Critica Sociale - anno XXXIX - n. 8 - 16 aprile 1947

··cRmCA SOCIALE 1'41 :Metam9rfosi della dittatura· bolscevica I. Lenin ed ,i suoi' seguaci affermano che la conce– ,ìione di dittatura •del proletariato, ideala· e messa ifl ·pratica dai governo bolscevico, sia ,asso utamcnte identic.a al n dottrina formulata in proposito da Car– lo -Marx. Purtroppo, è difficile parlare ,n quc~to ca– so· di una dottrina, giacchè nè l\larx, nè Enge.s han– no- dato una precisa· elaborazione del concetto di è ditta.ura del proletariato"'· Ì\el Manifesto dei co– munisti si parla di « conquista de·! potere politico da parte del proletariato», di « dominio del proletaria– to lii; di ascensione del proletar-iato al grado di clas– se», ma non vi si trovano nè l'espressione « dit– tatura del i.,roletariato », nè l'elaborazione dottrinale di''questo concetto. I teorici bolscevichi cercano di sopperke a questa mancanza osservando che, se man– ca nel Manifesto il lermine formale, vi ~ono però tutti gli e.cmenti costitutivi del suo contenuto dotti i– _na-Je.Ma questa è una interprdazione più ingegnosa che convincente. Pertanto, i bolscevichi sono co– stretti a Jimòtar,i ad una sola frase, in cui Marx ado 1 per.a ta-le espressione, quando (nell-a Critica del p10- gramma di Gotha, scritta nel Magg:o del' 1875) af– fer-ma che fra la società capita.ista e la società co– •munista ci sarà un per-:odo di transizione, « la cui forma statale rion può es'~re altra che la dittatura rivoluzionaria del proletariato>. ..1n questo momento ci è indifferente il problema di ·dittatura per se stesso e non ci interes~a se l'idea ·medesima deJ:a ,dittatura .proletaria sia falsa o vera. utopbtica o razionale. Ad ogni modo, nei riguardi ·di..i\farx, è importan'te constatare che egli ha par'lato di dittatura del proletariato. ma non ha fatto alcun aeeenno alia possibilità di sostitu:re il proletariato, • quale soggetto della dittatura, con qualsia,i surro– gato. a•: qua e spetti ·il diritto d·i adempire tale in– combenza in sua· vece. E' altresì importante ricorda· re che Lenin, prima del:a rivoluzione bolscevica, ac– cettava ;n' pie,no tale concetto di dittatura. Anzi. il creatore del bolscevismo era addirittura ossessi0na– ·to ,da questa idea, tanto dll ritenere che essa co~ti– tuisse la fondamentale sostanza del marxismo stes~:o. e Oii riconosce soltanto la lotta di classe - scri– veva Lenin prima de la rivoluzione d'ottobre - non è ·ancora marxista ... Ridurre il marxismo alla dottri– na della .Jolta ,di classe vuol dire minimizzarlo ed al– terarlo. Il vero marxista è solo chi estenda il ricono– scimento del'.a lotta di° classe sino al riconoscimento della dittatura del proletariato. Questo è il più pro– fondo segno caratteristico che distingue il marxista dal borghese. E con questo crite,riò occorre saggiare l'autent:ca comprensione e l'accettazione sincera del marxismo» {Stato e R:voluzione, «Opere» v. XIV, pag. 323 del testo russo). · Que) te categoriche affermazioni non 1 1asriano al-• cu'n dubbio che la dittatura del prole arialo fosse da Lenin considerata come Ja chiave di vota dell'e– dificazione socialista. Tanto più istruWva diventa qùetla via crucis ideologica della radicale trnsforma– zione che dovette subire il principio dit·tatoriale nel– la dottrina, nella legislazione e nel'a pralirn del hol– scevi~mo, il qua'e presce'se come punto di partenrn il concetto marxista della dittatura, per poi, str.ada facendo, pervenire ad una forma con!rastante c_on tale enunciazione teorica. Una somlrnapa schematica rassegna delle rispettive opinioni, espresse in pro– posito da Lenin, basterà per tracciare la tendenza ispiratrice e la linea direttiva di tale tormentosa me- tamorfosi. · La prima fase: la dittatura dei/ proletariato come de– . ,mocraz:a de•t lavoro. « L a principale questione per ogni rivoluzione -' so.no parole di Lenin - è quella dei potere ,t:!tale: ne le mani di quale classe si trovi concentrato 11po– tere. Ciò decide tutto» (Opere. v. XIV, p:ig 102). · iCon queste parole_ Lenin intendev:3- _a~fermare che ogni· rivoluzione soo1ale deve essere rn1z1at~ con una l'ivo uzione poJ;tica, per provocare un radical~ spo– stamento nel rapporto di forza tra le classi. me- Biblloteca·G1r,io Bianco diante la conquista dell'apparato governativo da par– te della classe operala. E la lettera:ura bolscevica •è piena di .dichiarazioni da cui logicamente deriva la conclusione che. l'obbiettivo essenziale del rivol– gimento aolsceyioo sia. stato propr:o quello di con– segnare i poteri _pubblici esclusivàmente alle masse operaie. Ideològic'amente, insomma, si cercava an– cora, in un primo tempo, di rimanere fedeli alla con– cez:one marxi· ta della dittalura. Dittatura - dichia– ra Lenin nel fascicolo Il compito immediato del po– tere sovietico - « attuata dalle masse operaie> si– gnif.ica « gestione operaia» ecc., perchè lo Stato so– cialista non è altro, secondo Carlo l\larx, che e il pro– letariato organizzato come è asse dirigente». Secon– dèr le categoriche dichiarazioni di Lenin, « l'essenza del potere sovitlico » dovrebbe consistere riel fatto che « l'organizzaz:one razionale delle classi, che fu– rono· oppresse dai cap:talisti, diventi la base perma-, nenie ed unica di tutto il potere statale, di tulio l'apparato statale» (v. XVI, pag. 44). Proprio « q11el– le masse, le qual'i anche nelle .più -democratiche. re– pubbliche borghesi, secondo la legge scritta, posse– devano la completa cnpacità politica, ma in pratica erano a!'.ontanatè dalla partec:pazione effettiva alla vita politica e privale dell'uso ·dei diritti democra– tici e delle varie libertà», oramai « sono atti atte ad una assidua libera e, per giunta, decisiva parteci– pazione al governo demo·cratico pello Stato» (ibid.). E' chiaro, quindi·, che per Leni!l - in un dato mo– mento del'a s\'ia evo.u:iione ideo1ògica - la d;tl~– tura del prolefariato altr,o non era che una parti<;O– lare forma di democrazia, basata sul· lavoro propria· mente detto. Tanto più che la d_ittatura era'allora con– cepita non solo· come autogoverno po itico de:Je mas– se lavoratrici,· ma anche' come·'autogovertio riel cam– po della produzidrte, cioè corpè autogoverno econo~ mico. « L'organizzazione comunista ·del· 1a'voro so– ciale si basa sul.a libera, consapevole autodisciplina degli operai medesimi, che hanno infranto il giogo dei capitalisti » (v. VXI, p. 248). Data la natura particolare del riuovo !,oggetto del potere pubb.ico, sorge come logka conseguen za l a · necessità di organizzare il meccanismo statale in.mo– do conforme alle caratteristiche pecul-iari ,della nuo– va classe dirigente. Donde le affermazioni program– matiche sulla ne·cessità urgente di «razionalizzare> tutto l'apparato della gestione statale, semplifican– do tutta la sua struttura e il suo ordinamento. Per– chè, «·una volta che il governo, si trova nelle mani della classe operaia », a questa ultima non rimarrà che « imparare praticamente l'nrte di costruire il so– ·cialismo in maniera che il più tapino dei contadirni possa· prendere parte a tale opera costruttiva~ (v. XVIII, pag. 139). « Noi dobbiamo organizzare il· no-. stro meccanismO' statale in modo tale che una cuoca qualunque possa imparare a governare lo Stato> (v. XVI, pag. 246). , Pe•r raggiungere l'ideale di ta1~ eccezionale ~emo– crazia,' la dittatura del proletariato deve « realizzar– si mediante gli ordinamenti appositi costruiti'in mo– do che il loro stesso funzionamento svegli e stimoli le masse all'opera creativa» (I compili immediati ecc. pag. 51). Questi speciali organi e strumenti del– la d;.ttatura del lavoro, concepita democraticamente come autogoverno del popolo, dovevano essere gli ormai famosi « sovieti », cioè consigli creati sponta– neamente dalle m11sse lavoratrici durante la rivolu– zione del 1905. Ed appena fu iniziala la rivoluz;one del 1917 Lenin ed il partito bolscevico indicarono i sovieti come l'ùnica forma di struttura statale nella quale può e deve inca~narsi la dittatura d~I 1;>r<?– letariato. « Non repubbllca parlamentare, po1che 11 ritorno ad essa dai consigli degli operai snrebbe un passo indietro, ma repubb'ica dei cons!gli dei de– putati di operai e di contadini in tutto 11paese, dal basso all'alto» ,(Lenin, «Opere», v. XIV, p. 18). Quando poi nel 19'18 si elabora~a la C?st!tùzione della R.R.S.S .. (Repubblica f~derat1:va ~ocial1_sta S?"" vietica della Russia), la costante d1rett1va d1 Lenm fu soltanto di sistemare ciò che eM già sorto· n~lla realtà nuova senza agg'ungere nul' a. di so~tanz1al~ al prodotto della. ,creazione spontanea. degll operai

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