Critica Sociale - anno XXXIX - n. 8 - 16 aprile 1947
CRITICASOCIALE 13,t LA TERZAVIA (A proposito del Congresso del P, d' A,) J· congressi del Partito d'Azione hanno una sorte ben cu.riosa. Quel;o che. fu tenuto ·circa se.dici mes'i add:etro si raccalse iµ un, momento in cui il Part:to aveva forze sensibilmente superiori Q. quelle che co~ munemenite g,li si .attribuivano e si chiuse inve,ce con qn,a crisi che per ·poro non segnò la fine di que-1 Partito, che, speciarmente per la parte avuta dai suoi uomini nel,'a lotta c andestina, sembrava destinato ad ese.rcitare un notevole influsso nella vita poUtica del nostro Paese. • · Dopo quel Congresso, vcnri rami si distaccarono dal tronco del Partito, e i, troncane r;'masto non riusci a diventare una forza notevole, nè a la Costituente nè nel Paese, n,o,nostante l'indubbio valore di alcuni dei .moi uomin,i. Negli ultimi tempi si par/aua anzi di un possibl'.ei prosliimo scioglimento del Partito, i cui adere:ntr si sarebbero divisi tra alcun-i der,'i altri par-. ti'ti di sinistra, scegliendo ciascun,o quello a cui si fosse .senl'ito più vicfoo. Sp·ecialmente· queste voci si fecero assidue dopo la scissione avvenuta ·al ç_ongres– so di Roma e fa costituzione det no,sfro Partito S. dei L . .f., verso il quale sembrava e sembra disposta ad o.rientarsi una parte notevole di coloro che ri– mangono trncora nel P. d'A. Ma nel Congresso recen·te questo Partito, nell'atto stesso in cm 1 si avuia a dissolversi come unità p,ol'iti– ca, propo-ne a se stesso un compi[o di grande porta– ta: ·la creazione di un movimento che raccolga tulle le forze disposte a lottare per l'avvento di una demo-• crazia social'ist a. Questo proposito è stato giudicalo soverch:ame.nfe ardito per un Partito che sembrava pros srmo a morire e ha suscitalo da parte, sia dei fusionisti sia de-i comuniisti, giudizi intonati a un ,çeru;o di non, benevola. compa·ssione. Cerfo il compi– lo sare:bbe e$lremamenle graooso e d'impossi-bile at– tuazione, -se gli ade11e·ntidel P. d'A. intendessero com– pierfo da sol-i Ma essi no,n han,no voluto far altro che esprimere un'esigenza e dichia·rare di esser pronti a porsi a fianco di co'.oro -che a questa esigenza, lar– -gamente diffusa nel~a coscien,za del Paese; ·inlendes• sero di ilar soddisfazione. Noi crediamo che il proposito espresso, dal P. d'°A. rispo•rrdct,ad un vero· bisogno della vita nazionale e meriti che se ne parli con tutto il .risp·etlo. Soltanto riteniamo che gl11amici del P. d'A. debbano persua– dersi che n,on , è possib'ile tenere un movimento di questo gene.re net campo deUe pure ideologie,. senza ·sentire di dove·rne affidare l'attuazione; alle forze vive che si agi:tano ne,lla vita po,fitica e i cui inte- . ressi più di.r-etlamenle collrmall!o con l'arf.luazione· di quel programma che essi h(J)nno posto c_òme fine del.'a lloro azioll!e; e sopra/tuffo debbar,;o sentire che è il proletariato, conc-e<pito, nel/'a più vasta estens-ione del vocabolo, la forza che, sia pure sotto l'impulso denre idealità propagale da uomini d'in,terigenza, di cultura, di cuore, provenienti da altre classi, è il pro– letariato la forza centrale ad opera della quale, il fflO'IJimento per l'instaurazione della democrazia so- . r.ialisla può attuarsi. Queste poc-he osservazioni abbiamo· creduto di db– ver premelle11e 1 all'arttcCA'.oche segue det compagno llgaberto A•lfassi,o Grimaf.di, cor cui pensiero piena– mende c·on1cord1"amo. LA CRITIOA SOCIALE E' sintomaticò il fàtto che,' sebbene il piccolo rag– gr:uppamenfo azionista fosse da tempo falli-te come partito politico_ il Paese si sia tutt'altro che disinte– ressato dei lavori del Congresso del Partito d'Azione. Gli è ·çhc a Roma, in quei giorni, non si è chiuso il solito congresso d'uno dei tanti partiti, ma si è ultimato il processo al Socialismo, quel processo che è in atto in tutta Europa, dalla fine di questa guerra in modo. più stringente, ma in. realtà dalla fine del– l'altra guerra. E non a caso i tre partiti di sinistra hanno mandato al congresso i loro migliori dottri– nari, per sostenere la causa del ,proprio partito: Basso, Secchia, Togliatti, Saragat sono intervenuti nel dibattito, a voce o con ·scritti, consapevoli del fatto ehe quel congresso •trascendeva i.J partito e gli uomini che lo avevano promosso, per investire un B1011oteca Gino ts1anco problema di ben altro respiw: il problema del So– cialismo, della sua natura, delle sue possibilità! con- crete di salvare l'Europa. , Dopo ,la guerra, i partiti comunisti di tutti i paesi, convinti che fosse giunta la loro grande ora, hanno pensato di poter monopo'.izzare il Socialismo, di esserne i soli a'.fieri, e per questo si sono sforzati di assorbire i pa~titi socia:isti. Non contro le destre hanno puntato le loro· frecce· pil!l acute, chè anzi con le destre i comunisti furono disposti a tutti i patteg– giamenti, a tutti i compromessi che permettessero un provvisorio modus vivendi; ma contro i partiti so– cialisti, nel cui seno insistettero ad introdurre la le– tale po'emica della fusione, per snervar i, sfasciarli ed accogliere nelle loro braccia la stanca'massa degli iscritti, respingendo' ai lati quei capi che si fossero opposti a que]a politica. Tutto ciò ha port.ito ad una rafforzamento delle destre. Ed era nat\irale che così avvenisse, perchè, di fronte allo spauracchio del bolscevismo, i popoli temettero meno il ritorno d'un fascismo ammantato d'una parvenza dem@cratica, quando non addirittu– ra - come ih Spagna e in Grecia - il mantenimen– to d'un fasci.smo scoperto. Il fa:Jime nto della p,oliti– ca del P.S.,I.U.P, è il fallime9-to· del'l' iilgen.no calcolo di Basso e di Nenni, i qua.i, già decisi ad assecon– dare il piano comunista liquidando il Partito, pensa– vano che la gente non s'accorgesse del truc-co e vo– tasse per il Partito Socialista, rftenendolo una cosa diversa dal P. C. In questo modo, essi pensavano, si sarebbe data la seguente equazione: Comunismo + Socialismo 1= maggioranza al Parlamento. Ma il po– polo italiano lesse apertamente tra le righe e la equa– zione - senza quèlla tempestiva operazione chirur– gica che fu la scissione - sarebbe diventata la se– guente: Comunismo + Socialismo = scomparsa del Sociali.smo •e vittoria delle destre. Oggi, per togliere alle destre ogni possibilità di un loro u:teriore rafforz·amento, non c'è che una sola s_trada da battere, quella del Sociailismo democrati- · co 'ed autonomo. Gli Italiani non hanno paura d-el Socialismo, il quale - specie in un paese arretrato com'è il nostro, ancora gravato da relitti feudali, da una burocrazia costosissima e impacciata, da un co– stume politico fatto di clientele, di personalismi e di manovre occulte, da una miseria nera che contrasta con tanti ingiustificàti e vertiginosi arricchimenti - opererebbe lo svecchiamento delle leggi, la, sempli 0 ficazione e -la chiarezza della b.urocraz a e della pras– si politica, la messa in opera di elementari riforme so– ciali, che tutti gli aUri paesi civili hanno attualo da gra_n. tempo. Tutte cose, queste, -che sono volute e tornerebbero a vantaggio, non di una classe ristret– ta, ma della stragrande maggioranza del popolo ita– l,iano. Il nostro Paese non· conosce la classe dei « ren– tiers », che campano tagliando i <~ coupons » dei loro titoli; A chi nuocerebbe l'attuazione di un siffatto programma, se non a quete pochissim·e migliaia di persone in tutto il paese, che vivono sfruttando il la– voro altrui e che finalmente sarebbero costrette a vÌ'lere del proprio lavoro? , L'Italiano non teme il Socialismo; teme invece - e per questo esita - tante a!tre prospettive che in– giustificatamente si connettono nella sua mente con l'idea del Socialismo. Ciò è dovuto ad una· disgra-- _ ziata congiuntura st?rica: .l'esistenza, in Europa, di un solo paese dove sia avvenuta una rivoluzione ispi– rata ai principi del Socialismo, o, più esattamente, alla fraseologia del marxismo: la Russia. La rivolu– zione russa. ha caratteristiche tutte sue, legate alle condizioni di quel popolo, e quindi'_irrepeti-bili pres– so popoli che hanno maturato ben altre esperienze, · hanno ,raggiunto ben altro grado di civiltà. lnò'tre là il Socialismo è stato tradito e rinnegato in molti suoi postulati: non c'è persona illuminata che possa negare questa verità!. Ma l'italiano, quando pensa al socialismo, pensa alla Russia bolscevica, ed esita di fronte .alla eventualità di un regime. che possa somi– gliare a queJ.l,osovietico. Connessione ingiustificata,, certo, ma favorita· dallo stesso atteggiamento del P. C., il quale non usa nem– meno l'accortezza di mascherare la sua dipendenza da Mosca con una almeno apparente libertà critica nei confronti dell'esperienza bolscevica. Il P. C. pre– tende di rappresentare i.I Socialismo, il P. C. esalta
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