Critica Sociale - anno XXXIX - n. 12 - 16 giugno 1947

214 CRITICA SOCIALE Salviamo la lira I Nell'articolo che segue, il compagno Gorini pro~pett~ in · iscorcio trltto il com ,,tesso problema della nostra situazione economico-finanziaria e, in relazione ~011 e_~so: e111.ra . ad esaminare anche il problema · <klle t>ssicurazioru sociali e, in µarticolar morlo, dc_, co,itributi utl esse relativi. . Le idee che egli ·vi· esprime sono strettamente persona!,. Noi pubblichiamo tuttavia ben volontieri lo scritto del no· stra compng110, perchè corisideriumo utile ogni contributo di persone competerpi alla soluzione dei problemi in esso presi in e.same. Specialmente auguriamo che I.a parte rela– tiva alle assicurazioni sociali e le proposte fatte al riguardo siano prese in considerazione da coloro che si occupano di siffatti problemi, dato che è generale convinzione che l'at• trwle sistema di assicurazione, mentre è assai oneroso per. il Paese, 11011 riesce van~gioso al lavoratore II cui profitto dovrebbe funzionare. Offriamo quindi ospitalità sulle nostre colonne a tutti coloro che abbiano qualche i<ka od osservazione qa espri• 'mere. '!-ualche proposta da avanzare. La CmncA Socuu , È ormai presente alla <:oscienza della generalità degli ila• Iiani che la stabilizzazione monetaria, d'importanza vitale per la salvez,a della democrazia, ha cqme presupposto inde– rogabile il blocco effettivo <ki prezzi, soprattutto per le ra· gioni seguenti: I) per salvare l'esportazione, già gravemente compromes- 1a nel campo dei prodotti tessili, in cui i nostri prezzi supe• rano oggi quelli esteri di oltre il 25 %; 2) per rendere possibile in un clima di stabilità finan– Eiaria l'affiusso di capitali stranieri pubblici e privati, indi– ipt:nsahile per colmare ·il deficit del bilancio straordinario dello Stato e mantenere il ritmo: produuivo delle nostre industrie, altrimenti destinate in gran parte a perire nel– gorgo inesorabile dell'inflazione e della crescente concor• cenza estera; 3) per risanare il bilancio ordinario dello Stato, poichè 1010 la stabilizzazione monetaria può rendere operante l'ap– porto fiscale, che -altrimenti, non potendo seguire tempesti• vamente il ritmo dell'inflazione, diventa sr.mpre più inca– pace a coprire le sp_ese dello Stato (oggi: massime entrate ordinarie e straordinarie 500 miliardi, minime_ spese 900 miliardi; v. « 24 Ore» del 28 marzo); • 4) per non pregiudicare l'unica àncora di salvezza attuale offerta all 1 economia italian·a dagli accordi di Breuon· Woods, il cui contributo verrebbe altrimenti annullato dall'infla• zione, pojchè in tal caso il fondo internazionale induce a ,valutare la moneta dello Stato in crisi. Un blocco effettivo dei prezzi, può naturalmente essere realizzalo solo a condizione -che vi sia una sufficienza, sia pure ridotta al minimo indispensa-bile, delle materie prime essenziali all'economia (grano, carbone, eleuricità, carhu– ~anti e materie .prime grezze per l'industria). Una volta che sia assicurala la di.;ponihilità di tiili elementi, ormai quasi garantita dagli accordi in corso co·n l'estero, e sia stabilita una corrente vitale (anch'essa in via di completa attua– Eione) di commercio estero, che procuri, mediante l'espor– tazione, la valuta estera occorrente per l'importazione di materie prime ed · alimentari, ogni ulteriore aumento dei prezzi sarebbe dovuto non più a cause naturali, ma a cause artilì_ciali di speculazione politica 'od economica, pubblica o privata. Trala~~iand_o di riepil_oga_r~le cause di speculazione pri– va~~. g1a chiaramente md1v1duate, ma difficilmente perse– guibili da una democrazia finora. priva di efficaci iniziative, additiamo le càuse di speculazione pubblica in senso Iato che il Governo deve_ poter rimuovere agevolmente, e eh; 1,ono essenzialmente le seguenti: 1) la· nota in_eflicienza dell'apparato tributario, che, per effetto del deficiente accertamento delle fonti di reddito e della lentez,;a di esazione :delle imposte nel principiante ritmo vorticoso dell'inflazione, costringe all'emissione di nuova carta moneta e, qnindi, alla sua svalutazione, con au– mento della massa e velocità del circolante, causa fonda· mentale dell'aumento dei p~ezzi-; 2) la scala mobile <ki salari, che può costituire il cavallo «i Troia dell'inflazione (v.. Ungheria) quando fa sua ado- ibliotecaGinoBianco· zione è estesa ad un periodo illimitato, e 6oprattntto qnande detta &cala non è neutralizzata da provvedimenti correttivi, come, ad es., la scala mobile inversa dei contributi a&Sicn• rativi, collegata ad una progressiva nazionalizzazione di detti contributi, che è forse l'unico rimedio atto a conseT1tire gra– dualmente l'equilibrio sia della bilancia commerciale sia del bilancio statale e a frenare l'aumento di disoccupazione (v. mia pro.posta su « Il Sole» del 20 marzo). Infatti il vigente sistema di assieurazion_e sociale in Italia, èh;e per eredità repubblichina pone tutti i contributi assistenziali a carico dei datori di lavoro, non è <:he una speculazione politica a danno dei lavoratori, vergognosatnente perpetuata dai successivi Governi democratici, perchè equivale a rnd– doppiare, o quasi, l'imp,osta di consumo (non a beneficio dell'erario, nè, certo, della elargizione assistenziale) su tutti i prodotti manifatturati, sul costo dei quali viene- riversatò automaticamente d-ai produttori I' ònere dei contributi assi– stenziafi, maggiorato della percentuale di spese generali e òi utili, in modo da aumentare il prezzo di costo della mano d'opera di circa il 65%. La scala mobile indiscriminata dei sa]aTi costituisce chia– ramente il principale fattore di ar<:elerazione dell'inflazione anche per l'effetto piicologico che determina, mentre la scala mobile inversa dei contributi assistenziali, neutralizzando la prima; rappresenterebbe il regolatore del meccanismo dei prezzi neUe mani del Governo. Ad es., l'abolizione del prezzo politico del 'pane, con beneficio di circa 90 miliardi all'erario, può realizzarsi senza dannose ripercussioni sui prezzi, solo riducendo i contributi assicurativi di circa il 15% per scontare l'indennìià caro pane, senza d'altronde effettuare alcun versamento d'integrazione agli Istituti' di Assicurazione Sociale, trattandosi di una economia realiz• zabile nei bilanci di detti Istituti, so"prattntto in viste della annunziata imminente unificazione dei contributi. D'altronde è priva di fondamento l'obiezione che ~rave– rebbe sempre lo stesso onere sul costo deUa mano d'opera per effetto dei contributi assi-curativ i, da chiunque ei;si siano corrisposti, lavoratori ·o imprendito.ri o Stato. Infatti - anche .a prescindere dall'economia derivante da un gtmere di aro· ministrazione più responsabile ed o<:ul'ato di quello ·attuale, e che tolleri meno evasioni alle esazioni' dei contributi o imposte equivalenti, in caso di nazionalizzazione parziale o totale dei contributi - sta il .fatto che, qualora l' on~re dei contributi venisse sottratto in tutto o in parte alla produ– zione, ciò costituirebbe un freno all'aumento del cÒsto no• minale dei prodotti, e quindi riuscirebbe indirettamente a smorzare l'effetto deleterio della scafa mobile in tempi suc– c~ssivi, e pertanto l'onere dei contributi verrebbe applicato, sia pure nella stessa percentuale, a-d una somma totale di costo della mano d'opera nettamente inferiore a quella che risulterebbe generata dalla velocità della scala mobil-e senza freni, c·Òme è' .attualmente, .proprio a causa di ·detto onere posto i~teramente a carico della prnduzione. Il carico q~indi del costo dell'assicurazione sociale, che- graverebbe in defi– nitiva sul consumatore, r 0 isulterebbe più tenue e, ,Più stabile di quello attuale, e p'otrebhe sempre più attenuarsi, perchè, 'per effetto della' progressiva stabilizzazione monetaria con– seguente alla neutralizzazione defla scala mobile e del con· nesso incremento di produzione, l'era-rio sarebbe rinsanguato da un maggior introito di tributi fiscali ordinari, e si ·po– trebbe pertanto in seguito alleviare il carico fiscale della eventuale impos,ta generale di assicurazione sociale, e com• misurarlo inoltre alla capacità éontributiva dei singoli, in modo da rendere sensibile, come dice il Vannutelli (v. rivi– sta « L'Industria », n. I), la partecipazione delle categorie di cittadini che godono di redditi più elevati, conseguendo una più equa ripartizione del carico, che attualmente grava uniformemente su abbienti e non abbienti. Inoltre la con• . ferma che si dovrà accedere prima o dopo al, suesposto 'ordine di idee di straleiare qùanto .più è possibile l'onere assicurativo ,:la] meccanismo dei prezzi, se si vuol giungere ad una effettiva stabilizzazione di questi e ad un successivo graduale ribasso, ci è data daUa recente esperienza ,francese dello scorso aprile, consistita nel concedere ai lavoratori meno retribuiti, -per raggiungere il minimo vitale di 7000 franchi mensili, una indennità supplemèntare di caro vita non soggetta a contributi ·assicurativi;' ed è presumibile clre anche i premi di produzione in corso di concessione alle maestranze postulanti non saranno sog,getti a contributi assi– curativi. Lasciando inalter~to in Italia -l'attuale sistema di e<:ala mobile, aggravato dalla forte ·i•noidenza ·dei contributi assi• stenziali sul QOsto della mano d'opera, non si ,potrà riuacire

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