterni di vincolo parziale, ormai tardivi e d'i difficoltosa applicazione, raggiungere' la normalizzazi-0ne. Sbrge per· tanto questo. interrogativo: siamo sicuri di poter ottenere dall'estero la copertura del nostro fabbisogno? Nel caso affermativo, è logico e utile rendere immediatamente libec ro il commercio dei c~reali, la cui regolazione di mercato troverebbe il miglio.re equilibrio nell'ùrto economico fra il prodotto nazionale e quello importato. Anzi, potendo lo Stato disporre d, quantitativi sin dall'inizio della prod~– zione, gli sarebbe consentito di guidare il mercato interno col normale gioco della domanda e dell'offerta; mentre

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