Critica Sociale - anno XXXIX - n. 9 - 1 maggio 1947

CRITICA SOCIALE 161 popolazione, i quali man mano venivano esclusi dal– l'~ser~izio dei poteri pubblici e persino dal a 1>arte– c1paz1one alla formazione dei poteri del.o Stato. . T~tt~ _co~est_isofistici ~rt_ifici e sotterfugi, pieni di 1llog1c1ta mtrmseca e d1 mcoercnze formali ,tanto nella dottrina come ne.la legislazione a1lro ~on so– no che manovre ta ttiche. dettate dalia neces~ità di bordeggiare con una certa• accortezza tra gli scogli d·~lla concreta_ realtà sociale russa, ·con l'unico scopo d1 rafforzare 11 potere di quel vero ed e ffettivo dit– tatore ~he d_e,facto_ esi_ste in Russia, c.oè del partito bols_cev1co. 1uttavia, 11 complesso di e lementi che a!Jbiamo co_n~t~talo nel campo de1le divag azioni teo– r~c~e. non s1 e mteramente trasferito ne.la pratica le– g1s.ahva, bLnsì con alcune caratteristi che omissioni. La più sintomatica di tali omissioni consiste ne1!'as– soluto dlenzio, gelosamente s•erbato da tuHi ,i testi costituzionali, sulla scoperta fatta nell'ultima fase de.l'elaborazione dottrinale del concetto dittatoria:e quando cioè ·Lenin ed i suoi collaboratori deciser~ di dichiarare urbi et orbi che la « dittatura del prole– tariato » deve essere intesa ed initerpretata sempli– cemento come dittatura del partit0 bn:scevico o, •più. esattamente, _del Comitato Centrale (cioè, Direzione Cent rale) del partito o, per essere ancora pjù ade– renti a.la realtà, come sinonimo di dittatura del Po– litbu rò ( Ufficio Po,iti-co) del partito comunista bol– scevico panrusso. Pertanto, è ovvio -che· a tale radi– cale travest:mento del concetto di governo dittato– riale si _po'teva arrivare lealmJ;1nte, ò almeno conser· van~o le apparenze di lealtà,, solo per due vie: a) o stab1 en~o nella Costituzione l'obbligo formale per le autorità governative sovietiche di obbedire alle. diretuve del partito, b) oppure, -inquadrando nel si– stema deg:i enti stata:i sovietici un dato orcrano del partito - per esempio ,il Politburò - e attribuire ad esso la facoltà di esercitare il potere sovrano. Ma questa un:ca via legale era allora sbarrata dalla con– giu!1tura po'itlca o, piutfosto, dall'atmosfera psico– logica del momento, quando il popolo, appena usci– to dalla tempesta della lotta rivo.uzionaria, era an– cora troppo abbagliato dal fascino accecante de 'l'i– dea'.e dittatoriale per sopportare supinamente un e– quivoco politico-sociale di tale genere. E perciò si preferì r;correre ad una manovra avvolgente: dato che tutti i posti di comando, -politici, amministrativi, economici ecc. __: le cosidette « vette di comando », secondo -la termi-nologia in uso - erano nelle ma– ni dei membri del partito, fu imposto a tutti gli en– ti dirigenti ed esecutivi dell'apparato sovietico-sta– tale di attenersi scrupolosamente alle direttive de·l partito. Grazie a ciò, il governo; pubblicando leg– gi, decreti ecc., e gli enti statali, emanando dispo- · sfaioni ed ordini, cominciarono a riferirsi alle d,i– rettive, indicazioni e prescrizioni del partito come se ·1a rispettiva norma tassativa fosse veramente. stabilita dal.a Costituzione ed il partilo fosse sta– to forma·I!lente inquadFato neH'ipgranaggio stata– le dell'Umone Sovietica. II senso giuridico-politico .di un tale atteggiamento pratico. è chiaro. Quando un autentico organo stata:e govern;mte~ come, per esempio, il Consiglio dei Commissari- del popolo, nel testo della lel{ge da esso emanala si basa non so– lo ~ulla volontà e le direttive della autorità legisla– tiva sovrana, costituzionalmentè costit4ita, cioè del Soviet Supremo, o, in via gerarchica, sulle disposi– zioni del Praesidium del Soviet Supremo, ma al)che sulle disposizioni del congresso o della conferenz:;i dal partito, diventa evidente che il Consiglio dei Commissari funziona simultaneamente come organo di governo e come organo d~ partito, e che parimen– ti gli enti statali, sindacali o di part:to, cui si rivol– ge il Consiglio, vengono anche essi indifferentemen– te trattati come organi del governo e del partito nello stesso tempo. · Tutto .sommato, visto che il partito è praticamen– te riuscito ad inquadrarsi quale potere sovrano nel sistema statale sovietico, sia pure per vi a indi retta, '-J)ossiamo concludere che la sostituzione del.la ditta– tura del proletariato con la dittatura del parti tg, in ultima analisi, -possa essere considerata non soltan– to come fenomeno esistente de facto, ma anche co– me quasi riconosciuto de jure, giacchè esso risulta in un certo senso formalmente ,legalizzato, quantun– que con p9ca ortodossia giuridico-costituzionale. B1bl10 eca .bmo ts1ahco · M~ noi sappiamo già che nella dottrina bolscevica 1~ d-i.tta_turadel partito ·vuol dire la dittatura dei ca– p1. E siccome tutta l'attività po:it;ca del partito vie– n,e e~p_leta!a p~i,ncipalmcnte dal Po.itburò, c:oè dal– I Ufficio Pohtico, eletto dal Comitato Centrale del partito, ~iv_ent~ a!:ora e".ide~te che, quando il legi– slatore s1 ~1fer1sce alle d1rett1ve del partilo, (poichè « _n~ssuna importante .questione politica ed organiz– ~at_1va .- .sono parole di Lenin - viene risolta dalle 1~ht1;1z1omstatali senz!I le indicazioni direttive del partito »), ciò, in fin dei conti, vuol dire che al di– .sopra del governo ufficiale sta il Politburò i cui me_mbr,i s~no ~recisam~nte qu.ei capi ai quaii spet– ta 11C?mp1to d1 determrnare l)ndi r.zzo generale del- la politica statale neila Unione Sovietica. · . Fa~endo, ~un_que, il bilancio definitivo delle pe- . npaz1e surriferite, possiamo adesso tracciar,e la li– nea che ha seguito l'idea della dittatura nel suo bre– ve c~mmino, da1 concetto più lato di dittatura demo– ~rahca del popolo lavoratore per arrivare alla ma mca1;naz;one odierna in una dittatura oligarchica q~as1 personale. Le tappe successive del fatico~o cam– mmo furono le seguenti: ·dittatura democratica del prol~taria~o e d~i cont~dini, dittatura del solo pro• letariato mdustnale, d; ttatura del partito . . Da quanto abbiamo detto nelle pagine precedenti risulta però ·chiaro che le prime due forme rio-n sono mai riuscite a tradursi in fatti concreti. e che sem– P:e vigeva e vige solo la ditta.tura del ParWo Comu– msta attraverso il Politburò; il che nella realtà si– gll:ifica dittatur~ de! s_uo segretario e del gruppo a lui adere nte: d1fath, e notorio che Stal in che in– sief !1-e.al s1:10grupp~ ~;_rige la vit_a de.la r~pubblica sov 1ehca, fmo alla v1g1l1a dell'u't:ma gue rra non oc– cupava. alcuna c~rica gove~naliva ed era semplice– mente 11 segretario del parhto. e deJ· suo Ufficio Po- litico (Poi:tburò). · E veniamo ora alla nuova Costituzione promulga– ta il 5 dicembre 1936. Essa ritorna alla formu'a ini– ziale e dichiara che l'Unione Sovietica « è uno Stato • socialista degli operai e· dei contadini» (art. 1). ai quali « appartien·e tutto il potere » (art. 2). Purtrop– po. anche questa volta si tFatta di ,una dichiarazione puramente eufemistica. Pertanto òggi ·è abbastanza diffusa l'opinione che, grazie alla nuova Costituzio– ne, in Russia è stato instaurato un regime autentica– mente democratico. In verità, però, non solo tale giu- · dizio non corrisponde al.a realtà concreta, ma anche l'op:nione che la Costituzione del 1936 contenga una corrispettiva disposizione in forma esplicita ed ine– quivocabile è frutto di un semplice malinteso. Leg– giamo l'ormai famoso articolo 125. Esso d:ce: « Jn armonia con gli interessi dei -lavoratori e allo scopo di consolÌdare il regime socialista, ai cittadini del– l'U.R.S S'. è garantita la libertà di parola, di stampa » ecc. Le parole da noi snttolineate non ;asciano a-lcun dubbio che per il legislatore sovietico i fondamen– .taJi• diritti di libert~ e di uguaglianza, che stanno a base de:Ia democrazia, costituis cono una conquista sacrosanta, e non eliminabile. de.la civiltà, ma essi · sono riconosciuti solo in quant o ·sia no conformi agli inteFessi dei lavoratori o servano al fine di far trion- fare o rafforzare il· socialismo. ·· . Ebbene sarà così: ma chi ha la prerogativa di de– terminare che cosa· sia « conforme » o capace di « raf– forzare»? La precisa risposta a questo interroga– tivo ce la dà ·l'art. 126, il quale, qua:ificando H par– tito bolscevico come « l'avanguardia dei lavoratori », afferma che esso « rappresenta il nucleo direttivo di bitte le organizzazioni, tanto sociali che di Stato ». Sostar,tzialmente, quindi, la nuova Costituzione non · apporta alcun cambiamento serio, in senso demo– cratico, nel regime sovietico, il quale, malgrado tutti i suoi ben calcolati orpellamenti verbali di intona– zione dem9cratica, continua ·act essere sempre più decisamente una dittatura effettiva del partito, espli– cantesi attraverso un congegno statale accentratore e rigidamente autoritario. IV. Abbiamo ·cercato di dimostrare obbiettivamente, in base ad elementi di fatto indubbi e sicuri, attra-. verso quale processo di- adattamenti opportunistici l'idea astratta della dittatura del proletariato si sia trasformata ne!Ja Unione Sovietica in fatto ,concreto

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