Critica Sociale - anno XXXIX - n. 8 - 16 aprile 1947

CRITICA SOCIALE Quando lo si confronti con la 11:rav'tàdeDpericolo che è ur– !!elrte evi.tare. Ai ferrovieri, ai postelegrafonici, a tutte le categ'Jrie . meno benefica.te finora, che invo:ar-o mil!lioramenti, sarà bensì necessario <li seguitare a predicare che ·a corsa ·n:n– terrotta agi; aumenti di -stipendi è salari conduce fatalmen– te e rapidamente all'anmtllament0 totaÌe de'. valore della ·lira, di cui essi saranno le prime vittime, e, che l'ur>ic'aspe– ranza di salvezza si può trovare nel a riduzi'Jre delle spese. che freni una volita per sempre la corsa all'inflazione. Ma non si può nascondere che il rimedio non può avere un ef- ' fetto. ·~med:at~ ~ che intanto la si,tuatione insosten;bile di molti d1 essi richiede Q'Ualcheprovvedimento, che dia loro un po' d. sollievo, finchè incominci la tanto sospirata di– scesa dei iPrezz~. · Per questo e-i sembra che la sola po'.'tica adatta alla de– licatissima situazione presente sia ouella di trovane nera im[Il{!d'ata abolizioné del prezz'J 'Pa/it'ieo del pane. nella ri– duzione drilstica d·:.J:e·spese militari,, che superano ancora la cifra assurda di 100 miliard·, ed in altre possibili econo– mie, quei 150 mi.iardi che perm~ttano d' avviare il bilan– cio dello Stat'J sulla strada ·d· un rapido risanamento e di ricondurre :ntanto il paiese alla calma e alla fiducia. togliew do le caltse' più ·gravi di ma-'contento. sia con una mag– giore '.arghezza nella coocessione deL'indennità di caropa– ne, sia· col veni re iincontro, in mani. ra in,te!J' J?erte e pru– dente, ai bisog-ni p ù urgenti delle categorie di 1avor~tori, che risultino effe1tivamente fra •le più sacrificate. Grno- LuzzATTO POSTILLA. - Quando queste atiti.colo era già stato scr·tto e coniP,osto. è .r.tata data la notizia,,,.che il p,-o_qettodel pre:r ~ diffe,rendia,le del pane ,è stato abbandooobry, Se cosi è ce ne com(Jiacc;amw: ma po:'cbè fa ,-iiiu nz'a (Jofu-k bbe 11'>11 es· sere defi,niniva, ribeniam,o oppo,-11.en/o fJ itbbfirore umwlmente rartw01lO. ~ LIBERTA.' e n·eo:faseismo Viviamo, e vivremo per molto tempo ancora, op– pressi dal peso enorme del.e sciagure di cui la dit- · tatura fascista fu la causa prill).a e maggiore; ,e per ciò guardiamo, e guarderemo lungamente ancora, al fascismo come al peggiore dei nemici ,e ci conturba il so.o pensiero ch'esso abbia la possibilità di risor– gere, anche in un lontano g;o rrio. Occorre tuttavia non lasciarci sopraffare da.la paura, nè .spinJ?erP a compiere atti od a prendere provvedimenti 1. hc possano tornare più dapnosi che utili. , Tali mi sembrano il primo comma del primo arti– colo delle .« disposizioni fina.i e trans ilo, ie » con– tenute nel Progetto di Cost~tu11:ione, ora a.l'esame del- 1'Assemb)ea Co:tituente, e la prima parte, dell'arti– co.o primo del recente decreto del Governo, in cm < è proib'ita la riorganizzazione, sotto qualsiasi fol'– « ma e denominazione, del part,to fascista». E ciò per la sostanziale ragioi:i,e che un tale as– soluto e specifico divi'eto costi, uisce un'eventuale con– traddizione ed un inutile, antipatico, sospetto e pe– ricoloso strappo a quei principi di libe,rtà e di de– mocrazia, che il popolo vuote imposti a se medesi– mo e che furono accolti dallo stesso Progetto di Co– stituzione. Il quale dice: < I cittadini, senza· distinzione di sesso, di razza e « Imgua. di coudizioni sociali, di. opinioni religiose 1: e po itiche, sono eguali di fronte alla legge » (art. 7). « TtJ,tti i ci,tfadfoi ha~no ~iritto di as:·o~iarsi lihe– " ramente, ·senza autorizzazione, per f1m che non < s:anio vietati dalla legge, penale» (art. 13.) « Sono « (rn·tanto) proibite le associazioni segrete e qu~l– « le che. perseguono scopi polWci mediante orgamz– « zazioni di èarattere miMtare > (art. 13). e Tutti hanno diritto di .esprimere liberamente i-1 "- prop1 io pensiero con la parola, con lo scritto ed • ogru altro mezzo di diffusione» (art. 16). f'. Tutti i cittadini hanno diritto di ,ol'ganizzarsi N– " bi •an1e11te in partiti, per concorrere, con metodo· ~ democratica (ossia, legalitario) a determinare la po– < litica nazionale > (art. 47). Tutte queste disposizioni appaiono -chiJr~, unicd e~r.nion fatta per quel che riguarda il divieto di as- BibliotecaGino Bianco sociazioni politiche organizzate mil:tarmente, in quan– to non è spiegato prima, nè poi, in che cosa con,i– sta l'organizzazione di carattere militare. Niun dub– bio, quindi, che lo stesso. Prngetto di Cos:ituzione (nei passi su riferiti veramente informato all'unani– me vo:ontà del popolo) abbia espressamenti: ricono– sciuto: a) la libertà assoluta, anche in materia po– ìitica, di qualsiasi opinione; b) il diritto di propa– gandare con qualsiasi mezzo le proprie convinzio– ni, siano scient'ìfiche, letterarie; artistiche, fi oso– fiche. morali, religiose o po'itkhe; e) il diritto di associazione, pu,rchè. esercitato palesemente e per fi– ni non delittuosi; ~ il diritto, infine, di costituire qualsiasi partito, -che non' miri al sovvertimento (0' alla conservazione) del regime in vigore mediante la violenza . . In Ita'.ia sono dunque, per regola, ammessi tutti i partili: l'anarchico e -il totalitario, il comunista e il ,liberale, l'unitario e il federalista, il •cattolico e 'il laico, il repubblicano e il monarchico, il nazionali– sta e l'internaziona'.ista, degli, esercenti, l'unionista, l'azionista, il libertario e il qualunquista; e più ne· dica chi più ne. sa, o ne può immaginare. Tutti: ec– cettuato uno solo·; forse per meglio confermare la regola. In ev1dente cqn'trad.dizione ,con tutte le dichiarazio– ni di libertà enunciate nel corpo del Progetto di Co– stituzione, venne in questo introdotto - con la pri– ma delle sue « disposizioni fina'i » - il divieto espli– cito, preciso ·e assoluto di ricostituzione del partito fascista. Perchè? L'onorevole Ruini nella sua re·a– zione all'Assemblea Costituente, non h11 creduto di far cenno in proposito. Ma la risposta corre sulla bocca di tutti: per paura! E molti l'accompagnano con un sorriso, che negli occhi deg'i ex fase;sti è di soddisfatto oFgoglio; ma è di amaro sconforto sul volto dei più, che pensano es~ere sempre mal affi– data la nave a pavidi. nocchieri. La paura, anche que– sta volta, non è venuta meno ,a'.la sua natura ,di pes– sima consig'iera, L'eccezionale divieto, pr·,pcsto al– fa Cortituente da'la Commissione dei settantncinque e in tutta furia accolto dal Consiglio dei Ministri - il quale ha cosi, e con poco riguardo per l' Assem– blea, prevenuto, quasi a forzarlo, H giudizio di que– sta - fu. anzi luttO', perfettamente· inutile, sia che fosse rivolto ad impedire la predicazione, l'organiz– zazione e la sistematica attuazione della vio 1 enza, con cui il fascismo riusci ad imporsi per più d1 un ven– tennio e per cui divenne tanto tristemente famoso;· siu che mi·rasse a soffocare l'idea informatrice del ~ùo programma, che era la glorificazione de'Ja forza e !'esaltamento della nazione. Perchè: nel primo ca– so, non costituirebbe che un doppione, o tutt'al più .un aggravamento, delle sanzioni contro la violenza e l'i~tigazione alla violenza, già contenute nel'a leg– ge pena:·e. a cui si richiama lo stèsso Progetto di Co- .stituzione nel suo surrifer;to, art. 13 (vedi special– mente art. 270 e 302 cod. pen); e, nel secondo caso, perchè la stor:a di tutti i tempi e di tutti i paesi am– mor.isce, come le idee, giuste od errate, siano in– coercibili, ed a. volerle soffocare si abbia soltanto la p, obabi ità di estenderle e gonfiar'e, sino a farle scopr,iare in az: oni viole_nte · .e pericolose. Perciò l'eccezionale proibizione non è in alcun modo giustificabile e nemmeno· scusabile. In con– trario non vale sostenere che il partito fascista va cons:derato come una associazione a de inquere, fo quanto l'esa:tazione della patria, anzichè fine .della sua attività, non sarebbe che pretesto per l'esercizio del sopruso e della v;olenza; giacèhè - se mai si dovesse negare il didtto di esi~tenza a quei partiti che di proposito si abbandonano. appena ·pòs~ono, ad atti di vio'.enta sopraffazione, adducendo a discol– pa la nobiltà, del propr:o scopo - forse non ne po– tn•bbe sopravvivere neppure uno. Mo ière creò Tar-· tufo e Ferravilla il Tecoppa, ed i Gesuiti comincia– rono ad esistere assai prima che sorgesse il fascismo. ln ogni modo non spetta al legislatore, ma esclusi– vamente al giudice, di esaminare e decidere se il fine o l'opera di un certo partito sia o no cr:mino– sa. La iegge deve identificare il crimine, ma non il criminale. · Infine: la specifica proibiz'one cli esistere, fatta al partito fa•cista, appare sopra tutta sospetta di faziosità ed estremamente pericolesa. Quando già e-, shfono disposizion 1 legislative, che cfichiarano de:it-.

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