Critica Sociale - anno XXXIX - n. 11 - 1 giugno 1947
I. CRITICA SOCIALE 199 prima della seconda guerra mondiale. Ma anche al– lora la sua produzione non sarà• che la metà di quel– la dell'America, 1a quale, alla vigilia della seconda guerra mondiale, produceva quattro volte più della Russia. E fra due decenni il rapporto fra i livelli di produzione per singolo dei due paesi sarà ancora più sfavorevole alla Russia del rapporto fra i loro livelli di produzione assoluta. Così, cinquanta anni dopo la ;Rivoluziòne d'ottobre, la •Russia non avrà ancora raggiunto il campione della produzione capi– listica, anche se essa avrà ottenuto un successo al cento per cento in tre o quattro ·nuovi Piarui Quin– quennali. Così, vediamo che la prima rivoluzione socialista non ci ha offerto ,come aveva pr,evisto Marx, il qua– dro di un centro soci:alista industrjalmente progre– dito e di una periferia capitalistica arretrata, ma tut.: lo il contrario. Noi siamo in presenza di un centro cap:italistico industrialmente avanzato, da una parte, e daH'altra di uno Stato che ha in effetti nazionalizza– to i mezzi di produzione e soppresso la classe capi– talistica, ma che non può fare nuovi passi in avanti sulla strada del sociallismo, perchè dev.e concentrare tutti 1 suoi sforzi, nello stesso tempo in cui si riduce ancora la base sociale della sua· dittatura, stii seguen– ti obiettivi: sfuggire lii più presto possibile alla pro– ,pria arretratezza e diminuire il più possibile lo scar– to industriale e militare che lo sèpara dal paese capi– talistico, più progredito. Come conseguenza del fatto che durante il perio– do attuale di transizione - che può durare a lun– .go - il più •forte paese capitalistico non troverà con~ tro di sè che uno Stato sovietico totalifario meno progredito, noi possiamo aspettarci una accentuazio– ne del declino della cultura nel prossimo avvenire. La permanenza o H rafforzamento della dittatura in Russia, paese che ,per molti rappresenta la sola al· ternativa al capitai,lsmo -che ·si va putrefacendo, va di pari passo con lo scoraggiamento dello sforzo mora– le e culturale negli altri Paesi. La Russia è troppo al disotto del livello di cultura capital:istica per poter conservare e sviluppare i migliori elementi della cul– tura borghese; il capitalismo stesso non può più per– mettere nel suo declino ·ia libertà! morale e culturale di cu:i aveva bisogno e che ,,incoraggiava alle sue ori– gini: in questa siluazione i valori morali e culturali vanno in rovina. In Russia un regime ,politico unicamente preoccu·, pato d:i ridurre lo scarto fra la sua produzione e quella degli Stati Uniti non permetterà ness1:1na_ at– tività spirituale o intellettuale che non contnbmsca quanto più direttamente. è possibile all'aumento del- . la sua potenza e aHa realizzazione di questi obietti– vi; mentre dall'altro lato, nel mondo capitalistico, la pressione politica ed economica crescente, l'appro– fondirsi delle contraddizioni di classe e l'ins:icurezza della condizione dell'individuo hanno distrutto il cli· ma sociale favorevole al progresso della moralità e della cultura. II declinare della cultura prende forme diverse in tutti i centri vitali del mondo: Europa, Russia, Stati Uniti, In Europa, -la guerra di tren!'anni che __ è i:o– minciata nel 1914 non è ancora fimta,. Dopo 1 vio– lenti cO'lltraccolp:i della prlma guerra ~01;1diale, do– po l'inflazione e la depressione mondiah, dopo la barbarie nazista e le rovine della seconda guerra mondiale l'Europa è diventata, oggi più che .mai, un oggetto p~ssivo ne~la storia d~l m~rado ;, e per _quanto concerne U prossamo avvemre s1 puo considerare che essa non ha ormai più i mezzi per decidere del proprio destino, che n,on g~d:à J?iù di uno svil~ppo autonomo che fu il suo pnv1leg10 durante tanh se- coli. , Così tutto sembra -indicare che la degenerazione della dultura europea, che si era già; i:nanifestat_a al· !l'indomani della prima· guerra mondiale? con!mua. Ed è tempo ormai di sbarazzarci del m~to, ~1ff_us~ dai liberali. della distruzione da par~e dei naz1s!1 d1 una cultura europea fiorente. La storia non f.unz1ona in questo modo. II declino del capitali~mo europeo , nei venti anni che han!1o p~eceduto Hitler era ac– compagnato da un declmo sicuro della cultura eu- BibliotecaGinoBianco ropea, e la barbarie fascista non è stata che la mani– festazione esplicita di _questo processo che a sua voi· ta, contemporaneamente, essa accelerava. Come abbiamo già detto, la decadenza attuale del· la cultura non è accompagnata dalla nascita di una cultura ,nuova nell'Unione Sovietica. Malgrado i pri– mi passi fatti negH anni che seguirono la rivoluzione d'ottobre, il ristagno culturale in Russia è diventato oggi troppo evidente. E questo ristagno non avrà fi– ne sino a quando. non saranno realizzate le precondi– zioni obiettive di un progresso socialista. II decli– no della cultura nell'Europa occiden\ale e il suo ri· stagno in Russia non sono neppure accompagnati da una nuova ondata culturale negli.Stati Uniti. AI con– trario, il declino del capital:ismo, che qui è comin– ciato più tardi che in Europa, e che non si è accen– tuato che al momento della depressione, si manifesta già sotto forma di ristagno culturale. E questo rista– gno diventerà p.iù .profondo quando la prossima de· pressione prov erà! che il nostro attuale sistema so– ciale di capitalismo monopolista non può più per– mettere ali' America di salvarsi senza ricorrere al– l'imperialismo e al Wehrw.irtschaft, una economia militar~ in tempo di pace. Nessuno si faccia illusioni: il declino culturàle può durare assai a lungo. La prima guerra mond:iale era la fine di una epoca, ma la seconda guerra mondiale è tutt'altra cosa. Essa è piuttosto una tappa in un'e– poca di trasformazione, il cui sbocco non può anco– ra essere previsto. Dopo la prima guerra mondiale, centinaia di milioni di uomini potevano credere al– lo stabilirsi, una volta per tutte, della pace; ma è una caratteristica del periodo presente che nessuno contesti più la possibilità di una terza guerra mon– diale e che molti affermino la probabilità di un suo prossimo scoppio - e ciò appena un anno dopo la fine della seconda guerra: mondiale. Fino a tanto che durerà questo periodo, il declino culturale continuerà,. e con esso il dec.Jino dell'uma– nità! e dei rapporti sociali. Soltanto delle forze pos– senti che ·agiscano in senso contrario possono met· tere il termine a questa evoluzione. Essa non sarà ar-- , restata, e un nuovo sviluppo culturale non sarà possi– _bile, fino a che nuove forze sociali non verranno tin primo piano ,e, soprattutto, .fino a quando le basi di uno sviluppo libero e senza ostacoli non saranno più minacciate dalla forza militare. FRITZ STERN'BERG Le numerose richieste della raccolta comple– ta' di « Critica Sociale» (annate 1945-46) rile– gate zln tutta t~.za con impressioni in oro, ci hanno costretti ad approntare altre cento co– pie della stessa. Anche queste, però, sono qua– si uitimate eid avvertiam~ i nostri amici che ancora intendessero acquistarle e non lo han– no fatto, che quanto prima sarà esaurito an– che questo se.condo gruppo. Affrettandosi ad ordinarcele potranno aver– le al prezzo a suo tempo comunicato di lir,e 650,- · mctfgrado l'aumento della tela ·e della. rifegatura abbiano gravalo assai sul costo di queste ultime copie. Dopo che an\che eisse ..saranno state esaurite non potreimo approntarne altre. Ne.ffinteresse ste>ssodei nostri Amici, li preghiamo di af– frettarsi, almeno nella prenotazione. L'AMMINISTRAZIONE
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