Critica Sociale - anno XXXIX - n. 8 - 16 aprile 1947
. .CRITICA.'$0CIALE affannosa, d: tutlociò che costituiva pur sempre il suo fon– . do morale e la sua vern ce intellettuale. Il ero.lo · de.le impalcature sociali capitat:stico-borghcsi proceclt' per graùi, spesso c-:,n esasperante lcnttzza. come un fato ineluttabile legato alla logica interna <l lle_ co:e e <lei processo storico. trasc,i,and_o con sè i det_riti cli s~col, _e le antinomie e gli errori dc. sistema __Ne deriva ~he 11pcr_ 1 o<lo che l'uman:tà oggi altravrrsa è l:p camente Jl tr:,ns,zicne. con tutti i d:fcni, le contraddiz'oni e g·i svantaggi che ac– compagnano questi - per usare un'esp1-c_ss·,oneardita -;- re: gimi d. <liardna sociale, in cui_ 1~na soc1eta decrepita ~ g a in istato <li avanzata decomposlZlone, e la sua seppelhtr·ce esita ancora a scavarle la fossa. Osscrv'amo ora la nostra generazione i1ell'attuale fase della :otta di dass~. •in cui a. linea di fra'.tura tra i due camp. scorr~ ù,sconlmua e tor– tu-:,s,ssima, con brusche sporgenze. e rientranze ora appena marcata. ora netta e profonda: nel campo borghese, la guerra J,a alfr Italo il processo cli d. ssoluzionc; nel campo proletar'o, si stenta a ritrovarvi l'Uomo - tanto caro al– -l'urrianesimo marxista e ai te-:,ric; clel.'anarchismo - eh~ fa la storia e foggia il mondo a sua propria immagine. C'è irnvece l'uomo ferreaincnt~ determinato dall'amb'ente, che obbedisce a certe legi!Ì fisse e il cu; sviluppo è conci ziona1o dal faytire deJlc circo,tanz~. Egli progredisce i,n quanto la press·onc verticale de:1-:, svi·uppo storico e : I concorso d e, fattciri culturali e ambientaL lo•.sospingono irresistibi.me ,1- fe ·innanzi. l\1a anrh~ a proposito di questo u omo «nuovo », in ·cui la guerra ha distrutto i fermenti v·tali dello spirito che· com· nciavano t.midamentè ma sicurarne nte a mani fe– •tarsi si p-:,ne brutalmente l'intcrrng-ativo intorno alk pos– sibi:ità di salvezza de:l'umanità futura. La psicosi della, Pa"rà. . Un fatto gravissimo, che induce a congetture pessimisti– che ,a questo i,-guardo, è il perpetuarsi· in t.mpo di pace (si chiama così da molte parti, pur f ,'a lo scetticismo grne– ràle)''di· quella « psicosi del a paura». che nel per'oclo hetr– co assec,,rnlò mirabi mente i piani:, dei_ var. Stati 11-agg·ori, per il totale anr.i,-ntamcnlo de:ta no,t, a generaz:one. N ui che ·ta guerra ha miraro!osament, risparmiati. sappiamo ciò d1e significhi; ·r'è r'masta , eile ossa come una m:dedi, one, d_i– venendo per wolti quasi una seconda natura. Ai superst:li è' mancata la forza morale necessaria· per stringere Utl comu– ne patto di solidarietà cortro la panfa. Tra le Quattro V– lier-tà fondamentali ·promesse dal a Carta Atlantica era com· presa- :a « libertà dalla paura». I reccnti D)i'af ~- vir.citori e la politica d, potenza dei blocchi lnnno fatto sparire perfi– no il ricordo dell'aorrn messaggio Atlantico, r.istabilendo 1 dominio <lei.a paura. che sta assum.n-,h ovunque, nella· vita pubbl'ca come· in quel a <lei singo:i, vere formi: patolog··che. La paura i11fluisce sul!a correlaz'one delle forze sociali ,<l econom che, cd é fattore spesso decisivo nei rapporti inter.-. nazionali. suscit;mrlo disordine. apatia, sospetto rec,proco. Dalla guerra la nostra generazione ha appreso il d!_spre'zzo per' la .persona umana: per i diplomatU. i govcrn;,, gli Stati Magg·ori, .a guerra è finita da due anni, ma gli uom·ni uc– c>d.ono sempre, come per un vezzo contratto nell'aclolesc, n· za ~ da cui sia impossibile lil:erarsi. Jeri ricevevano patac– che, O!(gi anni di galera: lo stat-o di guerra continua per– chè :a nostra _generazione, artig ;ata dalla paura e offesa nella sua umanità:, non sa che uccidere, sa soltanto ucci- dere.· · · I trattati di. pac.e, alcuni già firmati. altri in laboriosa ge– stazione, veri capolavori·' di crim:na ità e di «paura» dip.o– matiça, se,mbrano creati apposta per fom:ntare irredent:smi e nazionalismi d'ogni calure, e non gettano alcuna se.ria ba– se per la costruzione di un equilibr,o europeo che non s·a fondato, c-:,me avvirne. <lai tempo di Il.smarck, su .bridi rap– porti, di f.or, a. Ciò equiva'e infatti a ri,ichiudere ·]a nostra colombei la in 1rna Santa Ilarbara e costringer.a a nutrirsi di bu_ona po:vere da sparo. Il co.ot' tià'ismo è rinato p.Ù .gret– to, più barbaro e insensato <li pri ma, aÌJd1e se ammantato, questa vota, d. vaghe_ e retoriche frasi in omag-gio all'« au– tod_ecis'one· e indipendenza <lei popoli di colore». . _E poi? La sola risposta che la nostr:a generazione sia ~a– pace di opp-:,rre è quel'a che Guido Quazza chiama « il si– knzio dei popoli». li si'enz o dei morti - n-:,n la rivolta dei vivi. li ritor,io di molti al catto'i;esimo, cioè alla più tipica relig'one di morte (fenomeno che giustamen·e preé::c– cupa:· uomini come Vittor ni), n-:,n d. ttato da vùa grande . ansia spirituale (:e fiamme dcg.-i autodafè hanro disseccato pe,r,·sempre le fonti spirituali ddla Chiesa), è anch'esso un indiçe de'la dolorosa -atq10sfera di tragedia ·che pesa sui sopr.avvissuti.. · · Biblioteca Gino Bianco In condizioni siffatte, può, la nostra generazione ritirctr dersi e aprire una v:a a: cammino clcll'uman;tà fututa? L'avvenire è sbarrato, co111e nel 'q, come nel '39, da una selva irta ,cli cannoni e di grosse nubi trmpe;tose, che offu,. scano :a :inr.a dell'orizzonte. La minal'cia .è la stessa di al– lora. Una nuova gcnerazio.iie sta na,rc,ul-:,, muove. i primi incerti 'passi in un mondo ostile e_muto. li suo sorriso ; scarn'.l, ha le guance incavate, livide, lo si;:u:irdo dei lupac– chiotti affamati. La guidnemo esattamente là dove i noStrJ padri t·rent'ann: fa guidarono noi : alla linea irta di ca~ noni? · Se èi resta una possibilità umana prr spcz1are il cerch;• fatale che ci soffoca, aggrappiamoci ad essa. Se in qualcht parte del mondq, è tuttura ac~c,a nn:, lianilllc!la di l bertà e di iriustizi'l, roncentriamo le nostre fo,rze tstreme per ali• mcntarla_ L'ri fatto r:voluzionario può tr:isJormare in tor– rente impetuoso la melma stagnante in cui perisce, lenta,, mente attratta verso il fondo, la seconda generazione per– duta. Un llu re di linfa 1 ai centri nevral-'òci della vita inter– nazionale può imprimere, dall'interno, una benefica spinta a questo organismo stanco. che persevera nel suo tnovime1>– to per pura inerzia. La lbtta,tbntro il militarismo e l'impe– riàlismo; la r·voluz:one dei lavoratori biarchi e dei negri oppressi. d'A1J1ecica (che implichcrcLbe, natura'mentc, ·una p ù alta e diffusa cosci< rza di classe nei sindacati e nelle or– ganizzazioni operaie, e l'appogg'o di altre forze sociali); il r· sveg· io del g-rnncle pop-:,lo russo e la sua emancipazione dal paternalismo burocratico sov:etico; J'-i,nsurrezione delle rnasse spa,:::nole contro Fr;rnco 'e il clero fascista; la rinasci– ta morale cd econom·ca della Germania; la coa'izione dei pop'.lli <li·colore contro :a prepotenza e 'av dità europea - sono fatti « poss·bili », che avrebbero come conseguenza, im· mediata la scomµarsa di ogni minaccia <li guerra, e contri– bu' rebl berci in misura décisiva · alla salvezza- dell'umanità e all'edificazione drl mondo socialista di domani. E' inutile o– biettare che tutto questo potrà verificarsi soltanto a prezzo di nuove :otte ·e di nu 9vi saer,fici, o che ci si· oppongono dillìcoltà insorm-: ,ntab.li, poichè rappresenta la sola alter- na!' va ehe ci rim ane. · · Una responsabilità stor'·ca formidabile grava· sulle nostre spalle. Assumer_e di frontè ad es,a· una IJOSiz'one pura– mente ·negativa rischia di prec·pitarci in un' caos terriblle, che incrner_irebbe le nostre ultime speranze, a cui restìamo attaccati. per un tenace istinto di conservazione, col dispe 0 rato vigore del na11frag_o. · · \ IlisoR"na anz·tutto L spinozianamente - «comprendere>; riso·vue i p.rob'.emi, che le circostanze ci pongono,' alla lu· ce della cd'scienza prima di affromtar'i nella réaltà. Forsè, nelle profondità insondabili dell'essere, c·è qualcosa che la guerra non ha potuto distruggere, mia riserva intatta di pu rrzza, di- energia., di forza morale, di vita_ Facendo ap– pel'o ad essa, uti'izzandola accortamente, riusciremo a:- ri– generare noi stessi Come primo risu'tato targibile ci senti– remo più uniti, ci ric_on-:,sceremo eguali. Gli uom_ini com· prenderanno · allora che non ci sono oggi, nè ci possono essere, sulla terra sconvolta dal dolore e dalla miseria, dei favor'ti dal'a soute e dei vincitori, ma s~tanto dei super- stiti e dei vinti. · Col titolo « PER L'AUTONOMIA DEL 'PARTITO SOCIALISTA: MARXISMO ED UTOPISMO·» è uscito_ bi opuscolo il testo di uri. discorso che il còmpagno G· FARA VELLI -ha tenuto alcuni mesi addietro, in un ·convegno promÒsso dagli « Amici . di Critica Sociale». L'opuscolo, denso di nensiero ed efficacissimo nel– la forma concisa e iapidaria consueta al nostro amico, è l'espressione più nitida della.situazione e dei motivi da cui è scaturita la scissione del Pa:ir– tito socialisia~ Tutti i nostri compagni, anche quel– li rimasti sull'l/'ltra riva, dovranno leggerlo e medi. tarlo. Il prezzo è di L. 20, ridotto a L. 15 per ogni copia -a chi ne I chieda a1;nièno 0 110òopie alla. nostra aromini_str!!-Zione. , I
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