Critica Sociale - anno XXXIX - n. 8 - 16 aprile 1947

. CRmc~ SOCIALE 133 . I~ Principe del Machia~elli e la democrazia . comùnistà qua·i appare con cris._tallina ev:denza che nes,~un con– trollo è suffiden.te ad impedire la illecita speculazio– ,ne ~he il, desiderio di lucro ·spinqe gli esercenti a fa·' 1·e 111danno dei com1wwiori; e il {cimoso e .~canda-· /osissimo. episodio del bacca.à sul quale· mm è e/ella All'ep·isodio .di stupefacente conco.rdia che comu- anco.ra l'u)t,ma parola, basterebbe per tutti ad alle: nisti_ e democristia1!i avévmw o/ferlo. ne//'au:a della Sia-r/o. · · Costituente agli Ita iani e ai cittadini di tuUo il mon- , ln q ~es.to- caso non- ~i potr,ebbe addurre ci .spiegare d~, in un uruomento che toccava (e ledevo) il princi~ l alteggu1mento comunista la necessità di salvare la pzo della sovraniw e dell'autononi.'a de.lo · Staio e in- unità del proletafiato o a tra simile pretesto. Se un teressava la vila di ,tutl(! la nazione, è _seguito rece-n- tale motivo fosse veramente opei-ante, esso av·rebbe tem-ente un a tro ep1sod1,o di altrettale,concordia nel- dovuto cons,glia,re, semmai, ai comunisti di non s-e– ['am~ito_ più ri~lretto de1./'aula del Consiglio ConÌuna- pararsi dal gruppo dfi consiglieri del P.S.1. (non /.e.d1. ~1/ano, in un _problema di molto più modesta P!Irliamo di!i noslri, perchè noi' siamo ormai dèfini- dzgnzta, che çonèèrne la f1unitura a.la · cittadinanza twamente giud,cati come lradilori del pro.etar.alo). di generi at:mental'i a buon mercato,, . • E Cfl<oraso1pe _sponta,wa la_domanda.: quale ,molwo Si discuteva de/ila costituzionè de,/' Ente 'Comunale puo' aver ,1spzralo .latlegg1,amenlo dei comunisti? · di consumo, che .un decreto legi:~lalfvo dello scorso Confessiamo che la rispo~ta non è facile. Si può es~ settembre impone. di cost.ituire in tutti i Comuni' di sere _tentali qi pensare che, apparendo .ormai non clii- popo ·azione superiore ai 200.000 abitanti. A n•ol'ma lometriç_q.menle lontane ie elezioni, essi vogliano ac- . di detto decr-eto, l'Ente ha il comP,ito di provveeferé carezzarè gli esercenU, i qua i costiluisco1w, insie'me all'approvv.'gionamenl0 dei genèi:i · noh l'azionali di con le loro famiglie, un-a imp,onenle percentuale del più largo consumo e alla più rapida ed economica corpo elettora,e; s,i può anche essere tentali di pei1.- dis/rib'uzione di essi aNa pqpolaz:one, con facoltà di sare che, essendo. in mano di un comunista .il gover· v_aersi, per quest'ultimo compito, delle Coo_,.p_erJtiv.e no del.' An·nona comunale, essi pensassero di. :poter che diano idonee gaMnzie. A Milano, dove già. esiste, scegliere tra i /01 o compagni e simpatizzanti quegli per iniziativa. del Comune e co,l concorso di numero- esercenti a cui l'Ente Comunale affidasse l'incarico se Cooperative, un'Azienda Consorz;ale dei Consumi </,i con·tribuire alla µ,stribuzione dei prodotti ai con, che va· s1•mp1e meglio attrezzandosi per adempie!'e ai sumatori; ma confessiamo che nè l'una nè i'altra di suo compito e ha già costituito. nwmerosi spacci. di qutsle spiegazioni ci sembra suffic.iente . . vendila di generi razionati e non razionati, esercì- · E po.chè ci sentiamo idonei, sì, a scrutare le itz- l' !n.do una funzio-ne di calmiere infinitamente più ef tenzioni .deg./i an.ievi di Socrate, ma n,on di quelli di f(cace che non possa essere l'emanazione di listini di Stalin e!> di 1'oglialli, rinunziamo. a ricercare altra p ù pr-ezzi, e,ra {!Sclusa l'opportunità che N nuovo Ente P ausib_ile spiegazione, e vogliamo· soltant6 ,/ogliere comunale_ aprisse per proprio conto space; di ven- l'oc.caszone per Jare• qualche non inuti·le riflessione. dita_. creando lin inutile e diçpendioso duplicato, col Con ~assumue così di frequente a'tteg{liamenli che pericolo anche che tr/J. il vecchio e nuovo Ente, .sor- sono zn urtante contrasto coli le direttive id alogiche gesse, sia pure invofontariamenle, una dannosa con- del loro Parli.lo, i comunisti si acqu.'slano senza· dub- corren.za nell-a rièer,ca di partite di merci da acqui- bio la fama d.i un machiave:lico reafismo, che non si .,tare. · , lascia imprigiono.re da formu/'e e abbatÌe · /e barriere. Sebbene in un convegno tenuto . a Genova fra g'i di Iuli~ le dottrine; ma ·se tengono a questa fama di .4ssessori · dell'annona det:e principa.li città dell' A ,ta realismo, l'Ìnunz-ino a/oora a parlare in nome del:a ltalia siano· stati rilevati nel decreto legislat·ivo che democrazia. Il Segreto.rio fiorentino polè ragionevoi- istituisce, gli Enti Comunali 'di Consumo· alcune' defi- mente. scode•llare ne./ suo manuàletto di accorta con- cienze' che è tteçessario co'.mare, se si vuole conse- dotta _po/Jilica _lt1:,nla mes~e di cinici suggerimenti di ' gnire lo sc.OJJÒ che il decreto si propone, tuttavia _il astu.z:r~,perohe, egli, si rivolgeva. a, Principe,. cioè ad C(?n$1glio Conmna e ·dc Milano 1w· detibernto, a gmn- una singola persona che, nel clniso dç,la sua stanza . de maggioranza, che si d@vesse ugualmente procede- possibilmente senza la impacc:ante presenza di con; re alla costituzione deli'Ente, perche la città non siglieri sul cui ri.serbo nòn è sempre pnudenl·e fare fosse pl.'ivota -di qu-e.i benefici che il Governoi doves- assegnmpento, poteva prepa-rare tutte 1e mo.cchinil- se ev.entualmente riservare· a quei soU Comuni che .zìoni con le quali tendere le proprie insi.d,e, parare abbiano osservato l'obbligo ·imposto da: decreto. Ma le altrui e raggiungere nel mi_qlior modo i propri in- in pari tempo· il Consiglio accog!i-eva· la proposta so- tenti; ma certo egli non avrebbe mai pensato che per cialista che l'Ente dovesse éompiere la distribuzione quelle vie e con quei metodi potesse svo./gersi la po--· ai consumatori a mezzo dell'Azienda· Consorziai e dei litica di un « partilo di massa>, a meno che con Consumi e di all1e genuine Coopemti11e. Il gruppo. questo nome egli pure Mn avesse pensalo di indica· dei consiglieri democristiani e que,llo dei consiglieri re, come pare oggi da mo·lti si ionclini, un partito nel comunisti richiedevano invece che la distribuzio,ne quale· la mo!ti_tudine di co 01 o che ne fanno parte fosse affidull!l anche a privali esercenti, opportuna- serva da. passiva « massa di manovra». maneggiata mente controllati; i socia isti, tanto queW del P.S.L.I. da un Dittatore o da un sine.dtio di D'ttatori, che se quu,nto quelli del l'.S.l,, combatterono la proposta e ne servano per N raggiungiinen~o dei f[ni che il loro con tenue nwnnioranzii ri11scil'o110a prevalere. arbitrio, ha segnati. Ma un partito di po-polo, che sfa La deliberazione consigliare milanese non uscireb- netto democraticamente è lotti per l'avvento o per il be dal ristretto ambito· di interessi /oca:i, 'se non of- conso idamento e il perfez.'onamenlo del a democra– fl'isse - come si è detto - 11n mwvo caso cli sor- - -zia, non può procedere coi metodi che il Maclnavelli prendente· accordo tra l'atteggiamento· dei comunisti ha suggeriti e i Gesuiti hanno ,attuati. 1-/ popolo che - e que•llo de·i dembc.risliani Che questi ultimi d fen, vogsl,a essere attore su1'a scena della Dita politica non dano gli esercenti, sia per la mentalità piccolp-bo1- può prescinder_e dall-e ideologie da cu,i la· sua azione ghese a cui è sostanzialmente ispiralo N /ero pro- deve essere guidata, che so-no anche le idea ilà a cui , gramma in mat~ria economica, sia perchè hanno una essa tende; deve anzi òpenare ..-sotto l'impulso- e per . forte percentuale di elettori tra gli esercenti che van- {a forza di queste; se non vuol essere lo strumento di· no a scontare in Chiesa i peccali commessi ne./l'eser- cui i machiavellici burattinai si servono per fare il cizio della loro attività professionale, non fa maa· loro giuoco li popolo non può operare •mila scena viglia. M/J era legi-ttimo pensare che diverso do11esse della vita e della storia se non sotto l'impulso della essere l'atteggiamento dei comuni!iti, Sj. anche essi passio/ile, che va in molti· casi frenala e- resa razio- pure abbiano in più· occasioni (nonostante la· rinida nate dal controTTo della rag:o,ne, ma non può .essere p11ofessione d•i. marxismo, deUa_ qua·le si vantano e spenta sotto la g..g_qh'acciantedoccia del'.a frmdolenta cize· imputrmo a· noi di auere ahbandonalo) ce/eb·1·alo astuzia e della ipocrisia Ai-popolo non si debbono l'importanza e l'utilità de la iniziativa privata, non imporre altri I atteggiamenti nè si può' asmmerne ·in ricordando· che siamo òrmai ben lontani da quei noine di lui, che quelli dei qurc.'ièsso stes,·o po·s-saren- te1!1pi e da _q~eble s!tuazioni i~ cui anche il Man'festo dersi conii? e intend~re. la rà;zionqlità .. lfa• q_u7rd0 tn _ dei Comunisti la l'lleneva 11t1lee atta a promuovere una que_st1one qu,als1as1 en1I''sòrrbbe unancmemente. con l'interesse -pr-ivafo anèhe ii' vantaggio soci-a·e. In tratto ad assumere un·· dato -:;-àtten,_q'iqmento· com:e ,N\ ogni inod>I!) non potevo. essere u.çcilo [Oro dalla menlè solo che .<fia ragione volé e lediit 'ed è '!n.Ùecè cosfrettoA· ii ricordo (che de 1 l resto era:stato rievocata anche nel dal a_,disciplina di partito a d~re il proprio· as/;'ens'o'.. corso de.Ua discussione) di ~altri epfredi :recen1i,. dai o ad·'.inchinarsi, a quello, affatto diverso o a, d:rittu-

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