Critica Sociale - anno XXXIX - n. 9 - 1 maggio 1947
CRITICA SOCIALE 151. · Non vogliamo fermarci su altri episodi, nè correre _il rischio di tornare a ripetere cose che abbiamo detto altre volte. Vog,iamo inve– ce far partecipi i lettori di una domanda che ci siaqio posta più volte, con lo scrùpolo di ri– cercare se non fosse qualche errore o pensino motivo di rimorso nel nostro aheggiamento. Certo, da ,tempo la nostra critiéa può sem– brare rivolta troppo più verso i partiti di si· nistra, coi quali abbiamo indubbiamente am– pia concordanza di fini pur nella diversità radicale dei metodi, che non verso quegli al– tri partiti che SWlO dichiaratamente nemici d(lle nostre idealità. A questa domanda, po– sta con insistente spirito di autocritica, noi abbiamo dato una risposta che non crediamQ fallace. , Sopra i nemici delle nostre idee, sopra i di– fensori, da qualunque movente siano animati, degli intenssi contrari a quelli che noi inten– diamo difendere, noi non sp.eriamo di -poter esel'citare nessuna opera di persuasione. Li sappiamo nemici e come -tali li consideriamo e li compattiamo. E perchè sappiamo che es– si sono forti e risoluti a servirsi di ·tutte le ar– mi, vorremmo poter lo-ro opporre· una concor– dia di tutte le forze risolute a raggiungere le nosll:c stesse finalità, associandole· i.n una bat– tàglia combattuta con qm 1 metodo che solo riteniamo atto a conseguirle. E poichè ritenia– mo che ad una democrazia politica o econo– mica non si possa pervenire· con m~todi tota– lita'ri; poichè riteniamo che la causa della pa-. ce richieda da noi un atteggiamento di piena indipendenza dall'uno e dall'altro blocco che si contendono il predominio del Mondo; per questo motivo noi insistiamo a denunciare gli errori del metodo comunista e i pericoli che da esso provengono al trionfo delle nostre i– dealità, pericoli tanto più gravi quanto mag– giori sono i successi che quei metodi riescono a conseguire per la impreparazione politica del nostro popolo e per lo sm·arrimenlo d'ogni concetto di autonomia spirituale, di libertà, di giustizia, che in esso hanno ingenerato ventitrè anni di regime fascista. Noi vogliamo perse– guire un'opera di epurazione , che cominci dal~ l'attuarsi nella coscienzç1.di tutti noi e di tutti quelli che chia miamo a com battere accanto a noi. Se è vero che solo un regime di sincera e sostanziale democrazia potrà creare un saldo spirito democratico e fugare per serripre (spe– riamo) ogni traccia e nostalgia, consaputa o no, di fascismo e di ogni altra forma di totali– tarismo, è vero però che quepa ~emocrazia sincera e sostanziale non potra essere creata se non da chi abbia coscienza delle esigenze che essa deve saper soddisfare.· 1 Con questa visione del nostro dovere 'noi ci avviamo a salutare il 59" Primo di Maggio che ricorre dall'anno in cui 1a classe lavoratrice scelse questo giorno per una riaffermazione - solenne dei suoi diritti, che è in parte riusci– ta a far riconoscere con una lotta lunga e te– nace, che vedrà riconosciuti nella loro pienez– za il giorno in éui il lavoro sia veramente do– vere per tutti e per tutti unica fonte di diritti, e la cessazione di ogni privilegio costituisca la prem~a e la base della fratellanza fra uomi- 11\.J u,a vV Il Parlamento ne~progettQ. di Costituzione Se, col mio ultimo articolo relativo alla Costituzione che si sta elaborando, n:m ho prevea'uto le discussioni del!'As– semblea se non a' metà, perchè non si etal)o ancora esam·– nati, quando fu pubbl-cato, gli articoli su la fam g,lia e su la scuola, ma era già stato varato il famoso art. 7 (già <1rt.5 del Progetto). questa volta, per quanto rapidament- possa– no procedere i !avori costituzional: nell'aula, spero proprio di esporre qualche mia impressione su gli articoJ: 52 e se– guenti del Progetto avanti che sieno sot toposti al dibàtt to çlell'assemb ea. Dibàttito che, per quanto m.no acceso che non sul rilievo cost'tuzionale dei Patti Latera nensi o su l'indissolubilità del matrimonio, o magari su quei rapporti economici dei qua.i ho già intrattenuto i lettori, non potrà non essere vivo. Discutendo, infatti. del modo come dovrà essere eletto e cosftuito il Parlamento, la Costtuente tutt'intera non può non serlt rsi toccata sul vivo: de re sua agitwr. Si vuol. pre-· s\imere il p:wassoluto disinteresse in ognuno degli onore– vòli deputati circa la maggiore o minore probab:tità ·della· propria ~ elezione, anche quando si discuterà la nu:>va leg– ge elttlotale. E' stato savio proposito. intanto, di non fare cenno, nel Progetto, del sistema che sarà adottato per eleg– g;;re i futuri deputati ; di quello per la elezione dei Sena– tori non p:>teva farsi a meno di parlare. Fra i non poch; problemi che doveva affrontare la Commissione a propo~ito. del Par_amento questo era uno dei più delicati. Qui si potrà prese· n~ere da certi ques ti più strettamente tecnici, ri– guardanti, p. es., la ·formazione delle leggi, che, com'/> ov– vio, è il còmpi to· specifico del potere legislativo, quesiti che · domander, bbero una trattazione giurid ca; e, per ora al– meno, .non si toccherà neppure il punto del sistema elet– tora(e da adottar~i per ·la Camera dei deputati. Ma, pur cons1d~rando soltanto il lato politico cle!l'argomento, biso– gnerà almeno delibare qua:che altro problema. Nume:110 dei f1itwr·i deputati. Dièe bene l'art. 57 del Progetto: « Il numero dei mem– bri da ele ggere per c:ascuna Camera è stabilito con legge in base all'u t.mo censimento g-nerale de:Ia popolazione:.>. Sa- · rà, dunqu e, la legislazione ordinaria, la quale, per ogni le-' gislatura, stabilirà il numero degli eligendi. Ma la Costitu– zione non poteva non fissare il criterio di mass· ma circa la proporzione fra la popolaz:one e la propria rappresentanza politica. Se n è discusso 1/eUa II SC (Sottocommissione); se n'è ridiscusso in CP (Commissione p'.enaria). E' :nteressante ri– leva re che proprio uno dei Comìnissari appartenente ad u.n partito· tradizionalmente fedele al principio della sovranità popolare, il repubb_icano on. Conti. che fu uno dei relator:, ha sostenuto che il numero dei deputati non dovesse esser.e mo:to elevato·; nella sua relaz·one (letta alla II SC il 4 set– tembre) egli parlava di 400 d,putati, da eleggersi per quat– tro anni. Ed il 18 settembre ribad·va la sua opinione, di– chiarando che, a suo avviso, quant6, più sarà ridotto il. nu– mero dei componenti la prima Camera, tanto meglio sarà: « l'affollamento, egli disse, non costituisce alcun vantag– t o». E !.'on. Einaudi osservava, nella medesima seduta del– la SC, che « quanto più· è grande il numero dei componenti un'Assemblea, tanto più essa diventa incapace ad attendere all'opera legis'at'va che le è demandata:.> Mi guardo bene dal fare la' minima malignità circa le intenz·oni degli onorevoli Commissari, che furono favore– voli ad allargare, piuttosto ,che a restringere, il numero dei deputati. Basti ricordare soltanto che, sia nella II SC, sia poi nel'.a CP, la proposta che fu approvala e che ora fa parte del Progetto (art .. 53) fu quella del democristiano on. ni e popoli. Ma a questa mèta delle nostre a– spirazioni potrà condurci solo un movimento socialista che sia democratico nei fini .e nei metodi; ogni altm metodo potrà dar l'illusione di accostarci a quella mèta, ma non può con– durci che a nuove forme di dittature a cui to– glie poco e nulla del male che da esse è inse– parabile il fatto che si dia loro il nollle di « dit- tatura del proletariato>. U. G. M.
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