Critica Sociale - anno XXXIX - n. 8 - 16 aprile 1947

CRITICASOCIALE 139 I progre ssi dell'aviazione hanno aumen-tato il va– lore slrate ·gi.co d!:!l nostr,ò Paese·. La forma al!ungata della nostr à p enisola ,!e .dà! infatti H va ore di un mo– lo ide_aie d! partenza e di atterraggio. pe-r aeroplani, che s1 prote-n de ·dall'Europa· fino a.l'Africa e in un certo senso, fino a l'Asia. Corriamo per-ciò iii 'risch-' o gravissimo di diventare an·cora una vollta campo di battaglia di OJ)l)òsfr interessi, che franéamente non ci r:guardano. In questo senso io h'o sempre considerato con in– finita pena, le clausole territoriali e alcune d~1Ie ,clau· so·e m.i;Iitari del, dettato di pace. Praticamente infatti, senza scendere a· considerau0ni semp icissime di na· tura strategica, i GPandi hanno deliberatamente a– perte entrambe le frontiere ita'liane: occidentale ed orientale; per il che si_.deve purtroppo concludere· che entrambi i possibili futur,i ,contendenti hanno voluto assicurarsi i,/ libero ingre$SO n-elfa Va~le Pa– dallJJJ, e ci-0è nel campo di babtaglia classico del M-e– diterraneo .. Sorge naturale perciò la r,ivendicazione da parte nostra di un ,sacro-santo diritto; del so!o diritto che nessuno potrà mai ·onestamente -conte· starci: i'l diritto a ,la neutralità. Ne:,1e cond:zioni in cui siam0 stati messi, ,noi, che non abbiamo ~o:uto mai la guerra, pur sapendola combattere meg1i0 di tanti a'tri 1; noi che; r,ipeto, sia· mo ll)rofondamente, -costituzionalmente pacifisti, ab– b:a,no il diritto di rimanere neutra i i,n ogni e qual– siasi deprecata ipotesi di un altro conflitto che deb- . \)a di.Janiare l'umanità,. Questo nostro di:r>itto al'a neu· tra ità deve esser,ci garantito non con dei chif{ons de papier; ma con una revisione d,e.J dettato di pace (LnevilabiJe per ,ch:unque abbia ancora 1,m residuo senso di giustizia) che lo -renda evidente e positivo. Tuttavia sarà tanto più facile per noi conquistare questo dir,itto qua-nto- maggiormente ,dimostreremo a tutto il mondo la nostra effettiva vo ontà -di pace, il nostro desiderio vivissimo d-i diinenti.care e di far di– menticare il passato da noi subito e non voluto: la no– stra a -pi,razione a .stringere rapporti sempre pii! cor• diali e p;ù profondi con tutti indistintamente i po– poli, e particolarmente con queJ.Ji che la natura ci ha posti. vicini. Nessuna dasse -socia-J,ecome quella lavoratrice, nes– sun par>tito politico. come H rncia"ista sono adatti a proclamare e tradurre in pratica questa politica. Tanto più in quanto oggi, come già si è rilevato, il socialismo parte,cipa largamente al potere politico di molte Nazioni. Socia'ismo significa, per la sua stes– sa essenza, internazionalismo nel senso più vasto e più umano del termine. Internazionalismo, che non è negazione d~:'la Pakia, ma an2.i ben inteso patriot· tismo, volto a pretendere dagli altri quera compren· _ sio.ne ..e quel rispetto ,che agli a:Jtri ·dàt to,fo corde e ·man,i bus plenis. Con siffatta ,conce,zione politica la imJi)ostazione del prob ·ema m:litare italiano, tenuto colilto del'la situazione_ economica, geografica e p<:i:itica del ,no– stro Paese, llJppar,e semp:iflcata. Delle tre forme -caratteristiche di organizzazione di una forza armata terrestre l'unica adatta in que· sto momento in lta'ia, la sola che corrisponda ai v,e– ri inter,essi del nostro popo o è· la Nazione armata.· L'eseroilo pe1-ma,nenle. vecchio tipo,- è uno stru~ mento che si è rivelato i-nadatto anche allla stessa esi– genza be1lica ,moderna e che d'altra parte ha ,sem· pre rappresentato rina &pecie di feudo de·,10 Staio Magg iore; organismo,. questò, avulso completamente da.la realtà e separato spiritua~mente .daUa grande massa det combattenti, ivi compresi gli ufficiali ef– fettivi che non. vi appartengono. D'altrond,e oggi un eserc'lo permanente, degno di questo ,i:iome, n.o!1 esiste più in Italia, perchè nessun organismo m1 1- tare può resistere ,a prove come quelle che ha!lno ca– ratterizzata .Ja storia. recente del nostro eserc;to, cui· minando nel tragico 8 settembre 1943. La forma di esercito mercenario, mentre potrebbe a 1 'lettare, perchè e1:minerebbe il servizio mi"itare o~– bliga<torio (che non solo è un dovere, quanto ui:i di– ritto dei singoli cittadini di uno Stato) non puo es– sere accettabil,e ed ammissibi1e, specia·lmente per la classe lavoral-rice. Essa rappresenta :nfatti un prri- colo permanente di eventuali pro'lunciamt:nti aTin_– terno mentre la sua stessa esistenza efficiente ,puo conc~Nere a facilitare un conflitto, Inoltre ba<ta a· vere una modesta nozione i.n a,rgomento per sapere 1bliotecaGi"o Bianco La guerra di ·-Guglielmo II e delPintesa distrusse la ge– neraz'one che precfdette la noslra (la generazione « dan– nunziana» o, se piace megl:o, del.'Int. rnazionale kautskia– na). ne dissemiFlò l·e spoglie insangu:nate sui campi cdel- 1'Alsazia e delle Fiandre, sulle dotinc carsiche e le llistesC' pcra:ne, e ne sug:gellò i desfni, con molto inchiostro e mòl– ta ceralacca diplomatìca, ,nei saloni dorati di Versagiia. li suo testam.nto fu dettato da Erich Remarque .nelle pagine· aspramente accusatrici, disperate ed epiehe di « All'Ovest niente di nuovo,». La guerra di Hit'er e de'.le Nazioni Unite colpì al cuore la nostra generaz 0ne, che noi ventennio fra i due conflitti mondiali era cresc:uta,, semintontita dalle violente campagne nazional:'Stiche scatenate dai governi, ( ijuasi dovunque co– stretta a subire l'umiliante i, -iogode.la coscrizione obbl ga– toria, cogli occhi r:v0lti a tin futuro c he s'annunciava den– so di tragici avvenimenti e un r:•bollire n~l sangue di t or– bidi istinti, che l'orrore della guerra aveva risveg.ia.to nei padri, affranta nello spirito e mi nàta n el- fisico, j\riva di -slancio Fivoluz:on ario, av ara, ràss, gna.ta , tr:ste. Essa., nel settembre 1939, si avv.iò al massac ro ao l passès cdocilédei predestina~i, lo, s guard0 stupefatto della vittma i.nconsa– pevo e, tra il è~amore assordante con cui un'ep(l)ca, e una secietà in disfacimento, ·che ne era la genuina espressione. cereavano affannosam: nte di colmare il proprio deso antt vuoto, la propria sconfinata mìseria spir:tuale. E la guerra, questa volta, mietè qualcosa come venti mit:oni di vittimr– - di cui•,la percentuale più alta apparte.nev~ alla 11uova ·ge-- n~razione. · .La storia del'a seconda generazione perduta r:fà le tap– pe sanguinose de:Ja prima; soltanto, il suo annientamento 1.>iene operato su s.cala più vasta, con crit-ri p_ù razionali e con metodo :nten,ivo. Al fronte, ndle retrovie_ nelie .e ttà s0ttoposte ·al1'0ffesa aeria, nei paesi invasi o soggetti a Fes– gimi liberticidi, J!)iùmicidiali deg1i ord'g,l'li di morte, i.nar– rnstabile, dissotv: trite, si diffonde, dilaga la ps:tosi dell;,t paur.a, accompagl 'la.ta da disordini ossessi"'j e impulsivi in gran 1mmero. Do ve il cannon1 non ~unge, s'.::nsi-nuano pic– coli strumenti. s:Jènzios.i e invisibili che si chiamano nevro– si. essi vincono ogni resi-strnza; irradiando come un malefi– co fluido, per v:e misteriose ragg· ung~ndo il cuore, il cervel- lo_ e colpis,o.no_ ' La polverizzazione di. Hiroshima per mezw dell'atomica non poteva- sorprendere -o tuorbaremenomamente gli uom ni della nostra generazione. Si può dire eh~ per ess t:i bomba atomica non fosse che il ver·ficarsi di un fatto già-preceden– t<·mnte scontato L'era de:J'akhim'a succedeva all'era del– la macchina, g'gant esc'he trasform azioni fn tuttt i campi del- _rattività umana si presagiva.no immin:nti, nuovi problemi si affacoiavano a.'.I acoscienza um ana, e, fra gli altri, un in– terrogativo formidab:Je si apriva, che tutti r:assumeva e sintetizzava nella sqa anJ?;osciosaperp:lessità: q4a·e sarà il futuro d,egli uomin'? quali e auant~ possibilità s: offrono al– I uomo per la sua salvezza? I problemi e gli interrogat'vi si sono posti automaticamer.te . La generaz~one che a vev-a im– p;etrah n egli- occhi _a visi one dei campi di morte r.az 'sti, delle città d.strutte e de:le campagne arse, vi oppos e u.n ge– sto di fastidio. Essa tace, i•ncapacedi· rispondere, incapace di volere, .di pensar.e, d~ seguire il filo di un ragionamento d; amare e di sognare, di r:derz e di piangere. ·Tuttoc·ò chr fa è meccani=o e non oltrepassa i limiti della pura fisiolog·;i E' abitud naria,, ma, senza una regola uniforme; ricalca gli schemi più antiquati e si abban:lona - in una disconfnu·tà contradittoria di atteggiamenti eh~ rasenta il panrlr.s~al•: - alle novità p"ù puerili r~cercand<!lle avidamente, e sbaraz– zandos: ·con estrema leggerezza, nella ricerca cnr,tinua e quale sia i! còsto astronomico dl un :-'!fatto tipo di organizzazione militar.e e non vi è dubbio che in un Paese economicamente stremato come ~I nostro, an– che le spese per la difesa (intendiamoci bene, esclu– sivamente pe,r·Ja difesa) devono essere contenute nei limiti più modesti possibili_ . _ Ho tratteggfato gli elemenl,i essenzia-Ji e basi.Jara del probJ.ema In successivi artico'i aflironter?)a sua riso·uzione tecnica secondo il tipo della Naz10n-e ar– mata che, per quanto ho detto, mi appare i.l_più con– sono alle possil>]ità e agli interessi de.l'Italia e, con essa. della c'asse ·lavoratrice. (Continua) LEONARDO GATTò Rorss,\IID

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