Critica Sociale - anno XXXIX - n. 10 - 16 maggio 1947

176 CRITICASOCIALE attenga nell'accertamento alla decisione del Consiglio e non possa concludere concordati con il contribuente, se non consenziente il C. T. C. In altri termini, con una disposizione interna, pur rispettando perfettamente le forme, la funzione accertatrice, nei casi più gravi, passa dal funzionario comunale al C. T. C., dal ·singolo al1'or– gano collegiale. La riforma è senza dubbio lodevole. L '-organo collegiale ha infiniti vantaggi .sul singolo "funzionario, e sopra tutto quello di non cedere a lusinghe e di essere infinitamente più obiettivo negli accertamenti. L'esperienza fatta in altri centri è già confortante; fra qualche mese :Milano dirà una parola definitiva in materia. Vero però che i C. T. C. sono fin dall'inizio ostacolati nel loro funziona– mento dai particolari difetti della imposta alla cui applicazione sono chiamati a colJaborare. Se si trattasse, per es., di una im– posta reale che per la sua natura ha · scarsa ripercussione sulle altre impoSte (es. valore locativo, domestici, consumo etc.) nes– sun inconveniente potrebbe sorgere per il fatto che gli accerta– menti dell'imponibile di quella particolare imposta sono fatti con serietà e con una eccezionale rispondenza alla realtà; non altret– tanto si può dire quando si tratta di applicare una i1'J'1:p'osta per– sonale, che è u,n vero e proprio doppione di altra imposta per- · sonale già esistente. E' quindi d'uopo segnalare il grave pec– catO d'origine della imposta di famiglia. Imposta di famiglia e complementare. L'imposta di famigÙa era tollerabile nel 1868, quando era la sola imposta personale; era tollerabile nel periodo 1923-1925, quando, strettamente legata ,alla complementare, non costitniva di fatto che una addizionale di quest 'ultinia; è intollerabile ora, perchè non è tecnicamente concepibile la cÒ-esistenza di due imposte personali, che hanno Quindi entrambe un unico oggetto, il com– plesso dei redditi ,del contribuel'lte .. E' inevitabile che, in tal caso, gli accertamenti dell'imponibile dell'una imposta si riper– cuotano sugli accertamenti dell'altra, e se, come nel caso in esame, il sistema di nccertamento è diverso, ne sorgono sperequa– ' zioni che legittimano la reazione del contribuente. Ne consegue che il citato articolo 17 del D. L., L. 8 marzo 1945 n. 62 è stato, tecnicamente parlando, un grave errore. Òel resto, di ciò si sono resi conto anche 1e Autorità Comunali delle principali città dell'Alta Italia, le quali, persuase de11a impo~– sibilità della coesistenza di due imposte personali,. hanno Pro– posto al Governo... la ·soppressione della imposta complementare progressiva sul reddito. E perchè non, ci si potr.ebbe chi~dere, \u soppressione della imposta di famiglia?· Perchè l'accertamento degli imponibili de1la imposta complementare avviene in modo assolutamente inadeguato e insufficiente: rispondono i Comuni. E' esatto: ma è evidente che il i:imedio non è la abolizione della com,plementare, ma la riforma del suo sistema di accerta– ment~, che po~rebheJ anche (e perchè no?.,) essere affidata agli organi comunali. Comunque, oggi il gravissimo inconveniente sus– si_ste, e la _màggior r~sistenza che incontrano i C. 1 T. C. nell'opera dJ persuasione esercitata nei confronti dei contribuenti sta ap– punto ne1 fondato timore che l'accertaniento agli effetti dellu imposta di famiglia pos~a servire di base, quale accertamento, agli effetti della complementate. Ad eliminare questo malanno le Autorità Comunali fìono evi– dentemente .impotenti, ma altri inconvenienti potrebbero essere eliminati da n_na efficace azione delle Auto'rità Comunali. I] Con• siglio __ Comunale di Milano ha appr,:)Vato delle norme regolamen- 1 tari per l'applicazione della imposta di famiglia, ed alPart. 6 ha stabilito che i redditi di la"oro classificati agli effetti ·della Cat. C. 2 vengano assoggettati bila imposta con una riduzioue de] 50 %. A dire il vero, tale riduzione era stata J)rogettata solo ai l'cdditi inferiori a L. 200.000, mentre per i redditi fra 200.000 e 400.000 la· riduzione· era del 40 %, per quelli fra 400.000 e 600.001) dd 30 %, e poi, successivam~nte, del 20, % per i redditi fra 600.001 e 800.000, e del 10 % per quelli fra 800.001 e 1.000.000. .Se~o~chè. la Giunta Proyinciale Amministrativa non approvò tale• d1scr~mrnaz1one, per modo che ora u n redditQ di L0'00.000, tas– sato 1n Cat. C. 2, paga uila impos.ta di L. 43.200, mentre lo stesso reddito tassato in Cat. C. 1 paga una imposta di L. 86.400. Non .possiamo negare a tale misura una qualche giustificazione ~H ca– rattere pratico, ma se si vuole che i C. T. C. possano accertare secon.do coscienza, è necessario togliere di mezzo la distinzione. Si elevi anche notevolmente la esenzione per i redditi tassati in Cat. C. 2, si porti l'esenzione an<'.he a 400.000, se si vuole, ma sj tolga la discriminazione per non obbUgare l'ente accertatore a fare violenza alla el~quenza dei fatti, per evitt):re evidenti sperequazioni. E passiamo all'ultimo punto: se si vuole che ritorni una certa moralità nella massa dei contribuenti è necessario che le aliquote sia.no sopportabili e che la deti,nninazione del minimo imponf- Biblio_tecaGino Bianco • bile )asci effettivamente esenti il m1n1mo necessario per IRIIIÌ .. stere. La tariffa appr~vata dalla G.. P. A. il 19 giugno 1946 al n. 3952 er-a già allora riprovevole per eccessivo gravezza delle ali• quote (e ciò non è sorprendente, perchè si seguivano purame,nle e semplicemente le direttiv~ della circolare Ministeriale del 15 maggio 1946 o. 4 prot. 2/3774), ma è oggi .assolutamente sorpaa, sata dagli eventi. E' inutile sprecare parole per spiegare che il minimo imponi– bile deve essere elevato da 60.000 ·a L. 240.000, almeno: è •i• dicolo pensare ohe una famiglia che guadagni meno ili quel che è necessario ella sussistenza debba pagàre delle imposte. Ma~ a prescindere da ciò, le aJiquote sono troppo rapidamente pro– gressive per i redditi relaliyamente modesti, mentre la progrea,. sività si arresta a L. l. 700.000 con la aliquota del 14,40 % : ora una aliquota del 5,52 % per un reddito di 700.400 è una ali– quota relativamente elevata (L. 38.662,10 di imposta), mentre ana aliquota del 14,40 % per un reddito di 10.000.000', è una ali– quota relativamente bhssa. Putt mantenendo un massimo che non dovrebbe eccedere il IO % (Si 'deve pur tener presente che ti tratta di un tributo loca1e, che dovrebbe essere solo una parte relativamente piccola della pressione fiscale), le aliquote, leniate conto della diminuita capacità di ~cquisto della moneta, dovreb– bero spaziare in un settore ben più vasto, partendo dal ,0,60 % per i redditi minimi, giun~endo al IO % per i redditi di 10 milioni ed oltre. Una simile distribuzione del peso della impoeui agevolerebbe grandemente l'opera di persuasione dei C. T. C., permetterebbe loro di rimanere più aderenti alla realtà negli· accertamenti, ed in definitivo sarebbe di vantaggio anzichè di danno alle finanze Comunali. La 'difficoltà di cf(ettuare accertH\nenti rispondenti alla realtà obiettiva è ancora a@gravata dalla esistenza della imposta straor– dinaria personale- progressiva sulle spese non necessarie (R. D., 27 iliaggio 1946\ n, 598) obbligatoria per tutti i Comuni e· che 'colpisce con aliquote avocatrici (50 % e 100 %) il compÌesso delle spese non necessarie I effettuate dai contribuenti: L'imposta è teo• ricamente e tecnicamente errata e, quel che è peggio, il minimo imponibile (400.000 lire annue per una sola persona, 600.000 per due e 700.000 pe·r tre') è ormai sorpassato ~agli eventi e si ap– pales~ insensato. L'imposta nqn ha anoora avuto principio di ap• plicazione, ma il fatto• ohe no'n sia ancora stata abrogata pesa gra– vemente e rende sempre più difficile l'azione dei C. T. C., ten– dente a ricondurre un minimo di m~ralità nell'ambiente dei con– tribuenti. All'attenzione dell'Assessore delle Finanze del Comune di Mi– lano, che con entusiasmo ed abnegazione segue da vicino l'espe– rimènto, r~ccomandiamo questi nostri modestil sugg~rimenti. EN.zo- -....MAssAu1u Le numerose richieste della raccolta comple– ta di « Critica Sociale» (annate 1945-46) r,ile– gate Ì'n tutta tela con impressioni in oro, ci hanno costretti ad approntare altre cento co– pie della stessa. Anche que.ste, però, sono qua– si ultimai(! e,d · avvertiamo i nostri amici che ' Mcorà intendessero acquistarle e non lo han– no fatto, che ·quan~o prima sarà esaurito an– che questo secOll:dogruppo'. Affrettandosi ad ord.inarcele potranno aver– le al pr,ezzo a suo tempo c~municato di lire 650,- malgrado l'aumento de-lla tela e della rilegatura abbiano gravalo assai sul costo di queste uWme copie. Dop,o che an,che esse sarahno staie esaurite non .potremo approntarne altre. N~.fl'interes3e sfeisso dei nostri' A'mici, li preghiamo di af– f reltarsi, almeno nella prenotazione. L'AMMINISTRAZIONE

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